24.1.20

Recensione: "Occhio per occhio" ("Quien a hierro mata") - Su Netflix


L'ultimo film di Plaza è, secondo me, il suo migliore di sempre (a parte i due Rec con Balaguero).
Un drammatico che si tinge di crime e thriller con un soggetto molto semplice ma anche tanto originale.
Mario è un infermiere in una casa di riposo/clinica spagnola.
E' molto bravo, forse il più bravo, grande carisma, paraculaggine e capacità lavorative.
Un giorno capita nella struttura un vecchio molto speciale, il boss di una famiglia di narcotrafficanti, famosissimo.
Mario decide di occuparsene.
Forse, però, dietro questa scelta ci sono motivi diversi da quelli che pensiamo.
Su Netflix e con un grande Luis Tosar

scusate per la recensione povera ma ormai scrivo sempre giorni e giorni dopo, speriamo torni la scintilla del piacere di vedere film e scriverne

presenti spoiler

 Paco Plaza è uno dei grandi nomi del cinema horror/thriller europeo contemporaneo.
In realtà, se proprio devo dirlo, credo sia un filo sopravvalutato.
Praticamente, per caso, ho visto tutti i suoi film (a parte i primi 5 introvabili e non distribuiti).
E, certo, ha un capolavoro, Rec, e un grande film, Rec 2.
Ma là dentro c'era anche Balaguero, uno che poi ha dimostrato anche da solo di essere un grande.
Plaza ho sempre faticato, da Second Name a Rec 3, dall'episodio delle Peliculas para no dormir a Veronica.
Tutti film che vanno dal sufficiente al buonino, niente di orribile niente di eccellente.
Ecco che quindi posso dire con assoluta certezza che "Quien a hierro mata" è il film più grande del Plaza senza Balaguero.
Tra l'altro dopo tutti horror (anche se con molte variazioni) il Nostro cambia genere, regalandoci un drammatico/crime/thriller che di paranormale non ha assolutamente nulla ma, come il Bed Time dell'amico Balaguero, riesce a creare una tensione superiore ai film di genere sopracitati.
Tra l'altro, manco a fallo apposta, abbiamo proprio lo stesso attore di Bed Time, il grandissimo Luis Tosar.


Ma le "coincidenze" (sempre che lo siano) non finiscono qua visto che il personaggio che Tosar interpreta qua ricorda tantissimo quello del film di Balaguero.
Certo, le motivazioni che stanno dietro ai suoi gesti sono molto diverse, certo qua lui è la vittima, quello per cui tifiamo, e non il carnefice, ma il suo modus operandi è identico.
E, per non farci mancare nulla, il terribile finale di "Quien a hierro mata" ricorda molto l'altro finale, altrettanto terribile (ma che io trovai mal costruito), di Bed Time.

Mario è un infermiere in una casa di riposo/clinica spagnola.
E' molto bravo, forse il più bravo, grande carisma, paraculaggine e capacità lavorative.
Un giorno capita nella struttura un vecchio molto speciale, il boss di una famiglia di narcotrafficanti, famosissimo.
Mario decide di occuparsene.
Forse, però, dietro questa scelta ci sono motivi diversi da quelli che pensiamo.

Un drammatico che poi si veste da thriller e da crime, davvero bello.
La storia è semplicissima ma molto molto originale (non mi sono informato se è presa da un libro o altro). E' molto intelligente portare lo spettatore a scoprire la verità piano piano, inserendo sempre qualche elemento in più.
L'incipit è davvero ottimo, con quella gabbia nel mare e la telefonata definitiva.
E subito facciamo conoscenza con la famiglia criminale del film, il boss (personaggio bellissimo e complesso) e i suoi due figli, due cazzoni arroganti che credono di essere stocazzo mentre sono due e veri e propri incompetenti.

Tra l'altro tutti e 3 grandi attori che stanno perfettamente insieme a Tosar.
Mario ha la moglie incinta e lo spettatore più scafato capisce subito che ci sarà per forza una linea parallela tra morte e vita, omicidio e nascita.
Il film ben presto prenderà anche una via più d'azione con il colpo tra spagnoli, cinesi e colombiani, davvero ben girato e teso.
Da lì parte il vero film, in questo triangolo tra boss padre, Mario e i figli del boss.

La qualità migliore di Occhio per Occhio è una sceneggiatura davvero intrigante, "nuova" e una grande capacità di creare tensione ed empatia.
Il film è girato molto bene anche se la regia, rispetto alla storia e all'atmosfera, diventa un aspetto molto marginale.
In realtà non tutto funziona perfettamente, ad esempio la scena della morte del medico (quasi ridicola per le modalità e, soprattutto, insensata visto che mai qualcuno a casa di due sicari proverebbe a fuggire urlando "chiamo la poliziaaaaa!"), la motivazione che spinge Mario a fare quello che fa (qui andiamo in un argomento delicato ma che un ragazzo muoia di overdose non può essere solo colpa di chi la droga gliel'ha venduta) e il minimo rischio che i due figli a volte sembrino un pò macchiette.


Ma il rapporto "intimo" e segreto tra Mario e il vecchio è splendido (e, come dicevo, ricorda tantissimo quello tra Tosar e la ragazza in Bed Time), il personaggio di Tosar stesso ancora di più (davvero complesso, straordinario per tante scelte e azioni, molto discutibile per altre) e anche il dolore che racconta il film (ovunque, quello del vecchio morente, quello dei ricordi di Tosar, quello riguardo il nuovo figlio) riesce sicuramente ad arrivare allo spettatore.
Ottima la scena dell'incidente automobilistico, da vero e proprio noir, tra l'altro in montaggio parallelo con la preparazione al parto.
Ma il film è sempre lì, teso, tra piccole cose che possono succedere, segreti che possono venire a galla e situazioni che da un momento all'altro possono trasformarsi in tragedia.
Poi arriva la scena madre che ci aspettavamo sin dall'inizio, ovvero quella parallela tra una morte e la nascita.
(ok, mi sono accorto ora della battuta involontaria "scena madre")
Di lì partiranno 15 minuti finali splendidi, la scena del funerale (davvero perfetta, da brividi, con quel figlio tumefatto che balla alla morte del padre e pensando all'eredità), il notaio e poi i terribili 5 minuti finali.
E lo spettatore non può allora non ricordare quel vecchio che rise quando Mario gli chiese cosa ci faceva quel notaio lì.
Un regalo che è invece una vendetta e una condanna, un figlio che diventa una spada di Damocle come, anche se con dinamiche molto diverse, nel finale di Bed Time.
Davvero tremendo come finale, con quel sangue di morte là dove doveva esserci il simbolo della neo-vita.
Tremendo ma bellissimo

7.5

3 commenti:

  1. Ciao

    confronto su OCCHIO x OCCHIO

    ma Mario (infermiere) uccide il boss narcotrafficante con una overdose, perchè il fratello di Mario morì di overdose. Ma il boss ha avuto un ruolo diretto nella morte del fratello o solo un ruolo indiretto? cioè alla base della "vendetta" mi sembra ci sia un elemento pretestuoso, o sbaglio?

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    Risposte
    1. esatto, l'ho scritto anche io

      "la motivazione che spinge Mario a fare quello che fa (qui andiamo in un argomento delicato ma che un ragazzo muoia di overdose non può essere solo colpa di chi la droga gliel'ha venduta)"

      il fratello di mario spacciava per loro e magari loro lo fecero entrare nel mondo della droga

      ci sta come vendetta ma è tirata per i capelli

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    2. un po' troppo

      peccato perchè è un bel film

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due cose

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3 ciao