14.4.15

Recensione "White God"


spoiler dopo la riga

Francamente non posso nascondere un pizzico di delusione.
(più di un pizzico, molto di più, ma non leggete questa parentesi).
Avendo visto il soggetto di White God, la sua provenienza (l'Est Europa) e un paio di immagini (notevoli) ero convinto di trovarmi davanti un mezzo capolavoro (non è un caso che ho portato apposta al cinema un mio amico che non viene assolutamente mai).
White God è un film manifesto, questo è indubbio.
Lo stesso titolo, per come che l'ho inteso io, è da riferire alla superiorità che l'uomo sente rispetto alle altre specie animali (antropocentrismo?).

Ed è anche un film metafora, anche questo senza dubbio.
Il problema è che, soprattutto nel mondo del cinema d'autore, i film manifesto e metaforici devono lavorare di sottrazione.
E White God non solo non ci riesce, ma ad un certo punto esonda in maniera così fragorosa da sembrare al massimo un discreto film di genere, uno di quelli a cui la verosimiglianza non frega nulla e che mettono dentro talmente tante cose da perdere del tutto coerenza e spessore.
In Ungheria una legge non permette di avere a casa, se non denunciati e pagando una tassa, cani che non siano di razza. La gente allora li abbandona o li porta ai canili. Lili, tredicenne ribelle, non accetta di perdere il suo Hagen.
Ma dovrà infine cedere e abbandonarlo.
Hagen si troverà solo, verrà maltrattato, torturato, perderà del tutto fiducia negli uomini. MA verrà il momento di vendicarsi.
A raccontare White God (se ogni tanto scrivo Dog perdonatemi, facile sbagliarsi in questi casi) ci si accorge di quanto siano importanti le tematiche che solleva.
L'assoluto dominio umano sugli animali (non è un caso che gran parte delle vicende che non riguardano i cani siano ambientate in un mattatoio, simbolo, se ce n'è uno, delle barbarie che gli animali devono subire per mano nostra -e che io accetto mangiando tranquillamente carne-), la purezza e la bontà che possiedono "naturalmente" i cani (e anche qui la scelta che la loro controparte sia una bambina è assolutamente centrata, perchè solo animali e bambini non sono ancora contaminati dai virus che poi incontreremo in vita), l'importanza dell'educazione (non solo per i cani, ma anche negli uomini, con quel rapporto difficilissimo tra padre e figlia), il perdono, la ribellione, l'"imbastardimento" a cui una vita senza amore ti può portare (e anche qui il montaggio è parallelo, con lei che mentre Hagen viene "modificato" dagli uomini si sente persa ed inizia ad avere contatti con la droga e l'alcool).
Ma c'è anche altro, davvero.


Ci sono scene magnifiche, come la corsa in bici iniziale nello scenaio apocalittico, come loro sul poggio in cima alla città, come, ahimè, tutta la parte in cui Hagen viene "addestrato" all'odio, come tutta la sequenza in discoteca, davvero formidabile, e come un finale che beh, è roba che non ci si dimentica.
I due cani che interpretano Hagen poi sono impressionanti, non si riesce a capire come possano "recitare" in quella maniera. Gli occhi di Hagen sono l'anima del film, occhi di gioia, speranza, paura, dolore, rabbia e perdono. Impressionanti.
Ma in mezzo ci sono 20 minuti (quello di Hagen solo in giro per la città) girati benissimo ma che avremmo potuto trovare in qualsiasi Disney pomeridiano e poi c'è un pre-finale talmente assurdo da causare quasi imbarazzo in chi scrive.
White God può finalmente mostrare fino in fondo la sua metafora, sbatterci in faccia la sua morale. Ed è quella che tutti volevamo del resto. Ma per farlo ci fa piombare per 20 minuti in un horror splatter senza alcuna logica.
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Hagen guida come un condottiero tutto l'esercito dei cani (e già questo basterebbe) e uno ad uno torna ad uccidere tutti quelli che gli hanno fatto del male. Con tecniche (anche di regia) identiche a qualsiasi film di genere, con tanto di appostamenti, vittime dilaniate gettate sulla vasca da bagno (?????), sangue sulle vetrate e rumori notturni.
Il film crolla. Non ce n'era bisogno, per niente. Per punire l'Uomo bastava molto meno, il messaggio sarebbe arrivato lo stesso se mostrato con più cura, e non con la grossolanità e la banalità di questa sorta di Kill Bill canino.
E arriviamo al finale con tanti alti errori in mezzo (ad esempio lei che ha la felpa una scena sì e l'altra no e il padre che, senza alcun motivo va al mattatoio, solo per rendere ancora più forte la carica metaforica del film).
Ma il finale ragazzi è da pelle d'oca.
La musica, linguaggio universale, che penetra nel cuore di Hagen e di tutti gli altri cani.
L'Uomo e il Cane che si guardano, pancia a terra, uno davanti l'altro.
E si riconoscono.
Non c'è alcuna differenza.
Un'immagine di impressionante perfezione, un passeggero semicerchio di umanità in un mondo che l'umanità la perde ogni giorno dalle sue tasche bucate.

