Mannaggia, peccato.
Ero uno di quelli che aveva gridato al miracolo con quell'assurdo film che fu Il Bosco Fuori, un piccolo horror splatter italiano fatto con 17 euro e 146 litri di sangue così debordante, grottesco, appassionato e pazzo che era impossibile non volergli bene. E invece alla sua opera seconda il buon Albanesi a mio parere ha fatto flop.
Prima di addentrarmi nel film vorrei parlare di una figura che qui in Umbria definiamo, nessuno di scandalizzi, il pipatore.
Il Pipatore è quel tipo di persona che non solo suscita sesso a prescindere ma ti dà proprio l'idea che oltre le chiacchiere (perchè il Pipatore spesso è vanesio) effettivamente ne infilzi una ogni 2,3 ore.
Ecco, nella mia lunga carriera di analisi dei Pipatori (chiamati anche mandrilli nel resto d'Italia anche se di solito il mandrillo resta a bocca asciutta) credo che nessuno mi abbia dato una sensazione di potenza come Sammy, un personaggio secondario del cartone I Koala Brothers. Quei capelli unti tirati indietro, quello charme, quel naso fallico, lui è il sesso fatto uomo (o riccio), non lo si vede mai all'azione (e' pur sempre un cartone per 3enni) ma secondo me si fa anche le disegnatrici che lo disegnano. Tutto l'opposto ad esempio di Quagmire dei Griffin, pipatore troppo scontato per esserlo effettivamente. Potrei fare una classifica dei primi 10 pipatori mondiali (tra persone reali, cartoni, spettacolo e cinema) ma la digressione è già stata abbastanza lunga.
Ecco, il film di Albanesi magari sarà davvero mediocre ma la figura dello scrittore, di Ubaldo Terzani malgrado la si odi per come si vanta e quanto ci creda, effettivamente è quella di un Pipatore seriale mica da ridere, c'è poco da fare, trova sempre il latte per inzuppare il biscotto. Che poi lui la pipa la fuma davvero, quindi è pipatore in tutto.
Il film è puro metacinema, film nel film. Un giovane regista horror pieno di passione non trova produttori pronti ad accettare le sue idee, impegnati come sono in fiction e tv. Si affida allora a un grande scrittore horror, Ubaldo Terzani, per scrivere una sceneggiatura coi controcazzi. Ma st'Ubaldo oltre che pipatore è pure pazzo.
Il film non decolla mai, procede stanco e fermo in questo rapporto ambiguo e pericoloso tra il regista e lo scrittore. La prima parte è una simpatica denuncia verso il sistema cinema, la parte centrale un tentativo di creare atmosfera e densità nella casa dello scrittore, la terza il debordare di tutto.
In mezzo a recitazioni mediocri (lei è bella mica da ridere ma recita da cani ed il suo personaggio è così stupido e troietto da cadere nella rete dello scrittore dopo neanche aver varcato la soglia di casa sua, ma tanto non aveva chance lo stesso...), errori madornali (lei che alla fine non è più nella vasca è incredibile), dialoghi che fanno tenerezza e un eccessivo alzare la posta del regista (Albanesi credo volesse fare un film abbastanza impegnato che oltre a criticare il mondo del cinema analizzasse da dove nasce l'orrore in letteratura e cinema, psicologicamente una pretesa troppo alta per un film così), il film scorre via senza mai conquistare lo spettatore. Che almeno però negli ultimi 10 minuti può godere del solito grande e straordinario splatter di Mr Stivaletti.
La cosa che ho trovato più irritante sono le continue allucinazioni del protagonista, un espediente che nel cinema dovrebbe essere usato non più di due volte perchè la prima sorprende, la seconda sorprende e dà un tratto psicologico, la terza fa arricciare il naso, la quarta inizia a dar proprio fastidio, la quinta fa cadere tutto nel ridicolo.
Buona rispetto al resto la fotografia e sempre ottima è la passione e l'impegno che Albanesi mette dentro tutto quello che fa.
Alla prossima.
Magari vai a scrivere una sceneggiatura con Ubaldo Terzani perchè io lo so, quel personaggio esiste davvero.
E invita pure Sammy dei fratelli Koala almeno anche senza volerlo, per inerzia ed osmosi, anche se ti restano tutti i loro scarti ti diverti per 15 anni.
( voto 5,5 )