27.5.20

Recensione: "Hotel Gagarin"


Un film italiano che è un piccolo miracolo.
Non tanto per come è realizzato ma per tutto quello che riesce a darti in un modo talmente semplice, tenero e dolce che solo di miracolo si può parlare.
Tra "Boris", "Argo", "Ogni cosa è illuminata" e il bellissimo "La Banda", la storia di una finta troupe improvvisata che deve girare un film in Armenia.
La guerra li costringerà a non potersene andare, restando confinati nell'Hotel Gagarin.
Un film sulla possibilità di trovare la felicità nel modo e nel posto più insolito possibile ma, sopratutto, un film che è un commovente omaggio al Cinema, al suo potere salvifico e al suo ruolo originario, quello di far vivere i sogni delle persone.

Mi dispiace molto arrivare a scrivere di Hotel Gagarin a 5 giorni dalla visione ma per impegni e pigrizia ho rimandato fino ad adesso. Vediamo se riusciamo a recuperare più sensazioni possibili.
Intanto ringrazio "non ricordo chi" perchè questo titolo saltò fuori da qualche parte suggerito da un lettore. 
Ecco, meno male lessi quel commento perchè Hotel Gagarin è veramente una chicca.
Quello che davvero sorprende di questa pellicola italiana è il suo modo di dirsi e mostrarsi, di una semplicità disarmante.
Quando trovi film così semplici ed immediati raramente poi ti lasciano tanta ricchezza dentro. 
Hotel Gagarin ci riesce. 
E quando accade questo, quando ricevi così tanto col poco, capisci che è forse questo il segreto della dolcezza, quella sensazione piacevole di tenera empatia che si prova con cose minuscole.
Fateci caso, quando trovate un qualcosa "dolce" quasi sempre non è eclatante, sono sempre lati sussurrati di persone o cose.
E il film, oltre a suscitare questa incredibile dolcezza, riesce anche in un altro miracolo, a parlare contemporaneamente di tematiche molto importanti riuscendo a farcele arrivare tutte. Forse proprio grazie a questo suo porsi, chè si sa che quando qualcuno vuole "insegnarci" qualcosa in modo arrogante o altezzoso alla fine quelle cose non ci arrivano.


Hotel Gagarin è un film metacinematografico che mi ha ricordato, per diversi aspetti, 4 pellicole (o serie tv).
La prima è "Boris", serie tv che non ho mai visto ma della quale so molto.
Tutta la prima parte del film credo la ricordi parecchio.
La seconda è "Argo", per questa incredibile vicenda che mischia far cinema e Storia, per questa finta troupe che si trova in un territorio pericoloso. Alla fine, in entrambi i casi, il cinema sarà in qualche modo salvifico.
Il terzo è "Ogni cosa è illuminata", per questo tenero viaggio in un paese dell'Est in cui si scoprono usanze e persone ma, al tempo stesso, anche un modo di ritrovare delle radici e visitare un popolo con un tremendo dolore alle spalle.
Ma forse il film che per atmosfera mi è più venuto in mente è un gioiello israeliano, "La Banda", il racconto di un gruppo di uomini che casualmente si trova costretto a stare dove non vorrebbe e che in questa sosta forzata, in questa convivenza forzata scopre sentimenti mai provati prima, scopre di possedere un'umanità sopita.
E, come in quel grandissimo film, anche Hotel Gagarin c'è il racconti dell'unione di due popoli, unione costruita sulle piccole cose, sulle minuscole condivisioni.


Ma di cosa racconta Hotel Gagarin?
La Comunità Europea dà un sacco di soldi per finanziare un film.
Un politico si mette d'accordo con un suo amico - personaggio laido - per fingersi produttore e intascare i soldi.
Bisogna però far finta di farlo quel film.
E' ambientato in Armenia ed è tratto da un romanzo di un professore di Storia malato di Cinema (interpretato da Battiston).
Il regista, quindi, sarà lui, viene chiamato.
Poi il finto produttore deve trovare un'attrice (e assolda una prostituta vista per caso), poi un direttore della fotografia (e prende un fotografo mezzo tossico incontrato per strada) e un tecnico delle luci (il primo elettricista che vede).
A questi 4 disperati affianca una sua complice che, parlando il russo, gestirà la situazione in Armenia.
Si tratta solo di andar là, stare una settimana, fare qualche foto delle location, intascare i soldi e poi fuggirsene via.
Ovviamente gli altri 4 sono ignari di tutto, due (il professore e la prostituta) sono addirittura entusiasti, gli altri due più accorti ma comunque molto ben disposti.
I 5 arrivano in Armenia, nella neve e nel gelo, e il film ci regala squarci paesaggistici straordinari, che non possono non rimandare - per chi l'ha visto - al Wintersleep di Ceylan.
Arrivano quindi all'Hotel Gagarin, albergo molto bello che sarà loro base operativa.
Il fatto è che pochi giorni dopo l'Azerbaigian attacca il paese. 
C'è la guerra, arriva l'esercito, la finta troupe non può più andar via.

Tutti questi personaggi che vi ho descritto (tranne quello di Amendola) sono delle vere e proprie macchiette. Ovviamente la cosa è voluta (anche qui il riferimento a Boris) ma ho avuto la sensazione che si sia calcata troppo la mano, specie quando poi Hotel Gagarin svelerà la sua anima in qualche modo più "seria" ed emozionante.
Insomma, se l'esser macchietta aumenta la portata comica e caratterizzante di un personaggio, è anche vero che rischia un pochino di allontanarti dalla verosimiglianza e dalla "verità emotiva" del film.
Detto questo Hotel Gagarin è davvero un piccolo miracolo.
Il soggetto di base è molto carino e anche originale, poi l'intera sceneggiatura non offrirà particolari guizzi ma avrà il merito, come ho detto, di dare tantissimo con poco.
Anche perchè è percepibile quasi fisicamente l'amore con cui questo film è stato realizzato. Sembra una doppia operazione metacinematografica perchè oltre ad essere un film che racconta di una troupe che deve girare un film sembra quasi che quel finto film che devono realizzare sia veramente il "nostro" film, Hotel Gagarin.
Una supercazzola forse, ma lo spettatore nelle vicende di questa strampalata troupe riesce ad intravedere lo stesso dietro le quinte del vero film, di Hotel Gagarin. Ci immaginiamo la vera troupe in quei luoghi, le difficoltà, l'umanità, il desiderio di fare qualcosa insieme come una grande famiglia.
E l'operazione diventerà triplamente metacinematografica quando Hotel Gagarin, oltre a raccontare delle vicende di questa troupe, inizierà, sorprendentemente, a parlare del Cinema tutto, e di quello che rappresenta(va) per le persone.
E lo fa con la fantastica trovata della comunità di armeni che, sapendo della troupe italiana nel luogo, si reca all'Hotel per realizzare ognuno il proprio piccolo sogno, il prorio piccolo film.
Il primo sarà il vecchio che vorrà interpretare lo stesso Gagarin.


Ed è qui che il film ha una svolta non solo narrativa ma anche emozionale, con quella sequenza che commuove per come racconti in modo così semplice e bello il potere del cinema, quello di far vivere sogni.
Ma questo potere non coinvolgerà solo gli armeni ma il suo aspetto salvifico investirà anche gli stessi componenti della troupe (che, nel frattempo, avevano scoperto di essere stati raggirati).
Ecco così che queste anime solitarie troveranno in un albergo in Armenia un motivo per essere felici, per aiutare il prossimo, per realizzarsi, per sentirsi importanti.
L'Hotel diventerà un unico set dove tutti potranno interpretare il ruolo che hanno sempre sognato (a tal proposito veramente meravigliosi i titoli finali, non poteva essere fatta una scelta più emozionante), centinaia di persone affolleranno il posto e, tutti insieme, attraverso il Cinema, potranno finalmente realizzare(si).
Ecco, questo è il verbo giusto perchè Hotel Gagarin parla sì di sogni realizzati ma anche di persone finalmente realizzate. E che questo avvenga grazie a uno spontaneo aiuto al prossimo rende questo film forse utopico ma al tempo stesso dolcissimo.
Diventerà così anche un film sulla possibilità di trovare la felicità nei luoghi e nei modi più impensati, sul come a volte "fuggire" dalle nostre realtà e trovarci in situazioni nuove e critiche non debba essere vista come la nostra pietra tombale ma, anzi, un'opportunità.
Spada, il regista, omaggia poi Il Settimo Sigillo di Bergman con la tenera presenza di Philippe Leroy, lui quella partita a scacchi da fare.
Una partita a scacchi, però, che sembra esser giocata con la Vita anzichè con la Morte e in cui tutti i nostri personaggi, non solo Battiston, sembrano alla fine vincerla.
Hotel Gagarin è un film a suo modo strampalato, non perfetto, ma che riesce a conquistare lo spettatore con la sua dolcezza ed umiltà.
Che riesce persino a raccontare l'amore (nel primo incontro tra Amendola e la cameriera io ho percepito il colpo di fulmine, era "reale"), la voglia di ricominciare a vivere partendo da zero, la passione per le cose, le ferite di un popolo con alle spalle un terribile massacro e tante altre cose.
La parte comica è buona, si ride più volte ma senza mai esagerare perchè il mood di fondo resta quello di una profonda tenerezza.
Poi si potrà tornare a casa ma non tutti vorranno farlo, c'è chi resterà perchè lì ha trovato l'amore o un motivo per ricominciare e fuggire dallo squallore.
Come tutte le cose belle anche l'incredibile vicenda dell'Hotel Gagarin finisce, gli armeni se ne vanno, le luci si spengono, il teatro resta vuoto.
Ma non c'è una sola persona che se ne andrà senza essersi arricchita, senza avere trovato un motivo per rialzarsi.
Forse è tutto troppo bello, la vita reale non è mica così.
Ma se per una volta un film ci fa sognare prendiamocelo con noi.
Specie se quel sogno è fatto della stessa materia dei film, quegli strani oggetti che non saranno del tutto reali ma ci fanno star bene.
E che ci fanno danzare, diventare cowboy o andarcene lassù, nello spazio infinito.


