22.5.18

Recensione: "Kaili Blues"

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Un'opera d'arte di un 26enne cinese.
Un film apparentemente lineare, povero e monotono che nasconde invece un'incredibile, vorticoso, onirico viaggio nello spazio e nel tempo.
Con un piano sequenza di 41 minuti che per realizzazione e significato piomba di diritto nella storia recente del cinema.
Un film facile e inutile se non avete voglia di faticarci dentro, bellissimo e unico se proverete a farlo

disponibile nel Guardaroba de Il buio in sala

 Qualcosa che non avevo mai visto prima.
Se in questo momento mi chiedeste di consigliarvi un film tipo Kaili Blues probabilmente direi che non ne esistono. In realtà sì, e l'avrò pure visto qualcuno, ma al momento ho questa sensazione, l'esser davanti a qualcosa di unico.
Sarà difficilissimo spiegarmi, ma ci provo.
Innanzitutto credo che poche volte come in questo caso sia assolutamente necessaria una seconda visione (io, ammetto, due-tre scene me le sono riviste). Perchè a me stanno venendo ogni 5 minuti nuove interpretazioni, nuove suggestioni e, sono sicuro, una seconda visione mi permetterebbe di confermarne tante (evviva! sono intelligentissimo!), smentirne altre (nooo, avevo proprio pensato una cazzata) e magari tirarne fuori altre ancora (e che palle, c'era anche questo?).

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In realtà Kaili Blues è un film apparentemente facilissimo.
E' un film che dipende TOTALMENTE dallo spettatore. Se volete limitarvi alla superficie non troverete praticamente niente, se non un'opera fortemente realista (anche se con un paio di inserti strani e surreali) e dalla trama monotona e banale.
Se invece avrete voglia di andare oltre, se avrete voglia di concentrarvi in ogni nome che viene detto, in ogni gesto compiuto, in ogni oggetto che ricompare e in ogni tragitto fatto dai personaggi, beh, allora vi troverete davanti un gioiello.
Siamo in una remota regione cinese, in un'ambientazione che pare uscita più dai libri di Dostoevskj e Gogol che dall'Oriente.
Ambienti poverissimi, degradati, essenziali, cantieri o edifici non terminati ovunque (ma del resto il non terminato, il non funzionante, sarà fil rouge).
Lo stesso studio medico dove lavora il nostro protagonista è una bettola sporca e non accogliente.
Questo protagonista, Chen, ha un fratellastro fancazzista, giocatore d'azzardo e sfaticato. E' padre però, di un bimbo vitale e un filo strano, Weiwei.
Un giorno Chen scopre che il suo fratellastro ha venduto il figlio. Parte allora per cercarlo. A quel punto anche la sua collega, un anzianissimo medico, gli chiede di andare a cercare il suo vecchio amante -che dovrebbe essere nello stesso paese dove il bambino è stato venduto- per consegnargli alcuni oggetti.
Chen parte quindi per una doppia ricerca.
Alla regia un 26enne.
E quello che questo 26enne è riuscito a creare è un qualcosa di una sensibilità di sguardo, di mano e d'intelletto davvero paurose.
Un film colto, difficile che si mostra come un qualcosa di basico e spoglio.
E invece Kaili Blues è un film dove ogni inquadratura, ogni oggetto, ogni frase, dovrebbe essere materia di analisi e di studio.
Dalla prima sequenza con quella tosse che diventa luce intermittente all'ultima.
Un film dalla regia pazzesca che porterà a 41 minuti che, personalmente, potrebbero essere i 40 minuti migliori di questo anno cinematografico.
In realtà per quasi tutta la prima ora lo spettatore più volte si perde tra nomi e fatti, più volte si annoia, più volte ha la sensazione che sto film non vada mai avanti.
Seguiamo questi due fratelli, alcune piccole scene nello studio medico, qualche altra col bambino presente ma niente di più.
Eppure Ga Bin, il regista, inizia a metter dentro cose strane.
Il bambino disegna un orologio nella sua cameretta, in quella casa dai colori strani e dagli oggetti strani, come ad esempio una luce stroboscopica completamente fuori luogo o un televisore vecchissimo nel quale vengono trasmesse strane cose (come quei crediti al posto della poesia annunciata, che siano gli stessi crediti del film? la butto lì).

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L'orologio che disegna il bambino è identico a quello del finale di Synecdoche New York. Ed è fortissima la sensazione che questo geniale ragazzo cinese abbia visto quel film visto che anche lui, poi, giocherà tantissimo sugli scambi di persona, sul maschile e sul femminile, sui collassi temporali (del resto la citazione all'inizio del film proprio di questo parla, dell'unione tra passato, presente e futuro). Ma se in Synecdoche tutto questo avveniva alla luce del sole (nel senso che lo spettatore vedeva delle evidenti stranezze e si chiedeva che cazzo stesse succedendo) in Kaili Blues tutto è nascosto, da cercare, apparentemente nel film tutto è sempre normale.
Ad un certo punto, in una scena che a me ha richiamato da morire Gondry (altro regista che gioca coi meccanismi del sogno, come Kaufman, come Lynch), in quella poverissima casa passa un treno. Nel senso vero e proprio del termine, vediamo questa immagine del treno passare letteralmente dentro casa, una specie di proiezione che piano piano diventa realtà.
Intanto Bi Lang ci mostra subito di che pasta è fatto alternando panoramiche e carrellate di invisibile e perfetta morbidezza.
La vicenda va avanti senza sussulti ma iniziano ad apparire più volte gli stessi oggetti, vedi i ventilatori, sequenze strane ed oniriche (come quelle scarpe che affondano) e strani racconti, come quello dell'uomo cavernicolo.
Proprio durante questo racconto (che ascolteremo almeno 3 volte) non ho potuto non pensare al devastante barbone dietro al Winkie's in Mulholland Drive. Ed è questo racconto, inquietantissimo, che inizia a mettermi una spia in testa, ovvero che questo film faccia parte di quella famiglia, di quei film che raccontano vite fuse col sogno, personaggi che ritornano, suggestioni, vite parallele, incubi.
Chè il protagonista poi è anche un poeta. E più di una volta, forse anche troppe, in voice over sentiamo i suoi componimenti.
Ed è questa un'altra chiave di lettura del film, quello delle poesia, ovvero di un componimento senza regole, infarcito di metafore, difficilissimo da cogliere. Sì, Kaili Blues è fatto della stessa materia del sogno e della poesia.

