Romina aveva già scritto una rece nel blog ma adesso anche per lei è arrivato il momento di cominciare la sua rubrica.
Sarà apparentemente più "ricercata" delle altre.
La rubrica dico, non Romina.
Perchè in realtà tutte le ragazze hanno la stessa preparazione, la stessa umiltà e la stessa passione. Per attitudini personali e per differenziare le rubriche abbiamo solo scelto diversi modi di parlare di cinema.
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Confesso di
avere una propensione per i film senza una trama ben individuabile, senza
struttura, e per questo ho deciso di dedicare la rubrica proprio a tali pellicole.
Molto bene.
Per
la serie: come mettersi nel sacco da soli e sparare frasi a caso.
Comunque, a
parte quello che posso dire io, se vi piace la pittura questo film vi piacerà
doppiamente di più.
LA LUCE
GIALLA DEL TARDO POMERIGGIO.
Le
osservate mai le finestre dei palazzi immaginando cosa ci potrebbe essere
dietro?
Io lo
faccio a volte, seduta su un terrazzo o da altre prospettive, mi fermo e inizio
a fantasticare sulla disposizione dei
mobili, sul colore delle pareti, sulle persone che ci vivono dentro, se vanno a
letto vestiti nel letto mai rifatto o se si mettono con cura vestaglie di seta
rosa.
Ogni volta
che guardiamo gli altri desideriamo un po' scavare dentro noi stessi, si sa.
In un
appartamento di un piano imprecisato di un vecchio palazzo vive una famiglia
come tante: padre, madre, figlio.
Una
famiglia che si muove lentamente da una stanza all'altra, una famiglia che
galleggia nella luce del tardo pomeriggio. Quella luce è di un calore che ammorbidisce tutto.
Il figlio
prepara la tavola e toglie le pieghe dalla tovaglia, piano, con le ombre delle
tende di pizzo proiettate sulla faccia.
La madre prepara la cena tra i fornelli
e la serve, silenziosa.
Il padre legge, in piedi, col vento che gli volta le
pagine, come levitasse.
Una casa
dalla quale nessuno esce mai, un microcosmo.
Nessuno lo
sa ma dentro quell'appartamento è cresciuto un albero enorme, che affonda le
radici nel piano di sotto, dove ogni sera un uomo si incontra con una donna
diversa. La chioma dell'albero invece, invade l'inquilino del piano di sopra,
di cui nessuno sa nulla, ma probabilmente prega e medita.
E' la
natura che irrompe e sventra i muri e i pavimenti di quel piccolissimo mondo.
Al centro
si erge la solidità del tronco ed è la famiglia a prendersene cura,
innaffiandolo, pulendolo ogni giorno e mandando via i vermi.
L'albero è
il simbolo dell'uomo, lo slancio della vita che affonda le radici nel mondo
delle origini. Forse è per questo che fin da bambina, quando vedevo venir tagliato un albero era come se morisse
qualcuno di caro, un amico, una persona.
Questo film
è diviso in quattro parti, proprio come le stagioni, dalla primavera una fitta
vegetazione comincia a riempire tutta la casa, il padre la estirperà con una
falce e sarà presagio della morte che sopraggiungerà con l'inverno.
Il film
inizia col sibilo del vento ed il pensiero è andato subito a quel capolavoro
che è Ordet, poi prosegue come un'opera lirica (con tanto di libretto),
visivamente sembra di trovarsi a teatro e osservare tanti quadri viventi in
successione.
La musica è
epica, la vera protagonista, segue le scene e le carica di potenza, ci sono dei
momenti in cui improvvisamente si ferma, viene spezzata dai rumori: il ronzare della tv, pezzi di carta che vengono
strappati.... ma la magia non si interrompe anzi, si carica di corporeità fra tante
immagini oniriche.
E' un'opera
definita autobiografica dallo stesso regista
ma ognuno può vederci quello che vuole,
non è facile dare un'interpretazione di film come questo, pieno zeppo di
rimandi a una simbologia arcana e di immagini surreali.
I cerbiatti
tra gli arbusti in sala da pranzo, per esempio.
Lech Majevski è un regista, scrittore e pittore polacco. I suoi molteplici interessi
artistici lo hanno portato a sperimentare e a fondere nei suoi film diverse
discipline, quasi a creare una sorta di cinema sensoriale a tre dimensioni.
E'
quello che prova con successo a fare con Roe's room, un viaggio che ci fa
galleggiare in quello che crediamo essere una dimensione altra, ma sono solo i
nostri sensi raddoppiati che percepiscono, visceralmente, la realtà.
Che poesia di film, stupendo! Uno dei Majewski migliori. Una gemma, confrontato purtroppo all'ultimo "Onirica". Sullo stesso livello invece, se posso permettermi, ti consiglio "Glass Lips", ancora più surreale e avvolgente. Complimenti per la recensione!
RispondiEliminaCol tuo commento colgo l' occasione per ringraziarti per il blog che gestisci e che adoro, ti leggevo senza loggarmi. Non ho visto glass lips ma lo recupererò presto! Grazie :))
EliminaFrank, sai che avevo detto a Romina che per un film del genere l'unico commento sicuro era il tuo? :)
Elimina(e credo verrà anche un altro)
Io approfitto per dire che il film sembra bellissimo ma il fatto dell'appartamento, dei piani, della metafora della vita, del colore giallo etc.. mi rimandano a quel corto meraviglioso che è La Maison en petites cubes.
Solo che lì forse il ricordo era la metafora principale
@Romina: grazie a te per l'interesse verso il mio blog, e spero in futuro di leggere qualcos'altro di tuo :)
Elimina@Caden: Ahahah, era quasi scontato vero? :D
E' anche un peccato però, constatare giornalmente che nonostante le proposte verso un certo cinema non manchino, la maggior parte delle persone è comunque restia nell'avvicinarvisi.
Chi può essere l'altro? A me viene in mente solo Ismaele ;)
Bingo
Eliminasia nel tuo discorso sia nel nome
son convinto che c'è tanta gente a cui piace o a cui piacerebbe sto cinema.
Ma se ne ha paura e a volte si pensa che non si hanno gli strumenti per vederlo o commentarlo
invece no, tutti possiamo dir tutto di tutto, più che sbagliare o dire castronerie non possiamo fare
se non si prova non ce la si farà mai
Ma ero convinta di aver commentato questa recensione ore fa. Non so se: a) ho avuto un'allucinazione, b) ne ho commentata una e mo esiste un commento incongruissimo da qualche parte, c) varie ed eventuali.
RispondiEliminaComunque il succo era: complimenti per la rece, molto bella e poetica! Io credo che il regista sia lo stesso di I colori della passione. Se e` lui, allora altri complimenti per aver reso bene la matericita` con cui di solito costruisce le inquadrature! :)
Ciao Miriam, anche questa tua svista spaziotemporale è in tema con la rubrica, quindi benvenutissima! Si il regista è lo stesso e anche quel film mi piaque assai! Grazie mille :*
EliminaCiao Romina, la tua rece su questo film mi ha incuriosito. Forse non è tra i generi che io di solito guardo, ma da quel che capisco è un film "strano". Non "strano" in senso negativo, ma nel senso che probabilmente è uno di quei film che sono anche da capire e non solo da guardare. Quindi lo terrò presente :-)
RispondiEliminaCiao Roger! Sono contenta di aver contribuito a stimolare la tua curiosità, te lo consiglio e mi raccomando fammi sapere che ne pensi!
Eliminaciao Romina, ultimamente la Polonia è ricorrente nelle cose che leggo, il che non può che farmi piacere e darmi soddisfazione.
RispondiEliminaA un certo puntio, quando scrivi "è la natura che irrompe", mi è venuta una voglia matta di vedere questo film, ma dubito sia facile recuperarlo.
altra cosa: ,,mentre leggevo la tua rece, dove parli di pittura, mi èproprio venugto in mente I COLORI DELLA PASSIONEa, e - guarda il caso - anche quello di Lech majiewski. allora, la telepatia esiste :)
quel film mi era piaciuto molto, così credo che pure questo potrebbe affascinarmi, specialmente perché scrivi che è così zeppo di rimandi, e ognuno può bederci quel che vuole :)
Ciao Giovanni, sarà che ho una insana fissa con la natura che compenetra l' umano (e la dipingo) e sono felice che anche a te sia venuta curiosità di guardarlo, io ci misi molto tempo a recuperarlo coi sub a parte, prova, in caso lo cerco pure io e ti mando il link :)
EliminaGrazie di avermi letto!
Romina, anahc eio ho questa 'fissa' per la natura che ci compenetra. anzi, per me è l'unica fissa 'sana' che si potrebbe avere e anzi è una convionzione. Se vuoi sbircia il mio blog e vedrai :)
Elimina(PS: se dipingi la natura, non mi dispiacerebbe fare quattro chiachciere in proposito, insomma per darne notizia)
Ho appena letto una parola nella tua descrizione "divenire" che già mi basta per aprire il canale della comunicazione con te :) più che volentieri giovanni, dammi le coordinate e poi ti mando anche la mia pagina :)
EliminaTi ringrazio Romina, mi fa molto piacere questo canale aperto :)
EliminaQuando domani - sto scrivendo alle tre del mattino - avrò la possibilità di accedere a internet con un computer meno accrocchiato di questo - è una storia lunga - ti scriverò meglio :)
oggi non sono riuscito a scriverti. le coordinate di cui parli potrebbero essere i post del mio blog, da commentare. oppure che altro? :)
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