8.5.18

Recensione: "Un sogno chiamato Florida" (The Florida Project)




The Florida Project è Wes Anderson se Wes Anderson riuscisse a mettere il cuore davanti, e non dietro, alla sua ossessione formale.
The Florida Project è Re della terra selvaggia se Hushpuppy al posto di lagune ed immaginazione avesse avuti amici, asfalto e caseggiati.
The Florida Project è Bellas Mariposas senza i primi pruriti adolescenziali.
The Florida Project sono i nostri bambini di Scampia se Le Vele al posto di quel terreo grigio fossero colorate di un magico viola.
 The Florida Project è quella corsa verso il castello magico per eccellenza, quella corsa a perdifiato, mano nella mano, per andare nel mondo delle favole, per rifugiarsi e per nascondersi da quel mondo degli adulti che prima o poi, inevitabilmente, ci inghiottirà.

presenti spoiler dopo ultima immagine

"Moooneeee!!!"
"Scooootyyyy"

urla Dicky ai suoi amichetti.
Sì, perchè è arrivato il momento di fare una marachella, di andarsene al Future a sputare, dall'alto, sulle macchine parcheggiate sotto.
I 3 bimbi hanno sui 6 anni, son sempre soli, vanno dove vogliono, fanno quel che vogliono. Si muovono in poco spazio, quello che va dal loro residence, di un viola totale e stucchevole, ad un altro paio di caseggiati.
Siamo in Florida, alle porte di Disneyland e là è tutto pacchiano e gigante.
Baker, il regista, più volte ci offre il percorso che fanno i ragazzini per andare a conquistarsi il loro gelato quotidiano.
Ed è un percorso che passa davanti a negozi giganteschi e tremendamente kitsch, roba da cartoni animati.
Disneyland, l'ho detto, è a un passo. E allora là intorno è tutto coloratissimo, che mica puoi offrire una view smorta e grigia a chi è venuto a visitare l'Eden del divertimento.
Tutto colorato, già. 
In Florida Project non trovi una mano di vernice di grigio. La cosa buffa, però, è che invece il grigio è il colore predominante, anche se non lo vedi. Perchè sotto quelle tinture pastello ci son vite appese alla disperazione, vite che flirtano con al povertà riuscendo spesso a portarsela a letto.


Intono ci son campi da golf, ci sono elicotteri che si alzano ogni volta che alzi gli occhi al cielo, c'è Disneyland (l'ho detto?), insomma, ci son tante cose belle e ricche.
 E allora quelle povere le colorano chè almeno, ad un'occhiata superficiale, tanto povere non paiono.
In quel residence viola vive Moonee, la bambina che qualcuno, urlando, stava chiamando nella nostra prima riga.
Moonee vive con la sua giovane madre, una ragazza tutta tatuaggi e strafottenza interpretata da una nuova attrice, lituana, una tale Bria Vinaite, una ragazza dal corpo mozzafiato e da un viso che quando lo vedi ti trovi a pronunciare "cinema" senza che nemmeno le tue labbra si aprano.
Stanno lì, in affitto, un affitto settimanale da conquistarsi ogni volta. Questa settimana abbiamo i soldi, per la prossima tocca farli.
E per farli, Halley (la madre) e Moone comprano profumi posticci dai cinesi e poi provano a rivenderli come prodotti di marca ai ricchi che, pochi metri più in là, gravitano in quelle zone.
Moonee è una bambina fantastica, una che si atteggia a bossetto del quartiere, una che fa le mosse, che risponde male, una che ha sempre il sorriso sulle labbra, una delizia.
Ha due amici ma uno dei due presto andrà via.
Il rapporto con la madre è al tempo stesso completamente sbagliato e perdutamente bello come, del resto, completamente sbagliata e perdutamente innamorata della figlia è questa mamma dai capelli azzurro-verdi e dalla parlantina facile.
The Florida Project è un film magnifico, uno di quelli che, probabilmente, mi porterò dietro per sempre.
La cosa per me più incredibile è l'impressionante amore, affetto, che il regista, Sean Baker (dio t'abbia in gloria) dimostra per i suoi personaggi.
Io un tale affetto per i proprio personaggi lo ricordo, in questi anni, solo in altri due grandissimi, Dolan e il primo P.T.Anderson.


