Quest'anno si chiude con circa 80 visioni, praticamente un film e mezzo a settimana, anche se finita l'estate si è viaggiato a un film ogni 2 giorni. Il blog è comunque uno spazio personale, non una rivista, per questo preferisco inserire nelle classifiche le mie visioni dell'anno, a prescindere dalla data d'uscita della pellicola (anche se non volendo sono praticamente tutti 2010...). Non conteggio film, come Old Boy, come Tarnation, rivisti per l'ennesima volta, soltanto prime visioni.
I TITOLI RIMANDANO ALLE RECENSIONI
TOP 10
I TITOLI RIMANDANO ALLE RECENSIONI
TOP 10
In un anno un pochino deludente per uno dei miei generi più frequentati, l' Horror, voglio premiare come miglior esponente il film di Marshall. Atmosfera e ambientazioni eccezionali, direzione degli attori e uso degli spazi mirabile e sottotraccia una storia umana da raccontare con forza e delicatezza allo stesso tempo.
Anche stavolta la Pixar è riuscita a sorprendere prendendo in mano una miniserie che sembrava ormai conclusa tirandone fuori quello che addirittura è forse il miglior episodio. Divertimento ed emozioni a go go, con la scena della discarica nell' Olimpo del genere.
Ritorno al cinema-fiume che si prende il tempo di raccontare. La vicenda di un ragazzo che entra in un carcere povero e analfabeta per uscirne come un leader della malavita. Un romanzo di formazione scritto da mani in stato di grazia.
Quasi impossibile non accomunare questa pellicola spagnola a Il Profeta. Entrambi carcerari, entrambi europei, entrambi semisconosciuti, entrambi fortissimi. Premio per un'incollatura il film di Monzon perchè, se possibile, ancor più cinico e coraggioso. Se Il Profeta era un romanzo di formazione, Cella 211 ha la durata di una pagina, una terribile, devastante pagina di 24 ore.
La grandezza del film di Haneke, oltre nella superba fotografia e nella bravura del cast, sta tutta al di sotto delle immagini. E' un film inscindibile dal suo messaggio, dalla sua tesi. Quando questa viene recepita del tutto la bellezza della pellicola straborda. Regista incredibile, forse superato quest'anno da una regista che sembra una sua allieva.
Eccola qua la piccola Haneke, la 38enne austriaca Jessica Hausner. Lourdes è un dono offerto alle nostre menti e coscienze, un prodotto che con grazia, misura, sobrietà sa lanciare stilettate e regalare emozioni. L'indimenticabile finale è a mio parere la più bella scena dell' intera stagione cinematografica 2010.
Sarà la mia venerazione per Rockwell, sarà che il regista Jones ha dimostrato che si può ancora fare fantascienza con poco, sta di fatti che Moon mi ha letteralmente stregato. La morale e l'etica, la spersonalizzazione e la ricerca di identità, il cinismo della Scienza contrapposto all'immortalità delle emozioni. Film intimo se ce n'è uno, contrappone l'uomo a se stesso. Rockwell mostruoso, è lui il mio M.V.A (most valued actor) 2010.
Credo non ci sia niente da dire. Quando i miliardi si uniscono con il genio al cinema si può ancora sognare e riflettere, tenere ossimoricamente il cervello spento e acceso nello stesso tempo. Colonna sonora e scenografie da Storia, intreccio a livello verticale incredibile.
La mia anima melanconica è stata totalmente devastata e inebriata da questo capolavoro della non speranza, da questa Apocalisse del mondo e dell'uomo. Anche qui premio il coraggio, l'anticinematograficità, la forza del pugno che ci arriva allo stomaco. Non mi ricordo un film così pessimista, così definitivo. Si piange digrignando i denti.
Perchè emotivamente è la pellicola che mi ha più coinvolto, perchè tratta tematiche durissime senza retoriche e sensazionalismi, perchè ha una costruzione perfetta, perchè è un film coraggioso che, come Lourdes, nello straordinario finale non dà sentenze, ci parla della vita, sta a noi scegliere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Visione obbligata nelle scuole a parer mio.
Ritorno al cinema-fiume che si prende il tempo di raccontare. La vicenda di un ragazzo che entra in un carcere povero e analfabeta per uscirne come un leader della malavita. Un romanzo di formazione scritto da mani in stato di grazia.
Quasi impossibile non accomunare questa pellicola spagnola a Il Profeta. Entrambi carcerari, entrambi europei, entrambi semisconosciuti, entrambi fortissimi. Premio per un'incollatura il film di Monzon perchè, se possibile, ancor più cinico e coraggioso. Se Il Profeta era un romanzo di formazione, Cella 211 ha la durata di una pagina, una terribile, devastante pagina di 24 ore.
La grandezza del film di Haneke, oltre nella superba fotografia e nella bravura del cast, sta tutta al di sotto delle immagini. E' un film inscindibile dal suo messaggio, dalla sua tesi. Quando questa viene recepita del tutto la bellezza della pellicola straborda. Regista incredibile, forse superato quest'anno da una regista che sembra una sua allieva.
Eccola qua la piccola Haneke, la 38enne austriaca Jessica Hausner. Lourdes è un dono offerto alle nostre menti e coscienze, un prodotto che con grazia, misura, sobrietà sa lanciare stilettate e regalare emozioni. L'indimenticabile finale è a mio parere la più bella scena dell' intera stagione cinematografica 2010.
Sarà la mia venerazione per Rockwell, sarà che il regista Jones ha dimostrato che si può ancora fare fantascienza con poco, sta di fatti che Moon mi ha letteralmente stregato. La morale e l'etica, la spersonalizzazione e la ricerca di identità, il cinismo della Scienza contrapposto all'immortalità delle emozioni. Film intimo se ce n'è uno, contrappone l'uomo a se stesso. Rockwell mostruoso, è lui il mio M.V.A (most valued actor) 2010.
Credo non ci sia niente da dire. Quando i miliardi si uniscono con il genio al cinema si può ancora sognare e riflettere, tenere ossimoricamente il cervello spento e acceso nello stesso tempo. Colonna sonora e scenografie da Storia, intreccio a livello verticale incredibile.
La mia anima melanconica è stata totalmente devastata e inebriata da questo capolavoro della non speranza, da questa Apocalisse del mondo e dell'uomo. Anche qui premio il coraggio, l'anticinematograficità, la forza del pugno che ci arriva allo stomaco. Non mi ricordo un film così pessimista, così definitivo. Si piange digrignando i denti.