Secodo contributo al sito di amici Wildwood.
A proposito, se siete appassionati di musica troverete molte classifiche questo periodo.
Ci sono epoche nella nostra storia in cui la Fine la si è sentita più vicina, non dico prossima, ma possibile, probabile.
E anche il cinema iniziò così a raccontare l’Apocalisse depurandola, nella maggior parte dei casi, dal suo significato originale religioso per renderla molto più umana, molto meno
trascendentale. Sì, è vero, magari si nascondeva la paura della bomba
atomica travestendola da attacco alieno o da qualcos’altro, ma l’uomo
non aveva tanto paura di perdere la propria anima ma un’altra cosa,
magari meno profonda e importante per qualcuno ma certamente più
concreta, la propria vita.
E adesso ci troviamo in un’altra epoca in cui il cinema sembra
avere nuovamente la necessità di raccontare la Fine (o la paura di essa)
e stare qui a dire il perchè mi sembra davvero superfluo visto che mai
come in questi anni si ha paura della fine di qualsiasi cosa, che sia
quella del mese, quella dei valori, quella della propria vita o quella
dello stesso Pianeta.
E, come una sineddoche, si sta avvicinando la fine dell’anno,
piccola matrioska di una serie infinita, tante piccole fini di una
grande Fine che speriamo non avvenga mai, per questo ho deciso di fare
questa puntata.
Come già fatto nel primo appuntamento
di questa specie di “rubrica” (e come sarà quasi sempre poi), cercherò
di stare il più lontanto possibile dal cinema straconosciuto da
multiplex per proporre piccoli titoli o film che avrebbero meritato
maggiore visibilità
(molti titoli sono linkabili e rimandano alla recensione estesa)
Credo che siano tre le discrimanti più grandi in questa categoria di film, e sono il “come”, il “quando” e lo stile.
Con il primo mi riferisco alla scelta del regista di come (appunto…) far arrivare l’Apocalisse.
Un attacco
nucleare? Un virus zombesco? una catastrofe naturale? un attacco alieno?
l’impatto di un asteroide? o magari l’arrivo di qualche mostro
distruttore?
Insomma, se vogliamo fare qualche esempio blockbusteriano recente per ogni sottocategoria parleremmo di World War Z per gli zombie, 2012 per i disastri naturali, deii terribili Skyline o World Invasion per l’attacco alieno, del leggermente più datato Armageddon per il disastro “spaziale” e di Godzilla per i monster movie.
Non è che ci si
possa muovere molto dalle “modalità” descritte qua sopra, anche se in
questi ultimi anni abbiamo comunque avuto film che hanno provato a
raccontare la nostra fine in maniera diversa e un pò più originale.
Penso ad esempio all’ottimo I Figli degli Uomini
di Cuaron dove l’umanità è condannata a scomparire a causa
dell’infertilità globale (film che galleggia quindi tra l’apocalittico e
il distopico) o al discreto Doomsday
(gran primo tempo, pessimo secondo), in cui abbiamo sì un virus ma che,
con buona pace degli zombie, molto più realisticamente si limita ad
uccidere gli uomini.
Le maglie sono ancora più strette nella seconda sottocategoria, ossia il “quando”.
Qua c’è poco da fare, esiste solo il Prima, il Durante e il Dopo.
Per “Prima”
intendiamo giocoforza l’ “appena prima”, ovvero quel lasso di tempo più o
meno lungo che precede l’arrivo dell’Apocalisse, in qualsiasi forma
essa si presenti poi.
Il
Durante è l’Apocalisse stessa ovviamente. Qua troviamo praticamente
tutti i film considerati “catastrofici”, ossia quelle pellicole che per
prima istanza hanno la volontà di mostrare la distruzione del pianeta o,
ad esempio nei film zombeschi o pandemici, la distruzione degli uomini.
Se vogliamo essere cattivelli in questa sottocategoria troviamo quasi
tutto il cinema apocalittico hollywoodiano, recente e non, che ha sempre
(avuto) bisogno di mostrare più che può, fare spettacolo.
A partire dai cult di genere Independence Day, The Day after tomorrow
e del sopracitato Armageddon il cinema mainstream americano ha quasi
sempre preferito raccontare la catastrofe usando più effetti speciali
(ora visivi) possibli anzichè soffermarsi sull’Uomo e sulle dinamiche
che lo muovono in condizioni così critiche.
Per
questo il momento che trovo più interessante è quello del Dopo,
architrave del famoso filone post-apocalittico, quando ormai il disastro
è già avvenuto. e, in maniera più o meno spettacolare, si racconta di
come l’uomo sopravviva nelle macerie, reali e metaforiche che siano.
In questa categoria ho amato follemente The Road,
film (quasi) senza speranza in cui l’umanità prova ad andare avanti
solo per amore della vita, senza quasi avere prospettive. Film
malinconico, terribile, secondo me sottovalutato. Trovo molto più
devastante un’umanità che ha perso tutto e non ha più speranze rispetto a
quella che sta per affrontare una catastrofe che l’annienterà. A volte
sopravvivere è peggio di morire.
Ovviamente
l’appena prima, il durante e il dopo molte volte sono presenti nello
stesso film, magari non tutti e 3 insieme, ma a coppie (l’appena
prima-durante e il durante-dopo).
Curioso il caso del recentissimo These Final Hours,
piccolo film australiano in cui l’appena prima e il durante (scusate
per la ripetitività di questa terminologia ma lo faccio per capirsi)
sussistono contemporaneamente visto che la Terra sta per essere spazzata
via continente dopo continente, e l’Australia sarà l’ultima della
lista. La fine è quindi già in corso ma per gli australiani ci sono
ancora 12 ore di vita senza alcuna possibilità di salvezza, il resto del
Mondo è già scomparso nel fuoco. Qualcuno decide di fare una mega festa
finale dove bere, sballarsi, far sesso e divertirsi brindando alla
Morte. Ma c’è ancora qualcuno che in queste 12 ore scoprirà sentimenti
mai provati prima.
A volte poi il Dopo è lontanissimo nel tempo, decenni o centinaia di anni dopo, come nel terribile After Earth (marchetta per Will Smith e figlio) o nell’ottimo e originalissimo Snowpiercer,
in cui l’umanità sopravvissuta ad una glaciazione vive tutta in un
unico treno che fa il giro del mondo, un treno diviso in classi, il
Creatore nella locomotiva, la feccia nell’ultimo vagone.
Prima di affrontare l’ultima macrodistinzione, quella riguardo lo stile,
volevo ricordare tre piccolissimi film italiani che in qualche modo,
senza praticamente avere una lira, raccontano più o meno direttamente la
fine del mondo.
Sono L’Arrivo di Wang dei Fratelli Manetti, L’ultimo Terrestre, opera prima del fumettista Gipi, e La notte eterna del coniglio, un piccolo film tutto ambientato in un bunker anti-atomico.
Mentre il secondo, quello di Gipi, è un’opera profondamente umana,
tenerissima (ma che sa anche raccontare la crudeltà degli uomini) e che
parla della fine più in maniera umana e metaforica che altro, gli altri
due sono soggetti che, a mio parere, gli Americani dovrebbero fare a
botte per accaparrarseli. Unità di luogo, unità di tempo, unità
d’azione, ovvero come la mancanza di mezzi costringe i registi ad
affidarsi ad Aristotele.
Ma ce ne fossero di idee così.
Voglio anche citare il sottovalutatissimo Facciamola Finita,
una commedia passata come grezza, pecoreccia e banalotta ma che io ho
trovato al contrario geniale, intelligentissima, pungente e addirittura
più profonda di quello che si possa pensare.
Ed
eccoci così allo stile, categoria che in realtà si muove
trasversalmente alle due già affrontate visto che qualsiasi scelta fai
di soggetto e sceneggiatura, poi sempre uno stile dovrai dare.Sì,
perchè una volta scelto il come far finire il mondo, una volta scelto
che momento mostrare, c’è anche da scegliere come mostrarlo.
Ed
è qui che si inserisce, accanto al catastrofico et similia, il filone
dell’apocalittico esistenziale, umano, ovvero quello che cerca di
staccarsi dal metodo fracassone e spettacolare.
E così a fianco di Godzilla ci può essere anche un Monsters,
ossia un film di mostri giganti che tiene questi ultimi sullo sfondo,
preferendo dare spazio a una coppia di uomini, lui e lei, che lottano
per la loro sopravvivenza. Quasi incredibile il fatto che questi due
film abbiano lo stesso regista…
E così accanto ad Io sono Leggenda, 28 giorni dopo o qualsiasi altro film con virus o pandemie, c’è anche il piccolo Carriers,
pellicola quasi essenziale, scarna, profondamente umana, che si limita a
seguire on the road un piccolo gruppetto di amici non ancora contagiati
che va alla ricerca della cura e della speranza.
E così accanto ad Armageddon c’è il superbo Melancholia,
un trattato trierano sul mal di vivere che ha in quel pianeta che si
avvicina al nostro per distruggerlo la metafora della morte individuale e
collettiva, il reificarsi della depressione cosmica dalla sua
protagonista, Justine.
E
Melancholia riesce anche in un paradosso. E’ il film che mostra meno
dell’Apocalisse ma è quello che subirà quella più devastante, quella
definitiva.
Quella che dietro di lei lascia solo uno schermo nero.
Melancholia penso sia il miglior film sulla fine del mondo che io abbia mai visto. Bellissimo, poetico, una di quelle opere che ti fanno venire voglia di correre ad abbracciare Lars von Trier (salvo che poi e` LvT e, quindi, forse e` meglio abbracciare un cespo di rovi), come Le onde del destino. Poesia pura.
RispondiEliminaBel post (angosciantissimo, vado a prendere le lattine di zuppa per il bunker). Hai visto Take Shelter? credo sia un approccio dubitativo e per nulla banale al tema, pure passando per tutt'altra strada
Melancholia è Melancholia...
EliminaNon so se ci eravamo letti a vicenda ma credo che l'amore per questo film sia lo stesso.
Splendido Take Shelter ma anche volendo non potevo metterlo nella categoria perchè lì l'Apocalisse (vera o metaforica che sia) comunque lo sarebbe solo per loro.
Ho voluto parlare di film che raccontano della fine in maniera più o meno globale, e più o meno definitiva...
Melancholia va oltre il cinema secondo me!
EliminaTake Shelter e` un'apocalisse personale, ma quel finale e` agghiacciante!
Bellissimo Take Shelter!
EliminaSì, Melancholia va oltre il cinema, credo che pochi abbiano raccontato quello stato d'animo meglio di lui.
EliminaSu Take Shelter (e rispondo anche a Jacopo) non posso che concordare... L'ho proposto in un cineforum ed è andato maluccio, almeno noi 3 siamo d'accordo :)
Bel post, hai fatto un elenco di film tutti molto belli. Mi hai dato lo spunto per vedere Melancholia, che non ho mai visto. Ma anche These Final Hours. Poi a me il genere catastrofico / fine del mondo piace molto, quando poi è abbinato all'horror è il massimo (28 giorni dopo è uno dei miei preferiti), in particolare The Road, che, pur non essendo un horror, per certi versi ci va vicino.
RispondiEliminaMarco, These final hours ti piacerà, lo so.
EliminaMelancholia invece di fine del mondo e di fantascientifico non ha nulla, tutto ma nulla.
Non so, prova, ma è un film ostico (non a comprensione, immediata, a tematiche e stile).
Perfettamente d'accordo per 28 giorni dopo (che volevo citare) e The Road :)
sono sicuro che mi piacerà anche Melancholia :-) Molti lo hanno accostato ad Another Earth (o meglio, hanno accostato Another Earth a Melancholia) comunque a me Another Earth come stile di film mi era piaciuto molto. Dolce, profondo ed evocativo. Avevo scritto pure un commento su word per fs, poi l'ho perso...chissà se lo ritroverò. Anzi mi hai dato lo spunto per cercarlo, l'avevo pure ultimato...ma come molti altri miei commenti potenziali poi è finito nell'oblio. Ma mi ricordo il voto che volevo dargli, mi era piaciuto molto.
Eliminaah dimenticavo, lo stesso vale per Snowpiercer, l'avevo visto al cinema, davvero bello. Lo stesso intendo sia per il giudizio positivo sul film...sia per il fatto che ho perso il commento che avevo scritto :-( Ma ricordo che ci eravamo scambiati le nostre opinioni - che erano entrambe molto buone anche se con qualche interpretazione differente ;-)
EliminaMa Melancholia è diverso da Another Earth ma tanto finchè non lo vedi è difficile spiegarsi.
EliminaPerò sì, entrambi usano la fantascienza solo come sfondo per parlare di uomini ed emozioni.
Ritrova i commenti!
Poi mi vado a vedere cosa si era detto su Snowpiercer semmai :)
Bella carrellata di film catastrofici, alcuni li ho visti altri no, alcuni molto buoni (Melancholia, The Road) altri no (After Earth, World War Z, L’Arrivo di Wang - e sul valore di quest'ultimo siamo in disaccordo).
RispondiEliminaMi hai dato lo spunto per recuperare diverse pellicole!
No, aspetta, due precisazioni.
EliminaLa prima è che i film "catastrofici" non li amo, ho spiegato nel pezzo quali sono per me, non riesco proprio a vederne.
Tutti quelli che ho citato "da vedere" non sono catastrofici.
E, seconda cosa, allacciandomi a questo, ho citato anche film che non ho visto (tipo World War Z) ma si capisce quali sono le citazioni da "esempio" di genere e quali i consigli.
Non mi ricordo se ci eravamo confrontati su Melancholia, The Road, i Manetti ed After Earth ma comunque abbiamo capito che in 3 casi su 4 siamo d'accordo :)
Ciao!