Non c'è un solo personaggio in Florida Project che non sembra scritto con un abbraccio.
E questo lo percepisce lo stesso spettatore che, di conseguenza, si troverà anch'esso tutti personaggi da amare, tutti, indistintamente, anche quelli che commettono gli errori più grandi.
Lo stesso (presunto) pedofilo ci risulta squallido, ripugnante, viscido, ma il taglio di Baker è così umano che riesci ad avere una stilla di affetto anche per lui (mamma mia che scena bellissima la sua).
Sapete che abuso sempre di una parola in questo blog, cuore, ma qui ce n'è talmente tanto da campare di rendita.
Ma non è solo questo a rendere questo piccolo film un mezzo capolavoro.
Perchè c'è una scrittura dei personaggi sbalorditiva, dalla madre alla bimba, da Dafoe (davvero, straordinario, un uomo incredibile, buono, comprensivo, duro ma umano) ai personaggi comprimari. 
Ne viene fuori un caleidoscopio umano dai mille colori e dalle mille facce.
E allora c'è la vecchia rifatta stile Pampanini (anche quella che scena, da morir dal ridere), e allora c'è il pedofilo di cui sopra, e allora c'è l'amica di Halley o il personaggio del sempre più grande Caleb Landry Jones, probabilmente il figlio di Dafoe.
Ecco, se vogliamo fare un appunto di sono alcune storie parallele che cominciano e non finiscono oppure semplicemente un pò buttate là.
Mi riferisco all'ispanico che trasloca, allo stesso Landry Jones che sparisce da un momento all'altro e altre piccole cose. Potremmo considerarlo un difetto di sceneggiatura ma forse altro non è che quello che dicevo sopra, ovvero il racconto di un caleidoscopio umano il più sfaccettato possibile.
Poi ci sono i colori, e c'è davvero da perdere la testa. Tutto è colore, non solo le scenografie, i palazzi, i negozi, i parchi, ma anche gli stessi capelli lo diventano, vedere ad esempio quelli della madre o quelli della tenerissima e dolcissima Jancey, l'amica acquisita, forse il personaggio più emozionante di tutti.
Spuntano poi bandiere arcobaleno, magliette arcobaleno, vernici ovunque, con la chiara dimostrazione di quanto Baker abbia voluto giocare tra l'apparire e l'essere, lo sgargiante apparire e il grigio essere.
E non dimentichiamo i cieli di Baker, ce ne sono 3,4 da toglierti il fiato.
E poi la regia...
Una delle più varie che io abbia visto ultimamente.
Tantissime inquadrature statiche, specie quelle delle scenografie, dei palazzi.
Poi tanti movimenti di macchina, specie lunghe panoramiche.
E poi anche la camera a mano come quella, ad esempio, del prologo e quella dell'indimenticabile finale, forse il più bello che si potesse pensare.
Si ride con The Florida Project, si ride tanto, specie per uno come me che adora i bambini e che trova i loro piccoli vezzi divertentissimi.
La scena delle tette, quella del gelato davanti a Dafoe (che sta lì solo aspettando che sbaglino, mentre lei lo irride), quella dell'ordinazione e dei rutti al ristorante, quella del "è tornato per andare ancora a fare pipì?".
Non mancano le emozioni, come ad esempio quella dei fuochi d'artificio ("sono per te Jancey") o l'abbraccio con la donna delle pulizie.
Ma la cosa incredibile è che in questo film non c'è mai un filo di retorica, non si piange mai, non c'è mai una scena strappalacrime o troppo triste, al contrario, The Florida Project è un inno alla gioia e alla felicità sempre e nonostante tutto.
Non a caso Baker usa lo sguardo incantato dei bambini, lo sguardo che può rendere unicorno viola anche un grigio cavallo morente.
Prima del finale c'è un unico momento "difficile" ed è quello in cui il cliente di Halley entra in bagno. Una scena che potrebbe quasi essere divertente ma il regista, con una sensibilità unica, riesce a farci percepire il disagio di quella bimba, sia per la privacy violata che per la sensazione di piccolo tradimento da parte della madre.
Madre impossibile da giudicare perchè più fa errori più ci dà, però, la sensazione di essere una madre che ama sua figlia come nient'altro. E tra una madre che ama e sbaglia e una perfettina e fredda prenderò le prime, sempre.

Risultati immagini per un sogno chiamato florida dafoe

E arriviamo così alla fine.
Io, ve lo giuro, in quel montaggio alternato a 3 tra Halley nella sua camera, Dafoe in fondo alle scale e la bimba fuggita via ho avvertito una tensione pazzesca, da sudar freddo.
Ero sicuro si consumasse una tragedia. E non l'avrei accettato perchè un regista che ama così i suo personaggi non poteva farmi una cosa del genere.
E invece tragedia non sarà, il finale sarà semplicemente qualcosa di meraviglioso.
The Florida Project è Wes Anderson se Wes Anderson per una volta riuscisse a mettere il cuore davanti, e non dietro, la sua ossessione formale.
The Florida Project è Re della terra selvaggia se Hushpuppy al posto di lagune ed immaginazione avesse avuti amici, asfalto e caseggiati.
The Florida Project è Bellas Mariposas senza i primi pruriti adolescenziali, sono i nostri bambini di Scampia se Le Vele al posto di quel terreo grigio fossero colorate di un magico viola, The Florida Project è quella corsa a perdifiato verso il castello magico per eccellenza, quella corsa a perdifiato, mano nella mano, per andare nel mondo delle favole, per rifugiarsi, per nascondersi a quel mondo degli adulti che prima o poi, inevitabilmente, ci inghiottirà.
Ma non è ancora il momento Moonee, vieni con me, fuggiamo via

8.5

31 commenti:

  1. Visto a Torino lo scorso dicembre, dove mi aveva divertito e commosso da morire. Tragico, durissimo, eppure tutto era un incanto visto dall'ottica di quella bambina sfacciata. Peccato lo ignorino in molti, peccato pare piaccia a pochi (soprattutto in Italia, e ai nostri amici blogger). Mi ha ridato cose che non sapevo neanche di avere perso, nel mentre.

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    1. ma dove lo trovi un film che diverte, emoziona, commuove, piace esteticamente, interessa e fa riflettere?

      mi dai una brutta notizia nel dirmi che è stato poco apprezzato

      ce ne faremo una ragione ;)

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  2. Ma la parentesi ispanico la considero chiusa. Come tante altre cose serve a evidenziare lo squallore del posto e la volontà di andarsene da lì, insieme alla coppia con la prenotazione sbagliata o quella della lavanderia o il miraggio degli elicotteri che se ne vanno in continuazione a 5 metri di distanza.

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    1. No, ma infatti ho scritto "non completate o buttate là"

      con buttate là intendo quelle complete ma che apparentemente poi non modificano il film

      poi però invece ho scritto che è tutto voluto, per creare questa fauna umana e questo luogo dove accadono cose che la bimba osserva

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  3. Devo ancora vederlo, ma sono molto curioso: ho letto recensioni entusiastiche - come per te e Ink - ed altre che l'hanno massacrato.
    Chissà come se la caverà al Saloon. ;)

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    1. stavolta mi sento che sarai probabilmente del mio partito ;)

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  4. Come dice Mr Ink nel primo commento anch'io mi sono accorto di come sia passato quasi senza lasciare traccia e non me ne capacito: solo non vederlo può impedire di provare qualcosa - qualsiasi cosa - per questo film.

    Ancora oggi ogni tanto mi vengono in mente flash, scene, immagini e urla di alcuni personaggi iconici, nonché il senso di "disturbo" nel sentire profondamente quella storia. Ma l'ho amato, me lo porto dentro, probabilmente sarà uno dei miei film dell'anno e non credo di essermi mai ripreso da quella fine maestosa. Se posso fargli un complimento è che nonostante tutto ciò mi lascia smarrito, quasi incapace di commentarlo.

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    1. Io non sono ancora andato a legger nulla in giro.
      E sarei curioso di sapere da Ink i nomi di chi l'ha massacrato, almeno evito di cercare

      sì, non me ne capacito nemmeno io, lo trovo un film straordinario, in ogni suo singolo aspetto

      e una rapsodia di emozioni

      continuo a pensare che per certi versi il film che più lo ricorda sia Re della terra selvaggia

      sulla fine...

      io avevo i brividi. Anche solo come l'ha girata (forse con una Go-Pro), per la presenza la prima volta della colonna sonora, per come arriva, così immediata

      e per il suo significato metaforico

      pensa che al cinema avevo 4 persone vicino a me che si son lamentate per 5 minuti della fine

      le avrei uccise ;)

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  5. Sono proprio contento che tu lo abbia apprezzato! Anch'io visto a Torino al TFF, te lo avevo consigliato subito.
    Bellissimo secondo me, dall'inizio alla fine. Dà davvero l'idea di essere "vero", alchimia tra le attrici incredibile.

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    1. Ah, ecco, anche te me l'avevi consigliato, vero ;)

      sì, il materiale umano de sto film è pazzesco, e i loro rapporti perfetti ;)

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  6. Aprire il tuo blog dopo un po' di tempo, trovare il film che qualche mese fa mi aveva colpito al cuore, leggere troppo velocemente alla ricerca di sensazioni reciproche e trovare " The Florida Project è un film magnifico, uno di quelli che, probabilmente, mi porterò dietro per sempre.....Io un tale affetto per i proprio personaggi lo ricordo, in questi anni, solo in altri due grandissimi, Dolan e il primo P.T.Anderson" ...beh, mah..che dire...tutto ciò mi ha esaltato.
    Subito dopo The Florida Projet ho voluto approfondire Baker e mi sono vista Tangerine, altro bel film.
    Moonee una piccola grande attrice; sua madre dice tutto con corpo e faccia.
    Grazie come sempre.

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    1. non posso far altro se non ringraziare di cuore...

      anche io mi sono appuntato Tangerine, spero di non arrivarci troppo tardi ;)

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  7. Meraviglioso! Chissà cosa ne penserebbe Zavattini di un film così. Io un Oscar lo avrei dato alla bambina.

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    1. Non sei la prima che mi cita certo cinema italiano...

      E avete ragione

      impressionante lei, attrice e personaggio, m'è rimasta addosso ;)

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  8. Sarebbe stato facile parlare di tematiche del genere, dei poveri, in relazione ai ricchi, dei bambini e le loro mamme. Sarebbe stato facile suscitare pietà.
    Invece no, questo film ti annienta, ti entra dentro e ti fa entrare dentro il contesto. Provi empatia. forte, fortissima. era davvero da tanto che un film non mi stravolgeva a tal punto.

    E forse la cosa che più ti entra dentro è il poter anche sorridere e ridere durante il film. Si vedono tante persone, diverse, ognuna con caratteristiche sue, ma tutte perfettamente umane. Si vede proprio che il regista è lì insieme a loro, mai distante, mai distaccato, ma sempre anche lui perfettamente umano.

    Che bello questo film, davvero, perché se da un lato ti mette in una condizione di malessere interiore estrema, dall'altro ti fa capire quanto conti davvero l'umanità nel nostro mondo. Quegli edifici saranno sì belli, colorati, fatiscenti, monumentali e pieni di dettagli kitsch, ma sono inanimati, freddi. Questi essere umani seppur grigi (che bello davvero questo confronto sui colori che hai fatto notare nella recensione) sono pur sempre esseri umani. E nonostante tutto alla fine dobbiamo ricordarci sempre che questo ci caratterizza, ci rende unici. E chi più di quei bambini può raccontarci quella spontaneità?

    Se un bel film ti fa entrare dentro al contesto della storia raccontata, qua si va oltre: perché quel contesto è ormai entrato totalmente dentro di noi.

    (tra l'altro a proposito di umanità ed esseri umani, è interessante anche la scena in cui Bobby allontana gli animali che si stavano avvicinando ai caseggiati, di nuovo con un bel contrasto con l'uomo e la sua umanità)

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    1. Tranquillo, Caden! Quando puoi :)

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    2. eccomi :)

      è proprio questa la straordinaria grandezza di Florida, il restituirti un'umanità a 360 gradi
      Provi tutte le emozioni possibili, il film non prende mai una direzione, semplicemente racconta cose e persone con vicinanza e affetto

      credo sia un film fortemente positivo, malgrado tutto

      perchè i personaggi che ci son dentro, anche quelli che sbagliano, li sentiamo e vediamo come veri esseri umani, non ruoli

      poi i bambini non ne parliamo, quelli di Florida sono indimenticabili ;)

      sì, vero, c'è quella scena che io ho preso con molta ironia. State lontani, qui è una gabbia di matti, non mischiatevi a "noi"

      bellissimo commento, e grazie

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  9. Grazie alla tua classifica mi sono recuperato questa perla, che altrimenti chissà se avrei mai avuto il piacere di vederla e amarla.
    L'ho trovata un estratto di vita, vita vera, vita vissuta; é come se l'autore del film avesse scelto un qualsiasi hotel, dove vivevano delle qualsiasi madri con dei figli, si fosse fatto raccontare la loro storia e ne avesse fatto un film sulla loro ultima estate passata, adattando magnificamente il tutto al contesto scelto da cornice del film e trasformando anche ciò che di brutto ha trovato in tali storie, semplicemente in un sorriso.
    Non voglio soffermarmi sulla bravura del regista con le inquadrature o con lo splendido contesto che ha messo sú ne hai gia parlato più che esaustivamente; voglio esprimere quella che secondo me é un'impressione e che va a braccetto con la questione "cuore" che anche tu hai citato.
    I ragazzini che hanno recitato in questo film sono stati indubbiamente bravissimi, per quanto bravi di per sé possano essere, sono convinto che in tutto ció il regista ha più di un merito; si perché immagino sia il regista che durante le riprese, ha il compito di dirigire e guidare questi bambini e bisogna avere un cuore grande per farli recitare così...a 6 o 7 anni non si può pensare che si possa recitare cosi bene e basta, senza che il regista non li metta in una situazione di confort tale, per far si che ciò avvenga...ma forse é solo un mio pensiero.
    Detto questo, film magnifico, mi ha ricordato molto un altro splendido film che ho amato e che consiglio, Captain Fantastic di Matt Ross con Viggo Mortensen, altra pellicola sulla falsariga di questa, dove si insegna che per essere una buona famiglia non si ha bisogno di essere di buona famiglia, mi ricordo ancora che uscí di sala con un sorriso a 32 denti, stessa cosa che é avvenuta ieri sera dopo aver visto questo film eccezionale.

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    1. "L'ho trovata un estratto di vita, vita vera, vita vissuta; é come se l'autore del film avesse scelto un qualsiasi hotel, dove vivevano delle qualsiasi madri con dei figli, si fosse fatto raccontare la loro storia e ne avesse fatto un film sulla loro ultima estate passata, adattando magnificamente il tutto al contesto scelto da cornice del film e trasformando anche ciò che di brutto ha trovato in tali storie, semplicemente in un sorriso."

      difficile una migliore sinossi del film

      sì, vero, c'è questa sensazione di autenticità e di totala rifiuto di pietismi e retorica

      e quello che ne viene fuori paradossalmente è ancora più emozionante di un film che emozionante avesse cercato di esserlo

      perfetta la tua analisi

      il recitare per dei bambini così piccoli è un gioco e un gioco funziona bene solo se funziona bene (nel caso appunto dei bambini) il "fuori cinema"

      devi metterli a loro agio, non devi trattarli come attori, devi farli divertire, avere pazienza e cercare di creare scene o contesti in cui siano naturali

      insomma, il concetto di "parte" da recitare è veramente l'ultima cosa su cui soffermarsi

      comunque riguardo questo non capirò mai come ha fatto il bimbo di the crescent (credo 2 anni) a recitare in quella maniera

      ma il fatto che fosse figlio del regista già è tanto e va a braccetto con quello che stiamo dicendo

      eh, lo so, son due anni che Captain Fantastic mi gravita intorno, prima o poi troverò il "coraggio"

      grazi del bel commento :)

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  10. Risposte
    1. figurati ;)

      ne approfitto per dirti che non eri in extremis sul sondaggio (mezzanotte di domani, quella che porta a martedì) e che se non vedi il tuo voto o la mia risposta (arriverà) è per quello che succede dal commento 200 in poi, lo spiego nell'ultimo commento sempre visibile che vedrai in fondo a quel post ;)

      alla prossima

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    2. Si ho fatto confusione con le date, ma il giorno dopo non avrei potuto recuperarmi niente, quindi poco male.
      Si ho letto della storia dei commenti, grazie comunque di avermelo sottolineato, non si sa mai :)

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  11. Recensione e film da pelle d’oca!! A proposito di Dolan, il finale mi ha emozionato a livelli altissimi al pari di quello di Mommy..
    Qualche curiosità raccolta post visione sul web:
    - il titolo originale – The Florida Project – è il nome provvisorio che fu usato per Disney World mentre lo si costruiva;
    - il regista è anche cosceneggiatore e montatore del film
    - la scena della vendita dei profumi davanti a un hotel di lusso è stata girata con una tecnica di tipo candid camera: i turisti non sono attori ma veri turisti che non sapevano di essere ripresi.
    - la scena finale è stata girata con un iPhone 6 al Walt Disney Magic Kingdom di Disney World all'insaputa della direzione del parco
    - Il Magic Castle, il residence dove è ambientato il film, esiste veramente, a pochi isolati dal celebre parco dei divertimenti
    - Bria Vinaite (che interpreta Halley, la madre di Moonee) è stata “scoperta” su Instagram
    - Il direttore della fotografia, Alexis Zabé, ha girato il video della mitica canzone “Happy” di Pharrell Williams (https://www.youtube.com/watch?v=ZbZSe6N_BXs)

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    1. che spettacolo Stefano ;)

      i punti veramente più belli sono il primo (anzi, bellissimo), quello della candid camera (vorrei rivederlo ora che mi dici sta cosa), il Magic Castle

      sapevo, anzi, l'avevo capito in diretta, che la scena finale era girata con un IPhone. Anche questo rende magico quel finale, questo cambio di ripresa e fotogragia. Genera un effetto straniante che a molto pubblico ha dato fastidio

      ahah, la odio Happy ;)

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  12. Ciao. Ti leggo spesso, il blog mi piace e mi hai permesso di scoprire film estremamente interessanti. Ti ringrazio!
    Ho apprezzato anche questo, solo una cosa però. "Madre impossibile da giudicare perchè più fa errori più ci dà, però, la sensazione di essere una madre che ama sua figlia come nient'altro. E tra una madre che ama e sbaglia e una perfettina e fredda prenderò le prime, sempre": mi sa che amore e "neglect", amore e indifferenza totale rispetto a ciò che la bimba fa, a ciò che mangia, a come cresce, a come parla, a quel che vede, a quel sente...bè, non vanno tanto d'accordo. Parere modesto :)
    Un saluto! Milena

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    1. domanda e considerazione legittima ;)

      provo a spiegarmi meglio ma ripeterò cose già dette. Del resto non si deve essere d'accordo per forza ;)

      sì, confermo che tra due estremi che trovo entrambi profondamente sbagliati (sono, credo, un bravissimo padre) io preferisco la "neglect" che la perfettina e fredda

      per me l'amore è caos, non è precisione o perfezione

      e credo che meglio una bimba che vede una madre sconsiderata e poco attenta ma che la ami che una che ha un genitore che sta crescendo un robot, perfetto, ma senza nessun sentimento

      quello che resta nella nostra vita è l'affetto, più che le buone maniere ;)

      ripeto, nessuno dei due è un comportamento accettabile ma confermo che senza indugi preferisco la pazza innamorata alla perfetta insensibile

      grazie mille ;)

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  13. ahimè questa volta siamo lontanissimi...

    vero che l'ho visto la sera in cui ho portato a morire (e poi ho seppellito) il mio miglio amico di pelo, il mio primo e unico gatto, e forse non ero dell'umore giusto ...

    ...ma così l'ho commentato

    nel mio personalissimo cartellino dei recuperi del 2018 era tra i top5, ma l'attesa non è stata ripagata. Film non nelle mie corde. Non ho sopportato i petulanti e fastidiosi bambini che animano questo spaccato di desolazione. Le loro grida, il loro ridere dovrebbe fare da contraltare alla miseria in cui vivono e invece mi hanno spazientito portandomi a non sopportare tutto il resto. Il colore, la fotografia, gli stessi bambini, tutto è eccessivo e se la qualità tecnica, così come alcune interpretazioni, è più che meritevole, a mio giudizio il tutto è risultato ridondante, eccessivo. Film amato da molti ma che potrebbe piacere a pochi. Il finale spiazza nella sua incompiutezza, ma funziona.

    VOTO ***

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    1. beh, sì, direi che non avevi un grande umore....

      pensa che io non solo ho adorato quei bambini ma ancora adesso, dopo quasi due anni, ancora li considero indimenticabili, tra le cose più belle viste recentemente

      ho trovato tutta la ridondanza del film meravigliosa, tutti i suoi eccessi perfetti

      insomma, l'ho amato per tutti i motivi per cui te l'hai poco sopportato ;)

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  14. Ciao Caden
    Un film con tante cose dentro, ma prima di quel bellissimo finale, c'è l'urlo di una madre disperata e il vero pianto di una bambina. Certe emozioni mi hanno ricordato Mommy.

    È un mondo pieno di contraddizioni, vivere accanto al mondo Disney dove tutto è fuori misura e molto colorato. Ma il colore è solo in superficie perchè sotto, come hai detto bene, c'è il grigio cemento. È un mondo che ha perso la sua magia ma non la voglia di vivere.
    "Sai perché questo è il mio albero preferito?...Perché anche se è caduto continua a crescere”
    Basta questa frase di Moonee, forse troppo saggia per essere detta da una bimba, ma questa si può chiamare davvero infanzia?

    Tutto ripreso ad altezza bambino, perché alla fine sono loro che guardano gli adulti con ironia e senza giudizio.
    Tutti i personaggi sono micromondi che sfiorano la vita dei piccoli. Un mondo fatto di madri sole, gli uomini non ci sono o vanno via. L'unico che resta come un mediatore, tra le scorribande dei piccoli e le fatiche dei grandi, è Bobby il custode. Un angelo custode, un grandissimo Dafoe.


    Film senza spiegazioni, delicatissimo e terribile, infatti le parole avrebbero fatto perdere la forza del film. Le sequenze di Moonee che gioca con le bambole nella vasca, non capisci il ripetersi della scena, ma poi colleghi tutto e anche il farsi le foto in costume giocosamente diventano altro, qualcosa di poco edificante.

    Altra scena fortissima è quella nella casa fatiscente, trasformata dai tre nel loro parco personale di divertimento. All'immaginazione di un bambino per divertirsi basta niente, In fondo Disney resta un invenzione dei grandi.

    Grazie Caden, questo film l'ho visto grazie a te.
    France Basil

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    1. Quel finale di pochi secondi (un minuto massimo) ricordo che al cinema mi aveva ucciso, tanto che ho dovuto girarmi dall'altra parte per non farmi vedere piangere. Quel cambio di "regia", il film che diventa telecamerina e fugge in quel mondo incantato lontano dai problemi e dagli adulti credo sia qualcosa di gigantesco

      Quel contrasto tra colori e degrado è la magia del film ed è stato bruttissimo vedere che poco tempo fa hanno decolorato quel palazzo (quello vero dico....)

      "Tutti i personaggi sono micromondi che sfiorano la vita dei piccoli. Un mondo fatto di madri sole, gli uomini non ci sono o vanno via. L'unico che resta come un mediatore, tra le scorribande dei piccoli e le fatiche dei grandi, è Bobby il custode. Un angelo custode, un grandissimo Dafoe.
      "

      perfetta e illuminata sintesi

      "Film senza spiegazioni, delicatissimo e terribile, infatti le parole avrebbero fatto perdere la forza del film. Le sequenze di Moonee che gioca con le bambole nella vasca, non capisci il ripetersi della scena, ma poi colleghi tutto e anche il farsi le foto in costume giocosamente diventano altro, qualcosa di poco edificante.

      Altra scena fortissima è quella nella casa fatiscente, trasformata dai tre nel loro parco personale di divertimento. All'immaginazione di un bambino per divertirsi basta niente, In fondo Disney resta un invenzione dei grandi"

      anche qua, complimenti, hai detto tutto

      questo film per essere così apprezzato ha bisogno, paradossalmente, di essere "odiato", che si percepisca il disagio, la difficoltà, le cose brutte che ci sono dentro

      Ripeto, è un paradosso, ma è questo che lo rende magico e poetico

      no, non grazie a me, semplicemente l'ho visto prima di te, consigliarlo è ovvio ;)

      "

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao