20.12.14

Recensione: "Vittima degli eventi" - Ap-Punti, autopsie di recensioni - 3- di Pietro

Terzo appuntamento anche con il nostro Pietro che ci recensisce a modo suo un film particolarissimo, a suo modo "miracoloso" nella sua realizzazione




Passato un pò di tempo, calmate le acque, rilassati gli animi, posso finalmente parlarne (dopo averne comunque discusso qui con tanti altri). Stavolta più che di un film vero e proprio parlo di un mediometraggio, che vorrebbe essere il pilota di una serieTV (ma prodotta da chi?) sul celebre personaggio di Tiziano Sclavi, edito dalla Bonelli. Il film l'ho visto alle 10 del mattino, nel Coro di notte del monastero dei Benedettini a Catania, con accanto il regista, il quale ha poi risposto alle domande dei presenti.


  • non conosco il fumetto, quindi non ci saranno paragoni, se non per quelle cose di cui ho conoscenza per vie traverse (amici, discussioni online, un albo sfogliato per caso nella stanza del mio coinquilino)

  • la musica è un pò come in alcuni videogame: quando arriva il momento clou si alza il volume e diventa movimentata, per svanire quando il film diventa più tranquillo o non succede niente di "importante"

  • inquadrature a volte troppo sbollate e ricercate che "distraggono" quasi lo spettatore da ciò che succede per far caso a quanto sia fiqua l'inquadratura (magari è successo solo a me, però)

  • bella l'inquadratura sdraiata dello studio, seppur fatta per necessità e non per scelta (a detta del regista)

  • voce fuoricampo esageratamente presente, spiega troppo quasi a far capire che lo spettatore sia stupido e abbia bisogno di essere imboccato

  • come la voce fuoricampo, anche Groucho (interpretato magistralmente da Luca Vecchi) parla troppo e dice troppe cose, avrebbe dovuto far parlare di più i gesti e le immagini

  • riferimenti pop banali, ma che servono a alleggerire il tono e a strizzare l'occhio al target di riferimento del mediometraggio (presumibilmente 13-25 uomini frequentatori del web italico)

  • forse anche a causa del punto precedente a questo Dylan è teenagers che si crede uomo di mondo, quando nel fumetto è un 23 enne abbondante (in alcuni albi anche di più) che ne ha vissute parecchie

  • il pagamento in sterline poteva essere lasciato, per lasciare una strizzatina d'occhi ai lettori del fumetto

  • titoli di coda niente male (forse la parte migliore di tutto il film)

  • Poletti, Haber e Vukotic (che ad alcuni ho dovuto indicare come "la moglie di fantozzi" sigh) danno qualità al progetto, e il fatto di aver lavorato senza cachet rende il tutto ancora più meraviglioso, facendo sperare in un futuro per il Cinema italiano

  • una piccola caduta di stile all'italiana nella prima scena con Dylan con la doppia-coppia e il triplo ceffone

  • buona la CGI, non troppa nè troppo invasiva

  • esagerata invece la post-produzione: filtri, livelli, effetti lensflare, saturazione...

  • colori forse un pò troppo esagerati per un fumetto che viene dal b/n, con Hellboy ha funzionato, ma qui potevano almeno desaturare il tutto, almeno un pò

  • i movimenti della MDP son inattaccabili: non troppi, trasmettono le emozioni che servono, mai fastidiosi e mai esagerati; anche la camera a mano non dispiace, né infastidisce

  • "anche se ci hai trovato su internet, non vuol dire che non siamo seri..." battutina velata riferita anche a sceneggiatore, regista, direttore della fotografia, produttori, etc etc...?

 

10 commenti:

  1. Sono davvero curiosa di vederlo, Di Biagio è uno dei pochi nati dal web con un talento vero e un'umiltà e un calore che lo distinguono da tutti. Spero il futuro gli riservi la carriera che merita.

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    1. il film lo trovi integralmente qua sopra...comunque non è che sia umilissimo, almeno per quello che ho visto io (avendolo conosciuto di persona) però è di certo uno dei pochi che può vantarsela: cioè è capace, e le cose gli riescono (non so se per fortuna fin ora o per abilità) ma è capace di fare, e quando fa, fa bene! speriamo possa continuare a fare ciò che fa

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  2. Ammirevole e fedele ricostruzione, ma Dylan è troppo giovane e romano.
    La prima scena mi ha sorpreso in positivo.

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    1. tutto il film sorprende in positivo: è un prodotto del cinema italiano che nessuno si aspettava. Seppur con troppe pretese, funziona, intrattiene e diverte. Concordo su Dylan troppo giovane e romano, soprattutto ora dopo aver letto (e amato) qualche albo.

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  3. Ascolta, leggi gli albi 157 e 169: "Il sonno della ragione" e "Lo specchio dell'anima", entrambi di Paola Barbato.
    Poi puoi pure smettere, tanto non troverai di meglio.

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    1. fin ora ho letto 48/88/105/188/223/244/270/270/280 e il book 81
      di tutti ho preferito il book su jonnhy freak, marty (244) e mater morbi (280) forse anche perché il primo...comunque cercherò quelli della barbato e ti farò sapere :D

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  4. i primi, diciamo 45 nr di dylan erano dei capolavori. poi, la serie ha imboccato i binari della routine, ...
    il film lo vorrei vedere, mi incuriosisce.
    temo però di esaurire tutto il mio traffico, che è di circa 6 giga

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    1. il film merita....soprattutto se hai amato il fumetto, ti consiglio di vederlo, magari quando stai per rinnovare l'abbonamento e puoi consumare tutti i giga rimasti ;)

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  5. ma che caso! Ho visto il film pochi giorni fa. Io sono un amante di Dylan Dog tra quelli della prim'ora...avevo letto ai tempi tutti i primi albi (i primi erano già ristampe, non ho gli originali purtroppo) e mi piaceva molto, Ho però abbandonato molto presto il fumetto. Concordo sia sui punti in negativo sia su quelli in positivo. In particolare, trovo che il protagonista sia troppo, ma davvero troppo giovane. Non rispecchia per niente il personaggio del fumetto, che è un uomo vissuto, un uomo "di mondo"...in tutti i sensi possibili. Uno che ne ha viste di ogni. E' ad esempio da ricordare che quanto Rupert Everett ha recitato in Dellamorte Dellamore - azzeccando in pieno il personaggio di Sclavi - aveva già 35 anni ed era un uomo maturo, nè giovane nè vecchio, una perfetta rappresentazione del Dylan Dog che tutti conosciamo. Il Dylan Dog di "vittima degli eventi" sembra un po' uno che c'ha l'hobby dell'occulto e che lo pratica coi soldi di papà, che è appena uscito dalle superiori e deve decidere che cosa fare nella vita. Cioè se pigliarsi un anno sabbatico, o cercarsi un lavoro, o fare l'università. Questo - molto più che l'ambientazione romana - ha a mio parere davvero snaturato il personaggio; l'ambientazione invece mi è piaciuta, molte città italiane offrono una storia carica di misteri anche più di Londra.
    Roma di sicuro, ma anche tante altre città italiane di fascino più medioevale. Non me ne voglia l'attore, non è colpa sua, è la sua età, il suo standing il problema...

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    1. la tua descrizione di Dylan rispecchia un pò la descrizione dei due "autori" di questo film. La scelta di Roma è anch'essa autobiografica, in quanto loro son romanacci e dovevano mostrarlo al mondo (bastava girare la prima scena su "un" ponte, e il resto poteva essere ambientato a Londra senza problemi, visto che gli esterni son pochi e tutti di notte).

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

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3 ciao