28.1.12

Recensione "A.C.A.B."

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leggeri spoiler

Notevolissimo esordio nel grande schermo per Sollima, il regista della serie tv cult Romanzo Criminale.
Pur non avendo visto la serie (che so per certo essere bellissima) non posso che constatare come questo A.C.A.B. sia un'opera prima davvero sorprendente. Sollima riesce nel mezzo miracolo di fare un film allo stesso tempo bello e importante, di genere ma originale, profondamente d'autore malgrado rischi di vendersi come prodotto per appassionati .
A.C.A.B., titolo-acronimo che sta per "All Cops Are Bastards", espressione nata nel mondo degli skinheads per manifestare un odio viscerale nei confronti dell forze dell'ordine, è un film molto importante, quasi necessario, che affronta con coraggio un tema che non possiamo far finta di ignorare, quello della presenza di teste calde e soggetti non troppo puliti anche nella frangia che teoricamente quelle teste calde, quei delinquenti dovrebbe combatterli, la Polizia di Stato. Attenzione, il film è molto intelligente e critico, non cade nella (aberrante) constatazione per cui la Polizia sia corrotta e "delinquente" peggio dei delinquenti stessi, no, vuole solo mostrare  un aspetto, un cancro che per fortuna presenta (spero) poche metastasi.


Partendo dalle vicende di 4 "celerini" il film più va avanti più allarga i propri orizzonti, sfiorando e qualche volta prendendo anche di petto la Storia recente italiana, dalla selvaggia missione nella scuola Diaz durante il G8 di Genova all'omicidio di Giovanna Reggiani (con relativa vendetta privata di una parte della città contro il campo rom dell'assassino), dall'assassinio di Filippo Raciti a quello, "all'opposto", di Gabriele Sandri. La sceneggiatura, che credo in buona parte deve rendere merito all'opera letteraria primigenia di Carlo Bonini, è straordinaria perchè malgrado il film sia molto frammentato (vuoi perchè spesso "seguiamo" i celerini nelle rispettive vite in montaggio alternato, vuoi perchè inframmezzata da tante singole "missioni") mantiene un'omogeneità di base davvero mirabile e non è un caso che la spedizione punitiva finale che porterà alla denuncia sia come un punto d'incontro di tutte le vicende indipendenti che il film ci ha fino a quel momento raccontato, la necessità di sfogare in un'unica soluzione tutta la rabbia e l'odio che i personaggi avevano accumulato fino ad allora (il problema con la moglie e l'affido della figlia di uno, la mancanza di una casa dell'altro, il desiderio di vendetta dovuto all'accoltellamento di Mazinga e Cobra etc...). Mi pare quasi di aver assistito ad un altro Gomorra per qualità di scrittura e per la capacità di avere un unico filo conduttore malgrado l'apparente dispersione delle varie storie. Qualità di scrittura riscontrabile anche nella caratterizzazione dei singoli personaggi, specie quello di Adriano, il giovane ex coatto interpretato da un sorprendente Domenico Diele (per me m.v.p della pellicola davanti anche al sempre straordinario Favino e a tutto il resto dell' eccellente cast). 

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Inizialmente violentissimo e indisciplinato (a causa anche del suo passato, praticamente opposto a quello delle forze dell'ordine) piano piano verrà educato dai colleghi più anziani al rispetto della divisa e del lavoro che compie anche se sarà proprio questa "educazione" che poi si ritorcerà contro gli stessi colleghi nel finale. Anche se, e qui sta forse una delle vicende più amare del film, alla fine (il regista ce lo suggerisce con Adriano che torna in caserma a prendere gli effetti personali e con l'arrivo del Negro e di Mazinga allo stadio) tutto il tentativo di "pulizia etica" fatto dal giovane si è probabilmente concluso in una bolla di sapone.  Il processo di formazione di Adriano è solo una delle tante piccole perle disseminate nelle pellicola. C'è davvero di tutto, l'immigrazione, l'abusivismo, la difficoltà dei padri dopo aver ottenuto la separazione, il razzismo, i due poliziotti che non riescono ad educare il proprio figlio (forse è questa la vicenda fil rouge dell'intero film), la corruzione, la violenza negli stadi e chi più ne ha più ne metta. La regia non ha niente da invidiare ad un prodotto di grande respiro internazionale, le scene visivamente magnifiche si sprecano e non solo quando l'azione e la violenza prendono il sopravvento (per il regista di Romanzo Criminale un gioco da ragazzi) ma anche in sequenze molto più controllate e "scritte". Ad esempio il dialogo nella stanza in cui viene fuori il pasticciaccio brutto della Diaz, tra qualcuno che fa finta di niente ed esce dalla stanza ed altri che stanno in silenzio, è davvero potentissima.
Per non parlare della grande, davvero grande, colonna sonora.
Film destinato a creare polemiche incredibili (anche la componente fascista e nazista entrano prepotentmente in gioco, sia dalla parte dei "buoni" che dei "cattivi") ma che dovrebbe portare ad un'unica, singola, riflessione.
E' un mondo violento, sempre più violento.
E la violenza in questo mondo si combatte con la violenza.
Dobbiamo solo prenderne atto.

( voto 8,5 )

25 commenti:

  1. bravo, bella rece! un film che ha il difficile compito di ritrarre imparzialmente le tante sfaccettature di questa società. Non lo vedrò al cinema, aspettero che esca in dvd.
    Mi piace la tua conclusione dae, anche se può essere considerata un po' semplicistica la trovo più che condivisibile.

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    1. Ciao Wayne!
      esatto, l'imparzialità è la chiave di volta di tutto il film, se solo Acab si permettesse di ondeggiare più da una parte o dall'altra diventerebbe molto pericoloso (e magari lo fa, non è stata però la mia impressione).
      La mia chiosa è molto semplicistica, è vero, ma è l'unica riflessione cui questo film riesce a portarmi se dovessi riassumerlo più che posso.
      Ed è importante l'ultima frase "dobbiamo prenderne atto" perchè sta a significare che io (e tanti altri) non credono affatto che quella sia la soluzione ma possono solo constatare (prendere atto) come sia quella più utilizzata.

      Al cinema rende al massimo, accetto che non vai a vederlo in sala solo se mi dici che costa troppo :)
      Io porto sempre un insegnamento con me, non contestare mai nemmeno i 2 euro altrui perchè potrebbero essere 2 euro la cui importanza la sa solo lui e non te. (non mi riferisco a te eh...)

      Ciao!

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    2. ahahah! no, il motivo che mi impedisce di andare al cinema non è il denaro ma il chiasso che fa la gente. E pensare che vedo film con meno ascolti e addiritura in giorni della settimana in cui la gente esce meno (come il lunedi e il martedi) ma non basta, c'è sempre qualche pirla che mi fa innervosire! Forse sono io esagerato, boh...fatto sta che io adoro il cinema ma non lo frequento mai :D ciao dae!

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    3. Motivazione legittima.
      Anche se ACAB è abbastanza fracassone, potrebbe coprire il rumor maleducatorum dei pueri.

      (l'esperienza più incredibile l'ho avuta con Paranormal Activity,ho dovuto addirittura aggiungere una postilla in recensione dato che 6,7 ragazzine per un'ora e mezzo ridevano a squarciagola, commentavano a voce altissima etc... per far finta che il film non gli facesse paura quando invece era proprio il motivo contrario)

      E quello, purtroppo, era un film fatto solo di silenzi della notte...

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  2. Sembra interessante, a questo punto aumenta la mia curiosità, inizialmente scarsa nonostante abbia amato moltissimo Romanzo criminale.
    Staremo a vedere.

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  3. non mi convince ma dopo la tua rece la curiosità sale...

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  4. Lorant e James. Beh, nel caso vi piacesse ecco che il blog raggiungerebbe il suo scopo, spingere alla visione di film che altrimenti si sarebbero evitati volentieri. Sinceramente a due giorni dalla visione non mi pento nè delle parole che ho scritto nè della valutazione globale, buon segno :)

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  5. Inizialmente non avevo una gran voglia di vedere questo film per timore che affrontasse in maniera superficiale certe tematiche. Però le ottime recensioni (compresa la tua!) mi stanno facendo cambiare idea. In generale, comunque, mi sembra uno di quei film difficili da digerire.

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  6. Ciao Antonella!
    Film molto difficile da digerire ma ancor più da realizzare. Ci voleva un attimo a fare un'opera filofascista o, al contrario, un'elegia della delinquenza giovanile "bistrattata" dai celerini cattivi. A me ha dato l'impressione di un grande equilibrio. Più che altro quello che racconta è senza possibilità di smentita assolutamente verosimile.Poi io sono "nel mezzo", mi piacerebbe molto sapere l'opinione di un poliziotto o di qualche delinquentello pro-acab.
    Magari mi sbaglio ma la considero un'opera che potrebbe diventare vero e proprio punto di riferimento per certe tematiche.
    Poi io non ho nemmeno visto Romanzo Criminale, non sono un sollimino insomma.

    Ciao!

    (se ne parli fammi sapere!)

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  7. Sabato sera posti esauriti in ben due cinema qui a Milano! spero di vederlo il prossimo weekend!

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    1. Beh, fa sempre piacere che i cinema siano esauriti, a prescindere dal film. Speriamo che riesci a vederlo, poi se vuoi dare un commentino oppure ne parli te fammi sapere!

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  8. mah, io resto sempre perplesso, sia perchè ha l'aspetto del polpettone coatto e ad effetto (ma sarà la fazza di Favino o in generale la scuola di recitazione italiana mainstream) sia forse perchè da sbarbato ero prossimo a un certo movimento non proprio lontano da "ACAB", anche se preso da tutt'altro punto di vista (skinhead - punk - squat....)

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    1. sarebbe interessantissima allora la tua opinione. Guarda, è un film affatto "corazzato" dalle critiche, anzi, non mi stupirei di vederlo demolito in più posti (tipo james che bottiglia...). Se hai già tutti questi preconcetti verso cinema e attori italiani allora la possibilità che non ti piaccia sono elevatissime. Se poi hai avuto anche esperienze simili nella tua vita ti si potrebbe aprire anche un altro versante dove attaccarlo.
      io l'ho trovato perfetto, ma sono tematiche talmente delicate che la fruizione da uno spettatore all'altro può variare in modo incredibile.

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  9. Gran bel film ed interessantissima analisi.

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    1. Ti ringrazio moltissimo.
      Forse ho un pò esagerato nelle lodi ma sono un entusiasta, c'è poco da fare.
      Grazie della visita!

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  10. Ci vado domani. Mi interessa moltissimo, mi sembra esulare dal solito panorama italiano. Il fatto che stia avendo un sacco di successo mi fa anche sentire piuttosto bene

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    1. Mamma mia Lucia, più i giorni passano più mi pento dell'eccessivo entusiasmo che mi ha preso post visione. Vi vedo già ritornare tutti modello celerino incazzato che con lo sfollagente mi dite "Giuseppe, ma che cazzo hai scritto?".

      Poi ti mandai il PM, non so se l'hai visto, ciao!

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    2. Ehi!!!!
      L' ho visto ieri sera, mi è piaciuto davvero tanto. Fai bene a essere entusiasta, lo sono molto anche io!
      In Sollima we Trust!
      Letto e risposto al PM ;)

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    3. Meno male...
      Una conferma di tale portata mi fa star più tranquillo.
      Sì, ho letto il PM, ciao!

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  11. Cacchio, lo sapevo che era bbuonobbuono... il regista è uno dei pochissimi che si salva in Itaglia e lo ammiro per aver messo in scena Romanzo Criminale meglio del romanzo da cui è tratto e un milione di volte meglio del film.
    Grazie per aver confermato il mio dubbio e adesso non devo far altro che vederlo!

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    1. Ora che anche Lucia me l'ha confermato ti dico: "Vai"!

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  12. Sollima nei miei confronti ha un credito illimitato solo per aver creato le due serie di "Romanzo Criminale".Stupende. Non so se riuscirò a vederlo in sala, al limite attendo l'uscita in DVD. Ammetto che mi intriga parecchio e ne ho sentito parlare da tanti davvero bene. p.s. Visto "Shame". Fatta, faticosissima recensione, se ne hai voglia passa dalle mie parti.

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    1. Vedilo allora!
      Massimo domani capito da te per Shame, ciao!

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  13. La mia impressione è diversa da alcuni commenti che leggevo sopra. Il film secondo me finisce (inconsapevolmente, chiaro) per giustificare il comportamento pessimo dei protagonisti.
    Dal pugno sferrato alla moglie da parte di "negro", fino alla mattanza del gruppo di rasati di cui si scopre esser parte anche il filgio di Mazinga, lo spettatore finisce per sentirsi attratto nella fratellanza cellerini. Chi guarfda comprende gli errori dei poliziotti, ma alla fine dello spettacolo esce pensando qualcosa del genere: "poveri poliziotti, che vitaccia la loro" e non alla follia dei loro gesti.
    Se ci si pensa, il giovane poliziotto, obiettore di coscienza, alla fine del film è l'emarginato, il traditore.

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    1. Non so se è diversa da alcuni commentatori ma io te la quoto tutta. Se ci fai caso in recensione scrivo infatti "Anche se, e qui sta forse una delle vicende più amare del film, alla fine (il regista ce lo suggerisce con Adriano che torna in caserma a prendere gli effetti personali e con l'arrivo del Negro e di Mazinga allo stadio) tutto il tentativo di "pulizia etica" fatto dal giovane si è probabilmente concluso in una bolla di sapone."

      Mi riferisco evidentemente alla probabile insabbiatura di tutte le malefatte dei celerini e, di conseguenza, al rischio di "giustificazionismo" (si potrà dire?) che potrebbe portare la lettura del finale.
      E il celerino che pur partendo da una posizione violenta (definirla da obiettore di coscienza mi pare troppo...:) ) aveva acquisito con l'andare del tempo il valore etico della propria divisa diventa l'emarginato, il traditore come dici tu.

      Grazie dell'intervento, ciao!

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