12.4.23

Recensione: "Adorazione" - Su Mubi - Rocco's House

 

Cos' Adorazione?
Un film sulla scoperta dell'amore?
Sul riconoscersi tra simili?
Sull'annullare due solitudini?
Un coming of age?
Un film sulla manipolazione affettiva?
Sui rapporti tossici?
Uno sulla malattia mentale?
Uno sul Bene e sul Male che si uniscono tra loro?

Adorazione riesce ad essere tutto questo grazie a una scrittura eccezionale, specie nel tratteggiare i due indimenticabili protagonisti, due ragazzini che, per motivi diversi, decidono di scappare insieme da una clinica per malattie mentali.
 Film splendido che eccelle in tutto, dalle location suggestive alla "commovente" fotografia, dalla regia perfetta (del Du Welz di Calvaire) alle interpretazioni.
Davvero un gioiello impossibile da perdersi


Conobbi Du Welz con la sua opera prima, Calvaire, e fu una folgorazione.
Mi piacque così tanto che ad uno dei raduni del blog proposi il suo secondo film, Vinyan.
Fu un fiasco, una grossa delusione per me e anche per quasi tutti gli amici presenti.
Dopo qualche anno ci riprovo e, caspita, Adorazione è veramente bellissimo, forse addirittura superiore a quell'esordio così fulminante.

Siamo in un'epoca non meglio precisata.
Una clinica per malattie mentali in campagna, un bosco tutto intorno (stessa identica location dell'ultimo film visto, Quando Dio imparò a scrivere).
Paul è "costretto" a vivere dentro quella clinica perchè sua madre lavora lì.
Paul non ha amici, è un ragazzo dall'impressionante candore.
Studia gli uccelli, gli unici essere viventi con cui presumibilmente è cresciuto.
Salva un cardellino dalla morte (poi la madre lo butterà nella spazzatura in una delle scene più emozionanti), tiene due barbagianni in soffitta, parla con loro.
Fino a che non conosce Gloria, una sua coetanea ricoverata lì per disturbi mentali.
Conoscere un'altra ragazza come lui lo porta a vivere emozioni mai vissute prima.
E, probabilmente, a innamorarsi perdutamente.



Adorazione è un film che ha letteralmente tutto, e tutto al meglio.
Location bellissime (ne troverete addirittura una decina), una fotografia talmente eccezionale che è quasi commovente (so che è un aggettivo che non si applica alla "luce" ma qui siamo davvero in presenza di tonalità e di immagini talmente suggestive da emozionare), una colonna sonora eccezionale, una regia perfetta che alterna precise e maniacali inquadrature ferme (specie negli interni) ad una camera a mano vorticosa e "viva", attori formidabili (vi innamorerete di lui, forse leggermente meno di lei a causa dell'ambiguità del personaggio), e tanti, tanti, tanti sottotesti.

Cos' Adorazione?
Un film sulla scoperta dell'amore?
Sul riconoscersi tra simili?
Sull'annullare due solitudini?
Un coming of age?
Un film sulla manipolazione affettiva?
Sui rapporti tossici?
Uno sulla malattia mentale?
Uno sul Bene e sul Male che si uniscono tra loro?
Ecco, c'è una scrittura dei personaggi e delle dinamiche secondo me talmente grande che Adorazione, forse, riesce ad essere tutte le cose qua sopra.
Tutto questo nascosto dietro una "copertina" bellissima, con scene minime (il film è sia molto lineare nel plot che molto semplice nella costruzione delle sequenze) ma che diventano grandissime grazie alla regia, alla recitazione a alla sopracitata fotografia, una delle più belle viste recentemente.
Le luci colorate che usa Paul con la sua torcia, quella abbagliante del sole che più volte colpisce i nostri due protagonisti, quella della notte, quella riflettente sugli innumerevoli specchi d'acqua presenti, quella del fuoco che brucia, ogni 5 minuti sembra di essere dentro un quadro disegnato meravigliosamente.
E questa camera a mano che spesso si muove tra i due, anche se molto "controllata" (insomma, non alla Trier).
E il bosco, e la laguna, e gli interni della clinica, e la soffitta, e il fiume, e la barca e i laghetti, e i prati, sono davvero tutte bellissime le location.

Paul è un'anima pura, quasi un angelo, anche nell'aspetto.
Lui vive per gli altri, per accudirli.
Lo fa con gli uccellini che trova.
Lo fa con quella madre immatura che lo vuole tutto per sè e si ritrova anche ad essere gelosa esteticamente di una bambina (terribile quel "E' più carina di me?").
E lo fa (o lo vorrebbe fare) anche con Gloria che, però, se per "ruolo" si ritrova ad essere la persona che ha bisogno dell'altro  (è ricoverata, rinchiusa e sta male) in realtà è assolutamente quella che tiene le fila, quella che gestisce tutto, la "Regina" che con un ordine o un pianto è capace di convincere chiunque.
E' un personaggio straordinario il suo, per il quale al tempo stesso proviamo empatia (è comunque una ragazzina che sta male, che ha problemi mentali e che probabilmente ha avuto un'infanzia terribile) ma che più passa il film più ci viene mostrata come manipolatrice, come una capace di manovrare gli altri - anche gli adulti - con una facilità straordinaria.
E Paul, che è quasi emblema del bene assoluto e della purezza incontaminata (non conosce assolutamente il Male, non riesce nemmeno a concepirlo) non solo rimane ammaliato da lei per motivi "fisici" (finalmente una coetanea, finalmente un essere vivente con il quale riconoscersi, finalmente una ragazza con la quale iniziare a provare le prime emozioni e le prime pulsioni) ma, essendo così puro, rimane stordito dal carisma di lei.
E quando una mente fortissima (anche se malata) incontra una così debole essere manipolati è un attimo.
E da qui il bellissimo titolo, Adorazione, che racchiude perfettamente questo nuovo e - difficile da capire - sentimento che prova Paul verso Gloria.
Che lo tiene ancorato a sè promettendogli di amarlo per sempre e gli chiede continuamente se anche lui la ama.
Gloria ha veramente bisogno di Paul, probabilmente ha veramente bisogno anche di essere amata, ma usa i sentimenti come arma, tra l'altro perfettamente conscia della sua bellezza (fisica) e del suo fascino (mentale).
Ne viene fuori così un personaggio a 360°, che abbracceresti immediatamente e dal quale al tempo stesso vorresti fuggir via.
Ma se è vero che non capiamo se Gloria maturi durante il film di sicuro questo è un film di formazione per Paul, ragazzino cresciuto col niente e col nessuno.


Secondo me non è un caso che il film sia pieno di tunnel (almeno 4).
Si ha come la sensazione che sono dei tunnel attraversati i quali si esce cresciuti, che sono tunnel a volte spaventosi come quello più lungo, l'ultimo, dove Gloria colpisce in testa Paul (durante una crisi di paura probabilmente) e questo ha un sogno quasi demoniaco per luci e svolgimento (lei con la faccia da bambola) esattamente opposto al suo primo sogno dove invece Gloria veniva fuori quasi angelicata, quasi una Dea.
Sono tunnel che rappresentano tutte le emozioni, le paure e le nuove esperienze che Paul sta vivendo.
Mentre lei, Gloria, sembra una 12enne che sa già tutto del mondo, cresciuta troppo in fretta (per dolore?), una che già sa dire "lascialo o altrimenti morirà" riferito all'uccellino, una che all'inebetito Paul dirà che "prima o poi anche tu farai del male, è inevitabile" o una che parla della parola "inesorabile" come fosse qualcosa che le appartiene dentro.
No, Gloria non deve crescere, semmai, all'opposto, ha bisogno di ritrovare la sua dimensione bambina.
Resta una ragazzina disturbata (cattiva?), una che uccide la sua psicologa, una che dà fuoco alla barca dei due olandesi (personaggi che all'inizio paiono ambigui ma che invece sono ottimi adulti), una che uccide (?) il buon uomo che li ha ospitati nel finale.
Probabilmente non è una calcolatrice, ma semplicemente una ragazzina veramente malata (vedi la struggente crisi per i numeri che vede scritti nella zampetta della gallina, forse la scena che più di tutte la diagnosticizza).
E niente, Paul la idealizza, Paul la ama (credo che questo film sappia raccontare anche il vero amore, anche se acerbo e non capito perfettamente da chi lo prova).
Uno dei dialoghi più importanti è quello tra il grandissimo Poolvorde (che ho visto recentemente nel suo straordinario esordio, Il Cameraman e l'assassino, e che qui interpreta un uomo profondamente buono rimasto ancorato al ricordo della moglie, l'ennesima solitudine del film) e Paul, dove il primo chiede al secondo se crede nella reincarnazione e in Dio per poi dirgli "No, tu credi solo in lei".
Ecco che il film si svela (se non l'avesse fatto già prima) dando a Gloria quest'aura divina e demoniaca allo stesso tempo.
Ma, e in questo il film è grande, facendola restare sempre "con noi", facendoci provare una forte empatia per lei (certo non come quella per Paul, ma comunque forte).
Lei che ha sempre bisogno di "stare vicino all'acqua" perchè forse quest'ultima, suo elemento, riesce a farla star bene e calmarla.
Chissà come finiranno questi due ragazzini così diversi, chissà quella barca dove li porterà.
Forse sono destinati ad essere delle Gru Cenerine.

"Le vedi? sono le Gru Cenerine. Vivono in coppia fino alla morte"

8

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