Queste sere mi ritrovo spesso a vedere film così "tanto per", quasi di sottofondo.
Per far compagnia alla figlia ne ho visti 4-5, tutti senza particolare attenzione.
Per una sorta di "archivio" personale li metto dentro al blog, scrivendo qualche parola per ognuno.
Ho anche rivisto The Florida Project (che però avevo già recensito come meritava) e un pò de "La foresta dei pugnali volanti" (che vidi estasiato all'epoca ma che con solo un'ora di "rivisione" non mi sento di giudicare adesso).
Il film di Wes Anderson l'ho visto ieri, i ricordi sono freschi.
Gli altri hanno anche una settimana, dirò giusto due cose.
I giudizi?
Credo che avrete sorprese ;)
I am Sam lo vidi all'epoca, ormai 21 anni fa.
Lo trovai un film bellissimo, molto emozionante.
Lo rivedo e, sostanzialmente, confermo le sensazioni di allora.
Certo quando avevo 21 anni (la metà precisa di adesso) ero leggermente meno competente, avevo visto meno film, sapevo meno di cinema e di tecniche cinematografiche, e quindi il solo aspetto emotivo (che resta ancora oggi il preponderante) bastava per farmi amare un film o no.
Rivedendolo non posso non notare un film forse troppo classico in regia (il fatto è che vedo pochi film ma girati con personalità) e con più di una scena troppo costruita per commuovere.
Però la storia che racconta I am Sam è di grandissima forza, delicatezza, importanza.
Questo quarantenne con la testa di un bimbo di 7 anni ci costringe a profonde riflessioni su cosa sia l'amore filiale, se questo - l'amore appunto - è sufficiente per crescere un figlio oppure se servono altri aspetti come una maggiore intelligenza e consapevolezza personale e sociale.
Di certo noi siamo portati a tifare per Sam eppure sarebbe un errore prendere le parti senza riflettere e il film, in questo, è veramente ben costruito.
L'unica cosa certa è che è di sicuro meglio un genitore "stupido" ma innamorato del proprio figlio che uno profondamente intelligente e responsabile ma che non lo ama o non riesce ad aver alcun rapporto con lui (e infatti in questo senso il personaggio della Pfeiffer diventa quello più complesso e interessante dell'intero film).
Alcune scene bellissime (dei dialoghi tra la straordinaria e intelligentissima bambina e suo padre ti fanno venire la pelle d'oca), Sean Penn mostruoso (e il doppiaggio di Massimo Rossi è coraggiosissimo) e, come dicevo, la capacità di farti riflettere rendono I am Sam un film bellissimo.
Avrei dato meno spazio ai suoi amici (funzionano ma alla lunga diventano macchiette), avrei fatto il film meno lungo (si ripete più volte in dialoghi e scene) e certo si respira un modo di fare cinema anni 90/2000 un filo televisivo.
Ma avercene
Giuseppe che vede un Pirati dei Caraibi, che è successo?
Un virus nel mondo?
Esatto.
Niente, stavolta la figlia è riuscita a fregamme e devo dire che contro ogni pronostico ho tovato questo film grande cinema d'intrattenimento.
Avventuroso, divertente, per niente fighetto o finto impegnato, pieno di personaggi costruiti strabene, scene coinvolgenti e anche un plot/intreccio niente male.
Intendiamoce, io non ho visto mezzo minuto dei precedenti, non sapevo chi cazzo era quello, chi cazzo era quell'altro, che rapporti avevano l'uno con l'altro, chi s'è fiocinato la Knightley e chi non se l'è fiocinata e via dicendo.
Non sapevo manco che Sparrow era morto il film prima.
Insomma, un perfetto analfabeta alle prese però con un vocabolario e una lingua che l'hanno divertito.
Di sicuro il punto di forza l'ho trovato nei personaggi, tutti dal grande carattere, forti, riconoscibili.
Barbossa, Sparrow, quello coi tentacoli, il pirata orientale, la Swan e tanti altri minori sono sicuramente un bel bestiario umano.
Tra l'altro sono tutti personaggi particolarmente arguti e amabili.
Davvero suggestiva la location della terra de mezzo, quella dove sono tutti morti e non morti, con quel bianco accecante e quello Sparrow moltiplicato.
Anche la storia l'ho trovata comprensibile e anche ben intrecciata (mi dicono comunque che questo è il miglior episodio eh) anche se l'ultima parte è estenuante, con una battaglia de n'ora che me stava a frantumà i coglioni.
Che dire, non mi è venuta voglia di vedere nessun altro capitolo ma questa mia unica incursione nel mondo di Sparrow l'ho trovata gradevole
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Ragazzi, io ce provo ogni volta, ogni santissima volta, ma ogni volta, ogni santissima volta, mi rendo conto che Wes Anderson non fa per me.
E lo ripeto ancora, io adoro i film con questo tipo di personaggi e storie.
E' che proprio io non percepisco il cuore dentro i suoi film nè mi fanno mai ridere.
Credo che a questo punto sia una questione di "intelligenza", la mia testa non riesce ad allinearsi a quella di Wes, abbiamo un concetto della delicatezza, dell'ironia e della sensibilità davvero diverse.
Poi i suoi film mi sono piaciucchiati tutti eh (L'isola dei cani tantissimo) ma niente, nessuna scintilla.
Questo Treno per il darjeeling l'ho trovato poi interminabile, non mi ha mai fatto divertire, non mi ha mai interessato.
Il film è un pasticcio di sceneggiatura, con una non storia, dei non personaggi, delle non sequenze. Si punta tutto sul solito effetto weird dei personaggi e delle vicende di Anderson, sui suoi colori pastello, sulle sue inquadrature.
Ma diciamocelo, la storia non c'è, è un pretesto per mettere insieme delle sequenze una staccata dall'altra, quasi nessuna convincente.
La morte del ragazzo e il loro successivo stare al villaggio è davvero deprimente per costruzione e pathos, veramente una scena girata da uno che con quel tipo di sequenze non ha nulla a che fare.
Certo, il film è ambientato in India e quindi ci son tante suggestioni, tanti bei posti, tante usanze interessanti.
Ma il film non funziona, e non funziona nemmeno nella sua mal tentata deriva esistenziale/spirituale (trovo più spiritualità nei miei bambocci per andare bene al fantacalcio).
Incredibile che l'unica volta che mi sia leggermente emozionato è quando Owen Wilson si leva le bende. Beh, quel viso martoriato mi è sembrato la prima cosa "vera" del film.
Qualche bella sequenza (lui e lei che si vedono dal finestrino, il flash back alla carrozzeria, la corsa stile Little Miss Sunshine per prendere il treno, quella carrellata finale di vagoni del treno in cui vediamo tutti i personaggi incontrati), bellissimi colori, bravi attori, ma una noia mortale.
Ecco, ho citato Little Miss Sunshine, quello è un film wesandersoniano 3 volte superiore ai film di Wes Anserson.
Un tipo di cinema innocuo.
Cazzo, va bene tutto, ma il cinema innocuo non lo reggo
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Abbastanza sorprendenti in effetti i tuoi giudizi, ma comunque tanto per dire Il treno per Darjeeling non è tra i miei titoli preferiti di Wes Anderson ;)
RispondiEliminameno male dai, la cosa mi rincuora ;)
EliminaTi sei beccato l'ultimo Pirati dei Caraibi decente, quelli dopo sono un po' debolucci.
RispondiEliminaWes Andreson io lo adoro ma Il treno per il Darjeeling è forse il suo film che meno mi ha convinto: l'ho visto anche mille anni fa, e lo ricordo poco, onestamente, forse è arrivato il momento di riprovarci!
infatti la figlia mi ha detto di vederlo anche spacciandomelo come "il migliore"
Eliminae non voglio provare gli altri, preferisco avere un bel ricordo di questa mia strana sortita nella saga
ah, ecco, allora anche te non hai un gran ricordo di quel film
se riprovi fammi sapere, a me non finiva mai, ahah
"Avevamo dimenticato che ci salutiamo
RispondiEliminaperché la tua salute è la mia salute
perché siamo tutti in cordata s'una parete
anche quando camminiamo in piano."
Dome Bulfaro poeta, performer, artista
"Per quanto difficile possa essere la vita c'è sempre qualcosa che è possibile fare.
Guardate le stelle invece dei vostri piedi."
Stephen Hawking
(se ne andava due anni fa).
Semplicemente mi piaceva condividere... buona giornata a tutti.
bellissime entrambe
EliminaAdoro Io sono Sam. No, non ho mai visto il film. Parlo del trailer non ufficiale. Quella voce, le inquadrature tutte sognanti, il dialogo. Ogni volta rido senza freni. E poi mi torna sempre in mente Simple Jack, di quel capolavoro di Tropic Thunder, e rido ancora di più.
RispondiEliminaLo so, sono una brutta persona.