Chen parte per il suo viaggio.
Bi Gan ci regala un paio di piani sequenza su mezzi da trasporto, quello bellissimo che precede la moto che guida Chen e quello, che è tanto, tantissimo, Lynch, dentro l'automobile nella foschia.
Ma niente di può preparare a quello che comincerà di lì a poco, ovvero un piano sequenza talmente bello, talmente virtuoso ma, soprattutto, talmente denso di significato da starci male.
Come sapete questa tecnica serve a dare un'assoluta coincidenza tra tempo reale e tempo diegetico.
Il piano sequenza è il metodo migliore per raccontare lo spazio-tempo nel modo più fedele possibile.
E invece in questo film ci porterà, senza quasi che ce ne rendiamo conto, in un incredibile cortocircuito tra presente, passato e futuro.
Ma sta a noi intravederlo questo cortocircuito, è questa la fatica che vi dicevo prima.

Chen arriva nel paese di Dangmai.
Da lì, senza alcuno stacco, andrà a piedi, prenderà moto, pick up, e noi saremo sempre lì con lui, con loro.
Ad un certo punto la m.d.p taglia per un vicoletto per riprendere la moto di Chen nella strada sottostante, una meraviglia.

Immagine correlata

Ma sarebbe sbagliato parlare di piano sequenza ad personam (come in Victoria) perche Bi Gan, senza soluzione di continuità, smette ogni volta di seguire un personaggio per andare su un altro, in questo vorticoso, ipnotico e meraviglioso dedalo di paese.
Sì, ma iniziano ad accadere strane cose.
Un ragazzo viene chiamato Testa di Piscio, e noi quel nome l'avevamo già sentito a Kaili, il paese da cui viene Chen.
Un altro ragazzo, con una moto sempre ingolfata (e anche la moto è elemento onnipresente) dà a Chen una musicassetta che questo, se uno spettatore se ne accorge, gli restituisce un attimo dopo.
Un gesto circolare e inutile.
Come circolare e inutile è l'incredibile "sequenza" (virgolette d'obbligo, visto che di stacchi non ce ne sono mai stati) della ragazza che attraversa il fiume su una barca per poi prendere un ponte che la riporta nella sponda e nel negozio da cui è partita.
E, mentre è nella barca, recita la guida turistica di Kaili.
Un girotondo inutile, di grandissima perizia tecnica.
Ma del resto il mondo di Kaili Blues è un mondo dove gli orologi o sono disegnati sui muri, o tatuati sulla pelle o non funzionano. Dove i ventilatori o sono sempre rotti o girati dalla parte opposta delle persone. E quindi quasi tutto, dai movimenti di macchina agli stessi oggetti, sembra un inutile girare a vuoto.
Iniziano a tornare troppe cose. La tettoia con biliardi già vista a Kaili, la luce stroboscopica, il già citato Testa di Piscio, la storia dei cavernicoli.
Ma poi andiamo anche oltre, ed è qui che gli esempi di SNY e MD si fanno ancora più forti.
Il ragazzo che incontriamo sempre con la moto (come fosse ubiquo, lui appare sempre in luoghi diversi) dice di chiamarsi WeiWei, come il nipote che cerca Chen. E ha lo stesso tatuaggio di un orologio su un polso.
Sì, c'è un collasso temporale straordinario. E quella ragazza, la parrucchiera, riceve da Chen la musicassetta che la vecchia dottoressa gli aveva dato. E se quella ragazza fosse la stessa vecchia dottoressa e quello il momento in cui la ricevette? Il sospetto si fa ancora più forte quando vediamo Chen indossare la camicia che la vecchia dottoressa le aveva dato, quella del vecchio amante. E poi la scena della torcia tenuta tra le mani come le raccontò lei.
Uno spettatore attento inizia quasi a svenire tanta la bellezza tecnica, l'impegno mentale e il numero di suggestioni.
Chen canta al concerto, ed è la stessa musica che avevamo sentito sul pick up.
Chen e il (forse) adulto WeiWei mangiano noodles di riso, quelli che il bimbo gli aveva chiesto a Kaili.
Lo stesso Chen racconta dalla parrucchiera quella che probabilmente è la sua vita passata con sua moglie, moglie che appare, forse, fugacemente in una piccola scena vicino al finale ed assomiglia tantissimo alla stessa parrucchiera (non è un caso che la prima volta che Chen la vede si vesta di corsa per seguirla).
Non ne usciamo più, siamo affascinati, tante cose non le capiamo ma siamo sicuri di essere davanti ad un'opera di grandissima scrittura e di parimenti grande realizzazione.
E ti ritrovi a ripensare a tutti i sogni che i protagonisti si sono raccontati, questi sogni di cui ritrovi cose sparse qua e là.
E arriviamo alla fine dove un camioncino di riparazione d'orologi fa capolino.
E dentro orologi rotti, un ventilatore rotto, ancora una volta.
Perchè questo è un film dove la concezione del tempo non esiste, dove tutto è collassato, dove tutti gli elementi onirici di non linearità, sostituzione e surrealtà sono dentro a un significante che, incredibilmente, pare lineare e sensato.
Chen torna indietro e Bi Gan ci regala l'ultima perla.
Nei finestrini del treno vediamo che si forma un orologio, probabilmente grazie a quegli orologi che Weiwei aveva detto di voler disegnare sui convogli per non perdere la sua amata, come uno sfidare il tempo.
Ne nasce una specie di disegno animato, con questo orologio che va in senso anti-orario, come per tornare indietro nel tempo.
Chen dorme.
Non so se l'abbia sempre fatto, e nemmeno mi interessa.
Grazie cinema

8,5

36 commenti:

  1. Difficile aggiungere qualcosa, hai già detto tutto tu. La cosa dei ventilatori non l'avevo notata, hai ragione, direi che il simbolo più adatto al film è quello del cerchio, il ritornare sullo stesso punto (Credo che nella filosofia orientale abbia un significato molto profondo il simbolo del cerchio, ma non ho nozioni approfondite a riguardo), che qui diventa un'occasione per un collasso della memoria e delle percezioni del protagonista, il paesino è come un villaggio di fantasmi creato da Chen, una specie di angolo proustiano dove si mescolano tutti i suoi desideri, i ricordi e i sogni. Quindi il mezzo cinematografico diventa forse l'unico modo per manipolare il tempo e lo spazio, nel piano sequenza la cosa è eclatante, ma forse la metafora metacinematografica l'abbiamo anche nella scena così piena di significato degli orologi sul treno. Una serie di immagini in movimento, come appunto è il cinema, per tornare indietro nel tempo.

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    1. Innanzitutto non so come ringraziatte Enri...
      Un film incredibile, ne abbiamo detto tanto e secondo me quando ci rivedremo, qua o Roma, ancora ne parleremo

      Dico la verità, a metà film me so detto "sì, bel film, ma Enrico m'ha dato na mezza sola..."

      e invece quel secondo tempo, sia tecnicamente che semanticamente è un capolavoro. E a quel punto anche il primo tempo acquista valore

      verissimo, il cerchio, sai che oltre a ventilatori e orologi ne ho visti altri? spesso di oggetti appesi al muro

      "paesino villaggio di fantasmi creato da Chen, una specie di angolo proustiano dove si mescolano tutti i suoi desideri, i ricordi e i sogni"

      chiudo il blog

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  2. Appena finita la visione, quindi pareri a caldissimo :D (ho letto la recensione però).
    Ovviamente piaciuto molto e costruzione incredibile. Il tema dominante è quello del ricordo, che si fa anche rimpianto per cui la lettura metacinematografica di cui parlava Enrico mi trova in accordo: nel "collasso" spazio-temporale oltre alla vita passata ci aggiungerei anche la vita possibile, dato che lui è stato in prigione "perdendo molti anni", non è escluso un tentativo di colmare questo vuoto. Lynchanamente parlando la questione più complicata è focalizzare chi sia il sognatore, i cambi di punti di vista sono reali cambi di personaggi o sono l'immaginazione di Chen? Gli spostamenti in cerchio, al di là della simbologia religiosa potrebbero far pensare anche alla sua mente che sta viaggiando e su se stessa ritorna. Lo stesso Chen secondo me è proprio Weiwei da adulto, che rivivendo la sua infanzia e adolescenza giustifica la sua presenza considerandosi come personaggio di finzione: proprio la prima volta che si vedono, nella scena che hai citato dei titoli di coda, è menzionato un Chen e il Weiwei bambino dice a Chen di averlo sentito in tv (se non mi inganna la memoria :D ).
    Lo stesso viaggio in treno finale: è lui che ritorna a Kaili, oppure è proprio lì che lo sta abbandonando (ricollegandosi alla proiezione del treno sul muro)?
    Sicuramente necessita di più visioni, gli indizi sono ovunque: penso anche al binocolo, a un certo punto si allude che lo abbia il Weiwei adolescente e poi lo ritroviamo in mano a Chen (senza contare poi il significato che si può attribuire al vedere attraverso una lente).
    Ma a prescindere dal cogliere tutti i dettagli, resta comunque un'esperienza immersiva, anche grazie allo straordinario piano sequenza.

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    1. Una cosa che mi son dimenticato. Penso che lui sia anche l'amante dell'anziana dottoressa (nel ricordo rappresentata dalla parrucchiera), per più di un indizio:
      - le luci mentre sta dalla parrucchiera sfarfallano come all'inizio, in cui tra l'altro lei gli ricorda il giorno del matrimonio.
      - La maglietta e la cassetta che dovevano andare all'amante poi rimangono a Chen.
      In realtà questa considerazione aggiunge un possibile significato: visto che l'amante era ormai morto, tutta la vicenda potrebbe essere un'esperienza in prossimità della morte: una summa della vita o, più banalmente, il classico detto che negli ultimi istanti si ripercorre tutta la vita. O addirittura post mortem, una specie di aldilà dei ricordi, o reincarnazioni nei ricordi.
      Già che ci sono, aggiungo anche un parallelo filmico: riguardo il tema del ricordo, Luna di Dave McKean, in cui è presente anche l'elemento meta, in maniera molto più esplicita.

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    2. wow claudio, complimenti ;)

      sto film diventa sempre più incredibile, davvero, un Lynch fatto e finito secondo me anche superiore ad alcuni Lynch (vabbeh, non MD e un altro paio eh ;) )

      vado per punti che io a legge tutto insieme e fa na risposta unica non so bono

      1 "angolo proustiano dove si mescolano tutti i suoi desideri, i ricordi e i sogni." diceva Enrico

      e anche te hai provato la stessa sensazione, ovvero quella che oltre al sogno e ai ricordi (che ce sono de sicuro) ci sia anche l'altro aspetto, i "desideri" detti da Enrico, la vita possibile o il futuro come dici te

      2 molto interessante anche la cosa dei sognatori. Ci sono più personaggi, più sogni, più punti de vista? o è sempre quello de Chen o di chi per lui? che tra l'altro il chi per lui potrebbe tipo esse "il regista", ovvero una specie di film in soggettiva, un sogno dall'inizio alla fine in cui tutti son personaggi, anche lo stesso Chen. Lo ripeto, per me c'è tanto tanto Synecdoche. Se intervisto Bi Gan glielo chiedo ;)

      3 sta cosa che Chen è Weiwei da adulto poi le batte tutte. Che te devo dì? ogni ipotesi è affascinante...

      sulla tv lo speaker dice proprio che avrebbero detto una poesia di Chen (lo zio è poeta). Poi invece al posto della poesia partono quei titoli de coda. Che, ho scoperto, sono davvero quelli de Kaili Blues, del vero film, pazzesco.
      In questo senso la frase che avevo detto, che sto film è fatto della materia della poesia co sta cosa diventa davvero pertinente.
      Credo

      4 quel treno finale con l'orologio antiorario (cavolo, è antiorario, non pò esse un caso) è per forza un ritorno, un andare indietro. Nel tempo e nello spazio? azzerare tutto? non lo so, quel passaggio dove quel ragazzo dice quella cosa sul disegnà orologi devo rivedello

      5 dalla mezz'ora in poi diventa qualcosa de sublime. Il piano sequenza per me è storia. Mia storia, ma storia

      6 la cosa delle luci che hai notato è geniale

      7 sì sì, abbiamo scritto la stessa cosa ma da due prospettive diverse ;)
      io ho scritto che secondo me quella è la dottoressa, te che secondo te lui è l'amante, ahah
      ma è la stessa cosa, e la maglietta e la cassetta lo dimostrano

      8 altra grandissima interpretazione che ce sta alla grande. Anche perchè quella cosa è finale e sembra buttata un pò così. E invece potrebbe esse decisiva

      9 eh, Luna volevo vedello ma se te ricordi aveva quei problemi. Se hai una copia senza problemi manda ;)

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    3. Provo a spiegarmi meglio su alcuni punti, visto che hai messo la numerazione che agevola ahah

      3 - Sì, quella cosa dei titoli di testa l'avevo letta sulla recensione che avevi indicato e in effetti è geniale :D Quello che intendevo io è che lui ricordava il bambino che vedeva la televisione, e per una sorta di transfert onirico/mnemonico, non so come chiamarlo ahah, ha proiettato la visione del bambino nel ricordo. Lui è identificato dal bambino come il poeta Chen, perché quello stava vedendo alla tv.

      2 - Esatto, non dimentichiamo neanche il "padre" con la passione per gli orologi, in un film il cui il tempo è tutto, la figura dell'orologiaio secondo me è importante. Quasi che fosse lui l'artista: pensiamo anche il figlio di cui non importava che fosse stato bruciato vivo, ma che gli fosse stata mozzata una mano. Un riferimento alla censura forse? Meglio distruggere un'opera che snaturarla troncandola.
      Oppure orologiaio nel senso di una sorta di divinità a cui vengono dati pegni: il figlio venduto, o i bottoni portati da Chen.
      Pensa che all'inizio, quando si parlava della vendita, stavo pensando che quello fosse tipo un pedofilo o uno sfruttatore, e le sequenze oniriche fossero una sorta di dissociazione della realtà ahah

      4 - Sì, per quello, come se quella scena sul treno che vediamo alla fine, in realtà fosse il punto di partenza: lui parte e l'orologio va indietro insieme ai suoi ricordi, che ci sono stati presentati prima.

      9- vediamo se e quando si riuscirà a rimediare una versione decente.

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    4. 3 sto punto un pò mi confondo perchè non ricordo questa cosa che dici

      "lui ricordava il bambino che vedeva la televisione"

      ma niente, secondo me diciamo la stessa cosa ma ce stamo a incartà, ahaha

      2 Ma Claudio, l'uomo che vediamo alla fine col furgoncino, il riparatore di orologi, è proprio il famoso "monaco" che viene nominato più volte, il boss. Mi ricordo che si capiva da una frase.
      Quindi altrochè se è importante.
      La cosa sulla censura è da premio Nobel, ma come te vengono?

      però anche quella scena voglio rivedella, quel personaggio... Anche alla luce di quello che scriviamo.

      4 insomma, mi stai dicendo che l'epilogo è l'incipit, altra gran cosa

      che film assurdo

      eh, volevo vederlo quel film ma niente, su quella scena saltava oppure accadeva qualcosa di cui non ricordo

      era uno dei preferiti di Anam Orion

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  3. Domanda 1 ) ma il cinema orientale non doveva recensirlo Cappanari Claudio?
    Dopo Kotoko c’è ancora la speranza di leggere qualcos’altro di Claudio?
    Domanda 2) va ben che bazzico a fasi alterne sul tuo Blog ma c’è qualcosa che non capisco.
    Da un po’ mi sembra poverello di commenti...la domanda viene spontanea...o pochi conoscono i film che presenti o la maggior parte commenta su Fb?
    Però noto ancora che scrivi a chi te legge di commentare sul blog.. di preferirlo a Fb.
    Non capisco.
    Poi ho visto che tanti commentatori storici non bloggano più.
    Un lac
    Rachele
    Tronchetti
    Il fisarmonicista pazzo
    Alex Cavani
    L’altro che non ricordo il nome che aveva cominciato a scrivere di Dvd
    Ma che fine han fatto (di Rael so perché gli ho mandato una mail temendo che gli fosse successo qualcosa di brutto, Franco aveva “postato un post “su blog cristallizzati fermi da anni e che purtroppo nel peggior dei casi i gestori eran passati a miglior vita e nessuno sapeva niente!!)
    Che fine han fatto tanti?
    Tutti su Facebook?
    Salutameli allora.


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    1. A claudio chiedo sempre (ci scriviamo tutti i giorni) ma non ha mai trovato il tempo

      sì, il blog ha perso il 70% dei commenti. Perchè, purtroppo, si è spostato quasi tutto su fb. Fb è un social ottimo, permette di condividere i tuoi post e raggiungere tanti. Ed è anche motlo agile. Ma purtroppo per quanto riguarda i commenti ce ne sono tantissimi ma tutti nascono e muoiono lì, il giorno dopo è come se non ci fossero. Io tengo molto di più al blog, preferisco si comemnti qua. Ma non posso farci niente

      per il resto in 9 anni i commentatori storici sono sempre andati e venuti, è fisiologico. Di tutti quelli che citi posso dirti solo di Rachele che ogni tanto (nella chat del Guardaroba) ho contatti. E, semplicemente, da mesi non vede più film

      gli altri non direi che sono fissi, nessuno ha mai commentato tanto. Paolo (fisarmonicista) mi scrive in privato, Pierluigi (Tronchetti) p tanto che non si sente e sono anche preoccupato (non mi ha risposto nememno a 3,4 sms, ma è una persona che, come me, a volte ha bsogno di silenzio nella propria vita), Alex ha tanti impegni

      Revu invece era davvro un grandissimo commentatore, poi scomparve. Lo cercai un anno (mi ero preoccupato) e anche su fb non dava segni di vita. Poi un giorno mi ha scritto che anche lui tra i impegni vari e vita ha staccato molto

      bene o male di tutti so qualcosa ;)

      comunque di questi nessuno si è spostato su fb ;)

      i blog sono anacronistici, è già un miracolo che esistano ancora. Commentarci poi non è davvero più di moda ;)

      io vorrei provare ad arrivare al decimo anno (giugno 2019), poi tirerò le somme.
      comunque sì, contano motlo anche i film, quasi tutti sconosciuti

      al sondaggio di 5 mesi fa, ad esempio, si arrivò a 150 commenti

      è la vita ;)

      Elimina
  4. Che tristezza!
    Credevo che un post con 8 commenti qua sul blog avesse invece su Fb ...che ne so ,50 commenti.
    Mha ..non so se dirti speriamo che tu non chiuda a giugno 2019...per cortesia si!
    Ma poi sarai tu no a decidere?
    Piuttosto che vedere qualcosa che si spegne lentamente nel tempo...sarebbe na cosa un po’ sadica ma nell’accezione inglese, to sad :)
    Viva la vida

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    1. No, spetta, forse ci siamo capiti male

      i commenti su fb sono tanti, tantissimi, anche troppi per me (fatico a stargli dietro)

      dicevo solo che di tutta la lista qua sopra di persone nessuno si è spostato su fb, semplicemente non commentano più ;)

      diciamo che glielo "devo" al blog di arrivare al decimo anno, quindi fino a quella data qualsiasi pensiero negativo lo tengo lontano (poi che c'entra, periodi di cacca ce ne sono e pausine possono esserci)

      poi però vedrò davvero quanta voglia ho

      magari arrivo a 20 anni, magari smetto quel giorno :)

      viva la vita, sempre, ance se rompe sapere quanto potresti star bene e, per tanti motivi, non ci riesci :)

      via, un abbraccio, magari claudio legge e gli torna voglia

      Elimina
  5. Mi sembra di capire che comunque continuerai sempre su Fb.
    E' che per me Fb è ancora arabo.
    L'ambiente del blog mi sembra più protetto ,più circoscritto...qualcosa che posso controllare.
    Sicuramente avrà i suoi vantaggi ,il primo quello di condividere i film di cui parli (se non tutti ,gran parte)senza cercarli in streaming o in dvd.
    Ma la differenza con il blog dove sta?
    Mi spiego ..tu potresti prendere il blog così comè con tutte le sezioni di cui è composto e "trasformarlo"in pagine Fb?
    Quindi un lettore si troverebbe gli stessi contenuti sia da una parte che dall'altra?
    La differenza sta nei commenti?
    Nel fatto che nel blog perdurano mentre in Fb dopo un giorno si perdono..?
    iL Fb perde quella valenza di diario che a te piace cosi tanto?
    Ah...ho visto che continua a commentare l'amico che scrive in dialetto medievale:)
    E' rimasto uno degli zoccoli duri del blog!
    Claudio salutamelo...se scriverà ancora, se avrà voglia, lo leggerò sicuramente.
    Comincia il countdown..meno 365 giorni allora...;)
    Ah...non son tanto daccordo con te quando scrivi che i blog sono anacronistici e passati di moda.
    E che te commenti poco su quelli degli altri.. e forse non te ne accorgi ma ne vedo tanti che godono di buona salute e hanno pure il loro doppio in Fb.
    La differenza sta sicuramente negli argomenti trattati che possono interessare o meno ma per me almeno ,soprattuto nella maniera in cui si scrive , nelle risposte che si danno e da queste si capisce l'entusiasmo e la passione che uno ci mette.
    Perchè è facile dire ho perso commenti ... ma non è nemmeno difficile capire il perchè.
    Poi te al blog ci tieni...in un certo senso quello è un punto fermo non lasciarlo andare ... i periodi belli e brutti anche quelli lo sono ..mi accorgo di sembrare un cane che si sta mordendo la coda con sti discorsi squisitamente filosofici ..quindi passo oltre.
    -365


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    Risposte
    1. ma assolutamente no ;)

      è il blog il motore di tutto, fb solo un'appendice, se mi fermo qua mi fermo ovunque ;)

      le differenze tra blog e fb sono abissali, ci starei ore a descriverle...

      basti dire che qui rimane tutto bloccato, su fb tutto scorre e se ne va...

      e non c'è un archivio

      e mille altre cose. E' solo più immediato, veloce, arriva a tutti facilmengte (come fosse un gruppo whattsap insomma).
      In ogni caso tutti i contenuti che metto la gente viene "qua" a leggerli, io condivido il link al blog.
      Poi, però, e giustamente, commentano lì

      sì, Sergej c'è sempre, non ha mai voluto dire chi è ma è bello per questo

      claudio te lo saluto ma credo lo vedrà da solo :)

      ma il buio in sala gode di ottima salute, è pure visitato troppo e ha un numero commenti spropositato. E' solo che col Guardaroba si è veramente spostato quasi tutto là

      poi sulla frecciatina alle risposte ai commenti no... commento, credo sono l'unico che ha praticamente sempre risposto a tutto

      ma non torniamoci più

      e anche su questa cosa della chiusura...chiudiamola, è solo un'idea che ho detto che è ben lungi dall'esser sicura

      e casomai mancano 372 :)

      Elimina
  6. Mi son spiegato male .
    Non la voglio chiudere così.
    Non è una frecciatina sul eventualità che tu non abbia risposto ai miei commenti.
    Non ci pensavo minimamente a questo.
    Lo giuro.
    Anzi sei uno che risponde sempre.
    Ci metti meno entusiasmo di una volta...probabilmente la causa sta nelle giornate altalenanti che scrivevi sopra , nel fatto che consideri il blog un diario personale non al servizio del lettore ma che rispecchia il fluttuare esclusivo delle tue emozioni.
    Nel senso che tanti blog se ne fottono di questa tuo imperativo , magari partono dallo stesso pensiero (il diario) per sfociare in qualcos’altro che va incontro alle esigenze di chi li legge.
    Magari chi vuole fare il blogger di professione?
    C’è chi publica cazzate ogni giorno...per far contenti tutti .
    Magari ha uno spirito più leggero.
    Ci può stare no?
    Tutto qua!
    Non hai capito che come quando si parla di morte ...in questo caso quando parlo di chiusura non faccio altro che allungargli la vita ... è un detto delle nostre parti.
    Lunga vita al blog!
    365, 372, 10 sei tu quello bravo in matematica ..statisitca😀 non ricordo

    RispondiElimina
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    1. Sì sì, ci sono blog che assomigliano più a dei siti. Per me l'essenza dei blog è l'essere totalmente liberi, personali, scrivere di sè e delle proprie idee.
      Più sei informativo, più servizi dai più secondo me non sei un blog (un diario personale) ma un sito di settore

      ma non sto dicendo chi è meglio e chi peggio, solo la mia idea sull'argomento

      eh, la vita è stata già lunga, molto più lunga del 90% dei blog (il 50%, pensa, muore entro 4 mesi)

      però magari sarà ancora lunga

      il conto, per ora, è facile, il 29 giugno sono 365

      ma, insomma, non sarà mai così preciso, 10imo compleanno e si smette. Solo che quello è l'obiettivo minimo e poi si tirano le somme, tutto qua, nessuna idea in proposito

      un abbraccio

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  7. Muoiono e restano le lapidi virtuali ,anzi la gente non sa nemmeno che son morti.
    Ci sono blog che non sono più aggiornati da anni..e non c’è l’ombra di un saluto virtuale ,un testamento.
    Niente.
    Chi chiude così senza avvisare ma lascia il sospeso nel web il blog dovrebbe essere impalato ..è mancanza di rispetto nei confronti di chi legge.
    Non sarà il caso tuo naturalmente:)

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    1. Non è esattamente così

      Ma solo nel senso che i blog che intendevo io (quelli che chiudono entro 2,3 mesi) sono solo "tentativi", voglie del momento che poi ci si rende conto non saper gestire

      questi blog che nascono e muoiono non hanno lettori, impossibile, ne possono avere al massimo una decina

      e capisci che fare un post di addio in un blog seguito da 7 persone e con 5 post in croce diventa quasi ridicolo ;)

      diverso il discorso dei blog consolidati, quelli in qualche modo letti da qualche centinaia o migliaia di persone

      Ma anche lì ci possono essere mille motivazioni a un "non saluto"

      ma mille eh

      una disgrazia
      un momento difficilissimo (in cui te ne freghi del blog)
      la sensazione che può finire ma che non ha senso dirlo, perchè magari non finisce
      la vergogna di dire una cosa che magari non interessa a nessuno
      la rabbia che è andata male (il blog)

      che ne so

      insomma, ci può essere anche dolore e mille altre cose nell'andarsene così

      opinione personale ovviamente

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    2. È chiaro che i morti non possono salutare!
      Ma quanti blog conosci che hanno chiuso per questo motivo?
      Credo che la possibilità di avvisare il lettore delle proprie intenzioni ci sia.
      Poi è chiaro che puoi o meno rispondere ai commenti ( non sto parlando di te) ma io son dell’opinione che se pubblichi un diario virtuale , lo vuoi far leggere no?
      E se uno commenta un post di un blog fermo da anni /mesi ma sempre presente nel web ...tu gestore che t’arriva la notifica leggi e rispondi.
      Anche solo per dire : non rompere più i coglioni!
      Ma rispondi.
      Altrimenti lo chiudi definitivamente , metti un avviso tu blogger o potrebbe farlo il gestore che attesti l’inattivita del blog.
      Così uno evita di commentare.
      Guarda ti faccio un esempio..Rael .
      Quando ha aperto il blog a gennaio gli ho fatto gli auguri , mi ha risposto .
      A Marzo gli ho chiesto notizie di un film che mi interessava tra i suoi quattro -cinque presenti nel blog.
      Mi ha risposto .
      Ho preso il film visto è commentato ...son passati due mesi circa e non ha risposto .
      Seguendo il tuo di blog ho visto che non era più presente tra quelli che commentavano.
      Passa naltro mese idem.
      Franco sul suo blog parla proprio di blog fermi , inattivi da anni ...non ho commentato.
      Ma ho letto quelli degli altri e tanti scrivevano delle disgrazie che dici te.
      Che vai a pensare ...cinque mesi che non risponde...da lettore che posso pensare?
      Sarà mica morto?
      Mi prendo coraggio e gli mando ma mail.
      Mi risponde dopo dieci minuti , ringraziandomi con belle parole e mi dice che non ha semplicemente voglia di scrivere ..quando gli tornerà lo farà.
      Mha...son contento che stia bene.
      Che devo dire?
      Ma non è rispettoso verso chi ti legge .
      Poi ci sono quelli che postano e accettano solo commenti , ma non rispondo .
      Che cazzoni!
      Fortuna che son pochi...però sentenziano quando stai te a commentare su un altro blog.
      Cafoni!
      Siete proprio strani.
      Perdonami per esternazioni ...ma ora mi sento più sollevato.
      È che con il cinema orientale gli ultimi nostri commenti non c’entrano un cazzo :)
      Dovresti fare una specie di forum...magari su Fb.
      Spetta me vien in mente naltra roba.
      Scrivi che i blog chiudono perché non hanno lettori .
      Ma dove li vedi te?’
      Sono le visualizzazioni?’
      Perché nel tuo di blog si vedono e anche altri.
      Altri blog non hanno il “ notice” delle visualizzazioni.
      Tutti avete i followers..ma te mi hai scritto una volta che non son attendibil.
      Quale è l’auditel ?’il numero di visualizzazioni?
      Ma è attendibile.
      Se hai 30 visualizzazioni non vuol dire che hai 30 che hanno letto quello che hai scritto.
      Va ben ciao

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    3. andiamo con ordine e poi concludiamo l'argomento che ci stiamo continuamente ripetendo entrambi ;)

      1 Ma io ho scritto 5 possibili motivazioni e in nessuna delle 5 ho parlato di morte del blogger...
      forse la prima poteva sembrarlo, ma mi riferisvo a disgrazia generica

      2 No, non la penso così (ma si era capito...). Quando uno chiude un blog - e di solito, come ti avevo fatto negli esempi- le motivazioni sono quasi sempre non piacevoli, da cose brutte a momenti difficili a sconforto a stanchezza, uno chiude, semplicemente. A quel punto andare a rispondere ai commenti è anche più difficile che scrivere un nuovo post. Per qualasiasi motivo hai chiuso se lo hai fatto significa che "ti fa male" o non hai voglia di portare avanti quel blog, rispondere ai commenti senza però più portarlo avanti non ha senso per me. Sta al lettore capire perchè quel blogger non risponde. Ma basta andare alla home page, se vedi che quel blog è fermo hai già la risposta. A me è capitato 5,6 volte di commentare un blog appena conosciuto, poi sono andato sulla home per scoprirlo meglio e ho visto che era fermo da mesi o anni. A quel punto ho capito che quella persona non mi avrebbe mai risposto, e così è stato.
      Non c'è alcun obbligo nel farlo e noi non possiamo obbligare chi ha creato quello spazio a tornare "per noi". Se accettiamo questo bene, se non lo accettiamo probabilmente, come accade nel tuo caso, perderai la stima di quel blogger e magari non commenterai più, ci sta.
      Io magari durante le mie pause o i miei momenti difficili (2013 e 2017 su tutti) ci sono stati periodi che del blog me ne fregavo. Potevano anche commentare in 50 ma per me, semplicemente, il blog non esisteva.
      Ho perso quei lettori? può darsi, anzi, magari sì. Oppure magari proprio per questo fatto di capire che ci sono momenti difficili e uno che risponde sempre non lo fa più i lettori ne guadagni altri, la stima aumenta.
      Sono tutte prospettive, te hai la tua quasi opposta alla mia ed è giusto così

      diverso il discorso di quei blogger attivissimi che se ne fregano dei commenti. Ecco, quello a me non piace, anzi, lo detesto. Ma di solito sono quei blog-sito che ti dicevo, quelli in cui a chi scrive non interessa il confronto coi lettori. Non a caso in quasi tutti i siti di cinema o le testate che parlano di cinema se te commmenti nessuno ti risponde

      3 Rael...
      Anche qui non posso giudicare. Se ha interrotto il blog vuol dire che gli è passata proprio la voglia o ha un rigetto dello stesso (o dei film in generale). Tra l'altro era prevedibile, l'aveva preso in maniera troppo professioale, toglie troppe energie fare come faceva lui, specie se, magari, ti accorgi che per mesi nessuno ti legge (e ti spiegherò dopo perchè).
      Anche qui vedo coerenza, ha interrotto il blog e non ha risposto a te. Se continuava a postare recensioni ma non ti rispondeva era un altro discorso.
      Ma, anche qui, sta al lettore "capire" o giudicare. Se te per questa cosa ti senti non considerato o la trovi brutta fai BENISSIMO a non seguire più quel dato blog.

