In solo due giorni ho trovato, per puro caso, due diversi blog che, anche se in maniera diversa e da prospettive diverse, hanno parlato dello stesso tema, ovvero della "blogosfera" e dei lettori.
Sto parlando dei post di Miki Moz (che non ho mai frequentato ma so essere blogger bravissimo e molto seguito - tra l'altro anche commentatore a volte qui da me -) e di Franco Battaglia (amico di lungo corso, fin dai tempi di Film Tv, almeno 10 anni).
Il primo post aveva un titolo eclatante, del tipo "Mi ritiro dalla blogosfera".
Il secondo, quello di Franco, uno apparentemente più generale, "Blog sharing".
Dico la verità, sono rimasto basito da entrambi i post. Ma non nel senso di aver trovato le cose che Miki e Franco dicono sbagliate, ma proprio letteralmente stupito, quasi sconcertato.
Il post di Miki, all'apparenza così "netto" (mi ritiro dalla blogosfera) poi lo leggi ed è tutt'altro.
Scopro infatti che la blogosfera, nella quale mio malgrado sono da 11 anni, non è - come credevo io - il mondo dei blog, ma l'interazione tra essi.
Ovvero per blogosfera si intende la rete di relazione che unisce i vari blog e blogger. Quello commenta da me, io commento da lui, lui pubblicizza me, io pubblicizzo lui, si fanno cose insieme etc...
Continuando a leggere l'articolo dell'ottimo Miki scopro quindi che il suo è una specie di titolo click bait (non lo dico nel senso negativo del termine, per chi sapeva cosa fosse la blogosfera ad esempio non lo è) perchè in realtà lui il blog lo continua (anzi, meglio di prima, dice) ma si tira semplicemente fuori da questo do ut des tra blogger che, tra l'altro, stava ormai morendo da tempo (per la crisi dei blog e per il fatto che comunque è sempre più difficile star dietro a tutti).
L'articolo mi ha sconcertato intanto perchè dopo 11 anni ho scoperto cos'è la blogosfera e poi perchè ho scoperto pure che ci si può "togliere" da essa, come se prima quel fatto di commentare un blog da parte di un blogger e a sua volta ricevere lo stesso "trattamento" fosse qualcosa di dovuto, una specie di contratto che ora si rescinde.
Ma la cosa che più mi ha sorpreso è un'altra, e qui la unisco al post di Franco Battaglia.
Franco parla invece di quelli che lui chiama "apolidi della blogosfera", ovvero utenti che non hanno un blog ma commentano ovunque, in tutti gli altri blog.
Franco si chiedeva perchè non ne aprissero allora uno, anche se adesso ha cambiato idea, gli sembrano ottimi utenti.
Se leggete i due articoli e tutte le risposte (da Miki sono centinaia, da sempre quello è un blog commentatissimo, complimenti) viene fuori una cosa pazzesca per me, o almeno per quelli che sono i miei pensieri.
Ovvero che i blog esistano per i blogger, che il nostro sia un mondo chiuso dove dobbiamo tutti averne uno, tutti commentarci tra noi stessi e l'utente semplice che capita per caso è quasi un disturbo.
Incredibile.
Dico la mia.
Io da sempre sono stato fuori da queste logiche. Non solo non ho mai commentato altri blog perchè ero io stesso un blogger (ogni volta che dico "sono un blogger" mi viene un conato, ma non so come altro dire) ma ogni volta che ricevevo un commento da uno di loro, semplicemente, ho pensato che in quel caso loro fossero nelle vesti di lettori.
Sì, è vero, mi sono capitati anche quelli che mi hanno chiesto in commento di farsi pubblicità a vicenda, ma da anni non li vedo più.
Dirò di più, io ho sempre rifiutato anche tutti i Premi dati ai blog dagli stessi blogger (mi sembra ci feci un post, "L'unico stronzo del villaggio") perchè li trovavo quasi...imbarazzanti, un farci i pompini a vicenda senza senso. Ogni anno gli stessi premi, uno stesso blog che per 10 anni premi gli stessi 10, un'esaltazione generale per me insensata (sono semmai i lettori a doverti premiare) che magari ha aiutato qualcuno a farsi conoscere ma, per quanto mi riguarda, dava più una brutta sensazione ai lettori che positiva.
Quindi no, io non ho mai fatto parte della blogosfera per capirsi. Semmai ho fatto cose meno "dovute" e più sincere, come la rubrica "Blog ai confini del mondo" dove ho presentato e fatto conoscere blog molto belli (spesso migliori di questo qua) ma pochissimo seguiti. Credo questa sia la strada virtuosa, non i commenti a vicenda o i premi dati in casa dagli stessi abitanti della casa.
Ma la cosa che più mi ha sorpreso da questi due articoli, e la domanda quindi che mi sono posto, riguarda chi deve leggere i blog.
Perchè, davvero, se leggete quei due post sembra che i lettori "puri" vengano o considerati meno importanti dei blogger, o alcune volte osteggiati, specie se anonimi.
Trovo tutto questo pazzesco.
Quando si apre un blog e lo si mette in rete è ovvio che si scrive sperando che qualcuno possa leggere. Certo, ci sono casi in cui si può aprire un blog solo per sè o solo per prova (la mia ex ragazza ad esempio fece così), non mettendolo ancora ufficialmente in rete o comunque aperto per avere soltanto una specie di diario personale privato, ma nel 95% dei casi se lo si apre è sperando di esser letti.
E, per me, chiunque ti legge, chiunque lascia un commento, ti fa un regalo.
E, attenzione, SPECIALMENTE se non è un blogger a sua volta.
I lettori puri sono i più veri, quelli che leggono e commentano senza sicuramente volere niente in cambio. Anonimi, non anonimi, assidui, occasionali, non importa, ogni lettura e ogni commento sono un personale "grazie" che un blogger dovrebbe dire.
Leggendo quei due articoli e tutti i commenti mi sembra di stare in un altro mondo, leggo di blogger che non sopportano gli anonimi, altri che accettano solo gente con l'account google, altri che rimpiangono quando tutti i blogger si facevano finti commenti l'un con l'altro, altri che non capiscono quei lettori che commentano ovunque e via dicendo.
Forse non capisco tutto questo perchè, appunto, io in quella blogosfera di cui parlano non sono mai stato dentro, certe dinamiche le ho sempre odiate, ho sempre pensato che ci sono solo tre categorie in questo mondo del blogging, ovvero chi scrive, chi legge e chi commenta.
E ognuno di noi può essere ogni volta una di queste tre categorie.
Io posso scrivere un post, posso leggerne uno di un altro, posso commentare dove voglio, senza che mi debba sentire il "blogger" che fa visita a un altro o un lettore mal considerato o un commentatore fastidioso.
Come posso rispondere quindi alla domanda del post?
Semplicemente dicendo "chiunque voglia".
Continuiamo, finchè ne abbiamo forza e volontà, a mettere nero su bianco online i nostri pensieri.
Chiunque voglia leggerli è il benvenuto.
Chiunque voglia commentarli, anche a cazzo, è il benvenuto.
Non siamo una casta, ma persone che, semplicemente, scrivono e leggono.
E che non dovrebbero mai costringere nessuno ad essere letti nè sentirsi costretti a doverlo fare da altri.
Siamo solo parole nel vento, all'aria aperta, parole che possono colpire chiunque, che possono accarezzare chiunque, e alle quali chiunque può reagire nel modo in cui crede.
Finchè pensiamo che quel vento debba soffiare solo in casa nostra allora l'unica cosa che alla lunga otterremo è solo una fortissima e raggelante aria viziata.