4.4.15

Recensione: "Luton"





spoiler dopo la linea divisoria
Non c'è niente di più chiaramente percepibile di una buona regia, di una personalità dietro la macchina da presa.
Prendi le prime 3 sequenze di Luton.
Una donna corre in un tapis roulant, nient'altro. Dietro c'è qualcosa di sfuocato, a metà tra un riflesso e una presenza indefinibile.
Dei ragazzi escono da scuola, nient'altro. Ma essendo appena la seconda scena non sappiamo su chi porre l'attenzione. Solo quando piano piano tutti se ne andranno sarà rivelato chi sia il nostro protagonista.
Un grasso e abbastanza viscido tabaccaio dà il resto di un pacchetto di sigarette ad una ragazza, nient'altro. L'inquadratura è ferma, come quasi sempre sarà durante il resto del film.
Tre scene banalissime raccontate in modo non banale.
E in 10 minuti scarsi ho riconosciuto subito il mio adorato cinema greco.
In realtà Luton è un pò diverso da Dogtooth, Alpis ed Attenberg, da quei film cioè dove l'effetto straniante e quasi surreale era così potente e marcato, quasi saramaghiano, (soprattutto nei due Lanthimos) da rendere la realtà che vedevamo, se possibile, ancora più disturbante (attenzione, molto volte il disturbante deriva dal non riconoscimento di situazioni, codici e comportamenti che noi riteniamo "normali").
Siamo più dalle parti di Miss Violence, ossia di quei film fortemente ancorati alla realtà, anche se il terribile (in senso contenutistico, non qualitativo) film di Avranas era senz'altro più minaccioso, potente e devastante rispetto a questo.

Insomma, è evidente che ci troviamo nella stessa corrente cinematografica (fatta di silenzi, inquadrature ferme, senso di minaccia, essenzialità, rapporto perverso con il sesso, cartolina di una società -e con lei la famiglia-completamente disgregata e tanto altro ancora) ma, se vogliamo, con un film dai contenuti più classici.
Non lo è però la narrazione, forse vero punto di forza del film, per cui soltanto dopo più di mezz'ora riusciamo a capire chi siano realmente i nostri protagonisti anche se, non non riusciamo a percepire assolutamente che legame, se c'è, ci sia tra uno e l'altro.
Makis, un grasso tabaccaio dalla vita completamente spenta. Il brutto negozio, quasi spoglio, un matrimonio senza più scintille (magnifica la scena di sesso frugale in cucina come regalo di compleanno), la banalità della vita (il lavoro, la famiglia, la scappatella al mare con creme solari e pesche da mangiare).
Mary, una bellissima donna probabilmente ninfomane o comunque ossessionata dal sesso. In ogni scena dove compare la componente sessuale (o sensuale) è fortissima. Del resto la sen(s)sualità è tema, in filigrana o no, predominante in tutta la nuova ondata greca, se ne era già parlato.
E poi Jimmy (recupero il suo nome dal cast, ma non mi pare di averlo mai sentito esser chiamato così nel film), un bellissimo ragazzo (identico a Pattinson) di buona e ricchissima famiglia, ma assolutamente privo di personalità e abituato ad incassare in silenzio qualsiasi cosa. E non solo fatti evidenti (come i compagni di scuola che lo scherniscono) ma anche vicende molto più piccole come ad esempio, è una mia lettura, il fastidiosissimo risucchio della minestra che fa la nonna al pranzo. Quella scena è formidabile (c'è anche la madre) perchè testimonia la rabbia repressa che il ragazzo in silenzio sta accumulando (lo percepisci che quel risucchio lo disturba a bestia).


E la sequenza del corso di tennis è emblematica in questo, la metafora di tutto, lui fermo e inerme con quelle palle che gli vanno addosso.
La prima mezz'ora, con questo montaggio alternato e queste scene completamente slegate una all'altra, mi era piaciuta moltissimo ma poi Luton sembrava non decollare mai e, sinceramente, stava quasi a venirmi a noia, un esercizio di stile sulla banalità del vivere, sulla "repressione", su tre esistenze di uomini che in realtà, di nascosto, sono diversi da quello che appaiono (non è un caso che questo sia un film pieno di luoghi chiusi, bagni, camerini, stanze).
Poi i 3 montaggi cominciano ad incrociarsi (la prima volta, credo, con quell'sms mandato a scuola) per arrivare al finale che fa tornare (o diventare) questo un grandissimo film, ancora una volta.
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E Luton mostra così quello che era.
Riguardo gli altri film ho sempre sentito qua e là che in qualche modo potevano essere letti come metafora della situazione politico-economica-sociale della Grecia attuale. Certamente, ma forse alcune volte forzando un pò.
Credo invece che Luton sia davvero il film manifesto in questo senso.
Una società morta, spenta, disgregata, dove le persone stanno accumulando sempre più tensione e rabbia, dove non sembra esserci un filo si speranza o una possibilità di salvezza, dove, a quel punto, la violenza rischia di essere l'unico sfogo possibile.
E' forse anche questo il senso della locandina, con quell'uovo pieno, denso,che poi inizia inevitabilmente a rompersi, aprirsi.
E così in quel montaggio alternato notturno, montaggio alternato che non è simultaneo no, ma prende tante e tante notti, capiamo quale sia il legame tra quei 3 personaggi.
E l'effetto, sia visivo che narrativo, è fortissimo.
Quello che fa ancora più impressione non è tanto la gratuità del tutto, ma vedere come indiscriminatamente tutti possano essere delle vittime. Anzi, vedendo i barboni, la vecchietta e il trans, sembra quasi che le vittime si trovino più negli ultimi, nei diseredati, che magari in quella società ricca che il popolino vorrebbe combattere. Ma del resto di quella società fa parte lo stesso Jimmy. Non c'è identità quindi, non c'è nè negli assalitori nè nelle vittime qualcosa di definito, non c'è lotta sociale, non ci sono messaggi. C'è soltanto una rabbia da sfogare, quella di un popolo ormai privo di vita o di motivi per viverla. Come il tapis roulant iniziale, per quanto puoi correre tornerai sempre indietro.
E il titolo, Luton (curioso che con Attenberg - Attenbrough - ci siano già due titoli di film greci che rimandano all'Inghilterra) diventa allora quel luogo lontano dove, forse, salvare la propria vita, diventa il simbolo di qualcosa di lontanissimo sia spazialmente che sostanzialmente da quella realtà (un ricco college privato).
C'è un aeroporto finale.
E Jimmy che come ultima immagine e suono della Grecia che sta lasciando ha quella di un neonato in lacrime.
Come poteva essere diversamente.


20 commenti:

  1. Arieccomi! Scusa ma con Luton non potevo non tornare.
    "La promessa"(assieme allo Spazio (In)visto) è il post che seguo e attendo maggiormente;)
    Comunque complimenti per la rece, hai individuato ottimamente i punti cardine dell'opera. Inoltre debbo dire che ho trovato anch'io un tantino tediosa la parte centrale..per fortuna sorretta e aiutata dalla bellezza dell' immagine data dal fantastico stile di regia à la Haneke, oramai largamente usato.
    Se non erro ora tocca (almeno per quanto riguarda il cinema ellenico) a Sto Lyko. Quest'ultimo devo ammettere che mi è piaciuto un po' più di Luton, però si discosta, e non di poco, dalla corrente "lanthimosiana".
    Ciao Caden!

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    1. Ma guarda che commentare mica fa male eh :)
      E poi chiedere addirittura scusa è paradossale ;)

      Meno male, mi confermi che senza la soluzione finale anche a te stava dando la sensazione di un'opera che non si capiva dove andasse a parare.
      Secondo me anche questo Luton di discosta abbastanza da Lanthimos, però solo nell'atmosfera e nel taglio più realistico, nella regia invece sono tutti accomunabili.

      Spero di vederlo presto, il pusher me l'ha già dato

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  2. Mi associo a Pietro, ottima recensione, alla fine ne abbiamo colto le stesse impressioni. La condizione economica resta di certo un appiglio, se volessimo spiegare questo oltraggio alla morale, questo sfogo di rabbia e violenza (che comunque sia sarebbe ingiustificabile umanamente, a prescindere da qualunque condizione), ma come ho scritto nella mia rece, è una rabbia che sembra annidarsi molto più in profondità, e originare da prima della crisi. È come un "cancro" insito nella popolazione ellenica, che questa volta (a differenza di Lanthimos e Miss Violence), si estende oltre le mura domestiche, disseminandosi a livello collettivo, il che spaventa maggiormente (basta pensare ai drammatici fatti di cronaca odierni).
    Senza spoilerare oltre il dovuto, la scena della vecchietta per me è stata un colpo, veramente tosto!
    P.S. Pensa che Sto Lyko, dopo la visione del TFF devo ancora rivederlo sai? Credo che lo riprenderò per mano solo dopo una tua (spero) recensione :)
    Buona Pasqua intanto, a presto!

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    1. Guarda, ho letto per esteso nella tua rece, ottima, tutto quello che sintetizzi qui.
      E' vero, c'è più quest'apertura sociale, anche per quello, come ho scritto anche io, se devo scegliere tra tutti il film manifesto della situazione greca prenderei questo.

      Non spoileri eh, però l'immagine la metti, ahhahaha

      Ti ringrazio per quella speranza di recensione, purtroppo per te ci sarà sicuramente.

      auguri!

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    2. Hai ragione, con le immagini in Luton ho cappellato, come si suol dire :)
      Buona Pasqua!

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    3. Ahah, direi di sì ;)

      Buona Pasquetta :)

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  3. Questi dannati greci fanno film maledettamente belli, ma questo (come "Alpis") sto facendo una fatica boia per trovarlo.

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    1. Sai a chi devi chiederli Giacometto?

      A questo qui sopra... :)

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  4. Film che scorre lentamente e che alla fine ti stende con un cazzotto sui denti.

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  5. Mamma mia, che film! Per ora, tra tutti i film del "nuovo cinema greco" che ho visto, questo è uno dei migliori, insieme a Kynodontas. Un pugno allo stomaco cento volte più forte rispetto a Miss Violence.
    Qui c'è tanto da dire: con questo film Konstantatos compie, come hai detto tu, un ritratto sociale spietato. Per una buona parte del film ci mostra la vita quotidiana dei tre protagonisti: una vita spenta, vuota, tremendamente banale, con alcuni piccoli episodi che sono il simbolo di una repressione che i tre protagonisti (quest'ultimo aspetto si nota particolarmente in Jimmy).
    Capisco benissimo che il film dopo un po' può sembrare fine a se stesso e annoiare ma io penso che sia una cosa voluta dal regista. Mostrare una vita spenta e vuota in un modo assolutamente realistico, senza filtri o altro. In questo modo l'ultima parte è ancora più efficace. Per tutto il film si sentiva un forte senso di repressione, lo spettatore forse era anche un po' annoiato. Esattamente come erano annoiati i protagonisti. Annoiati da una vita senza stimoli, senza motivi, totalmente vuota. E allora iniziano le sequenze dello sfogo. È un pugno allo stomaco sia per la violenza in sé, sia per la scelta totalmente casuale delle vittime, come hai detto tu, ma soprattutto perché a perpetrare questa violenza sono persone assolutamente comuni, che puoi incontrare quando entri in un negozio o in una scuola.
    Tornando invece a quelli che potrebbero essere i motivi scatenanti di questa violenza mi viene in mente una frase di un romanzo di James Graham Ballard, "Millenium People", che sto leggendo in questi giorni: "Siamo tutti annoiati, tremendamente annoiati. Siamo come bambini lasciati troppo a lungo in una stanza di giochi. Dopo un po' non possiamo fare a meno di rompere i giocattoli".
    Questo vale soprattutto per Makis, che tra i tre mi è sembrato quello più stanco ed annoiato. Aveva effettivamente un motivo per compiere atti violenti? Mi pare di no. Era semplicemente annoiato e stanco della banalità della sua vita. E allora l'unico rimedio che ha trovato è sfogarsi con la violenza. Discorso simile lo possiamo fare anche per Mary.
    Jimmy invece è quello che ha incassato di più senza reagire. Una rabbia causata da piccoli fatti quotidiani come le sottili prese in giro dei compagni, (che, essendo così sottili, provocano ancora più rabbia), o il risucchio della minestra (anche io l'ho percepito in quel modo). Tutto questo viene poi unito a quel senso di noia che anche lui, come gli altri due protagonisti, prova.
    Sai, penso che la situazione mostrata in Luton non sia da inquadrare solo nel caso specifico della Grecia; può essere vista anche in un modo più generale. Accumulare tutti i piccoli fatti della nostra vita in silenzio, senza controbattere... beh, penso che non sia una cosa così rara da trovare. E questa sensazione ti consuma dentro lentamente. Così i nostri protagonisti arrivano a compiere gesti di violenza, in quanto vedono in essa l'unico modo per sfogare le proprie frustrazioni.
    Per me Luton è un piccolo capolavoro.

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    1. Alessandro, non posso aggiungere niente, è una recensione fatta e finita, completa, interessante, ben scritta, capace di analizzare e capire ogni scene o passaggio. L'unica cosa che potrei fare semmai è pubblicarla

      vivi complimenti

      (a me ha scioccato molto di più Miss Violende ma siamo su quel discorso che abbiamo fatto tante volte su sensazioni personali, vissuti personali, età diverse, etc...)

      comunque hau ragione, il film ha un afflato molto "universale", non solo greco. Certo però che molto probabilmente è figlio della situazione di laggiù

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  6. Finalmente l'ho visto.
    Anch'io dopo un poco lo trovavo un film fine a se stesso, ma poi tutto ha avuto senso e, nel suo piccolo, l'ho trovato devastante. Racconta quella che poteva essere una soluzione narrativamente scontata in maniera davvero originale, con un crescendo di tensione davvero ben studiato.
    Personalmente, l'ho preferito di molto a "Miss violence".

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    1. Hai detto tutto.
      Sì, è uno di quei film che acquista un perchè solo se gli permetti di arrivare alla fine. E la sensazione che hai provato te è la stessa che ha provato chiunque abbia sentito ad aver visto il film.
      No, per me è sotto Miss Violence, almeno 1 punto
      Ma, insomma, sempre grande cinema

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  7. Ecco, un altro esempio di recensione che mi fa cambiare idea sul film.
    Facciamo che la prossima volta prima ti leggo e poi guardo il film ;)

    Boh, tra quelli che ho visto, questo mi è sembrato il più debole dei film greci.
    Lo scorrere del film in maniera cosi ordinaria, non mi ha fatto apprezzare neppure il finale. Non parlo di noia, è difficile per me annoiarmi durante la visione di un film, però mi ero abituata a quella piattezza e sono entrata nella sequenza finale a scoppio ritardato.
    È chiaro che lo scopo del regista sia stato proprio quello di narrare tre vite represse, annoiate, piatte e senza stimoli, per poter poi esplodere nel finale con la violenza, come se fosse una valvola di sfogo ( un po mi ha ricordato arancia meccanica e the purge) , in entrambi questi film la violenza è il filo conduttore. Addirittura in the purge viene legalizzata, come se la violenza di un giorno fosse necessaria per placare la violenza degli altri 364. Abbiamo davvero bisogno della violenza? Anzi, dobbiamo per forza sfogarci con la violenza?
    Se è cosi che siamo, se abbiamo la necessità di fare il male per stare bene, perchè repressi da una situazione sociale che non ci permette di vivere pienamente, siamo proprio un fallimento.
    Parli del cinema greco fortemente influenzato dagli avvenimenti degli ultimi anni, ed è una metafora che si trova un po in tutti i film mi pare di capire.
    In dogtooth non l'ho vista ad essere sincera, invece qui è molto più evidente. Loro tre sono lo Stato, mentre le vittime (scelgono sempre persone deboli) sono i cittadini greci che hanno subito i soprusi duranti tutti questi anni. L'infamia delle loro azioni , si accaniscono contro chi non può difendersi, è la stessa dello Stato greco, che si è accanito contro il popolo ellenico.

    Comunque io non so più come farti i complimenti per quello che scrivi, riesci a vedere al di là dello schermo e ci regali le tue recensioni, che a volte (il più delle volte) sono migliori dei film stessi.

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    1. Anche io non credo, l'ho messo anche in rece mi pare, che dobbiamo fare l'errore di vedere la crisi, metaforicamente o no, in ogni film greco.
      Sicuramente la crisi ha prodotto questa nuova scuola, che sia una scappatoia, una possibiità lavorativa, un bisogno di dir cose o altro non lo so.
      Alcuni film hanno la crisi dentro, e Luton forse ce l'ha più di tutti.
      Vedi, te hai dato un'ottima lettura metaforica quando in realtà credo semplicemente che la crisi ci sia a livello proprio evidente. Lavori persi, noia, disperazione, tutti elementi che portano ad una rivolta e alla violenza.
      Anche in Sto Lyko credo che la crisi sia raccontata in maniera affatto metaforica, ma solo vedendone alcune conseguenze

      per il resto grazie, come sempre

      (sì, anche per me è tra i più deboli del cinema greco, ma sempre tranqullamente sopra il 7)

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  8. Buonasera; ho visto questo film perché segnalatomi da un amico (siamo entrambi molto interessati a questa "new wave" greca) e ho trovato la tua recensione davvero interessante.
    Per quanto mi riguarda, ho trovato il film davvero eccezionale, forse reso davvero grande dall'ultima vera battuta del film, quel "vergogna" pronunciato dal tabaccaio alla domanda "come va?". Trovo questo "vergogna" davvero sensazionale, perché è come se stesse facendo intendere che tutto quello che i tre protagonisti vivono sia una sorta di ciclo vizioso: i tre sono passivi alla vita perchè provano "vergogna" per quello che fanno di notte, ma a loro volta devono sfogare quella passività negli svariati crimini notturni. Insomma non è interessante sapere cosa è venuto prima, o cosa produce l'effetto di passività/violenza perchè come sottolineavi tu questo tipo di Cinema, che è anche quello di Lanthimos, ti sbatte davanti un problema che fondamentalmente nasce dalla società greca di oggi.
    A presto!

    Andrea

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    1. Ciao Andre!

      Vedi, io amo moltissimo chi in un film nota piccoli dettagli, che sia una scena minimale, o una battuta, o uno sguardo, e crede di trovare il senso di tutto in quel piccolo.
      Ho sempre creduto che i segreti dei grandi film siano, appunto, nel piccolo.
      Quindi complimenti, questa tua trovata e lettura mi piace moltissimo.
      Lanthimos però magari fa film che nascono dalla crisi ma non so se parlano della crisi, forse solo Dogtooth.
      Luton invece l'affronta de visu.
      Guarda, ti consiglio uno dei più sconosciuti, Sto Lyko, quasi un documentario.
      Per certi versi è quello che con la crisi c'entra di più, ma in un modo molto laterale, interessantissimo.
      Per me grandissimo film

      a presto ;)

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  9. Film che si basa sui respiri
    (Come ad esempio il respiro affannato nella scena iniziale di Mary sul tapis rotulant) che comunica già tutto, e che torna in ogni scena(a parer mio).
    Quel respiro affannato che va a scavare dentro e fa vibrare i mostri che ognuno di noi ha dentro.

    Respiro che che fa cambiare gli occhi, li trasforma .
    Come non ricordare lo Scambio di sguardi tra Mary e Jimmy durante la scena del trans.

    Rabbia che si accumula ad altra rabbia perché si nota come Jimmy e Mary (solo loro a parer mio) capiscano che non è quella la soluzione giusta per calmare il mare che hanno dentro, ma nonostante tutto non riescono a fare altrimenti.

    L'inquadratura finale poi, in pochi istanti fa vedere cosa vorrebbe Jimmy nel profondo.
    A destra, la famiglia unita
    A sinistra l'amore/l'amicizia
    Al centro Jimmy.

    Insomma si può dedurre che il film mi è piaciuto hahaha.


    Complimenti per la recensione,che come sempre, è ad opera d'arte!

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    Risposte
    1. Beh, che bell'occhio che hai, complimenti!
      Sia per la faccenda dei respiri (almeno due li ricordo nitidamente anche io, uno credo anche di averlo messo in rece, spero..) sia per l'inquadratura finale. Jimmy è in effetti il personaggio più "importante", quello più significativo, perchè il giovane, perchè quello che sta diventando adulto in quelal Grecia, perchè quello più insospettabile, perchè quello più "plastico", malleabile.
      Non a caso anche il titolo è riferito a lui, al luogo dove andrà, al futuro


      grazie infinite dei complimenti ;)

      ricambio

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