      Tra l'altro tu non sai quante volte (credo almeno 500 volte mi è capitato) ero io che nei commenti rispondevo a un lettore e magari gli chiedevo qualcosa e lui non si vedeva più. Centinaia di volte. Con la differenza che se te (come lettore) te la prendi per una mancata risposta puoi tranquillamente non seguire più il blog, se invece è il lettore a non rsipondermi io non è che posso eliminare lui ;)

      4 allora, la questione lettori...

      No, i follower non servono a niente, ma niente proprio eh...
      Io qui ne ho 201 mi pare, ma si sono iscritti in 9 anni. Se di questi 15 ancora leggono il blog è grasso che cola. Uno mette "segui" quel giorno e poi pace, non è che significa che ormai mi seguirà sempre, magari dopo una settimana si rompe i coglioni ;)

      su fb ad esempio ho superato i 2000 (quindi 10 volte tanti qua sul blog, e in solo 3 anni). Ma anche lì mettere un mi piace vuol dire e non vuol dire, non saprai mai quante persone ti leggono.

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    4. 5 Le visualizzazioni

      importanti, importantissime, certo. Quello è veramente, a differnza dei "lettori" un dato certo, ufficiale. Io ad esempio credo di essere il quarto blog italiano (senza pubblcitià e personale) con più visualizzazioni in italia (oltre due milioni e mezzo mi pare) ma comunque non so quanti lettori ho. Secondo me, di fissi, non tanti. E' che le mie recensioni (non so perchè) si trovano molto in alto su google e quindi vengono a leggerle tantissime persone. Alcune diventano lettori (5%?) altri sono stati sempliecemente lettori di una recesione ;)

      6 Un blog nato da mesi NON PUO' avere lettori, non serve nessun dato a dimostrarlo. Semplicemente perchè... nessuno ti può trovare. Hai scritto 10 post in croce, nessuno di qeusti post può esser trovato da google, nessuno sa che esisti, spesso gli rgomenti non sono cinema o libri (quindi possibili frutti di ricerche) ma il tuo tempo libero, i tuoi racconti, le tue gite e mille altre cose.
      Solo le persone a cui dici "hey amico mio, ho un blog" possono farti il piacere di venirti a leggere. Ma, altrimenti, nessuno può trovarti e sapere che esisti.
      Poi magari se sei popolarissimo su fb annunci che apri un blog e allora,magari, avrai lettori da subito. Ma io sta cosa, il passaggio da Fb al blog, non l'ho mai vista, avviene solo il contrario.
      Quindi ci vogliono anni, anni e anni per avere lettori.
      E tantissimi blog smettono quando vedono che hanno 10 visualizzazioni al giorno. Ma non può essere altrimenti ;)

      io ne ho avute poche più per 2 anni, poi piano piano magari un amico lo diceva a un altro amico, una persona che mi stimava parlava di me, una mia recensione per sbaglio diventava "famosa", io magari cercavo di farmi vedere su fb e sono cresciuto

      ma se apri un blog sperando di venir letto da tanti e subito allora di cosa sia un blog (ovvero uno spazio personale che deve esistere a prescindere dal "successo") non hai capito niente ;)

      non te eh, chi lo apre

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  8. Mi viene da dire che se sei il quarto più letto ma non hai sponsor anche se dovessi chiudere non gliene fregherebbe a nessuno...per le leggi commerciali.’:
    Comunque io Rael continuerò a tenerlo d’occhio , non mollo!
    Solo mi sembra strano che lasci in sospeso un post per mesi e rispondi subito a una mail..(?)
    Ah na cosa .
    Cancella sto pappardone di spiegazione ( molto esaustiva tra l’altro) perché 1) non c’entra con l’Oriente.
    2) non voglio pensino sia così ignorantone ( ho una reputazione da difendere ;).
    3) l’ho salvata su word , quindi la posso rileggere quando voglio ;).
    ...più avanti ti chiederò na cosa ( un permesso) ma non voglio anticipare niente per scaramanzia.
    A presto.
    Ps date na mossa a scriver sto libro...il momento è sempre quello giusto.

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    1. ma no, non ho mai cancellato nessun commento, figurati cancello questo che, anzi, mi pare pure interessante se qualcuno vuole sapere quello che penso (e so) del mondo blog

      no, ma certo, quando chiuderò dispiacerà il primo giorno a centinaia di persone, il secondo ai lettori più cari, il quarto giorno praticamente non interesserà più a nessuno

      l'uomo è fatto per dimenticarsi morti di persone care, figurati chiusure di blog :)

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  9. Ciao,
    Ti dico in tutta sincerità la motivazione del perché torno a scriverti, lo trovo corretto almeno per come sono io e potrebbe non interessarti il contenuto di questo commento...ma l'autenticità è ciò che ti caratterizza umanamente se ti ho letto bene nei mesi scorsi,quindi vado come dire "poggiando i piedi su un terreno già spianato".

    Seguo quotidianamente un blog culturale in cui sono stati lasciati liberamente anche miei commenti e ieri aprendo la pagina ho letto qualcosa che riguardava le " visualizzazioni"..
    È stato citato da un tuo lettore il tuo blog...e mi sono ritrovata a leggerti...e mi sono ritrovata ancora con questo tuo senso di autenticità che devo dire non mi lascia per nulla indifferente..

    Tra tutte le tue ultime spiegazioni/riflessioni sul mondo del blog ,tra visualizzazioni e commenti,apertura e chiusura blog,tra temi che trattano i vari blog ,tra il lettore e lo stesso blogger...tra le tue ottime recensioni e discussioni sul cinema...in tutta franchezza a me non interessa chissà in quale modo...se non percepire da che tipo di bellezza siamo attratti tutte noi persone...perché è questo in fin dei conti ciò che siamo no ...persone!

    Potresti essere il miglior blogger della blogosfera...potresti avere infiniti commenti e visualizzazioni,potresti essere il successo ma non la persona !

    Non so se riesco a lasciarti questo commento con la certezza che venga profondamente capito per come umanamente io lo intendo...ma ripeto al di là del contenuto mi sono permessa per la sensazione /percezione che l'autenticità vada condivisa a prescindere dai contesti in cui le persone si trovano..

    Ti auguro una buona giornata!

    L.

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    1. beh, questi sono i commenti che mi fanno dire che in 9 anni qualcosa ho fatto capire allora

      grazie infinite, inutile aggiungere altro

      non sono una persona curiosa ma ammetto che sia sapere chi sei (o almeno con che nome commentavi) o il nome di quel blog culturale e del post che dici un pochino la curiosità me la porta

      ma tranquilla, solo se vuoi dirlo, nessun problema

      grazie ancora, davvero

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  10. Madonna ! Ho lasciato il segno!
    Mi devi ringraziare Bepi!!!!;
    ;) ;) ;)

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  11. Ma te lo conosci Analitic?
    Non è un film

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  12. Guarda che non ho scritto io il post dell’anonima a scanso di equivoci..che non succeda come l’altra volta con Babadoock!
    Però so di cosa sta parlando e a quale sito culturale si riferisce.
    Però se non sarà lei a dirtelo...non mi sembra corretto che lo faccia io.
    Massimiliano

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    1. ah, eri te ;)

      ma figurati, certo, se vuol dire nome e sito bene altrimenti benissimo e giusto così

      no, non ho capito che intendi per Analitic

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  13. Da quello che ho capito è un programma di Google a disposizione dei blogger ( credo) per sondare effettivamente se un post è stato più che visualizzato , capito.
    Cioè credo calcoli statisticamente quanto uno si è soffermato su una pagina web.
    È un tipo di rilevazione più professionale ( a detta di quello che ha il blog culturale) rispetto alle visualizzazioni.

    Però prendi questa mia spiegazione con le pinze .
    Può darsi che davvero non c’abbia capito un cazzo.

    Sul Blog intellettuale lei lo definisce così...ci può stare , io non ci sarei mai arrivato a definirlo tale ..non perché non lo sia eh...solo che io non ci sarei arrivato xme è un blog come un altro di carattere letterario .

    Si parlava di blog , commenti e visualizzazioni e io ho linkato l’indirizzo dove avevamo parlato di queste cose.
    Ritenendo la tua spiegazione idonea a far chiarezza sull’argomento.
    Il resto l’ha fatto lei.
    Bel commento il suo.
    Se non si fa viva in tempo utile ti linko io .
    Tanto non ho mica niente da nascondere ;)
    Basta che nel caso volessi commentarle dall’altra parte non scrivi che ho detto un casino di minchiate ;)



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    1. anche qui rispondo o domani o lunedì

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    2. ah, ma te intendevi google analytics...

      sì sì, conosco, ne parlano tutti ma non mi è mai interessato saperne niente :)

      guarda, ho letto la discussione ( me l'ha linkata L. in un altro post) e francamente mi sento lontanissimo da questo blog e blogger (che non conoscevo)

      anche troppo bello il suo commento ;)

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  14. Si confermo , molto bello come l'altro che ha scritto sul post di Truman show.
    Speriamo torni presto a scrivere commenti.
    Si direi anni luce di distanza , per fortuna.
    Buona serata.

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  15. Una "Cinesata"!!! ahi ahi ....la visione è stata faticosa e nonostante tutta la buona predisposizione, sarà che i cinesi mi sembrano un po' tutti uguali, sarà che la poesia mi è sempre un po' ostica (ancor più se è cinese), sarà che quando non riesco ad aver il controllo, mi perdo. Arrivato alla fine del film mi rimangono impresse, le ripetute chiacchere su un "yeti/barbone" (???), tanti orologi (spesso disegnati), tante ventole (in vari formati e di diversi usi), dei treni, una circolarità ripetuta (anche in un manieristico lungo piano sequenza) e una bellissima rappresentazione del tempo che torna indietro. Ecco gli ingredienti sono più o meno questi, ma avendolo visto da solo non ho qualcuno con il quale ricomporre il puzzle e allora, mi rifiuto e chiudo la mente. Il film non mi è piaciuto, mi ha spesso annoiato, non mi ha dato emozioni. Ho capito che ci dovevano essere intrecci con i personaggi, con il tempo, ma non sono assolutamente in grado metterli in ordine, anzi forse l'ordine proprio non c'è, ma solo scambi, rimandi, citazioni, intrecci. Anche il piano sequenza, alla 1917 .....beh qui è unico e dura solo 40 min circa, ma racconta di un tempo diverso rispetto a quello reale proprio come in "1917", anche se poi qui si mescolano i tempi in modo circolare, mentre di là il tempo si dilata linearmente (... mmmh difficile da spiegare). Ecco dicevo, anche il Piano Sequenza, tecnica che solitamente amo, mi ha un po' stufato, mi dava la sensazione di essere a perder tempo (anche se poi lì dentro c'è tutto, o quasi). Boh... mi sono dovuto affidare al web (e soprattutto al tuo BLOG) per trovarne un senso e ... WOW, non mi ero accorto di essere in un "Mulholland Drive" intrecciato con "Predestination" con una struttura alla "Synecdoche New York" ...ops "Synecdoche Kaili". In teoria un mio film, in realtà una cinesata a me indigesta. Il senso? un'enorme pippa mentale.

    VOTO **+ (per non sentirmi stupido)

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    1. ahah, una delle volte che siamo più lontani e una delle stroncature più grandi a film che io ho adorato

      ma capisco tutto, tranne che non consiglio mai Kaili a nessuno se non lo conosco

      tutto quello che scrivi lo capisco benissimo, anzi, ho sempre detto che questo film se non ci entri dentro, se non ne subisci il fascino, se non colleghi i punti o lo vedi in una dimensione altra è veramente un film senza nulla, incomprensibile (non che non si capisce, ma che non si capisce perchè l'hanno fatto, ahah)

      quindi se non entri in quella ipnosi che succede? questo commento, nè più nè meno

      stai lontano come la peste da Long day's journey into night!

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    2. non ha alcun senso ma mi piacciono gli autolesionisti

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao