30.3.16

Recensione "Batman V Superman" - Scritti da voi (62) - Malawy Boy


Non poteva mancare la recensione di uno dei film più attesi dell'anno.
Ma, ovviamente, non potevo farla io che al primo omino che vola col mantello e al terzo palazzo distrutto a capocciate inizio a sentimme male.
Quindi è giusto che la facesse uno che il genere, invece, se lo mangia a colazione, Domenico.
Buona lettura.

Ho atteso questo film con grande trepidazione fin da quando, nel 2013, fu annunciato che nel seguito de “L'uomo d'acciaio” ci sarebbe stato nientepopopopopopodimeno che Batman in carne, mantello e cazzotti. In quel preciso istante tanti di noi hanno vissuto un'esperienza mistica ad un passo dall'estasi. Per chi non bazzica il mondo dei fumetti questa notizia sarà apparsa curiosa nel migliore dei casi, mentre nei restanti sarà scivolata via come acqua di ruscello. Ma per chi conosce casa DC (voglio però premettere che io non mi reputo affatto un esperto in materia) questa notizia ha preannunciato uno di quegli eventi che la comunità nerd agognava da anni, i più matusa addirittura da decenni, dal momento che, sulle pagine piene di nuvolette parlanti, gli scontri tra il vigilante pipistrello di Gotham e l'alieno onni(quasi)potente di Metropolis iniziano moltissimo tempo fa, ed hanno sempre avuto una spiccata tendenza recidiva.


I trailer che si sono susseguiti nel corso del 2015 (questi maledetti, amati trailer), hanno mostrato fin troppo chiaramente le opere dalle quali gli sceneggiatori Terrio e Goyer hanno attinto per la scrittura del film, e quella che più ha acceso gli animi degli appassionati è stata senza alcun dubbio l'opera che ha dato i natali al Batman moderno, “Il ritorno del Cavaliere Oscuro” di Frank Miller, classe 1986. Se avete visto i tralier mi sto riferendo alle scene nelle quali si vedeva un Batman cazzuto infilato dentro una bat-armatura con tanto di fari allo xenon al posto degli occhi, che chiedeva ad un Superman molto più cupo del classico se fosse in grado di sanguinare. Credetemi, semmai c'è stato un momento in cui ho vissuto per davvero l'esperienza di un bagno in un brodo di giuggiole, è stato proprio quando ho ascoltato le parole “Tell me, do you bleed? You will.” Avrò continuato a ripeterle tra me e me come un cerebroleso per almeno trenta minuti.

E finalmente il tanto atteso 23 marzo 2016 giunse! A causa della mia insofferenza nei confronti delle fiumane urlanti che questi eventi riescono a calamitare dentro le sale cinematografiche, ho deciso di aspettare qualche giorno per godere meglio della visione. Il carico di aspettative in questi casi è sempre gigantesco, quindi il minimo che posso fare è evitare di guardare il film assediato da un'orda di nerd in erba in preda al furore. A 32 anni suonati, d'altro canto, mi sono ormai arreso alla consapevolezza in odore di assioma che il trasporto sul grande schermo di una storia nata in altri lidi comporta in maniera fisiologica la presenza di cazzate o trasformazioni assurde. Se nessun film ispirato ai libri -che a differenza dei fumetti sono immutabili- per quanto fedele all'opera ispiratrice è stato, e mai potrà essere, fedele fino all'ultima virgola, figuriamoci cosa può accadere quando il materiale di ispirazione è una cosa in costante evoluzione come i fumetti. Se non li leggi non puoi capire veramente cosa intendo, in particolare con i prodotti d'oltreoceano, che hanno subito azzeramenti e reinventazioni di personaggi ed eventi in tal numero che non è più possibile contarli.
Non esiste un solo Batman, come non esiste un solo Superman.
Potrà essere un concetto assurdo agli occhi dei pagani, ma tant'è. E chi sa bene come stanno le cose non può apprestarsi alla visione di un film come Batman v Superman pronto a balzare alla gola dello sceneggiatore alla prima sbavatura.

