Attratto dal dvd con tutte quelle corone d'alloro (spesso fuorvianti, il
disastroso horror Wendigo ne aveva 6,7 ), da quell'immagine di
copertina e da quel titolo così elegante ed evocativo, mi approccio a Jestem
convinto di trovarmi davanti ad una piccola perla. Purtroppo, e cercherò in
tutti i modi di spiegare il perchè, sono rimasto abbastanza deluso.
Come tutti i film dell'Europa dell'Est, Jestem racconta una storia di
profondo degrado, non solo sociale ma soprattutto umano. Kundel è un bimbo di
11 anni abbandonato in orfanotrofio. Fugge, cerca di ricucire un rapporto con
la madre ma non ci riesce, va a vivere in un battello abbandonato sulla
riva di un fiume e fa amicizia con una ricca bimba che abita in
una villa proprio davanti tale riva.
Ci sono molte cose che non tornano, troppe situazioni che forse prese singolarmente
non apparirebbero forzate ma tutte insieme sembrano davvero eccessive. Perchè
nell'orfanotrofio tutti ce l'hanno con Kundel? Perchè anche i ragazzi del
villaggio sembrano avere come unica ragione di vita quella di punire quel
bambino "bastardo"? Perchè il ragazzo va a vivere nel battello senza
tentar con maggior forza il riavvicinamento con l'inqualificabile madre? Com'è
possibile che una bimba di circa 9 anni si ubriachi continuamente senza che i
genitori (in teoria genitori modello) se ne accorgano? Com'è possibile che la
stessa bimba passi tutte le notti fuori di casa, anche a notte fonda, senza
essere scoperta? C'è qualcosa di artificioso in Jestem, quando il film,
al contrario, dovrebbe avere quasi un taglio neorealistico.
I passaggi
narrativi appaiono troppo semplici, schematici, come se la sceneggiatura non
avesse la maturità che la storia richiederebbe. Anche le musiche (di un grande
compositore peraltro) contribuiscono all'atmosfera un
pochino "finta" del film, troppo pesanti, opprimenti e continuamente ripetute. E
così questa specie di "Bambino col pigiama a righe"
polacco che aveva tutte le carte in regola per essere stupendo sembra
quasi un film da domenica pomeriggio a Canale 5. Meravigliose e umanamente
devastanti però alcune sequenze come quella in cui Kundel vede sua madre
ballare con un altro bambino, quella in cui appoggia la testa tra le sue gambe
(della madre intendo) per poi ricevere un "non voglio vederti mai
più" o quella, sublime, in cui nel finale i due bambini sdraiati uno vicino
l'altro decidono di fuggir via insieme, due bambini che per motivi diversi
soffrono di un tremendo mal di vivere, in parte provocato soprattutto da
situazioni esterne (come per Kundel) in parte causato da un
fortissimo disagio interiore (la bimba e la sua difficoltà di accettare il
proprio aspetto, disagio raccontato con infinita dolcezza) . Sembra però
che lo scavo psicologico e la potenza emotiva di Jestem più che per merito del
film e della storia che racconta, provengano dai personaggi e da alcune piccole
scene di interazione tra essi. Le scene che ho citato prima ne sono un esempio
lampante, sono singole perle a mio modo di vedere non inserite perfettamente
nella collana.
E' probabile che la mancata empatia col film sia un mio problema, non lo
nego. Provatelo, magari lo troverete bellissimo. In qual caso sarei io
stesso il primo ad esserne contento perchè Kundel, in un modo o
nell'altro, ti entra nel cuore.
( voto 6,5)
Eh eh chissà perché le tue sottolineature negative le condivido in toto :))
RispondiEliminaSul voto io mi sarei tenuto ancora più basso!
Davanti quel visino non potevo infierire...
RispondiEliminaPerché si intitola Io sono (Jestem è la prima persona singolare del verbo essere in polacco).
RispondiEliminaDalla tua recensione mi sembra un film quasi dickensiano, e un titolo così mi pare poco centrato, allora. però è tardi e sto cominciando anche a scrivere a vanvera ...
Il bambino dice Jestem proprio nell'ultimissima inquadratura, mi sembra di ricordarlo ancora dopo quasi 3 anni.
EliminaE' un senso di appartenenza, di riconoscimento, per un bimbo che in realtà di radici ne ha pochissime.
Dickens centra sempre con storie di bambini e degrado ma rimane comunque uno stereotipo
quindi, una sorta di presa di coscienza. hai ragione , dickens è stato il primo nome che mi è venuto in mente, magari a sproposito, a coi bambini - è vero - è automatico. magari, se vedessi il film, forse penserei di più al film bianco di kieslowski, il più polacco della trilogia dei colori
RispondiEliminaNon lo so, anche Kieslowski può entrarci o no.
EliminaFai prima a vederlo anche se c'è molto ma molto di meglio da vedere prima di questo :)