22.8.20

Recensione: "Tokyo!" e "Dead Meat" (Gli Abomini di serie Z - 35 - ) - La Doppietta di Vieri - 4 -

Quarto appuntamento con la doppietta di Vieri, ovvero la serata passata col mio amico Vieri nella quale ci proponiamo di vedere un film più bello possibile e uno più brutto possibile.
Anche stavolta siamo stati abbastanza bravini ma non perfetti, il film stupendo era "solo" molto bello e quello orribile solo molto brutto.
Il primo è il film collettivo Tokyo!, con alla regia nientepopodimeno che Bong, Carax e Gondry.
Mi aspettavo un film "facile" e invece tutti e 3 gli episodi (belli tutti) giocano molto sul metaforico, alcuni anche a livelli abbastanza complicati.
Di ognuno ho cercato faticosamente di dare le mie interpretazioni.
Il tutto, ovviamente, sullo sfondo di una città assurda e magica come Tokyo.

Il secondo è uno zombie movie irlandese che non c'ha na mezza idea, ma manco mezza eh, interessante.
Magari come opera prima no budget se pò anche salvà.
Ma anche no



Erano veramente tanti anni che volevo vedere sto film collettivo. Quello di unire più registi, dare loro un elemento comune e poi lasciarli liberi di fare ciò che vogliono è un format pochissimo usato ma molto affascinante perchè fa venir fuori in solo un'ora e mezza più poetiche, più stili di regia, più visioni.
I 3 film di Tokyo! sono molto diversi uno dall'altro, e tutti e 3 rispecchiano chi li ha girati, specialmente i primi due (Bong è talmente poliedrico che è difficile vedere una sua cifra).
Credo che fossero due le condizioni di partenza, la prima - ovviamente - che le storie fossero ambientate a Tokyo, la seconda (dopo averli visti posso evincerlo) che avessero una forte carica metaforica.
O magari questo secondo aspetto è stato solo un caso ;)
Ma vediamoli

INTERIOR DESIGN di Michel Gondry

Gondry puro, purissimo.
E' la storia di una coppia che si trasferisce a Tokyo. Lui è un aspirante regista che spera di trovare luoghi e date per il film che ha girato, lei una brava ragazza che cerca qualche lavoretto. C'è bisogno di soldi perchè a Tokyo gli appartamenti costano molto e la ragazza che li sta ospitando non può tenerli lì per sempre. Però le case sono tutte orribili, costano troppo e i lavori si faticano a trovare. Specie lei andrà in grandissima crisi fino a che...

Come dicevo purissimo Gondry. La caratteristica principale del regista francese (autore di un capolavoro immortale, Se mi lasci ti cancello, di un grande piccolo film, Be Kind Rewind  e di altri film molto particolari, più o meno belli) è quella di far diventare i suoi film degli strani patchwork cinematografici, un miscuglio di personaggi strani, metacinema, sogni, la presenza quasi sempre del "fai da te" alla Mucciaccia, coabitazione tra realtà e strani mondi, insomma, un'atmosfera surreale, sempre.
Gondry è affascinato dalla manualità, dal costruire cose (i suoi film hanno spesso elementi di carta, origami etc..., anche in questo qua il protagonista trova lavoro come impacchettatore, che alla fine può essere anche una metafora del montaggio cinematografico), è un regista con la testa completamente per aria.
Ma in queste sue atmosfere così infantili (nel senso più bello del termine) inserisce quasi sempre dentro grandi problemi esistenziali, problemi di coppia, crisi.
E in questo film la crisi riguarda la ragazza. Lui non la fa sentire realizzata, lei stessa non sa che strada prendere. Ed è così che tutte quelle case da affittare che non vanno bene diventano metafora di non riuscire a trovare un posto, di non riuscire ad apprezzarsi, di sentirsi una carta vagante nel vento.
E alla fine questa metafora verrà reificata, lei diventa una sedia, un qualcosa di fermo che finalmente può trovare una casa. E' come se lei non riuscendola a trovarla abbia preferito essere scelta/amata (per 10 minuti il film somiglia molto a Ferro 3) e, forse, raggiungere una propria dimensione di felicità

MERDE di Leos Carax




Sapevo benissimo che il capolavoro Holy Motors fosse il prolungamento di un precedente mediometraggio di Carax ma, vi giuro, non sapevo o ricordavo che questo medio fosse dentro Tokyo!.
Contentissimo di avercelo trovato.
Se in Holy Motors secondo me (la mia recensione aveva una interpretazione molto personale) c'era un grandissimo omaggio al Cinema qua secondo me si va (andava)in direzione molto diversa.
Merde è un inquietante essere umano che esce dalle fogne di Tokyo (vabbeh, che Lavant è pazzesco lo sapevamo già).
La gente lo guarda schifato, gli fa ribrezzo. Poi inizia ad aver paura di lui perchè il Signor Merde comincia a fare cose sempre più brutte, fino ad arrivare a compiere un massacro.
Sarà processato.
Uff, molto difficile.
Per tutto il film ho creduto che Merde rappresentasse la nostra parte più nascosta, quella parte di noi che vorremmo sempre tenere nelle fogne, che ci fa paura. Il nostro lato più oscuro, quello dei desideri sporchi, quello delle azioni malvagie, quello della cattiveria repressa.
Merde esce fuori dalle fogne/catacombe e noi pensiamo sia un essere alieno, ma in realtà siamo noi e tutte le mostruosità che desideriamo o commettiamo.
Non è un caso che nelle fogne ci siano oggetti della seconda guerra mondiale e Merde porti fuori quelle bombe a mano per uccidere.
Merde è anche il nostro passato, le nostre atrocità che proviamo a seppellire nei ricordi.
Merde mangia fiori, mangia bellezza.
Merde è il Male e lo Squallore.
Lo prenderanno, e sarà processato.
Devo dire che in questa seconda parte ho trovato molte lungaggini (specie il dialogo tra Merde e l'avvocato o parti dello stesso processo) ma, insomma, quanto fascino...
La lingua che parla Merde è incomprensibile ma a me è parsa l'unione di tante lingue diverse, a ricordare ancora di più di come quello che rappresenta sia universale.
Ma ecco che più passa il tempo più a fianco di questa mia interpretazione ne viene fuori una molto più trascendentale e messianica.
Merde è L'Anticristo, ma non inteso come Diavolo, piuttosto come il fratello brutto e cattivo di Gesù.
"Mia madre era una santa, voi l'avete violentata e io sono vostro figlio", dirà.
Come se Merde rappresenti tutto quello che l'uomo ha disatteso del messaggio cristiano.
In qualche modo anche la nostra ipocrisia, la nostra vera natura che contrasta con quello che facciamo finta di essere.
Ne viene fuori un personaggio tragico, empatico, stravolto dal dolore, un personaggio che si prende sulle spalle tutta la merda che siamo.
E quel Dio che nella sua lingua diventa uno schiaffo (o almeno io sono riuscito a estrapolare ciò) rende tutto ancora più emblematico.
E, nel finale, la figura di un Cristo al contrario diventa quasi esplicita

SHAKING TOKYO di Bong Joon-Ho


Forse il film più "facile", ma soltanto forse.
Intanto presenta la figura degli Hikikomori, adesso conosciutissimi da tutti ma nel 2008 fenomeno quasi solo orientale, tanto che all'inizio ci viene proprio spiegato cosa significhi.
Ovviamente gli Hikikomori mi rimandano a Castaway on the moon, film col quale in effetti Shaking Tokyo ha molti punti in comune.
La rappresentazione della casa del protagonista (un accumulatore seriale oltre a hikikomori) è magnifica (ricorda The Incident, anche se lì la motivazione di quella scenografia aveva matrice molto diversa).
Ma di cosa parla il film?
Di come per persone così sole e isolate c'è sempre una speranza, e quella speranza, come in Castaway in the moon, è sempre un altro essere umano, è provare emozioni per qualcun altro, è l'empatia, è l'affetto, l'amore.
Il terremoto che colpisce la prima volta non è altro che il terremoto emotivo che colpisce il nostro protagonista, probabilmente innamorato da subito (i colpi di fulmine, esperienza personale, son bellissimi e sì, sono terremoti) di quella strana ragazza che ha bottoni nel corpo per indurle diversi stati d'animo.
Ma è molto bello come poi la vicenda si capovolga, come lui esca per la prima volta nella città e trovi tutti gli altri abitanti chiusi in casa.
Ed è importante vedere come qualcuno che ha vissuto qualcosa di tremendo abbi l'esperienza e la voglia di urlare a tutti gli altri di non fare la stessa cosa, finchè si è ancora in tempo.
Poi ci sarà un altro terremoto, perchè una persona che per anni ha represso i suoi sentimenti e la sua umanità poi, aprendosi, solo questo può creare, un terremoto



Voi non sapete quanto non abbia voglia de recensì sto film, ahah.
Siamo in Irlanda, nelle campagne.
Da una fattoria è partita un'epidemia, si scoprirà poi che il film racconta tipo della Mucca Pazza ancora più pazza.
A caso la gente inizia ad essere contagiata.
Noi seguiamo una coppia che scappa per i prati.
Nient'altro.
Ma zero eh.
La faccio breve.
I corpi degli zombie probabilmente son fatti d'acqua visto che qualsiasi cosa li colpisca, anche non appuntita, li perfora e uccide.
Abbiamo per 7 VOLTE la penetrazione di un occhio, come a significare che questo è il metodo di morte contro questi zombie (oppure metafora di quello che vorrebbe lo spettatore per sè stesso).
Il montaggio è alcune volte terribile.
Spesso si usano effetti a La Casa di Raimi, forse gli unici secondi che si salvano.
Ad un certo punto c'è uno zombie handicappato, sulla sedia a rotelle, che cade per i prati, probabilmente l'unica idea dell'intero film. Film che ha più momenti "da ridere" ma che credo volesse esser serio.
Ad un certo punto compare tra i protagonista una bambina obesa, fa una tenerezza infinita, ve lo giuro.
I due protagonisti se ne stanno per tutto il film con giacconi e cardigan addosso, lunghi fino ai piedi, tanto che più volte sono di impedimento nella fuga.
I dialoghi sono da ergastolo.
Riguardo il discorso "tutto penetra" fatto sopra vediamo anche uno perforato da una palla di baseball.
C'è una scena lunga 20 minuti nell'auto in cui ci sono bambini zombie che battono sui vetri, sembra un cortometraggio fatto a scuola.
Il finale è orribile, senza senso (perchè vanno nel castello??) e addirittura costruito per avere un seguito.
Ma la scena cult, INCREDIBILE, una delle più non sense viste in vita mia, è quando loro scappano in questa prateria immensa e non corrono sui prati no, ad un certo punto vogliono passare attraverso un rudere, scavalcandone i muri, restando intrappolati, scendendo addirittura nella CRIPTA di sotto.
Lo spettatore pensa che cerchino qualcosa e invece ve lo giuro, dopo mille difficoltà escono e semplicemente continuano a correre.
Nell'ultima inquadratura vediamo ancora questo rudere perso nella campagna immensa, completamente libero ai lati.
Ma vaffanculo

4 commenti:

  1. Tokio! era una domanda del quiz. Devo sostituirla!

    RispondiElimina
  2. La scena cult mi ha cappottato dalle risate (soprattutto le ultime due parole :-D !

    RispondiElimina

due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao