4.4.22

Recensione: "Assassinio sul Nilo"

 


Arrivo a 44 anni senza aver mai letto un libro della Christie, senza aver mai visto un film tratto dalla sue opere e senza nemmeno, per vie traverse, conoscere trama e "risoluzione" di nessuno dei suoi gialli.
Sarà per questo che, oh, a me Assassinio sul Nilo è piaciuto molto.
Cinema di intrattenimento, niente di più, ma che prende e funziona.
Il paradosso è che dei due film di Branagh usciti da noi in contemporanea, questo e Belfast, ho preferito questo, e manco di poco.
Ma la cosa più strana è come questo film, ovviamente crime e giallo, alla fine sia un grande inno all'amore (non è che so fissato io eh, è veramente esplicito).
Amori impossibili, altri finiti, altri tenuti nascosti, altri mai vissuti.
Sì, forse con Assassinio sul Nilo vi emozionerete pure (più de Belfast sicuro)

Incredibile, m'è piaciuto tanto.
Ero andato solo per una serata in compagnia, una di quelle "dai, andiamo al cinema che è bello a prescinde".
Convinto che avrei trovato una cosa carina che non faceva per me.
E invece guarda te...
Tra l'altro non so nemmeno che accoglienza abbia avuto altrove ma, non essendomi mai comparso in home su facebook, credo sia o passato in sordina o abbastanza stroncato.
E ci sta eh, io ero quasi un neofita del genere e mi sono divertito.
Ma la cosa più sorprendente, e chi mi conosce sa che sta cosa la dico perchè la penso davvero, non per fare "scena", Assassinio sul Nilo mi è piaciuto molto di più dell'altro film di Branagh uscito in sua contemporanea, Belfast.
Cioè, sulla carta pensavo avrei trovato niente di che il primo e adorato il secondo.
E' stato quasi l'opposto.

La cosa buffa è che io arrivo a 44 anni senza mai:

- Aver letto un solo libro di Agata Christie
- Aver visto un solo film - prima di questo - tratto dai suoi romanzi
- Sapere la trama (o l'assassino) di anche solo uno dei suoi libri. Ed è strano perchè che è talmente famosa che uno, anche senza averla mai letta, alla fine le sue cose le viene a conoscere, anche solo per curiosità
Quindi sono arrivato a questo film "christiano" completamente tabula rasa, magari per questo mi ha sorpreso in positivo.



E la cosa ancora più buffa è che io e i miei compagni avevamo capito già dopo mezz'ora il colpevole (non è che li abbiamo detti tutti e 10 per cui alla fine ce prendi per forza eh, ma puntato forte su quelli giusti sin da subito) e capite che se in un film della Christie capisci tutto subito ti dovrebbe crollare. 
E invece, anche grazie a molti sviluppi che comunque non ci erano venuti in mente, è funzionato alla grande lo stesso.
Ma tutto pensavo tranne che - anche se solo pochino eh - "emozionarmi".
E ancora meno pensavo che questo potesse essere un film sull'amore.
Ok, c'avrò la fissa a vedello ovunque st'amore io (paradossalmente non l'ho visto in un film in cui tutti invece lo vedono, Licorice Pizza) ma è innegabile, anzi, dichiarato esplicitamente, come ogni azione e relazione del film sia assolutamente inscindibile da questo sentimento.
E, che per quanto mi riguardi, la cosa "funzioni", sia credibile.
Si parte con un bel prologo di guerra, ben girato, godibile, in cui conosciamo (io per la prima volta) la figura del "geniale" Poirot, uno capace - ovviamente - di vedere piccoli indizi e in base a questi avere intuizioni eccezionali.
Certo la scena poi dell'attacco è abbastanza inverosimile (i nemici sembrano 3-4 e si risolve in 30 secondi) ma Assassinio sul Nilo non è un film di guerra e, per quanto mi riguarda, sto excursus lo risolve più che bene.
Scena successiva lui ferito e lei, infermiera che lo cura e unica donna che mai amerà (oh, io non conosco libri e altri film, prendo i dati che mi arrivano da questo qua).
Ed ecco che quella tematica, quasi come un "indizio" (l'amore in questo film è proprio questo, un indizio, qualcosa per capire le cose) fa capolino, ci mette già nel mood.

In ogni caso iconica e perfetta la frase che conclude l'incipit

"Ti farai crescere i baffi"

Parte poi il vero e proprio film, il "classico" film (ok, è vero che non ho letto e visto mai niente di suo ma la "struttura" della Christie la conoscono anche i sassi) dove avremo un omicidio (o più omicidi), di solito in un luogo "chiuso" (di conseguenza l'omicida è per forza un volto noto presente sulla scena) e che porterà a uno e più colpevoli.
In questo caso l'omicidio non arrivava mai (mi pare avvenga addirittura nel secondo tempo) anche se, a posteriori, trovo la divisione strutturale del film di un'ora pre-omicidio e un'ora di indagini perfetta.
Inutile dire che le location son bellissime. L'Egitto, le sue Piramidi, il Nilo, il tempio di Abu Simbel (che non conoscevo), ho veramente amato tutta questa ambientazione "esotica".
Mi sono piaciuti molto anche gli attori, tra tutti la  - per me fino ad adesso sconosciuta -  Emma Mackey, curiosamente molto simile ad un'altra grande attrice di nome Emma, la Stone.
Il suo "doloroso" personaggio, a tratti magari insopportabile, è vero, ma anche figura più tragica tra tutte, è veramente riuscito, e lei bravissima a rendercelo credibile.
Il film è ben girato, ha un ottimo ritmo e per quello che dev'essere, puro intrattenimento, riesce perfettamente.
Certo non ha l'ambizione di Belfast ma, almeno per me, il poco che cercava lo raggiunge.
Ovviamente la sceneggiatura tratta dalla Christie porta a farti sospettare di tutti e ci riuscirebbe anche se non fosse per quella fortissima sensazione che quella storia d'amore là, presentataci all'inizio, non possa  non essere l'ago della bilancia.
Ed ecco che, come dicevo, questo film diventa un film sull'amore.
Quello tra Simon (un buon Armie Hammer) e Jackie (la sopracitata Mackey), davvero passionale, forte e bruscamente interrotto dalla conoscenza tra Simon e Linnet (la Gadot). Un vero e proprio colpo di fulmine (bravissimi la Gadot e Hammer a darci questa sensazione) che lascerà Jackie in un inferno di dolore e rabbia.

C'è poi l'amore della stessa Linnet per, appunto, Simon, amore che la porterà alla morte.

C'è poi quello tra Bouc e la ragazza di colore, un amore che deve restar nascosto - visti i tempi - ma che poi verrà inevitabilmente fuori.

C'è poi quello, davvero "proibito", tra la ricca Marie e la sua "infermiera", una relazione omosessuale (tra l'altro tra due persone molto in là con gli anni) tenuta nascosta ma, ovviamente, scoperta da Poirot.

C'è poi l'amore di Poirot, l'unico della sua vita, che fa più volte capolino, in un film e in una stagione della sua vita in cui, forse, il grandissimo investigatore inizia a chiedersi se tutto quello che ha sacrificato in nome del suo lavoro abbia avuto senso. E non è un caso che in questo film così pieno di sentimenti (tutte le storie che ho citato sono storie grandissime, di grande amore, quelli quasi da vita e morte) Poirot senta per la prima volta battere nuovamente il suo cuore.




Questo ci porterà all'ultimissima scena, mesi dopo i fatti, che, lo ammetto, mi ha emozionato molto. E mi ha emozionato quell'inquadratura finale in cui lo vediamo finalmente senza baffi, con tutte le sue tremende cicatrici.
Quei baffi che il suo primo amore gli aveva consigliato di far crescere, quei baffi che l'hanno caratterizzato per tutta la vita, quei baffi che sono stati simbolo del suo lavoro e di quello che lui è, ecco, quei baffi, adesso, possono essere tolti, adesso Poirot è tornato ad essere solo un uomo, pronto ad essere innamorato di nuovo.
E' nudo, per la prima volta.

E' buffo che in un film dal plot "crime" e giallo mi sia soffermato su questi aspetti ma, secondo me - e chi l'ha visto magari può confermare - l'anima del film è veramente nel raccontare la potenza dei sentimenti, il dramma a non poterli vivere e il coraggio poi a farlo.
E non è un caso che le uniche due scene in cui Poirot, un uomo di incredibile intelligenza, eloquio e fermezza, non riesca a parlare, tanto da balbettare, siano i due piccoli dialoghi con la cantante Salomè.
Ne abbiamo visti tanti di film in cui uomini tutti d'un pezzo, apparentemente cerebrali, poi davanti ai sentimenti hanno piccoli crolli.
Ma c'è un altro crollo, se possibile ancora più evidente, che ha Poirot nel film, quello alla morte del suo grande amico Bouc (è talmente affranto e sconvolto che, credo, questa loro amicizia abbia radici profonde e magari è raccontata in altri libri o film).
Non ho l'arroganza di dire che quello che sto per scrivere sia giusto (avendo, come detto 5 volte,visto solo sto film) ma non mi stupirei se questo capitolo della vita di Poirot sia quello umanamente per lui più difficile, quello dove l'investigatore deve veramente venire a patti con tutta la sua vita, con tutto quello che ha perso, con tutto quello che ormai non ha vissuto, con la malinconia di essere quasi al tramonto della sua carriera, una carriera che gli ha dato la fama ma tolto tantissimo.
E siccome sono passati tanti giorni dalla visione non sto ad allungare troppo questa recensione così tribolata.
Sarebbero tante le scene da ricordare, tanti momenti visivamente e "intellettualmente" (quando Poirot spiega le cose anche il nostro cervello ringrazia) stimolanti, anche tante cose poco convincenti (ad esempio i flash back con quel brutto bianco e nero) ma per un film che doveva solo farmi passare due ore piacevoli ho scritto anche troppo.
E ho trovato dentro anche troppe cose inaspettate.
Magari lo dimenticherò tra un mese, ma difficilmente dimenticherò quell'ultima inquadratura, quello svelarci il viso sfregiato di Poirot.
Quel suo dirsi - e dirle -  "eccomi, sono solo un uomo, sono nudo adesso, se vorrai ci sarò"

7

27 commenti:

  1. genere che mi piace molto, mi lascio conquistare dall'animo dell'investigatore e cerco la soluzione.
    Sono cresciuto con Colombo ed Ellery Queen e in infanzia non ho disdegnato le letture dei gialli di A. Christie e quindi eccomi ...

    Purtroppo un passaggio troppo evidente e una spiegazione non credibile, rovinano in parte la soluzione finale, ma la messa in scena è curata, intrattiene e la visione cinematografica aiuta a goderne appieno. K. Branagh nel ruolo è perfetto, G.Gadot riempie lo schermo e l'ambientazione è funzionale.
    Discreta visione, in perfetto equilibrio tra disimpegno e attenzione

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    1. Anche se posso immaginarli mi dici quali sono la spiegazione poco credibile e il passaggio troppo evidente?

      per il resto me sa lo abbiamo apprezzato in pochi, ahah

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    2. dovrei rivederlo
      ma il tempo tra la messa in scena dello sparo a Simon (A.Hammer) e l'azione che porta alla morte di Linnet (G.Gadot), fino al rientro di scena del ferito Simon, è così rapida che è poco credibile tutto quello che accade in quel lasso di tempo.

      Ma soprattutto tra lo sparo (finto) a Simon e l'inquadratura con lui che si tampona la ferita con il fazzoletto sporco di sangue, passa un amen. Lui aveva già tamponato la ferita? passaggio molto discutibile

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    3. mmm, capito perfettamente ma senza rivederla non so quanto hai ragione

      riguardo il secondo dubbio semplicemente lui aveva il fazzoletto già sporco di acquerello e quindi appena gli spara lo tira fuori ed è già sporco

      ma forse sto capendo male

      non è poi così importante da cercare di capirci ancora, ahah, grazie!

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    4. si certo che il fazzoletto lo aveva già in mano
      e prima era sparito il tubetto di colore

      il fatto avviene così rapidamente che è plateale

      se fosse accaduto senza programmazione, con il piffero che Simon potesse avere già tamponato la ferita, con il fazzoletto.
      Inoltre il sangue avrebbe macchiato anche i vestiti/calzoni

      diciamo che ad occhio attento, che lui non fosse ferito era abbastanza evidente, oppure vi era un errore di regia e sceneggiatura.

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    5. Eh, ma appunto, c'era la programmazione, è questa la piccola differenza che diventa indizio ;)

      comunque sì dai, io non l'ho trovato un errore ma ho capito benisismo ;)

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  2. Be' ragazzi.. arrivare alla tua età - e con la tua cultura cinematografica - senza aver mai letto o visto un Christie - non è solo una falla, è quasi una bestemmia.
    Quando ti capiterà Dieci piccoli indiani dirai: "ma che ho visto finora?!?" ;)

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    1. Ma io non ho cultura cinematografica Franco, davvero, non sono ironico

      Però che non ho mai letto la Christie sì, bestemmia

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  3. Scusate ma in confronto agli originali con Peter Ustinov i film su Poirot del pur bravo Branagh sono una barzelletta.
    Una sorta di Bignami per chi non ha voglia di leggere il libro originale.
    Io personalmente ne sono rimasto molto deluso.
    Con assassinio sull'orient express nonostante la pleaide di star mi sono addormentato per tre visioni di fila senza riuscire a portarlo a termine, mentre con assassinio sul nilo sono arrivato ai titoli di coda per pura buona volontà. Si capiva chi avrebbe ucciso chi fin dalla scena del ballo iniziale....e non è un complimento allo sceneggiatore

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    1. In effetti si.. grave pecca sceneggiatoriale..

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    2. Ciao Giovanni!

      due piccoli "appunti"

      Mi fa specie leggere "una sorta di Bignami per chi non ha voglia di leggere il libro"

      mi fa specie perchè, allora, questo sono l'81% dei film (sceneggiature derivate) e in questa definizione ci sono molto probabilmente anche gran parte dei film più belli che hai visto in vita tua

      I film sono quasi sempre Bignami per chi non ha voglia di leggere il libro ;)

      L'altra cosa, e parlo a entrambi, è che non parlerei di "errore" di sceneggiatura, semmai di scelta sbagliata. Cioè, per tutto il film viene detto esplicitamente che è lei l'assassina, lei che vuole uccidere lei, quindi, semmai, il colpo di scena è che è veramente quello che il film ti voleva far credere

      non dico che la cosa funzioni eh, per voi e tanti altri no, ma è super voluta e calibrata :)

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    3. Scusa Giusè ma o non mi hai capito Tu o non mi sono fatto capire io...
      Ovvio che non paragonavo al libro...ogni film è una versione rimaneggiata di un libro anche se dura 6 ore.

      Intendevo che rispetto al film con Ustinov quello di Branach ne sembra il bignami

      Pertanto rispolverando la matematica di quando eravamo ragazzi:

      Bignami sta a Libro come Brannagh sta a Ustinov

      Mentre relativamente al "calibrato e voluto" posso concordare se il solo spettatore pagante fosse lo spettatore americano medio....il problema è che esistono altri 7 miliardi e spiccioli di potenziali fruitori che forse si aspettano di più di una versione inclusiva e politicamente corretta di un block buster degli anni 70.

      Concordo in toto con Enrico G.

      Ebbasta ;)

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    4. Ahah, ok, ora ho capito

      Ma rileggendo anche adesso sembrava proprio che te, a prescindere da Ustinov, avessi dato quel giudizio "assoluto" rispetto al film di Branagh

      per il resto capisco le vostre analisi, io potrei anche provare a concordare ma non posso "dimenticare" che ho passato due ore proprio belle e che appena finito il film ci siamo guardati tutti super soddisfatti

      insomma, razionalmente posso provare a dire che non è un granchè ma vale quello che ho provato, ahah

      un abbraccio

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    5. Concordo perfettamente con quanto scritto da Giovanni.

      Non ho visto questa seconda prova ma la prima è stata semplicemente mortificante...

      Branagh non ha per nulla captato lo spirito thriller della Christie. Lumet, al confronto, è stato insuperabile.

      Spero che questa seconda prova metta fine a questo scempio.

      Anche l'adattamento televisivo di "And Then There Were None" è stato nettamente superiore a quell'idiozia branaghiana del 2017.

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    6. Sì, viste le premesse questo secondo capitolo non te piacerebbe....

      Io visto quanto sto film non piace, invece, glie voglio ancora più bene e so ancora più contento di quanto mi abbia coinvolto

      e, a sto punto, devo recuperà il primo ;)

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  4. Lo dico subito, farò spoiler :)

    Allora, per me è un no, proprio di quelli secchi. Premetto che se c'è una cosa positiva in questo disastro di film è che mi ha spinto a leggere il libro, Poirot sul Nilo, che non avevo mai letto nonostante la mia passione per la Christie e la sua creatura più riuscita. E sì, anche nel libro, nonostante gli intrighi costruiti con la solita cura, è tremendamente prevedibile cosa ci sia dietro la morte di Lynnet, visto che Simon è rimasto strategicamente da solo con l'arma della sua ex, ed anche in forma cartacea è tutta una scusa per raccontare una storia d'amore dannata sullo scenografico sfondo egiziano. (Comunque non avevo ancora finito il libro quando ho visto il film, non si può quindi dire che mi abbia rovinato la visione)
    Il problema è che innanzitutto qui non si sfrutta il vantaggio di poter mostrare l'Egitto, il suo immenso fascino, lusso che la Christie non aveva, qui è tutto laccato da una ricostruzione al computer che infetta tutto, le rocce, gli animali, i templi, è tutto tremendamente finto.
    Poi il film non fa nulla per ovviare ai difetti della controparte cartacea, imbastendo un giallo imbarazzante, dove non c'è la minima tensione, metà dei passeggeri non ha nemmeno un movente, Poirot è una specie di Paolino Paperino a cui viene rinfacciata l'arroganza ma prende pizze in faccia da tutti, gli dicono le peggio cose e lui sta lì sottomesso, fa morire tre persone, due delle quali potevano benissimo essere salvate.
    Il vero Poirot aveva a che fare con mille cose diverse, più passeggeri, più sospetti, più menzogne, non si poteva permettere distrazioni sentimentali, questo è logorroico ma incapace, tutto chiacchere e distintivo, sistema i dolcetti come un ossessivo compulsivo e si imbambola a blaterare di zucchine, roba degna del dialogo delle uova di In the Market. (Tra l'altro, se due baffi bastano a coprire una cicatrice che ti deturpa metà faccia allora io sono Miss Marple)

    Non aiuta, a parte la bella e brava colpevole, un casting infelicissimo, tra l'altro che crea più domande che altro. A cosa serve quel racconto di razzismo nella piscina della ragazza nera, se poi lei e sua madre stanno in mezzo ai ricchi villeggiatori bianchi negli anni '30 e nessuno fa una piega? Come è possibile che la relazione con Bouc le sia preclusa, quando Lynnet ha un fratellastro indiano (!) che gestisce pure le sue finanze? Questa non è fantastoria, ma pura e semplice pigrizia, e aggiungerei coda di paglia, visto che per mettere questi personaggi "rappresentativi" hanno tagliato un personaggio italiano e uno tedesco presenti nel libro.
    Ah comunque Bouc c'era anche in Assassino sull'Orient Express, personaggio così memorabile che mi sono ricordato solo dopo della sua presenza, e che è totalmente improbabile come amico intimo di Poirot. Più che altro mi conferma un sospetto atroce, ovvero che la Disney voglia accaparrarsi dell'ennesimo brand amato e riconosciuto per trasformarlo in un nuovo universo condiviso stile Marvel o Star Wars.
    Beh, che lo facciano senza i miei soldi perché questo falso Poirot non li vedrà più da me, Branagh invece meglio che torni a fare Shakespeare perché è dai tempi di Come vi piace che non dirige un film decente.

    Scusa lo sfogo notturno, ciao :,)

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    1. ahah,gran bello sfogo,letto tutto d'un fiato

      ovviamente non concordo quasi con nulla, io ho passato due ore piacevolissime e, ti dirò, andrei subito a vedere un altro capitolo. Tra l'altro buffo, vedo che è massacrato ovunque ma nella mia piccola bolla (5 persone) piaciuto tanto a tutti. E trovato pochissimi difetti

      Di Branagh invece visti solo sti ultimi due e, come avrai letto, delusionissima Belfast, bella sorpresa questo

      grazie Enri dell'interessantissima e articolata stroncatura, sempre divertenti da leggere

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    2. Mi piace farmi vivo con le stroncature divertenti, ho già il classificone di fine anno (a proposito, si farà un giorno quello del 2020?) e la rubrica per essere serio e propositivo ;)

      Strano, io invece leggendo in giro ho sentito solo cortesie per questo film, persino da supposti appassionati della Christie, inutile dire che per me non le merita :) mi spiace più che altro per Branagh che è un grande cultore di Shakespeare e ha portato tanti, me compreso, ad appassionarsi del Bardo al cinema, e spero quantomeno che ora alla gente venga voglia di leggere i gialli di Poirot :)

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    3. Sì sì, lo famo quel torneo

      stavo per farlo 3 settimane fa, tutto pronto (una lista di oltre 100 film già pronta) ma purtroppo c'è stata una brutta notizia in famiglia che ci sta facendo vivere un periodo delicato, me so fermato appena prima

      ma spero pr4esto

      oddio, davvero? io nei miei spazi dove ho messo sta rece su 25 persone che avranno commentato 22 l'hanno stroncato, ahah

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    4. Oh, mi spiace :( quando sarà il momento del torneo mi presenterò sicuramente, per ora ne approfitto e recupero ;)

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    5. io credo e spero entro sto mese ;)

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  5. Come ti ho già detto, io ho alternato momenti di noia a momenti di grasse risate. Già non ricordavo con entusiasmo l'Orient Express, ma qui mi è parso sia andata anche peggio, sia per i baffi, sia per i pipponi sull'aMMore che questo Poirot non smette di propinare agli spettatori. Mabbasta! XD

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    1. che carina che hai risposto anche qua!

      ahah, l'hai odiato per tutti i motivi per cui ha me (e anche ai miei 4 compagni di visione) ha preso tanto ;)

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  6. Con Branagh nei panni di Poirot ho visto "Assassinio sull'Orient Express". Già Branagh non mi aveva convinto con Enrico V e nemmeno con la sua comparsata in uno dei film del maghetto Potter, quindi...
    Ho trovato - per i miei gusti - molto più convincente e calato nel personaggio David Suchet, che a mio parere lo interpreta in modo magistrale (soprattutto quando piccoli dettagli mostrano le sue pare mentali, ad esempio quando parla di sé in terza persona o sistema i dettagli in modo maniacale). Però se ti è piaciuto è ok!

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    1. ovviamente è la prima volta che sento parlà de David Suchet, ahah

      chissà mai se recupererò i vecchi...

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  7. Questo mi manca, ma data la mia passione per i vari Holmes, Poirot ecc. lo recupererò sicuramente (leggerò la tua recensione dopo la visione, ovviamente).
    Sempre da Agatha Christie ti consiglio Mistero a Crooked House, abbastanza recente e ben fatto.

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao