"Stai tranquilla, non ti succede niente. Conta solo fino a 10, chiudi gli occhi, conta fino a 10 e non pensare a nulla, conta, così, 1..,2...,3... conta fino a 10 e poi sarà tutto finito"
Tutto questo sussurrato da quei denti marci, neri come la notte là fuori.
E con quell'alito di morte che gli entrava violentemente nel naso.
La morte già, la morte.
Una cosa che sta sempre lì, sovrappensiero, un mostro pronto ad assalirti la testa ogni volta che può, spesso a tradimento.
Ma ora era lì, nessun sovrappensiero, era lì, e la morte aveva l'immagine di denti marci neri e l'odore di qualcosa che non c'è più.
Le catene nemmeno le sentiva più, era come se il suo corpo mantenesse ormai di proposito quella posizione, come un Cristo in una croce ancora da tirare su, sdraiato là in attesa del mostrarsi a tutti.
"Conta ti ho detto, apri quelle labbra brutta puttana e comincia a contare. O preferisci ti faccia questo?"
Il solo pensiero la atterriva, era già successo tanto, troppo, perchè non era ancora finita? La vita, la sopravvivenza non erano più un'opzione oramai, la fine, invece, una disperata speranza.
"Hai scelto troia"
"U...no"
Appena un attimo prima che accadesse.
"Vai avanti, allora ce l'hai una lingua, vai avanti"
"Uno, due..., tre, qua..., ti prego... basta..., uccidimi"
"Ricomincia da capo e non provare mai più a fermarti altrimenti rimpiangerai ancora di più di non morire"
Allora mi ha capito, pensò, sa anche lui quanto lo desideri. Rimpiangere di non morire, è mai possibile?
Ancora una volta, un attimo prima che l'ennesimo orrore, il più brutale, stesse per compiersi ricominciò:
"Uno, due, tre, quattro, cinque, sei..."
"Fermati"
Lo guardò, per un attimo una parvenza di umanità trafisse il volto deforme dell'odio e della pazzia.
Se possibile quel refolo di qualcosa di diverso la impaurì ancora di più.
Se anche lui là sotto è qualcos'altro quello che sta sopra è ancora più terribile.
"Ricomincia"
Disse lui, mentre una grande lacrima nera raggiungeva l'angolo della bocca, troppo lontana per provare a pulire i denti neri in realtà così vicini.
"Quattro, cinque..."
"Ho detto ricomincia. Da capo"
Disse.
Mentre a quell'unica lacrima, ormai morta quasi disidratata a terra, ne erano seguite altre. Tante altre.
"Perchè piangi?"
Disse lei.
Era un coraggio ipocrita il suo perchè aveva solo due possibili reazioni.
La fine di tutto.
O una piccola speranza di qualcosa che oramai era morto e sepolto da tempo, sopravvivere.
"Tu conta fino a dieci e te lo dico"
Questa volta pronunciare quei numeri fu più semplice.
O forse no, perchè quello che sarebbe seguito dopo l'ultimo, al 10, era diventato ancora più misterioso, più complesso, più, come dire, variabile.
E avere speranze in alcuni casi è molto più terribile di non averne.
Cominciò a contare, lentamente.
Lui la guardava e aspettava, i neri denti digrignavano e gli occhi infuriavano in un volto colmo di lacrime.
Poi successe.
E' una cosa che a molti capita spesso,ad altri rare volte, ad altri ancora forse non è mai successo.
Rendersi conto, scoprirlo.
Sono sia qua che là.
Al sei cominciò a ridacchiare, poi sempre più forte,sette, otto, una risata che lo prese di sorpresa, nove.
"Dieci"
Disse.
Ad alta voce, qua da noi.