11.12.20

Ciao Kim



 Ci ha lasciato anche Kim Ki-Duk.

I suoi film hanno forse rappresentato per me il passaggio dal cinema visto come intrattenimento a quello della ricerca del "bello".
Tutti noi, chi prima chi dopo, in questa ricerca del bello nel cinema abbiamo passato la nostra fase "orientale", affascinati da quel cinema che una volta che lo si scopre non si può smettere di amarlo.
Per me è successo nei primi anni 2000, con lui.
Capolavori come Ferro 3 e Primavera, Estate, Autunno, Inverno...e ancora Primavera, grandissimi film come La Samaritana, L'Arco o Isola hanno rappresentato una fase della mia vita importante, hanno educato un gusto e regalato emozioni.
Purtroppo il mio ultimo Kim è stato Pietà, film che non mi piacque e che, non so perchè, mi ha forse privato anche della visione di tutti i successivi.
Se ne va davvero un regista dalla sensibilità pazzesca.
Voglio ricordarlo con questa immagine di quel film immenso che è Ferro 3.
Due corpi sopra una bilancia.
Il loro peso è 0.
Forse perchè non esistono, forse sono fantasmi.
O forse è 0 la somma dell'amore, quel numero perfetto e leggerissimo che è simbolo di magnifica simbiosi.
Grazie, davvero

7 commenti:

  1. Ho sempre avuto un rapporto altalenante con l'arte dell'estremo oriente (cinema, letteratura, fumetto, eccetera), così peculiare, che sa essere affascinante e respingente al tempo stesso. Penso anche io che un po' tutti abbiamo avuto una "fase orientale" - certo ognuno con motivi, aspettative, pretese e bisogni differenti. Ho amato moltissimo Kim Ki Duk, anche se avrò visto forse solo un terzo dei suoi film. In particolare amo "Ferro 3", probabilmente visto nel mio periodo più orientale di sempre (era l'epoca in cui leggevo la Yoshimoto, Murakami, Kawabata, ecc: in cui scoprivo gli haiku, divoravo manga e mi lasciavo sedurre dalla cultura orientale - giapponese, soprattutto). Ma è stata, appunto, una fase. Molto cose le ho ridimensionate, nel frattempo sono cresciuto, e ho trattenuto solo poche cose di quel mondo, quelle che si sono meglio amalgamate con il mio modo di essere-fare-pensare (o quelle che io ho saputo amalgamare meglio). Kim Ki Duk, in particolare "Ferro 3", è uno di quelle che non ho mai abbandonato, che sono entrate prepotentemente e silenziosamente dentro di me. E il motivo principale, come se tu lo sapessi, è racchiuso nel frame che hai utilizzato come immagine per il tuo ricordo. Quello 0 su quella bilancia è per me la sintesi della poetica dell'arte orientale, per motivi che non sto qui a dire, sennò mi dilungo troppo. Ciao Kim.

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    1. bellissima testimonianza roberto ;)

      guarda, questa foto,questa scena, è incredibile perchè può rappresentare mille cose, due ne ho già dette io, altre le hai introdotte te (credo abbiano anche a che fare con quel senso d'armonia cosmica che hanno gli orientali)

      ma io ho sempre fatto il tifo che fosse la somma dell'amore, quella sensazione di essere leggerissimi e perfetti insieme (sensazione che questi due anni ho provato più volte).

      probabilmente in certi casi quello 0 è il simbolo di riuscire ad amare l'altro prima di te stesso. Quando invece si è egoisti ecco che tutto il tuo peso piomba sulla bilancia, l'armonia si rompe e un totale di due elementi che dava 0 diventa un unico elemento, e pesantissimo

      vorrei tanto riprovare quella sensazione, è bellissima

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    2. del resto se ci pensi il simbolo del darsi reciprocamente, A dà tutto a B, B dà tutto ad A non può non essere rappresentato che con un cerchio, uno zero

      se la freccia che da A va verso B non c'è più il cerchio si rompe e quel peso pari a 0 che c'era, che ricorda un pò l'architrave, inevitabilmente manca di un braccio

      e la gravità a quel punto fa il resto

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  2. Lo zero come somma dell'amore è qualcosa di profondamente vero, secondo me. Di quella verità che è tale in quanto bellezza, come dicevano i greci. Dici proprio bene: è il cerchio la metafora perfetta dell'amore a gravità zero: leggero, fluttuante, "vuoto" (nel senso di Brodskij), eter(e/n)o, che è costantemente possibilità. Apparentemente immobile, fermo, ma in realtà in eterno movimento, proprio come l'uroboro, il serpente che si morde la coda: il continuo ritorno, la nascita perpetua.
    Hai ragione: è una sensazione bellissima, quella di una vita che pesa senza essere un peso. Di un cuore che batte: ma qualunque gravità. Perché, amando, abbiamo vinto :)

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  3. -Il loro peso è 0.
    Forse perchè non esistono, forse sono fantasmi.
    O forse è 0 la somma dell'amore, quel numero perfetto e leggerissimo che è simbolo di magnifica simbiosi.

    ------------- ----------
    Vediamo di dare un altra interpretazione ,perché sento una lieve sofferenza nel momento in cui spuntano delle definizioni precise ma con un "forse" che esprime il dubbio stesso dell'interpretazione dell'Amore, ne percepisco la
    Ribellione di una forza che vive di libertà e non vuole essere quella circolarità perfetta in una forma finita ...in quanto l'amore è Infinito ...è Ripartenza,sempre dallo stesso punto ,è la rottura del guscio da dove parte la vita,un
    " pulcino "che esce da se per trovare se stesso .


    KIM...ecco lui stesso in questo caso ci sta indicando attraverso un invisibilità corporea ( la rottura del guscio ,del cerchio) la sua visibilità spirituale,la frantumazione del finito e l'eterno infinito ...

    Ah se solo ci arrendessimo al de-finito potremmo scorgere il sole ovunque:)...dobbiamo imparare a saper perdere per vedere la vittoria ...e mo corro se no l'Amore si ribella anche a me perché in qualche modo mi sostituisco ad esso entrando in contatto con voi ...ma in realtà siamo sullo 0...è lui la ripartenza!

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