Pirati dei Caraibi: ricordo pochissimo del terzo, ma la saga è ottima. Fatti fregare dal primo invece, che è un film d'avventura vecchio stile praticamente perfetto, con ottimi dialoghi, personaggi memorabili e la regia del buon Verbinski (come tutta la trilogia, che infatti ha uno stile e ambizione tutti suoi). Certo, guardando il primo non acquisterà senso il terzo, che pure oggi mi interrogo su chi frega chi, chi sta dalla parte di chi e perché, se facevano il triplo o quadruplo gioco e per fare che cosa poi, che secondo me non lo sapevano nemmeno loro.
Il secondo sta in mezzo, anche tematicamente e qualitativamente: ha la migliore scena della trilogia (la ruota del mulino) e la stessa prolissità e sovrabbondanza di storie e personaggi inutili del terzo. Insomma, tanto divertimento e poi basta, perché il quarto è così noioso che molte persone si dimenticano della sua esistenza, e il quinto è talmente brutto e sbagliato (ci buttano dentro pure il MeToo, in una storia di pirati del 1700. Come no) che a metà l'ho interrotto con la voglia di frantumare il televisore. Ed io ho guardato Scary stories to tell in the dark fino alla fine.
Wes Anderson: sul suo film indiano non posso esprimermi perché non l'ho visto. Ma lui lo conosciamo tutti e vogliamo tutto dire la nostra. Anche questo fa pensare, si parla fin troppo di Wes rispetto ai suoi film. E a me Wes piace, trovo belli, non di più e non di meno, tutti i suoi film. Però mi fa un effetto strano, devo prenderlo a piccole dosi. Come alle volte quando leggo Haruki Murakami o Oscar Wilde (che invece mi piacciono moltissimo), se passo troppo tempo in loro compagnia, nei loro mondi e nelle loro storie, comincio ad odiarli.
Parlavi di film Andersoniani più belli dell'originale, e il recente Jojo Rabbit lo trovo un ottimo esempio.
Per usare una metafora, Anderson mi riempie lo stomaco, dove Jojo mi accarezza la gola.
È strano come alle volte gli imitatori siano meno "grezzi" degli originali nel cinema, per dire io ho sempre amato Slevin, Big Bad Wolves e i film di Guy Ritchie più di ogni film di Tarantino che li ha ispirati.
Fine dei pensieri in libertà :) ottima recensione anche se in pillole, molto simpatica ;)
i am sam : sì sì, capisco, come ho scritto in effetti è un doppiaggio al limite, rischiosissimo.
EliminaE può causare questo effetto ;)
Pirati: ah, ecco, quindi che io non capivo niente delle alleanze e degli inciuci che cambiavano ogni 30 secondi non era colpa che non avessi visto i primi due, ma è proprio il film così ;)
eh, boh, quella sera avevo la febbrfe, la figlia che mi prega, io che ci sto, non so se si ripresentano le stesse condizioni per vedere il primo ;)
riguardo gli altri allora non ci provo neanche
ma tanto sai, credo che io qualsiasi livello arrivino credo che mi annoierei a vedere una cosa non mia che già, all'80%, ho già visto
insomma, la prima volta c'è stata la sorpresa, adesso ho molte meno carte per apprezzare gli altri
piaciuto scary stories? a me no ma tanti l'hanno amato
anderson : non ho visto jojo rabbit ma appena ho visto due immagini mi sono fiondato a vedere il regista pensando che fosse Anderson...
anche a me capita spesso di trovare registi sconosciuti che si rifanno ai grandi ma, per me, arrivano a risultati migliori ;)
a proposito di Tarantino oggi metterò nel guardaroba un film splatter russo che lo ricorda moltissimo
Il treno per il Darjeeling è ovviamente il migliore. I am Sam l'ho visto almeno vent'anni fa e ricordo che sicuramente mi emozionò, ma se ci ripenso, per quello che mi ricordo, forse è un po' troppo retorico e buonista. I Pirati dei Caraibi, presi per quello che sono, cioè divertimento senza troppi secondo fini, fa sempre la sua porca figura secondo me.
RispondiEliminadirei che, pirati a parte, siamo in perfetto disaccordo! ahah
Eliminaci sta
I am Sam è un film bellissimo ed emozionante, forse non perfetto, ma che racconta di un uomo ritardato, ma capace di dare tantissimo amore alla figlia, è un film che mi emoziona tantissimo
RispondiEliminaniente da dire :)
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