Comincio con questo cult assoluto questa ennesima "rubrica non rubrica" che vuole rispolverare i film più importanti della
mia infanzia/adolescenza.
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E' incredibile come alcuni visi, alcune frasi, alcune sequenze ti rimangano dentro in modo
indelebile negli anni.
Rivedo dopo almeno 20 anni questo sporco capolavoro ricordando come fosse ieri il viso del capo degli Orfani, la meravigliosa ragazza che proprio dagli Orfani fuggirà (credo che lei sia stata una delle prime mie pulsioni erotiche nel cinema), la frase indimenticabile in quel finale che dopo tanto buio è finalmente alba e spiaggia "Guerrieriiii, giochiamo a fare la guerra?" e tante piccole altre cose qua e là.
Dopo 20 o forse più anni, come fosse ieri.
E rivedere questo film scoprendo che non è invecchiato quasi per niente, che è ancora grandioso e molto "avanti" per colonna sonora e regia, vedere che questa storia di fuga metropolitana è stata ancora capace di (sor)prendermi mi ha fatto un immenso piacere.
Perchè il rischio della delusione in certi casi è altissimo.
I Guerrieri e la loro fuga, fuga che parte da uno sparo che non è loro ma che che a loro affibbiano, sono qualcosa che non si dimentica.
Una colonna sonora portentosa fa da vestito perfetto a un film vorticoso, in cui la corsa la fa da padrona.
Corrono i guerrieri inseguiti da tutti, corre la metropolitana che ogni tanto li trasporta, corre il tempo, ce n'è sempre meno, siamo accerchiati.
Walter Hill descrive la notte come pochi altri, forse Mann come lui, una notte che pare in tempo reale quando in realtà la diegesi dovrebbe essere almeno di 7,8 ore, una notte di luoghi brutti e sporchi, una notte di tante bande e tutte contro una soltanto.
Che poi solo quasi alla fine i Guerrieri scopriranno di che cosa li si accusa, intanto la loro fuga è a prescindere, disarmati e soli in una zona che è ormai diventata zona di guerra.
Le sequenze delle fughe sono pazzesche, c'è quella con loro 9 che corrono e la camionetta che li insegue praticamente perfetta per come è costruita (stupenda dall'alto).
La parentesi Orfani, per tornarci, è cult come pochi, quella banda di sfigati è impossibile dimenticarsela.
Tre frasi su tutte per descriverli.
"Una banda di merda"
"Gli orfanelli spastici" dice la voce, anch'essa indimenticabile, della radio.
"A noi questi orfani di merda ci fanno le seghe" diranno i Guerrieri.
Una pecca c'è, ed è la battaglia con la squadra di baseball, veramente irreale nel suo svolgersi (gli altri sono di più ma si va avanti sempre a scontri uno contro uno o addirittura, paradossale, con una predominanza dei Guerrieri).
Ma l'inseguimento che porta a quella lotta è pazzesco.
E anche tutto il resto funziona a meraviglia.
Come ad esempio una sceneggiatura che malgrado tutto il ritmo incredibile che ha dentro riesce comunque a serrare benissimo le fila, tenere tutto sotto controllo.
Prima i Guerrieri perdono un uomo, poi un altro, poi si dividono in gruppetti, poi ne perdono un altro, e tutto non ha una sbavatura, ogni scena si lega perfettamente alla successiva, non ci si perde mai in tutti questi cambiamenti.
Molto curioso è il ruolo della donna, vera e propria portatrice di guai.
Per volersi fare una donna uno dei Guerrieri verrà catturato, per volersene fare 3,4 altri componenti della banda finiranno in un'imboscata, per colpa di lei, della bellissima orfana, più di una volta si correrà qualche rischio.
La donna, nel film, è sempre fonte di desiderio e portatrice di guai quindi.
Ma la figura di lei e lui è raccontata perfettamente e il confine tra quando lui le dice "A te ti ci vuole un treno pieno di cazzi" e quando, sottotraccia, ci sembra che stia nascendo qualcosa tra loro è labilissimo.
E il loro bacio al vento della metro è davvero stupendo.
Non ci sono tematiche, o almeno non sono quelle ad essere importanti.
C'è solo una lotta alla sopravvivenza.
E una fuga nella notte che finirà nell'alba di una spiaggia.
Ma c'è una scena sottovalutata.
Loro sono in metro.
Hanno passato una notte infernale.
Ed entrano dentro due coppiette "normali".
C'è il silenzio quasi assoluto.
E quelli normali vedono i piedi sporchi dell'Orfana.
E quelli normali si sbaciucchiano e poi vedono quella coppia lì, trasandata, persa, minacciosa.
E' il mondo normale che vede l'altro, quello sporco, strano e brutto.
Ma, forse, più vero.
( voto 9 )
Questo per me è un cult assoluto ma anche uno di quei film che ti accompagna per diverse fasi. E più tu cresci, più questo acquista valore. Bellissimo e mitico.
RispondiEliminaIo ho avuto solo la fase di allora (che so, forse avevo 14 anni) e quella di ieri, in mezzo non l'ho mai rivisto :)
EliminaLa penso anche io così, non si svilisce per niente col tempo, anzi...
Bel film, ma mi ha sempre detto poco - forse perché non sono del decennio giusto...
RispondiEliminaSì, credo che ogni generazione abbia i suoi film, ci sta
EliminaCultissimo.
RispondiEliminaE hai ragione: non è invecchiato di un giorno.
Bellissima la citazione della scena in metro.
Grazie cowboy
EliminaMa per me quella scena è importantissima, è l'unica cosa diversa da tutte le altre, è l'unica volta che sembra che al posto del magnifico regista di un film cult ma di genere sia entrato un Autore che voleva dire qualcosa di più