24.2.25

Recensione: "Strange Darling" - Al Cinema 2025

 

Strange Darling poteva essere bellissimo.
Due bei personaggi principali, una storia torbida e malata, un punto di vista ribaltato, una regia molto pop e tante belle cose da vedere.
La storia dell'incontro tra una ragazza e un ragazzo, la notte di (non)sesso e droga in un motel e tutti i terribili accadimenti che avverranno poi.
Eppure c'è come la sensazione che tutti gli ingredienti di primissima qualità che aveva - con merito - messo dentro, vengano usati in un modo sbagliato o poco soddisfacente.
E così Strange Darling si rivela uno di quei film che stimolano da morire lo spettatore, tanto da costringerlo a farsi "molti film in testa" ma avere poi la delusione che la maggior parte di quei film fatti in testa avevano sviluppi migliori di quello nello schermo.
Davvero un mezzo peccato.
 


A volte credo sia importante come si arrivi al risultato finale.
Gli ultimi due film che ho visto al cinema, ovvero questo qua e Companion (saltata la recensione, al solito) hanno per me lo stesso giudizio finale, un 7 pieno, ma due iter completamente diversi.
Perchè mentre uno - Companion - arriva a quel livello salendo sempre di più durante la sua durata e non potendo, per costituzione, ambire ad essere migliore di quello che è, Strange Darling tutto l'opposto, ha tutte le carte in tavola per essere molto più grande, ha tutti gli ingredienti giusti ma non riesce ad usarli al meglio.
Insomma, uno al 7 ci arriva, l'altro ci scende.
Uno usa al meglio le non grandi potenzialità, uno quasi al peggio quelle altissime.

Strange Darling è un thriller molto pop (ormai l'horror e thriller di questo tipo la fanno da padrone, a discapito di quelli più oscuri, sotto le righe e dolorosi), con una sceneggiatura scarnissima, attori super convincenti e, come dicevo, gigantesche possibilità messe sul piatto.




E' la storia di una ragazza (The Lady) che incontra un ragazzo (The Demon) ed ha con lui una notte di (non)sesso e droga in un motel, notte che finisce malissimo, con lei che scappa in un bosco inseguita da lui.
Il film è diviso in 6 capitoli non cronologici, con balzi avanti e indietro nel tempo (tutto nell'arco di circa 12 ore comunque).

DA QUI SPOILER

Iniziamo dai difetti, ovviamente per me eh.
Parlavamo di grandi ingredienti (che comunque mettere nel piatto rappresentano sempre un merito) non usati benissimo.
Prima di tutto la divisione in capitoli.
E' una cosa che amo molto, moltissimo, perchè oltre all'effetto straniante e spesso di sorpresa presuppongono un lavoro non indifferente che deve fare spettatore per mettere poi tutto in fila.
Credo che il film più grande che io abbia visto questi ultimi 6-7 anni con questa tecnica sia Too Late, perla gigantesca dove il racconto non cronologico oltre che intellettualmente stimolante causava allo spettatore anche molte emozioni.
Strange Darling, invece, ci presenta 6 capitoli "compressi" in pochissime ore che praticamente servono a poco e niente, visto che dopo 20 minuti di film lo spettatore sa già perfettamente quello che vedrà o succederà (o cosa è già successo) nei capitoli mancanti (a parte l'epilogo ovviamente).
Certo l'incipit (fuori dai 6 capitoli) con lei che corre nel prato insanguinata è davvero bello e, sì, svia completamente lo spettatore.
Ma ci vorrà veramente poco poi per capire quale sia la verità e, a quel punto, godersi davvero poco la struttura non cronologica.
Intendiamoci, è sempre un tipo di narrazione stimolante e "divertente" eh, ma secondo me quando viene scelta in una sceneggiatura deve essere fatto con due motivazioni, o sconvolgerci continuamente le carte o renderci "complessa" la visione, visione che solo quando hai tutti i pezzi del puzzle puoi mettere insieme.
In Strange Darling la non cronologia nè regala sorprese nè complica le cose.

Altro grande ingrediente poi un pochino insipido è l'aver girato il film in pellicola.
Bella, bellissima cosa, ma per quanto strombazzata nei titoli iniziali poi abbastanza deludente.
Paradossalmente il momento in cui viene più esaltata la grana della pellicola è proprio l'incipit, con quella corsa.

Terzo grande ingrediente potenziale usato male, i sottotesti e i possibili sviluppi che il film poteva avere.
Strange Darling ci racconta la storia di una pazza (lei, Willa Fitgerald, convince davvero, è il plus del film) che, sia sotto l'effetto di droghe che di "visioni" (vede demoni), perde completamente la testa, uccidendo persone.
E', a tutti gli effetti, una serial killer ricercatissima dalla polizia (Electric Lady).
Il problema è The Lady è l'esatto opposto dei comportamenti di una serial killer mai presa.
Lascia tracce ovunque, si fa vedere ovunque, lascia testimoni ovunque (la ragazza di colore dell'albergo a cui ruba i vestiti, l'anziana della casa in campagna (ok, poi l'uccide perchè questa ricompare, ma l'aveva lasciata volutamente viva e libera di andarsene), la poliziotta nel finale.
Ora, l'unica soluzione è pensare che Electric Lady avesse deciso di consegnarsi, altrimenti niente ha senso.
E come giustificazione non possiamo nemmeno dire quella che "era sotto gli effetti della droga" perchè è semmai l'esatto opposto, sono proprio le droghe, le visioni e forse una latente schizofrenia a farne una killer.
Quindi l'errore gigantesco per me in sceneggiatura è quello di raccontarci sin dai titoli iniziali la storia di un(a) grande serial killer per poi mostrarci la storia di una ragazza disturbata che commette crimini nel modo più grossolano possibile.
A mio parere errore imperdonabile.

Mentre le tante altre scene che possono far storcere il naso (lei che in pericolo di morte si ferma su un albero e fuma, lei che si nasconde in una ghiacciaia buttando fuori polli congelati e tutte le altre scene con mood volutamente ai confini del ridicolo) alla luce dei fatti sono inattaccabili, siamo davanti ad una mente completamente bruciata, ad una ragazza al confine della capacità di intendere e volere e che quindi fa cose o inspiegabili o poco lucide.
Ed è proprio per questo, ovvero per questa - secondo me - perfetta caratterizzazione di lei, che Strange Darling doveva avere una cornice e degli sviluppi completamente diversi.
Riguardo la prima intendo soprattutto - come detto - l'evitare la storia della serial killer, riguardo gli sviluppi puntare molto di più sulla faccenda della malattia mentale.




Durante la visione mi ero immaginato 3/4 scenari secondo me tutti migliori di quello che poi prende il film (ovvero quello di un realismo che, però, è pieno di crepe), primo fra tutti il ricalcare un grande cult horror francese dal colpo di scena magnifico (ma inaccettabile per come fu raccontato), ovvero Alta Tensione.
Non leggere le prossime righe in corsivo.

Ecco, ero convinto che alla fine avremmo scoperto che quel ragazzo era semplicemente un'altra personalità della ragazza, o che entrambi - ragazza e ragazzo - ne fossero due di una terza persona reale (insomma, alla Identità).
Che quindi tutte le torture, i dialoghi, le ferite etc, fossero in realtà autoinflitti, in un mondo immaginario dove lei dialoga o ha interazioni con altre parti di sè.
Se ci pensate il film non va lontano da tutto questo, lei vede veramente demoni e il personaggio di lui così viene chiamato, The Demon.
Poi, però, il film rivela che tutto quello che abbiamo visto è reale, e tutto rischia di crollare.
In questa mia lettura, invece, tutto diventava sensato, più inquietante, più doloroso e bello.
Tra l'altro nella cornice reale del film poi di magagne ne vengono fuori veramente tante, soprattutto la figura di lui, completamente inebetito e quasi morto dopo l'overdose di chetamina che in 30 secondi, il tempo che lei scappa, si rialza, si riveste, guida il pick up e le spara con il fucile da 200 metri di distanza.
Per non parlare del suo arrivo alla casa dei vecchi dove lui - un poliziotto, ricordiamo -  si comporta e agisce come un maniaco, inaccettabile (mi riferisco a più cose ma su tutte la cosa del "micio micio").

Poche righe qua sopra non ho scritto "doloroso" a caso perchè il film, grazie anche all'interpretazione dell'attrice, un pò di questo suo dolore ce lo restituisce, ma anche qua secondo me non in maniera completamente appagante, preferendo un lato giocoso, ironico e pop.
Ricapitolando secondo me Strange Darling con un miglior uso della struttura sfalsata a capitoli (o il non usarla proprio), togliendo la cornice serial killer (inutile e sbagliata), un uso più geniale della malattia mentale e sviluppi meno realistici ma più allucinati, sarebbe stato un mezzo capolavoro.
Ovviamente restano mie considerazioni.

Però sì, m'è piaciuto.
Mi sono piaciuti i due personaggi principali, m'è piaciuto il mood del gioco roleplay sadomaso e i tentativi di manipolazione (ah, un film per molti versi simile a questo ma secondo me superiore è Piercing, recuperatelo!), mi sono piaciuti tantissimo i due anziani, specie per quegli altoparlanti in cui sentiamo all'infinito l'intervista a lui sull'avvistamento di un Bigfoot o quando mangiano quella vomitevole colazione (ho quasi distolto lo sguardo durante la preparazione) dicendosi solo "mmm" di approvazione.
Ma poi bella la colonna sonora, la regia, le luci.
Ho trovato troppo lunghi un paio di dialoghi (specie quello in macchina davanti al motel), lo ammetto, ma in generale la parte dialogica mi sembra più che buona.

Inutile dire che il personaggio di lei è magnifico, è l'aspetto che, come si suol dire, vale il prezzo del biglietto.
Manipolatrice, sadica, pazza, furba ma anche fragile, distrutta, disperata, The Lady ha dentro mille cose, tante per cui vorresti abbracciarla e tante per ucciderla.
Impossibile non percepirne il dolore (non sappiamo niente di lei ma è come se avessimo davanti tutta la sua vita precedente, sicuramente terribile), impossibile non percepirne anche la follia incontrollata, e proprio per questo, mi ripeto, Strange Darling doveva puntare molto di più su quello che accade nella sua testa invece che raccontare contesti e vicende reali quasi del tutto irrealistiche.

Una killer spietata che ci sembra però tremendamente vulnerabile, bisognosa d'affetto e d'amore.
E il film, a ben vedere, un pochino ci aveva anche fatto credere che ci potessero essere sviluppi in tal senso, con la ragazza che durante il roleplay sadomaso "sente" cose diverse dal solito, come se in quel dolce ragazzo stesse sperimentando emozioni nuove e, magari, salvifiche.
Ma anche questo poi va abbastanza alla malora come concetto.
Abbastanza coraggiosa la scena dei due poliziotti sulla scena del crimine perchè ribalta un pochino il mood di tanto cinema degli ultimi 10 anni, ovvero quello della donna per forza vittima.
In realtà potrebbe essere semplicemente una scelta realistica eh (non conosco le regole d'ingaggio nelle scene del crimine ma liberare qualcuno che ha vicino un morto sicuramente ucciso da lei senza pensarci un attimo magari non si fa) ma dovremmo entrare nella testa del regista.
Ben vengano comunque film che mostrano donne carnefici, perchè fanno da giusto coltraltare a tutta l'ondata (8 su 10?) dove le mostrano vittime.
E se è giustissimo che la proporzione non sia equa (i maschi violenti e i femminicidi sono mille volte superiori alle violenze od omicidi perpetrati da donne) credo che sia sempre utile ricordare quanto il tema della violenza, delle torture, delle malattie mentali e degli omicidi sia comunque trasversale, riguardi l'essere umano tout court.




Ma The Lady, quella ragazza, riesce in una mezza magia.
L'abbiamo vista uccidere senza pietà almeno 5 persone (i due anziani, il ragazzo, la direttrice dell'albergo, il poliziotto) e sappiamo che in passato ne aveva ammazzate a decine.
Eppure in quella sua lentissima agonia in macchina (una delle scene più belle del film e, a mio parere, la più dolorosa e "seria") vorresti prendere tra le mani quel viso, stringerlo forte a te e darle tutto il calore e l'affetto possibile.
Perchè quel viso racconta una sofferenza senza fine.
Di cui la morte imminente è solo una piccolissima parte.
Anzi, forse è solo la soluzione per uscirne.

7

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