Torna la rubrica di Pietro, direttamente dal suo blog dal nome impronunciabile, che ci racconta, nella sua maniera, di film che possiamo trovare sul tubo legalmente e goderci comodamente dal nostro pc (che questo sia il futuro del cinema?).
Il regista, scrittore, fumettista, saggista, drammaturgo, poeta cileno che in tanti osannano e che può essere considerato, almeno nel cinema, il nuovo Dalì. Questa pellicola è puro onirismo, totale follia, eccentrica immaginazione: non dico altro, leggete qui e vedetelo, anzi prima vedetelo (in fondo il link legale per farlo) e poi parliamone:
- inizio con spiegazione didascalica del titolo e riassunto brevissimo del film
- titoli di testa inclinati incredibilmente fastidiosi da leggere
- nessuno dei personaggi è normale, per noi, ma nel loro mondo son tutti normali e fan quello che deve essere fatto
- il sangue è palesemente finto, ma non importa la realtà o la bellezza degli effetti, quanto il significato dell'immagine, e c'è tutto
- le inquadrature son tutte da dio, il montaggio è molto ricercato e molto evocativo, come lo sono tutti i gesti dei personaggi, mai casuali
- film anni '70 che riprende il western usandone però solo i luoghi e i personaggi principali
- Alejandro è sia davanti che dietro la macchina da presa, oltre che sceneggiatore, curatore della colonna sonora, scenografo e costumista
- violenza, perversione, potere, sesso, morte, crudeltà tutto in una sola pellicola
- i paesaggi son potenti da soli, ma la scelta delle inquadrature li rende ancor più incantevoli (il set è lo stesso che Glen Ford utilizzò per la pellicola The law of Tombstone)
- aforisma del film (probabile autocitazione del regista stesso): "sono talmente forte che posso giocare con questa forma delicatissima senza romperla"
- l'audio, come gli efeti, è pessimo, ma si passa anche qui sopra alla banalità comprendendone il significato
- tante metafore, forse troppe, per raccontare il diverso in ogni sua possibile declinazione
- l'uomo senza braccia che porta l'uomo senza gambe è una simbolo molto più forte e significativo del'85% del cinema mondiale
- l'omosessualità è parecchia, e nei momenti più improbabili: la scena col fico d'india è al limite della sensualità
- John Lennon, Peter Gabriel, David Lynch, Marylin Manson, i Kasabian, Franco Battiato e i Timoria sono artisti (più o meno famosi) fan del film; gli ultimi gli han pure dedicato una canzone
- la caverna degli storpi ricorda, forse la caverna di Platone, ma di certo questo è uno dei mille rimandi che il regista cileno ficca tra le immagini
- si è parlato di un sequel, ma niente è stato fatto (per fortuna direi)
- se c'è una trama non credo di averla compresa a pieno, ma neanche parzialmente, ma comunque rimane qualcosa che chi ama il Cinema, e soprattutto chi vuol farlo, deve vedere assolutamente
- stessa cosa dicasi per il genere...una sorta di bildungsfilm (parola da me inventata qui e qui)on the road, anche se non si capisce bene verso dove o verso cosa: un girone dantesco in salsa western, o un western dantesco?
- la prima parte è molto più "action" mentre nella seconda troviamo la storia d'amore e quella della ricerca di una soluzione ad un problema che finirà con l'uccidere tutti
- Goichi Suda ha citato El Topo come fonte d'ispirazione principale per il suo gioco No More Heroes. Tra le somiglianze tra il film e il gioco, c'è una donna che chiede al protagonista di sconfiggere i maestri pistoleri/assassini per diventare il più bravo e il protagonista che fa lavori strani per guadagnare soldi
- il finale è triste, distruttivo, potentemente triste e violentemente angosciante, non lascia spazio a nulla che non sia la tristezza e l'impotenza di fronte a quelle immagini
- 125 minuti di puro onanismo onirico psichedelico
-
- di certo adesso andrò a cercarmi tutto il resto della sua produzione che vedrò, con calma, ma senza perdermi un titolo (peccato sia saltata la presentazione de La danza della realtà lo scorso 14 gennaio a Catania)
- niente è spiegato, tutto va capito e interpretato, e forse per questo è un grande film
E peccato che non sia riuscito a girare Dune, progetto avviato e poi naufragato.
RispondiEliminapurtroppo di suo non ho visto altro...ma da questo, seppur pesante e indicibilmente complesso da comprendere, penso che qualsiasi cosa lui non abbia fatto sia un peccato
EliminaBravo Piè! Amo alla follia tutto quello che produce Jodo e quando vidi per la prima volta questo film fu un shock assurdo! da vedere e rivedere, pieno di simboli, il punto di forza è proprio il fatto che niente è spiegato, sei tu spettatore a dover cercare chiavi di lettura che sono ogni volta diverse.
RispondiEliminae credo che una sola visione non basti, assolutamente, a coglierne tutti gli aspetti
EliminaFilm magnifico! E' stato amore fin dal primo fotogramma!
RispondiEliminadevo recuperare gli altri di Alejandro, ma mi sa che sarà amore...
Elimina