Thelma è un grande film non tanto per quello che mostra ma per quello che rappresenta.
Cinema-metafora, cinema polisemantico, cinema che attraverso pochissimi significanti ci regala un mondo di significati.
Con una giovane attrice straordinaria questo è un film sulla potenza delle emozioni e dei sentimenti, sulla paura-desiderio di cambiare, sulla necessità di liberazione, sulla disperata voglia di esser sè stessi
Evidentemente quel cognome dev'esser garanzia di qualità.
Cinema-metafora, cinema polisemantico, cinema che attraverso pochissimi significanti ci regala un mondo di significati.
Con una giovane attrice straordinaria questo è un film sulla potenza delle emozioni e dei sentimenti, sulla paura-desiderio di cambiare, sulla necessità di liberazione, sulla disperata voglia di esser sè stessi
Evidentemente quel cognome dev'esser garanzia di qualità.
Che poi io qualcosa di Lars ce l'ho visto dentro al mio primo film del Trier meno famoso, Joachim.
Ci sono stati dei momenti, più d'uno, in cui mi sembrava di star dentro ad un Antichrist meno nero, meno cupo, mano malvagio ma probabilmente, andando in profondità, ancora più simbolico.
Oddio no, meglio chiarirsi subito.
Non c'è alcun film che possa batter in simbologia Antichrist.
Quel "più" malandrino che ho scritto (e che ormai preferisco perorare piuttosto che cancellare) sta a significare che forse, in Thelma, le possibili letture da dare al film sono anche più varie del film del Von Trier.
Quel "più" malandrino che ho scritto (e che ormai preferisco perorare piuttosto che cancellare) sta a significare che forse, in Thelma, le possibili letture da dare al film sono anche più varie del film del Von Trier.
Perchè è proprio questo l'aspetto che mi ha fatto adorare Thelma, il suo essere tremendamente polisemantico, il suo offrirci più chiavi di lettura e, miracolo, tutte possibili e non "forzate".
Ricordo che un discorso del genere lo feci per uno dei miei film preferiti di questi anni, Magic Magic, film che, tra l'altro, in alcuni aspetti richiama Thelma in maniera pazzesca.
Però, ecco, secondo me ci troviamo davanti ad uno di quei film che se ti accontenti soltanto di vederlo può piacere o meno, se provi ad andare oltre, invece, può esser grandissimo.
Thelma è una ragazza adolescente timorata di Dio.
In realtà, e qui ci avviciniamo già alla polisemia di cui sopra, Thelma è timorata di molte più cose. praticamente di tutto.
Nel prologo la vediamo bambinella, sui 6 anni, andare a caccia col padre.
Boschi innevati, ghiaccio e un cerbiatto a cui sparare (solo negli ultimi 4,5 anni ricordo almeno quattro film con prologhi o scene madri riguardanti la caccia in boschi innevati).
Il padre dice alla figlia di star zitta, poi prende la mira per sparare.
Mentre la bambina è assorta il padre sposta la canna verso di lei.
Grande prologo, uno di quelli che oltre ad esser benissimo girati ci offrono già, in pochi secondi, degli imput al cervello.
Perchè voleva uccidere la propria figlia?
Bene, da quel momento il cervello non smetterà più di elaborare, per tutta la durata del film.
Seconda sequenza è una strepitosa god view che parte dal cielo e arriva, pianissimo, fino ad una ragazza che sta camminando in quell'immensa piazza.
O.k Joachim, due sequenze e sono già tuo.
In realtà, poi, Thelma sarà tutto tranne che un mero esercizio di stile.
Anzi, credo che sia così alta la profondità di scrittura che alla fine della regia te ne dimentichi pure, o così è successo a me.
Anzi, credo che sia così alta la profondità di scrittura che alla fine della regia te ne dimentichi pure, o così è successo a me.