14.8.23

3 x 1 - Recensioni: "Lasciami Entrare" - "Mediterranean Fever" (Cinema 2023 - 10) - "My heart can't beat unless you tell it to" (Su Prime)

Proseguo questo mio recupero dei film visti in questo periodo.
Stavolta ne metto 3 insieme.
Il primo è un cult incredibile, Lasciami Entrare, inutile presentarlo.
Il secondo è un gran bel film visto al cinema, Mediterranean Fever, la storia di una strana (ed improvvisata) amicizia tra due vicini di casa ad Haifa.
Opera che "sfiora" la questione Palestinese ma che, tra ironia e una drammaticità sempre più forte man mano che il film va avanti, sembra parlare di qualcos'altro e ci riserverà alla fine un colpo di scena, totalmente inaspettato e davvero molto emozionante.
Il terzo è un film con uno dei titoli più belli di sempre ("Il mio cuore non può battere finchè non gli dici di farlo").
Vi giuro che solo per caso finisce in questo post dove c'è anche Lasciami Entrare, forse il film che più me lo ha ricordato.
La storia di 3 fratelli di cui uno, il più giovane, è sempre morente.
Per continuare a vivere ha bisogno di un qualcosa che solo i due fratelli possono procurargli...
Un film drammatico nel mood che consiglio anche a chi non ama trame a tinte leggermente horror.
Uno di quei film che un giorno definivamo "da Guardaroba", anche non certo bello come la maggior parte di quelli che mettevo in quel gruppo (ovviamente a giudizio mio eh).
Attenzione però perchè MHCBUYTIT (acronimo assurdo) potrebbe parlare anche solo di una cosa assolutamente reale, umana, senza alcuna connotazione soprannaturale.
Non dico altro, semmai lo trovate su Prime



Il più famoso del "lotto" è senz'altro Lasciami Entrare, "horror" che ha fatto la piccola storia del genere.
Film svedese (di cui è stato fatto un ottimo remake americano, Blood Story) che ha fatto innamorare tantissimi di noi per la sua location (un paesino svedese pieno di neve), i suoi due indimenticabili protagonisti (due bambini che uniscono in modo dolcissimo le loro solitudini) e una serie di sequenze che non se ne vanno via dalla testa (il massacro in piscina, la donna che brucia, lui che vede "lei" in bagno).
Senza ombra di dubbio è uno dei film sui "vampiri" più originali che siano mai stati girati, almeno negli ultimi 30 anni.
Lasciami Entrare, pur avendo molte sequenze spietate e violente, riesce nell'impresa di restare nel nostro immaginario come un film emozionante, tenero, fragile ma potente come fragili ma potenti sono i due bambini protagonisti.
Ho amato molto la sua reticenza (chi è lei? chi è l'uomo che l'accompagna?), capace di dare un alone di mistero ancora più grande.
Splendidi i due giovani attori, la fotografia e l'atmosfera, in questo film che sa anche raccontare temi importantissimi come il bullismo, la solitudine, la "malattia", il sentirsi inadeguati e l'impossibilità di fuggire dalla propria Natura (pensiamo a La rana e lo scorpione ad esempio, a lei che, per quanto non voglia, non può non agire in base a quello che in realtà è) in un modo magistrale, senza alcuna retorica.
Uno di quei film che, senza ombra di dubbio, possiamo definire "del cuore"


Piccolo e veramente atipico buddy movie che racconta l'impossibile amicizia (i due sono uno opposto all'altro, in tutto) tra due palestinesi ad Haifa.
Waleed è triste, spento, un romanziere fermo ormai ad una eterna pagina bianca, sia del suo nuovo romanzo che della sua vita.
Jalal, il nuovo vicino, è invece esuberante, sfrontato, vitale, e persino maleducato nella sua arroganza.
I due sembrano persone incompatibili ma Waleed, forse, vede in quel nuovo vicino una piccola fiammella di vita, un'invidia "positiva" che potrebbe salvarlo.
Probabilmente la cosa più bella che ricorderò di questo film è il suo diventare sempre più cupo e malinconico.
Parte come commedia nera che scherza sulla depressione, sulla questione palestinese, sui clichè israeliani, su tutto, qualcosa che può ricordare alcune cose dei Coen.
Eppure più il film va avanti, più l'amicizia tra i due si cementa, più paradossalmente Waleed "vive", più viene fuori l'anima completamente nera del film, un film che racconta di una depressione "perfetta", probabilmente non sradicabile.
Waleed ha moglie, figli, un amico, nuove attività, eppure, senza che nemmeno ce ne accorgiamo, più si va avanti più si convince che l'unica soluzione alla propria vita è la morte.
Davvero forte la scena di Waleed che mette a letto i figli per l'ultima volta e quel suo successivo pianto notturno (se ricordo bene anche Jilal, in montaggio alternato, piange la stessa notte).
E per questo chiederà proprio a Jilal una cosa terribile (che porterà ad una straordinaria ed emozionante parte finale, nel bosco).
"Un codardo ha paura della vita" viene detto ad un certo punto, a ricordare l'eterno dilemma se lasciare l'esistenza sia un atto di coraggio o uno di codardia.
Ma, più che altro, visto anche il sorprendente finale, Mediterranean Fever sembra raccontare di quei "mali" reali ma mascherati e di quelli invece "fittizi" ma esageratamente manifestati (pensiamo al figlio di Waleed che si inventa sempre di star male per non fare ginnastica).
Chi alla fine infatti tra Waleed, triste e spento, e Jalal, vitale ed esuberante, stava veramente peggio?
Chi aveva più motivi per uccidersi?
Chi era il vero codardo e chi il vero coraggioso?
Chi, come la parabola che viene raccontata, è il somaro che stanco della fatica un giorno decide di suicidarsi?
Il film ci insegna che molto spesso la depressione, o la voglia di farla finita, si annidano proprio in chi, fuori, mostra tutt'altro.
Film di scrittura, di sceneggiatura, quasi tutto incentrato sui dialoghi e le personalità dei suoi protagonisti.
Molto humor sì, ma anche tanta sofferenza. 
E tragedia.

