14.6.19

Oltre l'Immagine, viaggio nel significato nascosto dei film (9) - Waking Life - di Edoardo Romanella

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Nono appuntamento con la rubrica di Edoardo



IL SOGNO E’ IL DESTINO



Questa è una delle prime frasi del film, ed è una frase che dice tutto su questo straordinario capolavoro: Waking Life, di Richard Linklater.
Stavolta non c’è bisogno di particolari spiegazioni che ne facilitino la comprensione, perchè ciò che vediamo dall’inizio alla fine altri non è che un sogno, un sogno rappresentato come meglio non si poteva fare, facendo uso della cosiddetta tecnica del Rotoscope (già utilizzata per “Il signore degli anelli” del 1978): dapprima utilizzando il digitale per le riprese, poi una squadra di disegnatori per creare ogni fotogramma con linee e colori, in un lavoro di quasi un anno, servendosi degli artisti più svariati, al fine di dare al film un effetto costantemente mutevole, surreale e onirico. Il risultato incredibile, che non ha precedenti.
Assistiamo a un susseguirsi di riflessioni sull’esistenza, di situazioni bizzarre, di strani personaggi e di immagini tremendamente potenti, vissute da un protagonista fisso, che altri non è che un ragazzo, e vive tutto ciò nell’istante prima di morire (un incidente come probabile causa).



Quello che più sorprende, oltre alla potenza delle immagini e all’associazione delle stesse (come se fossimo davvero all’interno di un sogno) sono i dialoghi del film, le cose che vengono dette, scandalosamente profonde, filosofiche, surreali e al tempo stesso logiche, in una sceneggiatura unica e irripetibile, scritta interamente da Richard Linklater, con citazioni anche a filosofi, scrittori e scienziati contemporanei, tra i quali a un certo punto, alla fine del film, spicca la mente di uno dei più grandi scrittori del nostro tempo, il grande Philip K. Dick.

SCORRETE LACRIME, DISSE IL POLIZIOTTO


E poi quelle musiche: straordinarie, incredibili, perfette.
Quando l’ho visto sono rimasto incredulo davanti a un risultato del genere, sembrava di sognare anche a me. Sognare ed essere consapevoli di stare sognando, così è all’interno del film, e così anche a tutti voi probabilmente sarà capitato qualche volta, l’unica differenza è che ognuno di noi si risveglia la mattina successiva, il protagonista invece, come mostrato nel finale, non più soggetto alla forza di gravità (anche questo comune effetto del sogno), viene attratto verso il cielo, che sta a significare la fine della sua vita (cosa ci sia oltre non potremo mai saperlo).



Basta, non occorre che dica più nulla riguardo quest’opera, ogni parola sarebbe superflua. Solo un consiglio obiettivo e spassionato: dovete guardarlo, c’è l’Universo in questo film.
Forse il più grande nella storia del cinema.

2 commenti:

due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

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3 ciao