22 commenti:

  1. Ce l'ho lì da vedere da tempo, e forse è arrivato il momento... tra l'altro nel cast c'è anche Silvia d'Amico, una giovane attrice che a me piace tantissimo. Mi ispira!

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    1. vedilo Sauro

      l'unico rischio secondo me è se a qualcuno non piacciono i personaggi macchietta o i film un pochino troppo "semplici", quasi da tv

      ma, boh, a me ha preso tantissimo

      ho visto ora la filmografia della D'Amico e noto che l'ho vista solo in Non essere cattivo, forse ricordo anche che parte (una delle ragazze mezze tossiche dei protagonisti)

      qui fa una parte simile ;)

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    2. Ah no, visto anche in Orecchie...

      film delizioso anche quello, ora non ricordo se lei era la compagna del protagonista

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  2. Nomi interessanti nel cast. E se ha una parvenza di Boris devo guardarlo per forza. Pensa che non l'ho mai sentito nominare🙄

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    1. Eh, passato in super sordina ma, credo, quasi tutti ne hanno parlato bene (per quel che conta)

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  3. Pensa che l'ho evitato intenzionalmente, però anche se ne parli bene non credo gli darò una chance..

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    1. i film da vedere sono sempre più di quelli che riusciamo a vedere, quindi vedi quello che ti ispira, giusto così ;)

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  4. come non essere d'accordo :)

    https://markx7.blogspot.com/2018/06/hotel-gagarin-simone-spada.html

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    1. ottimo!

      ma sicuro opera prima? mi sembrava di aver letto altro, dopo controllo ;)

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    2. hai ragione, seconda, il primo film ha un voto di 3,8 su imdb

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    3. Ah, ma Imdb sui piccoli film non è che conti poco ma zero assoluto ;)

      alcuni film hanno media 8 e sono terribili e amatoriali e altri voti come quello e sono validissimi

      direi che minimo servono 5000 voti

      poi vabbeh, per me i voti di quel sito valgono comunque poco, se vedi le classifiche dei migliori della storia metà sono blockbusters

      però come archvio e informazioni favoloso

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  5. Heyolà, quanto tempo )
    Tutto bene?!
    -the nothing- bel piccolo horror

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    1. edooooooooooooooooo

      dio bono

      il tuo krisha credo è diventato uno dei film più amati sul guardaroba

      mi informo su questo, a te che dai sempre tipo un solo consiglio all'anno riesco quasi a mettelo in pratica ;)

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    2. Buahahah, questo non è krisha, piccolo sul serio e parecchio imperfetto; però diverse belle cose. Mi permetto di consigliarlo perché mi pare di quelli che restano nel sottobosco e uno se li perde in mezzo al resto della sterpaggine. E, sai, non penso se lo meriti. )

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    3. Sembra un paradosso ma poi uno leva tutte le sterpaglie e che trova sotto?

      the nothing, il niente

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  6. Ciao Caden
    visto ieri sera, perso al cinema e non mi era accorta che era in programma ma il tuo consiglio e' servito da richiamo. Ed e' stato il film giusto per la serata giusta, leggero ma con sostanza.
    Un altro film che puo' esser allineato e' "Il concerto". La magia che in questo fa' il cinema, li la fa' la musica. Son film che ti lasciano, alla fine, con un sorriso.
    Francesca Basile

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  7. Ho sperato che finisse cosi e ha fatto bene a mettere i video-sogni ai titoli di coda. Era il posto perfetto.
    Certo il rischio al cinema e' di non avere tutto il pubblico, c'e' gente che finito il film, ancora con il buio in sala, e' gia' all'uscita.

    Il regista ha rifatto con Gallini-Mastrandrea il tenerissimo film spagnolo Truman, ma non salto dalla voglia di vederlo. Chissa' magari se passa in tv un giorno giusto...
    Francesca Basile

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    1. sì, un film dolce e simpatico che poi si trasforma e diventa anche emozionante per me

      pensa che "il concerto" in 7 anni di videoteca me l'avranno consigliato quasi tutti i giorni, ma non lo vidi mai alla fine

      sì, i titoli finali bellissimi, forse addirittura la parte più emozionante. Non so se l'abbiano lasciati tutti in tv ma da come dici sembra di sì

      non conosco minimamente questo Truman...

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    2. Ops scusami, non ho detto il titolo completo dando per scontato che l'avessi visto.
      "Truman - Un vero amico è per sempre" di Cesc Gay
      nott
      Francesca b

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

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3 ciao