"Ma che bella giornata, non so se bere una tazza di thè o impiccarmi"
In questa frase di Cechov (citata nel film) c'è tutto il film stesso, la sua ironia nera e quel filo sottilissimo nascosto spesso nelle trame delle nostre esistenze, essere continuamente ad un cm dall'amare la vita e dal volersene andar via.

Uno di quei titoli che anni fa avrei definito "da Guardaroba", anche se "My heart can't beat unless you tell it to" resta forse una spanna sotto ai film che condividevo in quel gruppo (ovviamente giudizi personali).
Opera profondamente malinconica, "triste", violentissima nelle vicende mostrate ma incredibilmente tenera nelle sensazioni che lascia, MHCBUYTIT è uno di quei film che mentre lo vedi ti dà l'idea di un'opera prima (e infatti lo è, scoperto ora).
Perchè intimo, girato con niente, con pochi attori e tutti in stato di grazia e con un qualcosa da dire.
E' la storia di una famiglia di 3 fratelli di cui uno, il più giovane, è perennemente morente.
Per vivere ha bisogno di solo una cosa, sangue.
E, per questo, i fratelli sono costretti ad uccidere, per tenerlo in vita.
Come vedete il richiamo a Lasciami Entrare è fortissimo anche se, se possibile, MHCBUYTIT è ancora più "reticente" del capolavoro svedese nel raccontarci le cose.
Tanto che, pur avendo tutte le caratteristiche di un film "di vampiri", il regista - in maniera geniale - non ci dà mai un singolo elemento certo per esser sicuri di questo ma, anzi, a pensarci bene questo film potrebbe raccontare solo la vicenda di un particolare caso di Porfiria.
Ci sono tutti gli elementi, l'anemia (una volta per curarla i famigliari davano il sangue al malato) la stanchezza, la spossatezza, la fotosensibilità alla luce de Sole.
E, visto il mood del film e il suo non dirci mai niente, non mi stupirebbe che il regista abbia giocato con questa ambiguità (anche perchè, se ci pensate, come sarebbe possibile avere un solo fratello vampiro su tre?).
Del resto, da sempre, la Porfiria, e non solo per gioco ma con elementi medici concreti, è stata accostata al vampirismo.
Il film, però, va oltre, e racconta di solitudini "perfette" (struggente il giovane ragazzo, così incredibilmente solo e voglioso anche solo di vedere di notte qualche ragazzo là fuori), di dipendenze famigliari (io sono dipendente da un mio congiunto come lui, del resto, dovrà passare la vita a curarmi ed accudirmi), di vite non vissute (tutti e 3 i fratelli alla fine vivono una vita forzata, senza sogni e svaghi) e del relativo disperato bisogno di uscire da quella condizione (ma a costo che muoia qualcuno).
Il tutto raccontato con una fotografia sempre sull'ocra o su pastelli marroncini (stupende sia le luci che le locations in questo senso, basti vedere il poster), con 3 attori in stato di grazia e un grande senso estetico.
Insomma, un capolavoro?
No, c'è qualcosa che manca, e faccio anche fatica a capire cosa.
Forse per questo suo essere un pò sempre uguale a sè stesso, forse per alcune scene incomprensibili (quell'Eduardo per ben DUE volte può scappare senza problemi e invece si getta a morire), o forse perchè, pur non calando mai, non arriva mai il momento in cui il film spicca il volo.
Però gli elementi bellissimi - e tanti già li ho detti - si sprecano.
E ci rimarrà nel cuore questo ragazzo triste che non ha mai visto fuori di casa (quasi alla Dogtooth), che non ha mai conosciuto nessuno a parte i fratelli, che non ha mai visto la luce del sole, che vive in casa in un eterno Natale che, però, oltre all'albero e a regali improvvisati, è un Natale di devastante tristezza.
Le scene violente non mancano ma il film, pur parlando di assassini, riesce talmente bene a raccontarci i suoi protagonisti da non riuscire a farceli odiare, anzi...
E finisce nel modo più giusto, con almeno uno dei tre fratelli che decide di provare a ricominciare a vivere.
Con quell'ultimo dialogo, un dialogo in cui entrambi accettano l'inevitabile, uno di lasciarsi andare e uno di lasciare andare.
L'esistenza di tutti e 3 era segnata ma adesso, almeno uno, può trovare il coraggio di cominciarne una nuova.
Partendo da quel mare.

20 commenti:

  1. C'è una sorta di dono della missione in ognuno di noi se si riuscisse ad essere determinati nel portarla avanti potremmo essere perfino più felici ...il cinema nel tuo caso è la missione:) più la si porta avanti con amore più quelle "trame" si fortificano e chissà forse perché avranno lo stesso tessuto della missione stessa:)

    È impeccabile il tuo modo di recensire...riesci a decifrare e a convertire messaggi terapeutici e costruttivi.

    È da un po' che non passo da qui ,ti lascio un saluto ,stavolta nessuno copia e incolla tuo☺️buona continuazione.

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    1. Sono solo i messaggi che dico a me stesso (e provo disperatamente a mettere in pratica) che, spesso, si intersecano con le vite che raccontano i film

      ahah, grazie, questa cosa del non copia incolla mi fa capire chi sei :)

      grazie ancora

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  2. Lasciami Entrare l'avevo visto al cinema, nel 2008, di una bellezza a tratti insopportabile, devi essere forte per provare ad assorbirne almeno una parte, in sintesi, un capolavoro.

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    1. A te piacerebbe tanto Mediterranean Fever...

      su Lasciami Entrare poco da discute :)

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  3. Lasciami entrare lo conosco bene. Mi toccherà vedere anche gli altri due!

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    1. Uno lo trovi facile - su Prime - l'altro era in sala, sarà dura trovarlo

      ma ci sono tanti film :)

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  4. È strano ma Lasciami Entrare non l'ho mai visto, direi che è ora di vederlo

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  5. Ciao Giuseppe!

    Lasciami Entrare bellissimo anche per chi come me non è un fanatico dell'horror a livello cinematografico, tratta molte tematiche che mi sono care. Poi le storie di due persone sole che stringono un legame tra di loro hanno sempre grande presa su di me.

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    1. Anvedi Alessandro!

      che poi, ora che ci penso, tutti e tre i film hanno in qualche modo questa tematica, accidenti a me che non ci avevo pensato ;)

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  6. "Lasciami entrare" davvero magnifico, a pari livello del libro - hanno omesso molti dettagli che rendevano la controparte cartacea la fiera del 'mai una gioia'... e già il film così non scherza XD

    L'ultimo lo abbiamo visto insieme io e Giulia. Che dire, brutto non è, ma non decolla mai. Sarebbe stato un bellissimo corto, ecco.

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    1. Ahah, non sapevo!

      sì sì, vi capisco e, alla fine, non sono così lontano da voi

      anzi, il fatto che non decolli mai credo di averlo scritto pure io

      interessante, vero, poteva essere un "corto lungo" molto interessante

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  7. Il primo è un cult, bellissimo e disperato nella sua delicatezza, e l'ultimo ce l'ho nei radar da un po'. Se è uscito su Prime lo recupererò a breve!

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  8. A proposito di "Lasciami entrare", anch'io l'avevo visto come una storia d'amicizia tra ragazzini. Poi ho letto in rete un commento con una chiave di lettura differente: il vecchio è l'aiutante umano della vampiretta, che non è più efficiente e dev'essere rimpiazzato. Lei manipola il ragazzino per "reclutarlo" come nuovo aiutante... destinato a essere rimpiazzato come il suo predecessore (il quale forse è stato reclutato pure lui quand'era giovane).

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    1. Ciao Giulio!

      No no, ma quella cosa che scrivi direi che è "certa", quell'uomo vicino a lei nel passato è stato un ragazzino da lei adescato

      L'unica cosa che non credo è che, in questo caso, lei manipoli. Nel senso che ripete da secoli questo iter ma stavolta prova per quel bambino emozioni non provate prima

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  9. Ciao Giuseppe! Dovrei rivederlo, ma mi sembra che sia lei a spingerlo nella situazione critica con i bulli, da cui poi lo salva guadagnandosi la sua devozione.

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    1. Non l'ho vissuta così.
      A me sembra che lei, essendo comunque un essere "potente" e che non ha paura di nessuno (anzi, che fa paura a tutti) provi a insegnare anche a lui a farsi rispettare, a non aver paura, a reagire

      secondo me in modo dolcissimo e sincero

      ma posso sbagliare :)

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  10. A (s)proposito: c'è ancora la possibilità di chiedere aiuto per trovare un film di cui ricordo solo una scena?

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    1. Certo! c'è la sezione "aiutami a ricordare un film"

      da pc è in alto a destra, da cel non lo so, ahah

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

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3 ciao