19.1.19

Recensione "The Maus" - Su Netflix

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Nessuno ne parla di questo The Maus.
Cerco la locandina e vedo un 4.2 di media Imdb.
Eppure io son sicuro di aver visto un gioiello, un thriller psicologico che oltre a far benissimo il suo lavoro (regia, recitazione, atmosfera, scrittura) riesce anche a raccontare i demoni post guerra etnica in un modo davvero convincente, forte ma coerente e onesto (e i riferimenti a quello spettacolo inaccettabile di A Serbian Film non sono casuali).
Lei poi è straordinaria.
Un bosco, una coppia, due cacciatori.
Tra sogno, realtà, incubi del passato e del presente un film che racconta la devastazione di una mente che ha visto atrocità incredibili.
Con un finale enigmatico ma secondo me straordinario.

presenti notevoli spoiler e, dopo ultima immagina, la mia lettura del finale

Sarà un altro dei miei soliti abbagli (nel cercare la locandina ho visto un 4.2 di media su Imdb) ma tant'è.
 The Maus è un thriller psicologico bellissimo, quasi privo di difetti, molto duro e che riesce a raggiungere il suo obiettivo più profondo, ovvero quello di raccontare gli orrori e le scorie che lascia una delle guerre più subdole e disumane, quella etnica.
Se vi ricordate anche quel film inaccettabile di A Serbian Film aveva come "scusa" lo stesso obiettivo, ma quella fu una paraculata tremenda per mettere poi in scena uno spettacolo degli orrori su cui non ho voglia di tornare a parlare.
Altro film su filone thriller-horror che ha come sfondo la guerra dei Balcani è il bellissimo The Seasoning House che riesce quasi a sprecare però nell'ultima mezz'ora una prima ora da mezzo capolavoro di genere.
Ecco, The Maus è forse il film più "piccolo" tra i 3 citati ma è quello sia narrativamente che qualitativamente più coeso e convincente.
Siamo in Bosnia e c'è una coppia - lei bosniaca, lui tedesco (forse non a caso)- che rimane ferma con l'automobile.
Lei "sente" strane cose nella foresta.
Poi scopriremo che quel bosco e quei luoghi hanno per lei un forte significato.
Due cacciatori serbi si offrono di aiutare i due a camminare nel bosco, pieno ancora delle mine di guerra.
Ovviamente non è quello il loro scopo principale.


Boh, io faccio fatica a capire come certi film non vengano fori.
Sono sempre più convinto che l'essere "su netflix" li penalizzi da morire.
Se The Maus avesse avuto il solito percorso dei cult del sottobosco, ovvero quello di girare nei canali pirata, secondo me me lo ritrovavo decine di volte nella bacheca di fb o nei blog degli amici.
Non manca niente a questo gioiellino, location, attori (lei devastante in una prova sia fisica che psicologica incredibile), regia (ne parleremo), script e sottotesto metaforico.
Cosa volemo de più?

La partenza ricorda Aronofsky.
Noi addosso a lei, quasi sempre di spalle, come ama fare -tra gli altri- il grande regista di The Wrestler, Madre! e Il Cigno Nero.
Siamo in piano sequenza e lì per lì ho pensato che tutto il film potesse esserlo.
In realtà di long take ce ne saranno moltissimi e questo stile di regia contraddistinguerà tutto il film, un film quasi totalmente focalizzato su di lei (e i paragoni con madre! secondo me possono starci in alcuni momenti).
Lei ha un viso a metà tra Rooney Mara e la Witherspoon, davvero folgorante per bravura e carisma.
La prima sequenza ci lascia intendere che il filone trascendentale (o horror) potrebbe far capolino da un momento all'altro.
Se lo farà, però, accadrà in un modo davvero bello, coerente e non banale.
Siamo in un bosco soleggiato ma lei parla di nebbia (e già qui impossibile non pensare ad una componente mentale), lo vedi che non è tranquilla e quel luogo per lei significa qualcosa.
Tranquilli, niente resterà nascosto, i pezzi (a parte lo stupendo finale) saranno incastrati in maniera evidente.
Il vero e proprio film comincia dall'incontro con i due "cacciatori" (probabilmente ex militari autori di eccidi in epoca di guerra).
E The Maus diventa così tante cose insieme.

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Un drammatico a tinte forti, fortissime, capace almeno di alcune scene davvero molto toste (nello stupro lei è straordinaria per verosimiglianza).
Diventa anche un film di denuncia, un film che cerca di analizzare quanto essere sopravvissuti ad una guerra etnica, sia da vittime che da carnefici, possa minare per sempre la propria psiche e il proprio comportamento.
Diventa anche un thriller psicologico, con quel baricentro che rimane sempre e comunque la mente devastata di lei, e quei "sogni lucidi" che ogni volta a noi spettatori paiono realtà.
E fa capolino anche l'horror, in qualche sequenza più cruenta e in quella specie di "alieno" che vedremo un paio di volte, durante i due omicidi.
Probabilmente rappresenta quell'angelo custode che invoca ogni tanto, probabilmente una presenza trascendentale che l'accompagna, probabilmente anche una specie di metafora di un angelo della morte che in qualche modo punisce gli assassini, si vendica.
Quello che è sicuro è che ad una prima parte preparatoria di mezz'ora in cui si stava quasi correndo il rischio della noia seguirà un'ora in cui non ci sarà più spazio per respirare, tra scene molto forti (la morte del cane, lo stupro), flash back di spiegazione (quello del padre e dell'esecuzione) e questo presente in cui è costante l'alone di minaccia, anche se ad un certo punto non riusciamo più a capire se quello che stiamo vedendo sia sogno o realtà.
Ho trovato perfetto anche l'uso delle due lingue, il che rende tutto ancora più inquietante (il non capire una lingua ti mette in una condizione di estrema debolezza).
C'è una scena molto interessante, ovvero quella di quando il ragazzo viene schiaffeggiato. 
Io ho avuto la sensazione che anche lui potesse essere un "cattivo" e che qualcosa poi sarebbe successo in tal senso.
Anche se la recensione è già piena di spoiler non dico altro però.
Ecco, se devo trovare un difetto non mi piaceva la recitazione del fidanzato (anche se poi nel finale mi è venuto il dubbio che il personaggio la richiedesse) mentre ho trovato perfetti i due serbi, una specie di Pino Insegno e Pasquale Militello.
Tantissime le sequenze al buio completo, alcune di raccordo e non diegetiche (il passaggio da un sogno alla nuova realtà), altre invece dovute all'oscurità del bunker dove si svolge almeno metà del film.
Ad un certo punto vuoi l'alieno, vuoi il bosco, vuoi la situazione e vuoi la metafora bellica ho iniziato a trovare molti punti in comune col nostro (bellissimo) Shadow di Federico Zampaglione.
Certo lì siamo nell'horror puro mentre The Maus (che in tedesco - del resto si legge come "mouse" - significa topolino. Ah, già dal titolo si vede questo gioco con le due lingue, molto interessante) è un film capace di spaziare in più generi.
Comunque la storia inizia a delinearsi, il passato di lei viene fuori e alla fine usciamo dai sogni per trovarci finalmente in una realtà definitiva che tanto meglio dei sogni non è, anzi...
Il fatto che il ragazzo sia tedesco e che anche lui debba avere a che fare con questioni etiche e morali secondo me non è stato messo a caso.
C'è però una scena insensatamente lunga, quella de Pino Insegno col fucile in quella specie di nebbia, davvero gratuita.
Nel prefinale c'è un momento secondo me di alta scrittura, ovvero quello in cui lui le dice "se premi quel grilletto io non ci sono più", grandissima frase a significare che compiere quel gesto significherebbe per lui immaginare di passare la vita insieme ad un'assassina (certo, aveva già ucciso, ma per difesa), qualcosa che non potrà più essere dimenticato.
Poi omicidio sarà, in un bellissimo secondo piano sfocato.
E poi scoppia quella mina che ci porta ad un finale grandioso che io ho interpretato così.