15 commenti:

  1. un film da vedere....per me, quasi un dovere.... la realtà che racconta purtroppo non è né sporadica né isolata. Ma è una prassi organizzata e sistematizzata, dietro alla quale ci sono probabiilmente anche interessi loschi; i quali però non sono necessari per spiegare; come spiegazione è sufficiente la malevolenza di molti umani nei confronti degli animali-altri quando stanno bene e serenei, e per il semplice motivo che sono sereni e stanno bene.

    ecco un link che prosegue questa treiste storia:

    https://www.facebook.com/pages/Rifugio-Italia-Ukraine/828245003881821?fref=photo

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  2. L'Uomo e il Cane che si guardano, pancia a terra, uno davanti l'altro.
    E si riconoscono.

    :)

    un evento che avviene tante volte ogni giorno, da milioni di anni - e che, eppure, oggi, non avviene mai a sufficienza

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    1. "un film da vedere....per me, quasi un dovere.... ", dici sempre così, poi non ne vedi uno mannaggia a te.

      Sì, conoscevo il fenomeno dei Dog Hunters nei paesi dell'Est, me ne ricordo dagli Europei di calcio.
      In realtà il film, almeno apparentemente, racconta "soltanto" di una legge resrittiva sul possesso dei cani, non in gruppi che li cerca per ucciderli (anche se poi, in molti modi diversi, ci sono maltrattamenti ed uccisioni anche qui).

      E' un evento che avviene tutti i giorni ma non nel modo proposto dal finale del film.

      Vedilo e sta zitto Giovà :)

      a presto!

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    2. allora nun lo dico più Giusè :P

      il fenomeno die doh hunters è proprio legato alle leggi restriittive sul possesso dei cani, è la storia della romania come della ucraina durante i giochi, e di altri paesi.

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    3. Esattamente, qui siamo in Ungheria.
      No, puoi dire qualsiasi cosa ma va sempre a finire che parliamo di un film senza che te alla fine lo vedi...

      :)

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    4. hai pure sacreosanta ragione da vcendere :) è già capitato con quello dlela mamma salutista invasdata che fa morire il figlio di fame! e magari pure altri che non mi ricordo.

      a volte certi film pesoi arrivo sera che non ho voglia di vederli, me ne manca la fibra. ...

      perciò penso che d'ora in poi: prima vedo e poi dico :)

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    5. St'anno al cinema han fatto sti due film che non potevi mancare...

      0 a 2 palla al centro :)

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  3. tranne che per l'horror, la felpa e la delusione di Giuseppe, gran film:)
    (http://markx7.blogspot.it/2015/04/white-god-sinfonia-per-hagen-kornel.html)

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    1. Ecco, bravi, andate a leggere da Ismaele/Franz/Francesco che troverete tante voci diverse e autorevoli.

      Ma sulla felpa mi prendo la ragione senza se e senza ma ;)

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    2. Non è un film che lascia indifferenti, tantissime cose non vanno, ma il finale mi ha fatto veramente piangere, e non annoia mai... Nonostante leggo molte stroncature, a me è piaciuto molto... Certo la perfezione stilistica alberga in altri film :-)

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    3. Il finale è stupendo e l'immagine finale una delle 10 dell'anno già ad Aprile ;)
      Guarda, non metto più voti ma per me è un 7 questo.
      Ma aveva le possibilità di essere strepitoso con meno grossolanità ed esagerazione

      un saluto

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  4. allora non lo consigli? Ritieni sia un opera esagerata? :)

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    1. No, un'opera necessaria e, anzi, molto minimalista, ma che poi in mezz'ora di esagerazione secondo me perde spessore.
      Un film da vedere credo

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  5. Un film che fa riflettere...da vedere!

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    1. Assolutamente.
      Ma secondo me avrebbe fatto ancora più riflettere se fosse rimasto più sobrio e simbolico.
      Cavolo, diventa quasi un horror d terza categoria ad un certo punto.
      Peccato :)

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