Ma alla fine sto film com'è? È bello? Ti ha convinto?
La risposta più corretta è sni, che non è un orrore di battitura. È un 75% di si ed un 25% di no. Si, nel complesso il film è buono, ma non fa urlare al miracolo. La sceneggiatura tutto sommato regge, tra alti e bassi (che comunque non sono pochi). Il taglio dei personaggi principali piace, ma non vale per tutti. L'atmosfera è quella giusta, ed è forse la cosa meglio riuscita. La cosa che dopo la prima mezzora si capisce senza alcun dubbio è che non siamo difronte al tipico film giocattolo e iper muscoloso che ci si aspetterebbe, a differenza dei film di casa Marvel (Iron Man, Hulk, Capitan America) dove sostanzialmente non si fa altro che mostrare quanto è figo l'eroe di turno, qui si da più importanza alla sostanza che all'aspetto. 

È un film, questo, che va letto sotto molteplici punti di vista. Ma quello più importante è l'obbiettivo al quale la produzione mira fin dall'uscita di Man of Steel (di cui ricordo che questa pellicola è il seguito): l'introduzione dell'universo della Justice League. In due parole la JC è una squadra di super eroi che collaborano per proteggere la Terra da minacce autoctone e non. E per “non” non si intende solo alieni, ma anche cose provenienti da altre dimensioni. Ne fanno parte Batsy, Superman, Wonder Woman, Flash, Cyborg, etciuetera etciuetera. Sono l'equivalente degli Avengers di casa Marvel per intenderci. Ed è qui che a mio avviso il film parte male. La sensazione forte è che alla DC stiano andando di fretta per colmare il ritardo nei confronti della rivale Marvel, un ritardo che francamente è troppo ampio per poter anche solo sperare di riuscirci. Infatti a casa Stark hanno progettato le cose in maniera molto più oculata, e si sono messi a lavoro già dal lontano 2008 col primo episodio della trilogia dedicata ad Iron Man. Sarebbero poi seguiti i film dedicati all'incredibile Hulk, Thor e Capitan America, per un totale di ben cinque pellicole su ciascuno dei principali componenti della futura task force denominata “The Avengers” prima del film ad essa dedicata. E non solo, dato che dopo questa pellicola hanno continuato a sfornare altri film per alcuni di questi eroi. Tutto materiale che, a prescindere da quella che sia la qualità, ha comunque creato un vasto background dove poggiare le fondamenta dell'universo Avengers.
La Dc, invece, non si capisce se presa da un attacco di panico da bella addormentata, o se per scarsa capacità di pianificazione, ha sfornato un solo film che ha riavviato per l'ennesima volta il franchise dell'uomo in calzamaglia più forte del mondo, prima di passare direttamente al primo incontro/scontro tra i due componenti più ingombranti della futura Justice League, senza minimamente curarsi di mostrare gli antefatti riguardanti il giustiziere di Gotham. Il risultato è una pellicola che, benché promossa con una sufficienza abbondante dal sottoscritto se presa come film singolo, risulta molto debole alla luce di quanto spiegato finora.

Il fatto che Batman conti la bellezza di undici adattamenti cinematografici non ha alcuna importanza in questa sede. Ognuna di queste interpretazioni del Cavaliere Oscuro è diversa dalle altre e, chiaramente, slegata dal filone narrativo attuale. Tutti sanno com'è iniziata la storia dell'uomo pipistrello, anche chi non bazzica certi ambienti sa della morte dei suoi genitori. Ma quello che cambia ogni volta è il percorso che Bruce Wayne intraprende e che lo porterà ad indossare il mantello da pipistrello. Anche questa incarnazione affidata al (in partenza) criticatissimo Ben Affleck non fa eccezione, proponendoci quella che per molti è la versione più violenta e borderline dell'eroe. 


È un Batman duro, disilluso e poco propenso a preoccuparsi delle possibili conseguenze letali delle sue azioni. Un tema delicatissimo questo, in quanto va a toccare una delle caratteristiche più importanti del personaggio, ovvero il totale rifiuto di utilizzare la forza letale. Batman non usa armi da fuoco, e anche se avrebbe la capacità di ammazzare a mani nude, o con l'ausilio di uno dei suoi infiniti e ganzissimi gadget praticamente chiunque, lui si preoccupa sempre di non mettere in pericolo la vita di nessuno, fosse anche della sua nemesi storica Joker. Eppure anche questo non è propriamente vero, dato che nell'arco dei suoi 75 anni di onorato servizio, ci sono stati casi molto particolari nei quali il pipistrello ha impugnato un'arma. Ma questa è un'altra storia, ciò che c'interessa è il fatto che non è dato sapere cosa sia accaduto nei vent'anni di lotta al crimine ai quali fa accenno il fidato Alfred (interpretato da uno sprecatissimo Jeremy Irons), che hanno plasmato un Bruce Wayne così marcatamente affetto da pessimismo cosmico. Qualche segnale viene lanciato qui e là (costumi da ragazzo meraviglia imbrattati da scritte sarcastiche, accenni a vecchi problemi travestiti da pagliaccio), ma troppo poco perché si possa capire veramente.
Tutto questo ha un peso anche sul confronto con Superman, perché non permette di capire fino infondo le ragioni che spingono Bruce Wayne a voler fermare a tutti i costi l'alieno, anche se questi sta cercando di dimostrarsi un amico per l'umanità, e non una minaccia reale.

In questo valzer s'inserisce in maniera non completamente riuscita il terzo incomodo, un Lex Luthor interpretato dal bravo Jesse Eisenberg che appare troppo diverso dal archetipo del nemico numero uno del kriptoniano. Non che diverso sia sinonimo di brutto, ma in questo caso la caratterizzazione del personaggio non convince, non soddisfa. Ha troppo del bambinetto frustrato e con qualche rotella fuori posto che snerva, e finisce per posizionare il personaggio dritto sugli zebedei. Probabilmente con una fisicità meno colleggiale le cose sarebbero state diverse.
Una menzione d'onore invece va fatta alla sorpresa Wonder Woman, splendidamente impersonificata dalla misconosciuta (almeno per il sottoscritto) Gal Godat.


Qui siamo difronte all'esatto contrario di quanto accaduto con Luthor, infatti nonostante il personaggio venga introdotto in sordina e resti sempre defilata ai margini della narrazione fino allo scontro finale, l'adeguatezza dell'attrice lo rende solido e molto convincente. Peccato non si possa dire lo stesso degli altri “metaumani”, al secolo Flash, Aquaman e Cyborg, tanto vociferati nei mesi che hanno preceduto l'uscita del film, al punto che per Aquaman è stata addirittura prodotta una locandina apposita, ma che nel film vengono presentati in una maniera che, per tempistica e modalità, sfonda di gran lunga il limite del ridicolo.
Su Superman non c'è granché da dire, il bravo Henry Cavill con quella faccia sembra nato per interpretare l'alieno Kal-El.

La sceneggiatura è un'opera a quattro mani, e qui quando sono usciti i nomi le bestemmie sono volate alte quanto, se non di più, quelle per l'annuncio di Affleck nei panni di Batman: Chris Terrio e David S. Goyer. Un nome, quest'ultimo, in grado di far schiumare di rabbia moltissima gente. Terrio ha un curriculum cortissimo, un film come regista e sceneggiatore del 2005 di cui non ho trovato info (bugia, non ho cercato tantissimo), ed un film drammatico-barra-storico come sceneggiatore nel 2012, “Argo” per la regia di Ben-Bat-Affleck, che ha riscosso grande favore da parte della critica. Un novizio quindi per quanto riguarda film di questo genere. Di tutt'altra pasta invece Goyer, controversa figura che vanta una corposa filmografia in veste di scrittore. Peccato che in questa lunga lista la maggior parte dei nomi sia da dimenticare, tanto per capirci: Il Corvo 2, Ghost Rider... No vi prego, non fatemene parlare, vi scongiuro. Tuttavia accanto a questi nomi che andrebbero cancellati dai registri del cinema, ci trovi anche qualcuno che non ti aspetti, come la trilogia di Blade, o addirittura Batman Begins del maestro Nolan. Come un film di questo spessore possa essere scaturito dalla stessa penna che ha scritto quell'obbrobrio che risponde al nome di Corvo 2 resterà per me un segreto insondabile. Non posso far altro che pensare che Cristopher Nolan gli sia stato dietro con la frusta per impedirgli di naufragare in lidi di stronzate no-sense.
Con queste premesse le notti insonni per noi fan erano assicurate. Ma a conti fatti ritengo che in questo caso Goyer abbia svolto i compiti in maniera discreta. Non ottima, ma discreta. La trama segue tre filoni principali, con Superman impegnato su più fronti tra un'opinione pubblica sempre più sospettosa nei suoi confronti ed un giustiziere a Gotham che ultimamente sta avendo la mano troppo pesante con i criminali; Bruce Wayne che vuole fermarlo a tutti i costi; Lex Luthor che da dietro le quinte muove delle pedine per portare i due l'uno contro l'altro. Il tutto è orchestrato in maniera godibile, non siamo certamente difronte ad un lavoro di scrittura sopraffina come “Memento” o “Shutter Island”, ma ehi gente, siamo pur sempre nel mondo dei super eroi, e si sa che quando i mantelli svolazzano una buona parte di neuroni bisogna mandarli a letto prima del solito. Quello su cui l'intera pellicola dovrebbe basarsi è ovviamente lo scontro di visioni che hanno i due protagonisti, e la cosa ci viene raccontata abbastanza bene per gran parte del film. L'anello debole della catena arriva proprio (come spesso accade) all'apice del confronto, laddove il solo pronunciare un nome fa crollare convinzioni che fino ad un attimo prima erano granitiche. Passabile, se si tiene conto di quanto detto prima, ovvero l'errore di base di voler concentrare in un unico film troppe cose, ma debole. Un tantino troppo purtroppo.


Personalmente non sono d'accordo con le critiche feroci che stanno smontando questo film. Non è la grandiosa pellicola che noi appassionati stavamo aspettando, e d'altronde la razza dei nerd è fra le più incontentabili di tutte in queste occasioni. Ma non avrebbe potuto comunque esserlo dal momento che alla base c'è stata una pianificazione sbagliata, troppo frettolosa e incompleta. Con un secondo film dedicato a Superman nel quale introdurre la figura di Luthor in maniera più approfondita, una per il Cavaliere Oscuro e magari una anche per Wonder Woman, saremmo arrivati a questo punto della storia più preparati e con più spazio da dedicare al confronto fra questi due giganti del fumetto. Un'occasione in parte sprecata, ma che ha regalato comunque qualcosa di buono, come un Batman visivamente spettacolare ed un nuovo personaggio molto interessante. Speriamo che possano essere la base per qualcosa di più ponderato.


Voto 7

Sai cosa mi ha insegnato la morte senza motivo dei miei genitori?
Che il male ha un senso solo se lo costringi ad averlo.”

4 commenti:

  1. Sono un po titubante su questo film, quasi sicuramente lo vedrò, perchè circondata da persone impazienti di andare al cinema, però non mi aspetto grandi cose, sia perchè ormai sono lontana da questo genere di film e sia perchè tra i tanti supereroi , quello che mi piace meno è proprio superman.
    Man of steele è stato noiosissimo e non sono riuscita a vederlo fino alla fine nonostante quel gran figo di Henry Cavill.
    Non mi sento di escludere la visione anche perchè il regista è lo stesso di 300, che è uno dei miei cult cinematografici.

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    1. Anche il regista non è che vanti un curriculum tutto rose e fiori, ma effettivamente 300 è uno spettacolo per gli occhi. La fotografia di quel film è il giusto tributo all'opera grafica alla quale si ispira ;)

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  2. Minchia ma lo sai che sta cosa mi era sfuggita?! :o la lotta effettivamente avviene a Gotham, mentre lei è a metropolis!!! La tua osservazione evidenzia anche un altro problema, la scarsa differenzazione tra le due città. Troppo simili e per giunta anche abbastanza anonime.

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  3. Ho guardato il video, molto divertente :) però il primo WTF non è insensato, trae ispirazione da un'opera fuori continuity di Batman nella quale i due eori sono cresciuti nell'URSS. Superman è stato allevato direttamente dal partito comunista per diventare un eroe nazionale, ma ad un certo punto a causa di un inganno ordio non ricordo da chi, ammazza la sua donna credendo di combattere un nemico. questa cosa lo porta alla follia e ormai convinto che l'umanità sia incapace di vivere in pace, diventa un despota e impone la sua volontà con la forza, soggiogando tutti gli altri eroi e uccidendo quelli che si oppongono. Batman è praticamente l'unico rivale rimasto in questo scenario di tirannia.
    Questa storia è stata utilizzata anche nel gioco Unjustice: Gods among us, anche se in maniera diversa. Nel film è sfruttata per creare un sogno premonitore fondato sulle paure di Bruce Wayne, e il tipo che appare all'improvviso è il Flash del futuro, l'unico eroe in grafo di raggiungere una velocità tale da permettergli viaggi nel tempo. Quasi certamente è un'intrusione proveniente da un'altra dimensione nella quale le paure di Wayne si sono concretizzate, e a rigor di logica lascerebbe pensare ad un qualche spunto per un progetto futuro.
    Gli altri wtf invece sono effettivamente reali, e la storia delle due città è assurda. Essendo un fan del pipistrello ammetto di aver guardato la pellicola con occhi forse troppo buoni, e questa cosa mi era sfuggita.

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