Immagine correlata

La telecamera segue di spalle lei.
Lui è morto sulla mina, siamo tempo dopo.
La camminata è lunga, bellissima, in mezzo ad un parco.
Poi lei arriva da degli amici. 
E noi vediamo sbucare lui.
No, è lui il sopravvissuto, lei è solo la nuova fidanzata.
Davvero potente, scritto da Dio.
Ma non finisce qua.
Mentre lui si allontana sentiamo delle urla.
Tutti scappano.
Ci immaginiamo un attentato terroristico. E anche qui grande scrittura, in soli 30 secondi riusciamo a fare il collegamento tra la guerra etnica di un tempo e il nuovo terrorismo di oggi.
Ma no, nella terza perla di sceneggiatura in 4 minuti noi vediamo (sfocata) lei con il fucile.
Tutto stavolta è nella testa di lui.
Adesso sta a lui provare quello che provava lei nel bosco. Sta a lui essere un sopravvissuto di una atrocità, di un qualcosa di disumano.
Adesso i demoni sono suoi
Bellissimo

7.5

31 commenti:

  1. Visto ieri e condivido tutto quello che dici. L'unico difetto che ho trovato è un po' la mancanza di ritmo in alcuni punti, avrei sacrificato una 10ina di minuti per una narrazione più scorrevole.

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    1. sono talmente d'accordo con te che ero convinto che sto difetto l'avevo scritto in rece

      ma evidentemente no ;)

      insomma, quel 4.20 di media grida vendetta almeno anche per te :)

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    2. Infatti non guardo mai le votazioni si quei siti, non mi fido della massa.

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    3. ah, io meno di te ;)

      anzi, faccio sempre discussioni con gli amici che guardano film condizionati dai voti

      io nemmeno ci vado mai a vedere

      solo che cercando la locandina ho visto quel 4.2 e m'è venuto da ride

      e a maggior ragione so stato contento del mi 7.5 (per quello che contano i voti poi eh)

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  2. Bello. Ho dato uno sguardo alle recensioni su IMDb e secondo me quelli che danno tipo 1/10 non sanno cosa hanno visto, ma chi se ne frega?

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    1. molto bene ;)

      riguardo la seconda parte del tuo commento rispondo appena qua sopra all'altro amico :)

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  3. Ciao, credo che quella sensazione del fidanzato cattivo,con quello sguardo da psicopatico violento,sia magnifico per significato e cultura storica.Un tedesco,dolce,educato,ben vestito,bilingue e che dopo un'offesa immeritata(lo schiaffo) si sia trasformato improvvisato in violento,spietato e freddo?Ma dopotutto cosa è successo ai tedeschi dopo aver perso la prima guerra mondiale?

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  4. Ciao ,ho seguito il tuo consiglio e visto questo film!
    Perchè me l'hai consigliato?
    Confesso che ho spulciato tra i commenti e ho letto che qualcuno ha parlato di A Serbian Film (spero che qualcuno l'abbia fatto sennò ho preso fischi per fiasche ;)- non ho letto la rece ne i commenti con attenzione , lo farò...magari dopo la tua risposta.
    Dicevo A serbian...e ho pensato che questo The Maus fosse una specie di copia del film Serbo (ho pensato ...perche Giuseppe me lo consiglia altrimenti?)
    Invece mi sa che di Serbo ci sono solo i due tizi che stanno sulle palle alla protagonista.
    Dopo sto prologo del cazzo , ti dico che dopo le prime scene del film mi è venuta in mente Arisa!!!
    Si la cantante siciliana , ma non tanto lei ma un discorso
    che feci anni fa con un medico mio collega di lavoro.
    Arisa aveva portato a Sanremo una canzone accompagnata da un trio di uomini vestiti da donne ( tipo le Sorelle Bandiera )che cantavano con lei.
    La canzone era carina ...per la mia ignoranza rappresentava qualcosa di nuovo o comunque originale rispetto alle solite canzoni sanremesi.
    Quel medico (una persona molto colta , di profonda cultura e tanti interessi)dopo averla ascoltata casualmente se ne usci' con una frase tipo :" senti qua ...non si inventano mai niente di nuovo , si rifanno sempre alle solite canzoni vecchie a qualcosa ch'è gia stato molti anni prima!"
    Ecco guardando questo film ho rivisto nell'ordine :
    -Un tranquillo weekend di paura , i due tizi (soprattutto il magrolino pure gli assomigliava fisicamente)erano loro dai..
    -Eden lake , la storia della coppia di fidanzati nel bosco solo che in The Maus manca il lago.
    Platoon ,Vittime di guerra e altri film sul Vietnam mi condizionavano sull'originalità' delle allucinazioni di Selma.
    Ci ho visto dentro questo film tante cose , forse non molto originali però è anche vero che trovare qualcosa di nuovo dentro il genere Survival (?)non è poi così facile.
    Ahahh poi i quadri neri dove non vedi niente ma senti solo le voci...ti dirò che alla prima vista dello schermo buio e del suo prolungamento fastidioso ho pensato che non ci fosse rete (avevo perso Netflix cazzo!)..poi per fortuna ho alzato un pò il volume , dopo sono usciti i sottotitoli ;)
    Finale esplosivo , letteralmente che non ti fa capire se dopo la pazzia di lei (giustamente dopo quello che le hanno fatto passare i serbi a lei e alla sua povera famiglia , sfido chiunque a restare lucido)...sia diventato pazzo pure lui!
    Grazie e a presto ciaoo!!

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  5. eccomi

    no no, io stesso ho parlato di a serbian film, probabilmente l'hai letto proprio da me (nel mini riassunto prima della recensione)

    ovvio che del film serbo non ha niente, ma io, e magari anche gli altri, lo abbiamo citato per un altro motivo, ovvero per l'operazione che ci sta dietro

    entrambi i film vogliono essere metafora della guerra dei balcani e delle scorie che lascia

    e uno per me è onesto e l'altro no :)

    pensa te, a te piaceva quella canzone per un "qualcosa di nuovo" come al tuo medico non piaceva perchè era qualcosa di vecchio

    tranquillo week end di paura quoto
    eden lake quoto
    i film di guerra e allucinazioni quoto

    vero, quei neri sono lunghissimi e all'inizio ti fanno pensar male

    che poi non sono nemmeno quadri neri, la macchina da presa inquadra, solo che è buio pesto, per questo li ho trovati davvero belli perchè quando poi torni alal luce capisci che siamo sempre nella stessa inquadratura

    esatto, il finale l'hai inteso bene, ora è lui ad avere incubi per la tremenda vicenda vissuta...



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  6. La vicenda pare proprio essere un microcosmo allegorico della guerra serbo-bosniaca. Più volte il fidanzato di lei viene chiamato "Europa" dai persecutori serbi, e lì si può trovare la chiave di volta. Lui (l'Europa) promette rassicurante a lei (Bosnia) di proteggerla da qualsiasi pericolo, anche quando si manifestano tipi serbi (… ehm, Serbia) esplicitamente minacciosi. La narrazione filmica comprendente la vicenda dei due, il loro agire, le scelte, la mimica facciale persino, procede di pari passo a ciò che storicamente (o almeno per una delle parti in questione, volendo essere democristiani...) viene scritto della questione bellica: l'Europa somma protettrice delle piccole nazioni indifese, spergiurando, prima sottovaluta il pericolo, poi reagisce in ritardo e in modo inadeguato, non riuscendo ad evitare il sangue e la carneficina.

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    1. io avevo identificato (mi pare) lui con la germania ma sì, hai perfettamente ragione, lui è l'europa "civile" (tra l'altro, come hai scritto, lo chiamano così proprio)

      perfetto racconto della metafora dall'inizio alla fine

      credo sia uno di quei casi in cui non dobbiamo parlare di lettura particolare e virtuosa ma temeraria, bensì di una metafora quasi "sicura" in come l'hai descritta

      ti sei dimenticato però il finale (a voce invece ne avevamo parlato) ovvero di poi come questa cosa si ritorca contro e nelle nostre nazioni sicure arrivi la paura, il terrorismo

      probabilmente in quest'ottica dovuto anche ad un senso di colpa per aver gestito male le cose o essere stati troppo arroganti con gli altri

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    2. Hai ragione sul finale, in cui la metafora diventa un messaggio forse coraggioso, ardito, forse troppo schierato e pericoloso. Cmq non mi sono dimenticato, sono stato pigro come al solito

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    3. secondo me, però, un finale necessario

      sia a livello cinematografico (ossia se parliamo anche solo del film) che metaforico

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  7. Risposte
    1. sembriamo tutti concordi

      eppure de sto film nessuno ne parla e le medie ovunque sono terribili ;)

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  8. Ciao a tutti.

