16.2.21

Recensione: "Braguino" - BuioDoc - 49 -

 

Siamo in Siberia, a 400 km dal primo centro abitato, nella taiga.
Persi nel nulla vivono due sole famiglie, i Braguine e i Kiline.
Un fiume scorre vicino i loro villaggi, un'isoletta sabbiosa sull'altra sponda.
Queste due famiglie hanno scelto questi luoghi, hanno scelto di vivere lontano da tutto.
Braguino è il racconto di un mondo a noi sconosciuto.
E' un piccolissimo documentario che a volte, fotograficamente, sembra un quadro largo 48 minuti.
Bambini biondi, biondissimi, così biondi che paiono usciti dalla fantascienza degli anni 70, così biondi che danno un'atmosfera quasi magica e non umana alle immagini.
Non hanno niente per giocare, solo sabbia, fango e boschi dove fingere d'esser orsi.
Le due famiglie si odiano, come se anche in questi posti dimenticati da Dio possano esistere liti condominiali o di vicinato.
E' un odio profondo, viscerale.
Assistiamo a immagini sospese nel tempo, in un film che ricorda tutto questo filone magnifico di opere sul nulla, sul niente e sulle origini, come Rams (la difficile convivenza) Honeyland (il vivere di niente e l'arrivo di estranei), Sto Lyko, Corn Island (l'isoletta), El Abrazo de la serpiente (il Fiume).
Poi, all'improvviso, l'orrore appare davanti ai nostri occhi.
Un orso viene ucciso e letteralmente fatto a pezzi, senza che alcun fotogramma ci venga nascosto.
E' terribile quello che vediamo eppure fa parte dell'uomo, fa parte della vita di chi ha scelto la sopravvivenza in mezzo ai boschi.
"Pregheremo per lui", dicono i Braguine riguardo l'orso.
Parole che a qualcuno sembreranno ipocrite, io le ho percepite come vere. 
Un fucile diventa corno.
E poi la magnifica sequenza sull'isolotto.
Bambini biondi che vedono arrivare altri bambini biondi, in teoria identici a loro, eppure riconosciuti come nemici, figli di quella famiglia col "sangue di lupo" che ha osato stabilirsi qui.
E' la prima volta che vediamo i Kiline da vicino, prima erano sempre persone lontane, come una minaccia che ci osserva.
Adesso in quella spiaggia ci sono solo due gruppi di bambini incuriositi l'uno dell'altro.
E' il loro parco giochi, un parco giochi di sola sabbia.
Poi arriverà un elicottero, ed è l'elicottero dei bracconieri, amici dei Kiline.
Arrivano qua in questa terra che non gli appartiene, in questa terra dove non hanno il coraggio di vivere ma solo lo sfizio di uccidere.
"Noi cacciamo per vivere" dirà il capovillaggio dei Braguine.
E lo spettatore capisce l'enorme differenza che c'è tra uccidere per sopravvivere e uccidere per uccidere.
I bracconieri arrivano e nessuno potrà fermarli.
Una voce parla alla radio, in un finale ipnotico.
Ma c'è un'immagine che mi resterà impressa più di tutte le altre.
Una bambina bionda cammina con zampe di orso al posto dei piedi, vere zampe di orso.
E' un'immagine spietata, terribile, cinica, assurda e antica.
Eppure, bellissima.
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(metterò il link per scaricarlo nei commenti)

7 commenti:

  1. LINK DI BRAGUINO
    AVVERTENZE MOLTO IMPORTANTI, UNA MORALE E UNA TECNICA
    1 Nel film sono presenti almeno due sequenze violentissime contro animali, una poi veramente estrema. Il film è un documentario e racconta la vita di una famiglia sperduta nella taiga, quindi quello che fa è semplicemente quello che i documentari dovrebbero fare, documentare...
    Però, davvero, stia lontano dal film chi non ce la fa a vedere certe immagini o chi, per principi, non le accetta
    2 La copia che abbiamo ha hardsub francesi, non eliminabili, quindi quelli italiani sono sovrapposti. A me i doppi sub non danno tanto fastidio, ad alcuni sì.
    In ogni caso vi avverto.
    Ricordo tra l'altro che su VLC potete settare i sottotitoli della grandezza e del colore che volete

    LINK

    https://www.filemail.com/t/W2O4a952

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  2. Un po’ come Safari di Seidi per quanto riguarda gli animali ..o Cannibal Holocaust di Deodato.
    Peccato!

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    1. cannibal era un film di finzione alla fine, quindi si poteva evitare

      invece un documentario deve raccontare quello che accade nel mondo e quindi io accetto ste cose

      la cosa particolare poi è che gli animalisti magari si rifiutano di vedere ste cose ma poi, giustamente, per sensibilizzare gli altri invitano a vedere immagini dei macelli

      Quindi credo che, paradossalmente, immagini così dure fanno bene alla causa

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  3. In meno di un'ora si viene proiettati in una realtà priva di filtri in cui le inquadrature, sapientemente spietate sui dettagli fisici dei protagonisti - umani, animali o paesaggistici - raccontano e rivelano per noi "al di qua", spettatori inermi e distaccati. Ecco, una pellicola che è riuscita con merito, più di tante altre, a farmi sentire "spettatore", appunto, ospite quasi imbarazzato.

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    1. commento molto bello e che capisco e condivido pienamente ;)

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao