25.7.11

Recensione: "L'ultimo treno della notte"



Faccio finalmente una capatina nel selvaggio, sporco, violento e bellissimo mondo del cinema di genere italiano anni 70, una vera miniera d'oro sia per gli appassionati (che sono più di quanti sembrano), sia per gli addetti ai lavori che molto spesso hanno preso pellicole di tale periodo come proprie opere di riferimento. Qua il percorso è però inverso, essendo Aldo Lado (il regista) ad essersi ispirato all' americano L'ultima casa a sinistra , nientepopodimeno che il debutto cinematografico di un giovanissimo Wes Craven (e presto recensito su questi schermi).

Non è però un remake tout court perchè Lado riesce a rimodellare completamente lo scheletro di sceneggiatura di Craven, nella trama, nelle ambientazioni, nei personaggi e in alcune dinamiche (come il personaggio "aggiunto" della donna). Il risultato è (quasi) straordinario.

Già il prologo, nel quale i personaggi principali si muovono mischiati alle comparse senza poter quasi discernere gli uni dagli altri, è indice di qualità e originalità.

Facciamo così la conoscenza sia delle due ragazze, di ritorno in Italia dalla Germania, sia della coppia di delinquentelli con la quale, quasi per caso, incroceranno tragicamente i propri destini (non so perchè, ma questo film mi ha fatto tornare prepotentemente in testa il terribile massacro del Circeo).

E' nelle sequenze sui due treni, specie nel secondo treno (quello cui il titolo si riferisce), che il film di Lado raggiunge livelli di intensità e forza straordinari, non solo emotivi, ma anche strettamente cinematografici.

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L'uso assolutamente geniale della musica diegetica (l'armonica) unito a quello della colonna sonora "esterna"; il fantastico utilizzo del montaggio alternato con la casa del padre, maledettamente "vero" nel dare un senso di contemporaneità degli eventi  ( tra di loro antitetici per atmosfera, ma analogici per alcuni discorsi intavolati nella cena); l'atmosfera pazzesca che le luci e l'incessante rumore del treno riescono a conferire, specie nei terribili 10 minuti "finali" delle ragazze; tutto questo regala allo spettatore una mezz'ora (almeno) di un livello altissimo. Notevole anche l'interpretazione dei 5, con la dolcezza, l'innocenza e la paura delle due ragazze contrapposta alla pazzia, alla lascivia e alla violenza degli aguzzini. E quella verginità persa in quella maniera potentissima metafora dell'innocenza violata.

Poi si arriva al finale... Lado affida soltanto 10 minuti (dei 90 complessivi) alla seconda parte, quella del revenge. La contrapposizione tra il buio e le vicende da incubo svoltesi nel treno, e la luce e la tranquillità della casa del padre è straordinaria. Tranquillità apparente però, perchè lo spettatore è perfettamente consapevole del nuovo incrocio di destini che la trama ha riservato.


A dir la verità, però, c'è più di un punto debole  in questi minuti finali. La reazione di Enrico Maria Salerno (fin lì splendido) alla ferale notizia riguardo la figlia secondo me non convince appieno, e non parlo della reazione che avrà nei fatti, quella sì assolutamente comprensibile, ma quella semplicemente emotiva nella macchina; il primo omicidio l'ho trovato un pò goffo e poco credibile, il secondo troppo "laborioso" nello svolgimento; la chiusa finale sulla donna convince e non convince. In generale è proprio quel personaggio a risultare un tantino assurdo e gratuito malgrado, e questo sembra un paradosso, debba a tutti gli effetti essere considerarato davvero convincente e perfettamente riuscito. Una donna che apparentemente sembra la classica borghese perbene ma sotto sotto (come foto rivela) nasconde fantasie abbastanza perverse; allo stesso tempo ci appare prima una vittima (nello stupro) per poi diventare la vera e propria burattinaia del delirio di sesso e violenza nel treno. E' probabile anche una non velata denuncia di Lado verso un certo, finto,  perbenismo.borghese.

Non una pellicola esente da difetti in definitiva, ma opera comunque notevole, sporca, violenta e umanamente terribile.


( voto 8 )

8 commenti:

  1. Contento di leggere una recensione di questo tipo. Lucida e senza pregiudizi sul genere. Considero questo uno dei migliori prodotti italiani del periodo, e ti consiglio vivamente anche altri lavori di Lado, come "La Corta Notte delle Bambole di Vetro" o "Chi l'ha vista Morire". Se hai tempo e voglia passa pure dalle nostre parti "Le Recensioni di Robydick, Napoleone e Belushi", dove io parlo di cinema bis e degenere, mentre i soci la sanno più lunga. Un saluto, complimenti ancora e scusa per il disturbo. Ciao, a presto!

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  2. bellissimo film. rimasi incollato allo schermo dall'inizio alla fine.
    mi accodo al consiglio di Belushi qui sopra: pure La corte notte delle bambole di vetro è un gran film.

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  3. Belushi, "scusa per il disturbo" de che?
    Anzi, grazie della visita!
    Ho un pò di problemi con la fruizione del cinema di genere italiano perchè ho il tremendo difetto di (essendo un coglionazzo videotecaro) avere l'etica professionale di non vedere prodotti scaricati. Ora, questo me l'ha prestato in dvd un mio amico (pazzo dell'anni 70 italiano) insieme a L'ultima casa a sinistra di Craven che, credo, vedrò domani.
    Vediamo che si può fare in futuro, grazie del consiglio.
    Ah, passo da voi quanto prima.
    Avevo visto il tuo nome tra gli avventori fissi del bellissimo blog di Lucia, e quello di Robydick un pò dapertutto..., ma sono tremendamente ozioso, finchè non me lo chiedono mi muovo poco...

    *einzige: sì, bellissimo. Chiederò al mio amico se ha anche l'altro, credo proprio di sì.

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  4. Grandissimo film, con un altrettanto grande Flavio Bucci, attore decisamente sottovalutato.
    Ciao

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  5. Assolutamente sì Runes. Tra l'altro da giovane era praticamente identico a Milito e di conseguenza a Francescoli.

    Me lo ricordo bene anche ne Il Divo.

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  6. Io lo ricordo da giovane nello sceneggiato per la TV dedicato al pittore "Ligabue" che è stato girato dalle mie parti, un'interpretazione da pelle d'oca.

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  7. Ha un viso che buca lo schermo.
    Probabilmente non ha saputo vendersi bene oppure, semplicemente, ha scelto di fare solo quello che gli piaceva.

    Tue parti dove?

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  8. Bassa Emiliana, o meglio bassa Reggio Emiliana!

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due cose

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3 ciao