    Io credo che si sia cercato di rappresentare, in maniera soddisfacente, il ruolo delle potenze in gioco durante il conflitto tra Serbia e Bosnia.

    Lei la vittima Bosnia, i serbi i carnefici, e il tedesco l'Europa.

    È una denuncia, neanche troppo velata, dell'inutilita del ruolo europeo durante la guerra, che a parole forniva protezione e rassicuzione ai bosniaci ma che nel momento del bisogno non traduceva le parole in fatti.

    Ecco perché alla fine lei chiede dove lui fosse nel momento bisogno.

    Il finale è potente: lui che ormai si è dimenticato di lei, sta con un altra, non importa chi, sicuramente le dirà le stesse cose che diceva alla ragazza precedente. Però la tranquillità viene incrinata dallo spauracchio del terrorismo. È ora che l Europa faccia i conti con la sua inettitudine, con i giochi di potere e le promesse non mantenute.

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    1. perfetto Anonimo

      anche Federico qua sopra di te aveva scritto cose simili ma hai asciugato benissimo tutto nel descriverlo

      anche quello che dici sul finale è perfetto ma io direi che, appunto, lui NON si è dimenticato di lei, è proprio questo senso di colpa inconscio, questo ricordo, a causare quello che vediamo

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  9. Peccato che su Netflix alcuni film c'è solo lingua inglese ...
    E mai possibile!!!!
    La lingua originale mettetevela su per il cul* .
    Siamo in Italia quindi mettete quella dannata lingua in ITALIANOO CAZZ....😠😠😠😠

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    1. la penso esattamente all'opposto tuo, scusami :)

      per me sempre lingua originale!

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  10. tanti sanno quanto sono attratto dalla guerra dietro casa nostra (ex-jugoslavia) e dai lasciti, così non potevo farmi sfuggire questo "The Maus", anche se quei riferimenti (inesistenti) a "A Serbian film" hanno inconsciamente rimandato più volte la visione; fino a ieri. Ci sono praticamente solo 4 attori che rappresentano: l'Europa/Germania (lui), la "protetta" Bosnia (lei), gli aggressori Serbi (i cacciatori). La location è unica: un'area circoscritta di bosco luminoso e verde (la Bosnia) ma disseminato di mine e un bunker di guerra ora rifugio dei cacciatori. Ecco un film fatto con pochissimo, ma curato anche nell'estetica, nelle immagini spesso in primo piano (non dico alla "figlio di Saul", ma quasi), nella fotografia. Ottimamente interpretato, ognuno rappresenta il carattere della nazione/ente che lo identifica e ne prende le medesime decisioni con la medesima risolutezza. Così al decisionismo di Lei/Bosnia, stuprata, violentata, aggredita, ma risoluta, in cerca di vendetta, fa da contraltare Lui/Europa_Germania solo capace di tranquillizzare a parole, ma in sostanza passivo e incapace, inadeguato. Così come i cacciatori/serbi, equivoci, rassicuranti in apparenza, ma evidentemente con secondi fini. Nella costruzione dei personaggi e dei ruoli mi ha ricordato "Madre!" di Aronofsky. Ci sono delle lunghezze di troppo, qualche sequenza fastidiosa e un pizzico di sovrannaturale e poi un finale perfettamente costruito che può spiazzare solo se non si è compresa la metafora del film. Un gioiello che meritava più attenzione

    VOTO ****

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    1. cazzo, ma allora non sono un pazzo

      sto film per me è pazzesco, l'ho fatto vedere a 4-5 persone e tutti me l'hanno confermato

      ma non solo non ne parla nessuno ma in tutto internet ha voti che non arrivano alla sufficienza...

      io quella lettura "persona-nazione" credo l'avevo fatta (non rileggo la recensione) ma poi voi nei commenti l'avete sviscerata molto meglio di me

      quindi ho letto con gusto tutta la tua metafora svelata ;)

      beh, anche senza rileggere la recensione sulle vicinanze con madre! sono sicuro di averne parlato, forse anche un paio di volte ;)

      finale mostruoso per costruzione e significato

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    2. Ottimo. A volte ci incrociamo, altre (meno) no

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  11. A me è piaciuto molto e condivido la tua recensione, forse si, in alcuni punti é un po'lento. Mi sono piaciute molto le riprese estremamente reali. Io non ho colto la scena di quando hanno sparoto al ragazzo (prima di trascinare lei nel bunker)era lei che l'ha immaginata?

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    1. ciao!
      finalmente qualcuno che apprezza ;)

      eh, amico, se l'ho scritto l'ho visto sicuro ma ora a memoria impossibile ricordarsi...

      ricontrolla e fammi sapere!

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  12. Adoro A Serbian Film. Se non l'avessi mai visto non avrei mai iniziato il mio lungo viaggio ( o sarebbe meglio dire discesa agl'inferi?) nel mondo del cinema estremo. Non sono certo l'unica ad aver apprezzato oltremodo la pellicola di Spasojevich dato che la recensione di questo film è proprio l'episodio numero 0 della serie curata dai simpaticissimi e geniali youtuber della Shivaproduzioni ( purtroppo negli ultimi mesi han fatto poco ma fino ad un anno fa non mi perdevo un loro video o una loro recensione di cinema estremo). Fotografia eccellente dai colori lividi, gelidi e subito dopo accesisissimi fino a dar fastidio, colonna sonora superba, sceneggiatura impeccabile, montaggio ad incastro incalzante e febbrile col pretesto dei video inseriti nella videocamera, recitazione sublime, trama avvincente e così via. Insomma. Per me A serbian più che un film horror è una grande, immensa, struggente e grandguignolesca storia amore. Maus d'altro canto è un ottimo prodotto. Curato, ansiogeno, quasi soffocante e claustrofobico nonostante sia ambientato per lo più in una foresta, questo grazie alla grande abilità del regista con la cinepresa. Un esordiente da tenere d'occhio

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    1. come forse avrai letto su A Serbian FIlm siamo all'opposto, la trovo un'opera tremenda, sbagliata e immorale, anche se tecnicamente superba

      Ah, sì sì, Shiva son grandi, anche io ho visto tantissimo di loro, decine e decine di recensioni o classifiche

      perfettamente d'accordo con The Maus e anche col tuo parallelo con The Seasoning House, film che adoro e di cui maledico la seconda parte tanto più debole (e poco credibile) della prima

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    2. È vero😁. La seconda parte di The Seasoning House ha parecchie cadute in termini di credibilità e pure di idee ma ritengo che quando la storia arriva ad essere davvero troppo crudele almeno qualche contentino il regista deve concederlo allo spettatore. E cmq non è male l'idea che lei riesca a cavarsela perché minutissima e quindi in grado di intrufolarsi in tutti i cunicoli della casa, cunicoli che conosce a menadito dato che, ignorata da tutti per mesi o forse anni, ha percorso e studiato nei minimi dettagli. In realtà della seconda parte salvo solo questo. Grazie del confronto. È un piacere leggere le tue recensioni.

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    3. sì sì, assolutamente. Ma, senza andare nelle singole scene o scelte c'è un'assurdità di fondo, ovvero come una ragazzina spesata e minuta alla fine riesce e far fuori veterani di guerra abituati ad uccidere chiunque

      non so, secondo me era un film che se con coraggio fosse rimasto più nel realismo drammatico sarebbe stato un mezzo capolavoro

      resta bellissimo

      grazie Vale, davvero...

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  13. Diciamo che più che accostarlo ad A serbian film, Maus potrebbe ricordare per certi aspetti The seasoning house. Un film che ha molti difetti sicuramente, ma non certo quello di annoiare o lasciarti indifferente.

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao