10.6.18

Recensione: "Sicilian Ghost Story"

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Un film italiano bellissimo.
Che parte da un fatto di cronaca mafiosa di inumana crudeltà ma che sceglie una prospettiva per raccontarlo per me straordinaria.
Lirico, emozionante, potente ma al tempo stesso misurato, aggraziato, umile.
Una storia d'amore forse, semplicemente

presenti spoiler all'inizio più che altro sul vero fatto di cronaca a cui si riferisce. Se preferite non saper nulla non leggete

Certo che dev'esse difficile fa bel cinema qua da noi.
Chè il 70% della gente parte già prevenuta che tanto il nostro, de cinema, è morto (e invece in quasi tutti questi casi questo è solo un alibi, è che a loro glie piace vedè cacate assurde e usano questa come scusa), che è difficilissimo fasse produrre, che se poco poco diventi famoso, tipo Sorrentino o Guadagnino, allora hai praticamente prenotato il tuo posto all'ingiù a Piazzale Loreto.
Eh, durissima davvero, pubblico non eccezionale, produttori che preferiscono altro e popolo che non sopporta il successo, mica facile fa lo slalom in tutto questo.
Ma son queste alla fine le motivazioni per cui un film come questo, o film, al plurale, come questo poi alla fine non vengono mai fori.
Perchè Sicilian Ghost Story è qualcosa di bellissimo che noi, e me scoccia tanto dovè scrive frasi fatte, non ci meritiamo.
Nel 1996 il mio omonimo e quasi coetaneo Giuseppe Di Matteo viene strangolato, a nemmeno 15 anni, e poi sciolto nell'acido.
Dopo più de due anni de prigionia.
La sua colpa era esse figlio de un pentito de mafia, uno che gli ex compari del padre volevano che smettesse di parlare. Non solo il padre di Giuseppe non smise ma quando Brusca fu arrestato venne dato l'ordine, a questo punto, di uccidere barbaramente quel ragazzino e cancellarne il corpo.
Da questo fatto di cronaca, ed esplicitamente, parte Sicilian Ghost Story.
Ma questo non è il classico film di mafia, non è il freddo resoconto di quello che avvenne, non è il cinema-cronaca-denuncia che, specie negli anni 70, ha fatto grande il nostro cinema.
No, questo è un film che prende come spunto questo inumano fatto per parlare d'altro. Non solo per parlare d'altro, ma per farlo anche in altra maniera.
Insomma, sia il cosa che il come fanno di Sicilian Ghost Story uno di quei pezzi "unici" che si discostano da tutto il resto.

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Già solo il titolo -magnifico- è materia di studio. Questo inglesismo che par vezzo ma vezzo non è, anzi, l'accostare questo genere cinematografico -la ghost story, appunto- ad una vicenda di mafia nostrana, di bimbi scomparsi, di bimbi dimenticati, di "fantasmi", trovo sia davvero potente.
Con quel "sicilian", però, che colloca senza mezze misure il fatto e l'accaduto in una nazione, in una regione, che deve necessariamente fare i conti con sè stessa. Insomma, questa non è una ghost story qualunque, ma una storia di fantasmi che ha un luogo, un nome e un'epoca.

I registi (che già mi dicono interessantissimi col film precedente - Salvo -) non giocano mai però su questa metafora del fantasma o, se lo fanno, lo fanno nel modo opposto a quello che uno si aspetterebbe, ovvero non nel senso gotico del termine, non in quello doloroso e inquietante, ma in quello lirico, in quello di anime, di entità extracorporee che solo lì, nell'extracorporeità, riescono forse ad esser felici.
In realtà ci sono piccoli elementi di regia e sceneggiatura tipici dei film di fantasmi, come quei piedi che salgono le scale visti quasi in pseudsoggettiva (dei piedi), come quella madre il cui volto ad un certo punto scompare dietro la finestra, come quei grandangoli nel bosco che regalano un'atmosfera leggermente sovraesposta sulla realtà.
Però, ecco, per la parte più inquietante di questa storia di fantasmi dobbiamo limitarci a queste piccole pennellate perchè, in realtà, la parte "horror", quella di cui aver veramente paura, è quella del racconto reale (diegetico e non).
E anche qua viene fuori quindi quella che è la caratteristica principale di questo film, ovvero la grazia, la delicatezza, il rispetto, l'amore che i due registi hanno messo nel raccontare questo film. Via quella che sarebbe stata un'incauta scelta, paragonare un delitto mafioso ad un racconto horror, via certe metafore. No, tutto quello che di "irreale" vedremo nel film è qualcosa di profondamente bello e lirico. Perchè le cose brutte erano già quelle reali, quelle belle invece, quelle che, per come la vicenda è andata, non era possibile vivere, solo in una storia di fantasmi era possibile farlo.
Mi tolgo subito un pensiero, ovvero quello di dire che tutto è Sicilian Ghost Story tranne che un film perfetto.
Di difettucci ce ne sono, come ad esempio parecchi problemi di recitazione in alcune parti minori (non faccio riferimenti perchè essendo produzione piccola e "nostra" io parlar male di qualcuno non mi diverto) come un eccesso in alcune scene di retorica (penso al discorso del ragazzino con gli occhiali nel bosco), come una parte centrale forse leggermente più pesante nel ritmo e come alcuni momenti in cui un filo di sensazione da fiction televisiva viene fuori.
Ma son piccole cose, almeno a mio modo di vedere.
Perchè questo è un film girato alla grandissima, fotografato in maniera superba, raccontato in uno stile affascinante, con una colonna sonora struggente, montato in maniera emozionante e, soprattutto, con un'anima gigantesca dentro.
La parte più cronachistica non è assolutamente lasciata in disparte ma si limita a raccontare l'essenziale.
La passione di Giuseppe per i cavalli, come avvenne il sequestro (che meraviglia quel primo piano di lei con le due automobili dietro che se ne vanno), come Giuseppe venne trasportato in più luoghi, l'omertà del paese (e io in quella maestra che cancella la lavagna c'ho visto proprio questo) e la terribile morte di Giuseppe, anche questa (non) mostrata in un modo di grande rispetto.
 Per il resto SGS è un film che racconta d'altro.
E quello che Piazza-Grassadonia hanno deciso di fare, la prospettiva che hanno voluto avere, è quella del rapporto, appena abbozzato, ancora in nuce, che stava nascendo tra Giuseppe e Luna, una ragazzina perdutamente innamorata di lui.
E che bello questo nome, Luna, per descrivere una ragazza capace di sognare come poche, capace di guardare il cielo e scoprirne la grandezza. E che bello anche che il suo sia lo stesso nome che aveva anche la protagonista di un altro bellissimo film italiano, per certi versi pure simile a questo, ovvero il Bellas Mariposas di Mereu (e che coincidenza ancora più grande che questi due film vengano dalle nostre due isole).
Luna ama Giuseppe in un modo che non riesce a dirglielo. E allora glielo scrive, in una lettera che Giuseppe riceverà appena prima d'esser rapito e che poi, solo in prigionia, riuscirà a leggere.
Sicilian Ghost Story è un film sull'amore, su quell'amore primitivo e purissimo adolescenziale, quello che ancora non si deve scontrare con troppi scogli nella vita (anche se Luna, di scogli, ne ha tanti, specie nella madre), quello che fa sognare, letteralmente, e non solo pensare ossessivamente all'altro.
Quell'amore che ti fa scoprire cose nuove che te nemmeno conosci (c'è anche una scena, forse, di prime mestruazioni per Luna), che ti fa sentire diverso e che ti fa pensare che la tua vita possa avere un senso solo se legata a chi ami.
C'è un monologo di Luna bellissimo su quello che è l'amore a quell'età (e che, per fortuna, a volte non perdi nemmeno dopo) e anche le sue lettere sono straordinarie in questo.
Ma più che un film sul significato dell'amore io direi che Sicilian Ghost Story è un film sull'istinto che certi sentimenti ti regala. E' un film sui superpoteri che quella condizione ti fa possedere. Una persona follemente innamorata  può sviluppare delle sensibilità che in condizioni normali non ha, o non usa. E la porta ad avere sensazioni, istinti, che sfidano anche la razionalità.




Ed è questo il cuore di SGS.
Sono quei viaggi mentali che Luna fa, quei viaggi che la portano nei luoghi dove sta Giuseppe, anche se quei luoghi nemmeno l'ha visti. 
Luoghi fisici, reali (la masseria) o metafisici, come quella scalinata sott'acqua dove quelle due mani stanno per toccarsi.
Ma, e qui il film diventa anche più grande, è lo stesso Giuseppe che, forse solo grazie al pensiero di Luna, ancor più di quello della sopravvivenza, riesce a creare un altro sè, puro, pulito, felice (e la nudità in questo senso è scelta perfetta) un altro sè che come il Moro di Buongiorno Notte se ne può uscire da una cella e andarsi a prendere l'alba.
E alla fine siamo quasi confusi, non capiamo se quegli incontri, quell'incontro, siano più nella testa di Luna o in quella di Giuseppe, che manda la sua parte libera e felice, il suo fantasma, a cercar lei.
Ed è bello immaginare allora che sia invece un sogno condiviso, come quello dei cervi in Corpo e Anima, un sogno condiviso dove due ragazzi meravigliosi cercano di vivere quello che la realtà, una realtà inumana e senza senso, gli sta precludendo.
E' l'istinto a fargli vivere quelle cose, è la potenza di quello che hanno dentro a superare le barriere spazio-temporali e, in alcuni casi - vedi ad esempio lo "scoprire" di Luna dove era richiuso Giuseppe- a regalare visioni reali che vanno oltre ogni razionalità.
C'è una scena superba alla fine. L'amica di Luna mentre soccorre la stessa per un attimo vede Giuseppe, anche lei. E' come se pure nell'amicizia, in quella vera come era quella delle due ragazzine, si possa entrare in questo mondo altro, virtuoso, extracorporeo, dove si riesce a vedere e pensare alla stessa maniera.
Ma del resto non sono questo l'amicizia e l'amore, ritrovarsi a pensare contemporaneamente alla stessa maniera?
Un film bellissimo, emozionante, pieno d'immagini che ti smuovono cose dentro, come quella ragazzina che dipinge la camera di un sogno-incubo, come quel gufo che viene a salvare, come quella neve in sicilia, come quel ragazzo che nella testa ha il mare, come i templi, come quell'acido gettato in acqua che diventa quasi dei petali di vita, come quell'occhio di lei, nel finale, che diventa similel all'occhio di quel cavallo che il suo principe azzurro, il suo cavaliere, quel giorno le mostrò.

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E si arriva a un finale che sceneggiatori senza grazia avrebbero raccontato in dieci pagine di sceneggiatura.
E invece qui bastano 15 secondi.
In 15 secondi, senza una parola, ci viene mostrata una ragazza che si è salvata, un nuovo rapporto, un nuovo futuro, una nuova vita felice che non dimenticherà mai, però ,quel ragazzo che cammina laggiù in fondo alla spiaggia.
E proprio con un mare voglio finire.
Ad un certo punto ne vedo uno, di notte. La panoramica è lentissima.
Solo alla fine capisco che quel mare ondoso di notte che mi sembrava di stare vedendo è in realtà il corpo di un cavallo.
Ho dovuto interrompere la visione, davanti cose tanto grandi non ce la faccio

14 commenti:

  1. sì, ma di quella mostruosa Anja Plaschg ne vogliamo parlare...

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    1. eh, non citare le colonne sonore o limitarmi a "bellissima" è uno dei miei tanti difetti

      ma sono un incompetente, mi posso limitare a dire quanto la trovo appropriata ed emozionante

      e qui era entrambe le cose ;)

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    2. La stessa della sigla di Dark. Roba

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    3. abbastanza assurdo che abbia visto due cose così ravvicinate con in comune la colonna sonora di una pianista 29enne (anche se non sola)

      poi due cose così opposte, serie tv e film, germania e italia

      https://www.youtube.com/watch?v=o6GXbaCCbUQ

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  2. Avrai un papiro di cose da dire su sto film, dal garbo soffice della sceneggiatura, alla poesia di certe scene, fino all'emozionante grinta, passione, rabbia e tristezza che la ragazzina è in grado di sprigionare dai suoi bellissimi occhi. Ma dopo aver visto la scena dei pezzi di carne che pian piano si inabbisano nel lago, il colpo allo stomaco è stato così forte che riesco solo a dire che questo è uno dei pochi film (il terzo) che sia mai riuscito a farmi piangere. Un capolavoro, un gioiello del meridione.

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    1. io invece piango quasi sempre, ahah

      contentissimo che ti sia piaciuto così tanto...

      in poche parole hai detto tutto. Tra 3 mesi qui ci sarò un grande festival, sto cercando di portare questo film coi registi, speriamo bene

      su lanthimos pazienta sempre, ahah

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  3. La versione sincera di Mr. Niente e Nessuno.
    Film visto ieri in occasione della rassegna presentata da Giuseppe a Castiglione Del Lago.
    Mi sono chiesto nell'attesa del sonno quale fosse lo scopo di questo film, quale idea avesse invogliato e mosso i registi per la sua realizzazione. Il sonno ha preceduto la risposta. Al mattino ho cercato di ragionare in questi termini.
    Quali sono i presupposti del film? Raccontare una raccapricciante vicenda di mafia? Se si, non ci racconta molto di nuovo, i siciliani sono omertosi, fifoni, le famiglie mafiose sono disprezzate e malviste, ma solo quando smettono di essere mafiose, quando i capifamiglia cambiano idea e iniziano a collaborare con la giustizia. Tutte cose che si sanno già in tutto il mondo, talmente rimuginate negli anni da essere diventate stereotipi.
    O forse invece vuole parlare di quanto l'amore può essere accecante e patogeno per un'adolescente? Ma c'era allora bisogno di riesumare una scabrosa e raccapricciante storia di cronaca? Perchè alla fine dei conti il film parla di una ragazza che non riesce ad elaborare la perdita di un amico\amore, tenta di cercarlo come meglio può, ma vedendo che nessuno l'ascolta, che tutti se ne fregano, decide di intraprendere la soluzione del suicidio.
    La protagonista nel corso del film trova anzi il tempo per due tentativi concreti di porre fine alla propria vita, che sarebbero stati del tutto efficaci non fosse per il provvidenziale intervento del padre, in entrambi i casi. (Se "plot" questi dovrebbero essere, sono comunque identici, oltre che deprimenti.) Non è un bel messaggio insistere che per amore ci si ammazza, quindi ci si vede costretti a ripiegare e rifugiarsi nell'ipotesi della malattia, per farcene una ragione che ci conforti. Si vuole quindi parlare di una sorta di schizofrenia? Ma, superando la riluttanza nel dover considerare l'unica persona su cui ci era venuta la voglia di immedesimarci, perchè tra tutta quella gente è l'unica a comportarsi in maniera apprezzabilmente umana(assieme al padre), dover insomma considerare lei come una malata di mente, e dato per buono quindi il fatto che la persona più normale la fuori sia schizofrenica e l'intento del film sia parlare di questo, non sembra comunque riuscirci, perchè non è sviscerato a sufficienza e come meriterebbe questo suo invalidante disagio.(forse un indizio poteva essere il murales nella sua cameretta?!). Sembra a me piuttosto che il discorso sulla schizofrenia sia un espediente escogitato a posteriori, proprio per giustificare in qualche modo la sua ricorrenza a gesti autolesionistici che nemmeno la potenza distruttiva dell'amore sarebbe riuscita a farci accettare, e forse anche la sua spiccata ed esasperata indole sognante e immaginativa che si interpone più volte nel racconto.
    Inoltre se il presupposto del film è voler rappresentare un amore talmente grande da sfociare in una malattia, ok, ma perchè inserirlo in una cornice di una vicenda di cronaca maledettamente nera e squallidamente vera? Mi sbaglierò, ma mi suona come strumentalizzare quell'immonda occorrenza senza renderle niente in cambio, solo per sfruttarla, a mo di specchietto per le allodole, maneggiando tra l'altro molto con gli stereotipi.(mafia spietata, omertà, codardia, connivenza, spaghetti al pomodoro riscaldati...). Non dubito che gli spettatori stranieri godano e sguazzino in tutto ciò.

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    1. ...La drammatica vicenda che ci interessava, quella tragicamente vera, non quella fiction della ragazza, non ci viene presentata che di sfioro, non se ne possono capire gli sviluppi, la maniera in cui viene trattata riesce solo a far trapelare quanto sono stronzi e mafiosi i siciliani e la mafia. Funge, mi sbaglierò anche qui, da furbo contesto, da strumentale cornice, impalcatura e pretesto per la poco sviluppata vicenda fiction. Anche se tutto ciò può fortunatamente passare inosservato, perchè siamo distratti dalla bellezza delle immagini, da inquadrature di templi in riva al mare, dai bei primi piani dei volti, e anche delle piuttosto ricercate dalla telecamera gambe nude della ragazza, capelli blu, cane rabbioso e occhioni di civetta, nascosto da tutto ciò, ci sono la Sicilia e i siciliani che ne escono irrimediabilmente devastati e mortificati, forze dell'ordine incluse. Solo una ragazza si è interessata alla vicenda, ma solo perchè morbosamente innamorata, per una "anomalia cognitiva", altrimenti se ne sarebbe beatamente sbattuta come tutti gli altri. Mi dispiace dirlo ma il film è una bella caramella con un incarto sgargiante, ma cattiva o, quantomeno, troppo amara.

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    2. c'è poco da fare, Sicilian Ghost Story è amatissimo da tanti per lo stesso motivo per cui invece i detrattori storcono il naso

      cioè, di film che dividono ce ne sono tanti ma di solito la divisione dei giudizi non riguarda lo stesso aspetto d'analisi ma aspetti diversi o comunque multipli

      qua si è presa una terribile storia di mafia, si è cercato di renderla lirica, emozionante, si è cercato di vedere un lato "laterale" della cosa (chi pensa mai a un personaggio (persona) secondario in questi casi? nessuno, si guardano solo la vittima, i carnefici, i parenti della vittima o lo Stato)

      e questa commistione fiaba d'amore-tremenda realtà divide, ed è giusto che lo faccia

      1 no, di certo non si voleva raccontare la Sicilia omertosa e tutto il resto. L'aspetto c'è ma è evidente che non è quello l'intento del film.
      Semmai si è voluto ricordare quel tremendo fatto. E per farlo si è scelto questo taglio, che io ho amato molto

      2 no, non puoi prendere quel punto di vista. Non si è voluta raccontare la storia di Luna e la si è messa in un fatto di cronaca ma si è voluta raccontare la storia di Giuseppe e si è scelto il punto di vista di Luna
      Ma, insomma, il fatto di cronaca non è una "scusa" o strumentale

      3 non è vero, la seconda volta viene salvata per merito dell'amica. In una scena trascendentale, sempre da fiaba. Quella civetta va a casa dell'amica e le fa capire che Luna è in pericolo. Sotto la neve, in Sicilia.
      Sono tutti elementi fiabeschi che però sono tremendamente metaforici. L'amicizia può dare questi super poteri, queste affinità elettive, questo "sentire" oltre
      Poi la salva il padre solo perchè è lì ma se non fosse per l'amica e quella sensazione Luna sarebbe morta e il padre manco se sarebbe accorto

      4 concordo, il film in questo senso è rischioso, mostra una ragazza che per due volte si ammazzerebbe per amore. Io sono il primo a considerare questo sentimento come il più grande che esista e quello per cui vale la pena vivere. Ma mai vale la pena morire, specie a quell'età. E sì, la chiave della malattia può essere in questo edulcorante, nel senso che allevia un pò il concetto e dà allo spettatore due chiavi di letture, due motivi, per alcuni comportamenti

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    3. 5 come dicevo all'inizio queste sono sensazioni

      tutte le cose che te dici io le vedo al contrario

      te dici perchè per una storia così fiabesca e lirica usare una vicenda di cronaca così dura?

      io dico il cntrario, ovvero esalto il fatto che una vicenda così dura sia stata raccontata con tale grazia, tenerezza, originalità e, comunque, un filo si speranza

      6 semplicemente più scrivi più viene fuori che avresti preferito un film di mafia classico. E figurati, assolutamente

      ma se avessi avuto un film di mafia classico non avresti avuto Sicilian Ghost Story. Che è un film perfetto per quello che voleva. Ma quella che si deve criticare, semami, è la scelta. Lì giuste le critiche. Ma a quel punto il film non doveva semplicemente esser fatto, ecco

      se l'hanno realizzato con questo punto di vista e con questo taglio questo è, o lo si prende o no, inutile dire che una volta scelto come farlo doveva essere diverso

      doveva esserlo a monte

      6 sì, i siciliani ne vengono fuori male. Ma non i siciliani tout court ma quelli vicino a quella vicenda. E questo è successo con Giuseppe Di Matteo, quindi non puoi al tempo stesso auspicare più vicenda reale e verosimiglianza e poi crucciarti per come ne viene fuori il paese e lo stato

      così è successo

      e quei pregi che elenchi en passant sono i motivi per cui vhi ha amato il film... l'ha amato

      al prossimo

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  4. Risposte
    1. ciao amico!

      rispondere a teè stato facile, ora rispondere a mio fratello è leggermente più complesso ;)

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  5. Ho seguito il film fino quasi alle due di notte ..gli oscuramenti mi hanno stancata..ma capisco il rispetto ed ho accettato...molto molto commovente .

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    Risposte
    1. sono contento ;)

      però non ho capito che intendi per oscuramenti, se pubblicità o altro

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao