Case 39 è uno di quei classici buoni film per cui quando un amico (o un cliente...) ti chiede un consiglio per un titolo di genere vai sul sicuro di non deluderlo. Magari non gli stai offrendo un capolavoro ma al giorno d'oggi, con un cinema incredibilmente mediocre nel settore thriller, la visione di Case 39 puo' risultare senz'altro piacevole.
Il titolo si riferisce al numero del caso arrivato nella scrivania dell'assistente sociale Emily (interpretato da una Zellweger non trascendentale, magra ma gonfia in viso), quello di Lilith, una bambina in difficoltà (non mangia, non dorme, asociale etc....) come apparentemente tutte le altre di cui si occupa. Emily crede che come nella maggior parte dei casi sia colpa dei genitori ma scoprirà invece che il gioco dei ruoli vittima-carnefice è esattamente all'opposto.
Il merito più grande di Case 39 è l'atmosfera che riesce a creare in più di una scena. La storia in sè per sè è trita e ritrita; quello del bambino malefico credo che sia uno dei filoni più battuti (tipo i bambini fantasma nel cinema orientale) di questo tipo di cinema. In questi casi, quando dopo 5 minuti capisci già quale sarà tutta l'architettura del film, poche cose possono far la differenza: l'assenza di crepe o errori di sceneggiatura, l'interpretazione del bambino, l'atmosfera.
Purtroppo le incongruenze del plot si sprecano; troppe cose sono buttate là e poi non portate avanti, troppe cose non vengono spiegate, troppe, addirittura, vanno in contraddizione. Perchè il padre della bambina parla nell'orecchio della moglie nel primo colloquio? Perchè la bambina non dorme? Perchè la creatura che è dentro di essa riesce a spaccar porte ma non affrontare un semplice corpo a corpo? Perchè ad alcune vittime deve arrivare una telefonata, tipo The Ring, mentre altre (vedi il poliziotto) sono colpite dalla "maledizione" senza aver mai parlato con la ragazzina? Che fine fa la ragazzina di colore alla quale ha parlato per ultima la bambina? Quanto è forzato il concetto di uccidere secondo la propria paura (non ha senso per nessuna delle vittime praticamente)? Mi fermo qui...
Insomma un disastro da questo punto di vista (solo Il Mai Nato ha più errori). L'interpretazione straordinaria della piccola Ferland però salva tutta la baracca, roba da percentuale sugli incassi. Vi assicuro che ad un certo punto si avverte una tensione quasi palpabile ogni volta che appare la ragazzina. La paura primordiale del Diavolo, si sa, è forse la più forte e diffusa per l'uomo, e in questo film viene rappresentata in un modo molto convincente. Da brividi la piccola deformazione delle labbra quando la bambina dice qualcosa all'orecchio di una sua compagna, ottima la scena dell'ascensore, anche se a mio parere la più inquietante (e qui il merito è tutto della scrittura) è il dialogo, premonitore della morte del giovane, tra Doug (il ragazzo di Emily) e Lilith, dialogo che farebbe drizzare i capelli a chiunque qualora avvenisse realmente. Insomma, un film riuscito, sopra la media del genere, che farà storcere un pochino il naso solo a chi come me (purtroppo) si diverte a ricercare tutti i peli nell'uovo. Se poi, come in questo caso, l'uovo è particolarmente peloso, il voto non può che abbassarsi.
( voto 7 )
Un buon film che non aggiunge niente di nuovo al filone di appartenenza ma che possiede un'ottima regia che sa come rendere certe sequenze piuttosto turbanti e la piccola protagonista Ferland che supera in bravura i colleghi adulti. Non capisco il disprezzo degli americani nei confronti di questa pellicola invece: mi pare che si siano lamentati per la mancanza di scene splatter come se tutti gli horror dovessero fare rima con sangue -_- Buona visione ;)
RispondiEliminaAntonio, come avrai letto, sottoscrivo al 100% quello che dici. Non sapevo di questo flop in America, anche se la motivazione che dai (che credo tu abbia letto da qualche parte) mi sembra una stronza.. . Fosse vera è patetica.
RispondiEliminaPurtroppo è vera perchè quando mostravano le immagini in anteprima già dicevano: che noia, ma questo è un horror? Sicuramente sarà un fallimento ecc ecc.. e nemmeno l'avevano visto!!! Poi il voto basso che ha ricevuto è stato una diretta conseguenza dei loro preconcetti.
RispondiEliminaUn buon film che si lascia guardare, con qualche sano brivido, e che non lascia grandi ricordi.
RispondiEliminaInfatti non mi ricordo nulla :) :)
EliminaIn questi film il denominatore comune è la capacità del protagonista di vimcere il �� diavolo.Lilith non è un nome scelto a caso.Ma cos è il diavolo se non parti di noi non riconosciute,le nostre zone ombra,paure ecc.Emily fa un viaggio dentro di se,rivonosce il suicidio della madre. non ne ha paura .lo vede chiaro.E vince perche lo accoglie. Sfifa la morte..ripercorre sequenza per sequenza il fatto.È l unico personaggio davvero coraggioso
Eliminaassolutamente così anonimo
Eliminaquesta doveva essere l'anima del film. Ma, ahimè, (l'ho rivisto quasi tutto ieri) questa cosa è molto mal scritta e riguarda solo il, per me pessimo, finale
però la tua lettura è molto bella
Si il finale è veramente pessimo. Era meglio lasciare la casa che bruciava, sfumare e lasciare il mistero. Sono d'accordo che la ragazzina fa rabbrividire.
RispondiEliminaNon me ricordo niente ma so contento che concordi!
Eliminae grande nick, ahah
Alla prossima amico!
EliminaAhaha, te sei accorto della risposta 4 mesi dopo, ancora più idolo
EliminaCiao. Altro film che recensisco dopo 12 anni, immagino non lo ricorderai ma per contratto, devo recensirlo, quindi.....dici, quale contratto? Non sitiamo a cercare il pelo nell'uovo....a proposito, visto che dicevi che sei uno che cerca il pelo nell'uovo, io a questo giro non sottoscrivo con il sangue, la tue recensione, ma abbasso il voto di mezzo punto. Il film è troppo lento in certi punti e troppo lungo, deve secondo me molto a "Il presagio "("The omen") del 1976, il nome della ragazzina, Lilith, dal nome biblico della leggendaria moglie di Adamo, tradizionalmente diventata un demone in varie culture, è telefonatissimo (come se, nel caso di un uomo, gli avessero appioppato il nome "Lucifero"...). La storia delle paure, in realtà, poteva anche essere carina, a pelle, mi sembra anche qui debitore di qualcosa del passato ma non ricordo il riferimento, solo che è stata un po' buttata via. Il finale, come già detto, non è il massimo. Chiudo con una battuta (?) che girava anni fa in rete: "Non c’è niente di più bello che la risata di un bambino. Tranne quando è notte. Sei a casa da solo. E non c’è nessun bambino". Ciao, buona notte.
RispondiEliminaMa lo sai che solo pochi mesi fa ho scoperto il reale significato di "cercare il pelo nell'uovo?"
Eliminaio l'ho sempre usato del tipo "cercare la minima cosa in un una cosa più grande", tipo un errore in un testo, un difetto in una marea di pregi etc..
invece ho scoperto che significa "cercare una cosa impossibile da trovare"
Lo so, cambia poco ma anhce no. Di solito come lo usavo io poi quel pelo nell'uovo c'era. E invece tecnicamente sta a significare che te per quanto cerchi quella piccola cosa non puoi trovarla, impossibile
Come dicevo all'Affilatore qua sopra ricordavo ZERO ma per risponderti ho fatto i compiti, ho riletto alla recensione e così dopo 12 anni metà film mi p tornato in mente.
sì sì, sicuramente quello che dici è giusto e credo anche io che sia il classico film da 6/6.5, forse ai tempi dovevo venderlo in videoteca, ahah
dio caro, mi hai gelato co la battuta!