Quinto appuntamento con la rubrica di Miriam (questo il suo blog).
Siamo arrivati a quello che lei, ma non solo lei, considera il vertice più alto della filmografia argentiana.
Buona lettura :)
Suspiria, o La morte si fa bella.
Chi mi conosce lo sa che ho un’autentica adorazione per il buon Dario Argento. Ormai lo sapete anche voi e sono ben quattro puntate che sto facendo tutto quello che è in mio potere per convincervi della sua grandezza. Dario Argento è un genio. Punto. Quanti registi horror vi vengono in mente che siano riusciti a partorire più di cinque capolavori? Nessuno (per quanto riguardo il di lui declino, sono ospite di chi, a ragione, nemmeno riesce a concepire che l’autore di Do you like Hitchcock? e Il gatto a nove code siano la stessa persona, quindi sono su terreno amico). Il regista horror che è anche un serial masterpiecer non esiste. A meno che non sia un unicorno, come Dario Argento. Un angelo del focolaio. Puro di spirito. Un cantore della morte. Un artista che con la sua spiccata immaginazione – e con tanto, tantissimo sangue – dipinge scenari che hanno un punto in comune, un punto che fa funzionare tutto anche quando – qua e là – c’è qualche buco di sceneggiatura e qualche imperfezione.
Tra quelli che considero i capolavori di Dario Argento (L’uccello dalle piume di cristallo, Quattro mosche di velluto grigio, Il gatto a nove code, Profondo a rosso, Suspiria, Tenebre), il mio preferito è, sicuramente il suo quinto film e quinto capolavoro (fino ad ora, ricordiamocelo, non ha sbagliato un colpo), Suspiria. Una caramellona horror. Un red velvet di morte. Glassato di sangue (okay, la smetto).
Susy è una ballerina che si trasferisce in una suggestiva accademia di danza a Friburgo, dove viene accolta da una ragazza urlante cose incompresibili che fugge sotto la pioggia e dalla direttrice che le dice che non potrà passare la notte in accademia e che dovrà essere ospitata in città da un’altra ballerina della scuola. Ma questo conta fino a un certo punto. Di certo non quanto il fatto che, quando Susy scende dall’aereo e sale nel taxi, Dario Argento la filma all’interno di quello che appare come un ambiente pop, coloratissimo, straniante, tutto impostato sui toni del blu, del vermiglio, dello smeraldo e dell’ocra e che questi colori non ci abbandoneranno per tutta la durata del film – un effetto ottenuto utilizzando delle inibizioni particolari, una pellicola a bassissima sensibilità che aumentava di molto la profondità di campo e lenti anamorfiche. Quello che conta, insomma, è sì la storia, ma, soprattutto, come Dario ce la racconta. E come fa morire la gente. Come Pat, una ballerina che non facciamo in tempo nemmeno a conoscere, perché muore nella celeberrima scena della finestra, che fa impallidire tutte le altre scene della cinematografia contemporanea. La scena della finestra è un piccolo corto a sè stante, perché ha salvato la vita a un sacco di ragazzini sbadati che si sporgevano dalle finestre tenendoli lontani da esse con il potere del terrore e, soprattutto, perché dà il via a una delle morti più spettacolari del cinema horror. Pat viene infatti colpita da una misteriosa mano che sbuca dalla finestra – la rompe proprio -, sventrata con un coltello e, infine, fatta precipitare attraverso un coloratissimo lucernario di vetro. Uccisa, insomma, con una tigna che manco i cospiratori di Rasputin.
Quello che conta, è che Dario Argento mette tra le alte sfere della scuola dell’Accademia il personaggio di Miss Tanner, un’ Alida Valli così accapponante-la-pelle che-neanche-in-Occhi senza volto. O che lo psicologo (Mandelli) che rivela la storia di magia nera di cui l’accademia è permeata sia interpretato da Udo Kier, che sta bene dappertutto. Dario Argento ci conduce per mano in una galleria degli orrori, lasciando la presa proprio quando si fa buio e abbiamo più paura – altrimenti che maestro della suspence sarebbe? – verso un finale spettacolare e spaventoso, dove forse c’è la migliore sintesi tra la sua transizione verso l’elemento soprannaturale – e questo è il primo film in cui veniamo introdotti a questa tematica – e la propensione per il thriller truculento dalla trama intricata, tutto giocato sull’indizio risolutivo pizzato lì all’inizio, quello che ci fa sentire un po’ svampiti perché non l’abbiamo notato, quello che ci fa essere felici perché il regista ha giocato con noi e ci ha – amabilmente – preso in giro fino alla fine - e, quando funziona, non c’è nulla di meglio. Per tutto Suspiria abbiamo la sensazione di girare per un bellissimo museo del terrore, dove ogni inquadratura costituisce un lugubre quadro dalle tinte sgargianti (solo Dario può tenere in piedi un ossimoro del genere), fino a rendere il film stesso una spaventosa opera d’arte.
Bella rece! hai detto bene Miriam, più che un film è un'opera d'arte, visivamente e anche come atmosfera non si batte, forse questo è anche il mio preferito di Darione, insieme a opera e profondo rosso!
RispondiEliminaGrazie! Si`, qui veramente ci sarebbe da farci un poema. Ci sono delle sequenze molto suggestive, come quella della nottata passata nella sala grande dell'accademia, con tutte le studentesse accampate, i teli, la luce rossa - poesia pura. :)
EliminaCome non essere d'accordo, vertice assoluto anche per il sottoscritto! E poi diciamolo, quella sequenza della notte nel salone, con l'ombra di Elena Markos dietro i paraventi rossi e il suo respiro... quel respiro...Personalmente mi raggela il sangue ancora oggi. Indimenticabile!
RispondiEliminaSiiiii! Io penso davvero che in Suspiria ci sia una creativita` veramente debordante che va a colare tutta nei punti giusti. Se l'avesse girato chiunque altro, l'aggettivo giusto sarebbe "troppo", ma Dario ha saputo davvero farsi artista in questo caso!
EliminaTanto amore per Argento.
RispondiEliminaQuello di un tempo, ovviamente.
Allora era veramente un regista, uno scrittore, un artista, perche` era tutto nuovo, ispirato e, soprattutto, si vede benissimo quanta passione ci fosse dietro a tutto questo! Dopo Opera, tutto l'amore che metteva nei suoi film io non l'ho piu` trovato.
EliminaMa e` stato bello finche` e` durato!
ciao Miriam, ottima rece!
RispondiEliminaSuspiria è un capolavoro dell'horror mondiale e tra l'altro ha ispirato un sacco di altri film horror, ambientati nei licei o collegi femminili, talmente tanti che si può parlare di una sorta di filone a sè stante. Purtroppo,rispetto a quelli che hai commentato fino ad ora che ho rivisto un sacco di volte, questo lo conosco decisamente meno - anzi mi vergogno un po' a dire che non me lo ricordo!!!.... A parte ovviamente la scena della finestra, nonchè quella della signora che russa...
Mi sono prefissato comunque di rivederlo.
D'accordissimo sui 6 film che consideri capolavori. Io ne aggiungo un altro, anche se è un po' bistrattato da tutti, Phenomena, che per me è un gioiello :-)
Ciao Jolly! Concordo su Phenomena, anche a me piace e prima o poi arrivera` un post anche su quello! Io lo trovo sicuramente ancora uno di quelli buoni e ha tanti punti di forza, oltre a essere estremamente suggestivo! hai buon gusto!
EliminaSuspiria e` veramente una cosa a se, per me e` un'opra d'arte dall'inizio alla fine e il kitsch smisurato di certe scene horror e` una bomba!
Bene, devo assolutamente rivedermelo. Per me comunque sono tutti belli (salvo qualche inciampo) fino a Non Ho Sonno incluso. Il Cartaio ne sancisce la reale fine. Anche se devo dire che poco tempo fa ho visto Jenifer (l'episodio dei Masters of Horror) e non l'ho trovato così male come pensavo...nel senso che nel contesto della serie non sfigura. Ma il Dario di una volta era un'altra cosa
Eliminasai che forse dovro` rivedere jenifer? io ero rimasta sconvolta dall'episodio invece, perche` e` un po' pedestre rispetto a questi primi film.
EliminaTrauma non mi ha fatto impazzire, ma non mi disturba troppo. Il cartaio mi ha fatto male all'anima. C'e` pure Spud di trainspotting. Non so, avevo delle aspettative e sono state tradite e non poco!
Se riguardi Suspiria la differenza e` tanta che sembra impossibile che siano figli dello stesso autore!
Anche Phenomena e Opera (gia` piu` tamarri dei primi, ma comunque bellissimi) hanno dei momenti geniali e delle sequenze costruite con una padronanza del dettaglio e della suspence che sono magiche!
Bellissimo film, sicuramente uno dei migliori della discografia di Argento.
RispondiEliminaUna scena particolarmente inquietante che ricordo e' quella della biglia (o simile) che rotola fino ad andare a sbattere contro il letto a baldacchino della strega, svegliandola.
hai ragione! questo e` un film che vive di dettagli!
Elimina"discografia"... eh vabbe' sono appena tornato da un viaggio in India e sono un po' rincoglionito dal cambio di fuso orario e dal viaggio!
EliminaO magari mi ha influenzato il tuo riferimento al "pop" :-)
Che poi Suspiria e` pop ma mantiene una raffinatezza che va anche molto oltre!
EliminaDiscografia puo` anche funzionare, se pensi alle meravigliose colonne sonore che usava il buon Dario!
Ti leggo sempre con profondo... piacere. Condivido lo stesso amore, oggi ho voluto ricordarlo anch'io, è stato indiretto motivo di una mia conquista adolescenziale. Sono d'accordo con Jolly Roger anch'io trovo Phenomena un film sottovalutato, ma a mio avviso è un grande tributo alla natura, la poesia horror di Argento. Aspetto quindi di leggere anche il tuo parere. Intensa recensione come sempre *)
RispondiEliminaSanta, condivido al 100% la tua affermazione, Phenomena è un tributo alla natura ed è poesia horror. Per un sacco di motivi. Quindi Miriam, aspettiamo la tua rece, carichi di aspettative ;-)
EliminaSpero di non deludervi! Anche se il prossimo sara` Inferno. Anche io attendo con ansia di recensire Phenomena, che e` molto particolare e a modo suo piu` introspettivo di altri. E Tenebre, che e` un gioiello assoluto!
EliminaGrazie :)