15.6.13

Recensione "The Artist" - Visti per voi - 3 - John Locke

Terza puntata con i visti per voi, la rubrica che mi costringe a vedere film consigliati da voi. Sarà un lungo viaggio, avevo messo delle regole ma alla fine l'unica regola che sto osservando è di dare precedenza ai film che trovo, dvd o tv, per primi.
John Locke è mio fratello, per un anno è stato l'unico lettore di questo blog, un anno, non scherzo.
Ma era divertente anche allora, anzi, l'entusiasmo era anche maggiore.
Non scrive più che si vergogna ora che sto blog è così seguito da essere uno dei primi 999.000 in italia.
Sul cinema dico :)
The Artist:
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Comincia la scena.
Lui sospetta di quel tedesco là in fondo e piano piano prova ad avvicinarglisi attraverso il ballo sfrenato.
Balla con lei ma sbaglia scena.
Lui riparte, torna a ballare con lei ma non riesce a smettere di farlo. Scena di nuovo sbagliata.
Lui riparte, tanto è la star, i ciak possono andare avanti all'infinito se sbaglia lui.
Balla con lei ma si mettono a ridere, "STOP!" avrà gridato il regista, sicuro che l'ha fatto, noi non l'abbiamo sentito, ma l'ha fatto, sicuro, eccolo lì pronto per l'ennesimo motore-azione, pronto per un altro ciak.
Ma lui se ne va, sta scena proprio non gli riesce.
Un pò di anni dopo lui vuol morire, la casa sta bruciando, tutto sta bruciando, le sue pellicole, i suoi oggetti, il suo orgoglio, la sua vita.
Stringe nel petto quei ciak sbagliati, probabilmente i momenti più importanti della sua carriera artistica, una carriera impressionante, film su film, successi su successi, gloria su gloria. Tanti onori e ricordi indimenticabili eppure vuol morire con quei ciak.




Il suo magnifico cane, uno di quegli esseri viventi che ci fa vergognare di come noi possiamo credere di esser superiori, il suo magnifico cane fa in modo che lo salvino.
In mezzo c'è tutto il resto, c'è la magia di un cinema muto e di un'orchestra che suona dal vivo, suona e dà una colonna sonora a quello che la gente vede ma non sente, un momento ilare, una tragedia, uno slapstick, un bacio d'amore.
C'è l'importanza del silenzio, il superfluo della parola, chè quando hai un viso che sa trasmettere qualcosa, quando capisci che uno sguardo vale più di 100 ore di chiacchiere, quando ti rendi conto della bellezza che può avere un gesto muto, quando realizzi che il tuo corpo è un laboratorio e che volendo può raccontare l'infinito, allora del sonoro te ne sbatti, e il rumore di una foglia che cade a terra è quasi una bomba atomica.
In mezzo c'è tutto il resto, c'è il trionfo e la sconfitta, l'adularsi e il commiserarsi, la fine di un amore e l'inizio di un altro, l'emozione di nascere una seconda volta in vita.

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E c'è una ragazza che si abbraccia da sola immaginando che quella mano sia la tua, un neo che da semplice e dolce punto nero diventa enorme e accecante successo, c'è una mano inghiottita dalle sabbie mobili che richiede disperatamente aiuto perchè è la mano di un uomo che sta veramente affondando, ci sono gli occhi lucidi di quello stesso uomo che vedono e sentono, sentono già, e forse proprio per questo piangono, lei in quel film, c'è un autista che per stipendio vuole l'affetto, c'è un cane che ti tira i calzoni perchè tu sei il suo padrone, la ragione della sua vita e sta cosa qui non devi farla.
E c'è una scena completamente muta e sorda, senza nemmeno l'onnipresente colonna sonora.
Ma è la scena più fragorosa di tutte.
Prima c'è un uomo che sbaglia ciak per quella cosa che Stanislavskiy non poteva prevedere, l'amore.
Poi c'è un uomo che vede ripartire il film della sua vita grazie al suo cane e a lei.
In tutto il mezzo ci sono due attori impressionanti, un film geniale, dolce, divertente e necessario.
In tutto il mezzo non c'è il sonoro, ma la didascalia della bellezza.

( voto 9 )

9 commenti:

  1. ciao!
    anzi, no: bau!
    anzi, no: --------

    la tua recensione (mi) lascia veramente senza parole, sono muto e perciò in sintonia con questo film incantevole (uno di quelli che ho acquistato in dvd non appena la videoteca lo ha messo in svendita .... ripensandoci, non è il primo che ho avuto così, tra quelli visti che sono anche tra quelli che tu hai recensito, e che perciò sono i primi di cui sono andato a sbirciare la rece, perché mi piace confrontare le emozioni, anche solo a distanza, anche solo nei miei pensieri, anche senza scrivere una riga).
    l'ho rivisto mentre leggevo la tua rece, ho rivisto il cane (che bello che ne parli!), ho rivisto le foglie e il maggiordomo; soprattutto ho rivisto lei, bella da levare il fiato, perché imperfetta e non plastica, a vitale e sfacciata e che ride e si lancia nella vita e nell'amore. La scena di lei ricca che salva lui in disgrazia, mi ha ricordato alcune atosfere chapliniane, persino un'analogia con Ms Verdoux (!). Alla fine di tutta la mia tirata, anche io ho il fiatone. bravo!

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    1. Ti ringrazio tantissimo Giovanni anche perchè questo è il primo commento alla rece ed essendo dedicata a mio fratello un pò mi dispiaceva.
      Lei bellissima, il film straordinario, ci sta tantissimo Chaplin, anche Verdoux!
      Bravo a te e grazie!

      Ah, come non nominare il cane?
      Mio fratello l'ha scelto come scena simbolo del film, se vai su FATTI DA VOI qui sopra, IL CINEMA COME EMOZIONE vedrai di che parlo

      Notte :)

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    2. ho visto il corto :) ma a questo punti c'è una domanda che mi assilla, e un dubbio che non mi fa dormire la notte: ma caden cotard e oh dae soo sono la stessa persona? O_o

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  2. Sì sì, ovviamente son sempre io. Sono stato Oh dae-soo 4 anni ma poi alla morte di Hoffman (mio attore preferito) ho preso il nome del suo personaggio nel mio film preferito (Synecdoche New York).

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  3. grazie per la spiegazione. Adesso, non so perché, mi sento più tranquillo :)

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  4. che regia, diosanto! che regia! perfetta al dettaglio. sicuramente bravissimi gli attori ma certe finezze sono da capolavoro!

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    1. E' tutto praticamente perfetto.
      E sì, la regia, o comunque la mano che il regista mette in ogni dettaglio, è portentosa.
      Anche perchè se dietro non hai una grande regia un film così nemmeno puoi tentare di concepirlo, sarebbe un fiasco.

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