12.1.19

Recensione: "Se mi lasci ti cancello" - (Eternal Sunshine of the spotless mind)

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E' passato in tv e l'ho rivisto.
Da almeno 10 anni volevo scriverne ma non ce l'ho mai fatta perchè Eternal Sunshine è un'opera troppo più grande di noi, come quasi tutte le cose scritte da quel genio di Kaufman.
Eppure stavolta ci provo ad affrontarlo, con l'accortezza, il rispetto ma anche la passione e il profondo amore che solo capolavori del genere meritano.
La storia di Joel e Clementine, la storia di tutti noi, noi che ci amiamo, ci odiamo, ci lasciamo, ci vogliamo dimenticare, ci dimentichiamo ma poi sentiamo un altoparlante che annuncia l'ultima chiamata del treno per Montauk, il treno del destino.
E corriamo verso quel treno, forse il treno sbagliato, di nuovo sbagliato, ma in quel momento l'unico senso che troviamo alla nostra esistenza è rifare il biglietto

Ci sono sempre persone che le cose sanno dirle meglio di noi.
Negli Stati Uniti c'è un uomo che tanto uomo non è - quasi un semidio - che le cose, per me, sa dirle meglio di tutti.
Il suo nome è Charlie Kaufman, un genio sempre troppo incompreso - ma del resto un genio non può essere universalmente compreso - che in tutti questi anni ha saputo parlare di noi uomini come nessuno è riuscito a fare.
Lui parla di noi ma per farlo non si affida alla prosa ma ad una cinematografica poesia, un caleidoscopio di immagini, metafore, suggestioni, giochi mentali, viaggi nel tempo, paradossi.
Racconta più che altro delle nostre fragilità, della nostra difficoltà d'esser al mondo, della SUA difficoltà di essere in un mondo che una mente come la sua vede piccolo, ingrato, insidioso, banale.
La sua intelligenza, la sua genialità, la sua impressionante ironia, la sua profondità sono un regalo che dobbiamo avere la forza di meritare.
Non poteva essere un caso che dopo straordinarie sceneggiature il suo primo film da regista, Synecodche New York, diventasse il mio film preferito di sempre.
Ma prima c'era stato Eternal Sunshine.
E qualche giorno fa è passato in tv.
Non lo vedevo da anni, non ero mai riuscito a scriverne tanto lo consideravo, e lo considero tutt'ora, un film troppo più grande di me, troppo più grande di noi.
Ogni sua battuta, ogni sua dinamica, ogni gesto che contiene dentro sono piccoli capolavori.
Non c'è nessun film che negli anni 2000 ha saputo raccontare con tale grazia, divertimento, genialità e tragica forza l'unico sentimento che può letteralmente tenere insieme le nostre vite (o ucciderle), l'amore.
Eternal Sunshine non può nemmeno sedersi al tavolo degli altri grandi film che hanno trattato l'argomento, lui sta proprio su un altro tavolo.
Come del resto Kaufman.
C'è un tavolo per i grandi del nostro cinema contemporaneo e poi laggiù in fondo alla stanza, da solo, con le mani nella testa a manifestare al contempo disperazione e riflessione, c'è Charlie.
Non lo paragonate con nessuno, per favore.


C'è un uomo alla stazione, si chiama Joel.
Ad un certo punto sente un altoparlante che annuncia l'ultima chiamata di un treno, il treno per Montauk.
L'uomo, non si sa in base a cosa, fugge dal suo binario e prende quel treno.
Solo verso la fine del film, in quella struggente e indimenticabile sequenza di lei che gli sussurra all'orecchio, capiremo perchè.
Comincia un film uguale a nessun altro, dall'atmosfera giocosa ma terribile, fluttuante in almeno 4 fasi temporali (meraviglioso che l'unico modo di capire effettivamente in che momento della storia siamo dipenda dal colore dei capelli di lei - kaufman Dio -), pieno di frasi, momenti e dinamiche su cui sarebbe possibile scrivere un saggio.
Eppure qualcuno lo trova banale, incredibile.
Eppure qualcuno lo trova zuccheroso, incredibile.

Conosciamo Clementine, bella, ribelle, strana, invadente, stronza, insopportabile, adorabile, vera, una che dopo 10 minuti che conosce uno gli tira fuori due perle come

"Attento, sono la classica stronza vendicativa"

e così sarà

o

"Tutto questo aiuterà a rendere la fase della seduzione meno ripugnante"

Così, al primo dialogo.
E Joel dopo quel primo incontro torna a casa, e la chiama, e lei risponde così ad un uomo appena conosciuto:

"Perchè ci hai messo così tanto?
Ti manco?"

e niente, porca puttana, hai già un film e un personaggio finiti.

E poi loro sul ghiaccio a formare quell'inquadratura che è rimasta cristallizzata - ma del resto sul ghiaccio questo accade - nella storia recente del cinema.
E poi Joel fermo in macchina, Elijah Wood che lo vede e si stupisce che sia là.
Poi, come tutto il resto, capiremo.

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La parte centrale del film è impressionante.
Cancellare un amore attraverso la cancellazione sistematica, passo dopo passo, uno dopo l'altro, dei ricordi più importanti vissuti insieme.
E qui oltre alla scrittura di Charlie arriva il magico tocco di Gondry, lui e quella sua capacità di unire reale e onirico, quel suo uscire da un mondo ed entrare nell'altro anche nella stessa inquadratura.
E succedono magie, una dopo l'altra, ricordi rivissuti, ricordi visti in terza persona guardando sè stessi, giochi grafici, lui che nel ricordo sente le frasi che gli dicono nel presente.
Qualcosa di unico, un cercare di rendere visibile, evidente, quella cosa così grande e astratta che è la mente umana.
Una cosa che Kaufman ha sempre fatto, e come nessuno.
Eppure Joel, a differenza di Clementine, non vuole più cancellare, ha cambiato idea, vuole tornare indietro.

"Aiuto!! mi sentite? aiuto! voglio uscire, non voglio più farlo!"

(e come non pensare a Carrey come Truman in questo momento)

e la macchina va in tilt perchè anche le macchine più sofisticate hanno vita dura contro i sentimenti delle persone.
E nei ricordi da cancellare arriva proprio lei ad aiutarlo, quasi un paradosso.
E gli consiglia di rifugiarsi in memorie private, in ricordi non di coppia, lì dove la malefica macchina non possa trovarlo.
E c'è la scena di lui bimbo e quella canzoncina che ti spezza il cuore (e, incredibile, sarà la stessa canzoncina che troveremo in un altro capolavoro, The Crescent).

La barchetta va, quello è un ricordo di lui bambino, un posto franco e sicuro. Ma la madre acquista le fattezze di Clementine, niente da fare, non se ne esce, quando una donna ti occupa tutta la testa ti occupa tutta la testa, non è che possiamo star qui a parlarne poi tanto.

"Per favore lasciatemi almeno questo ricordo"

dirà Joel. 

Ed è una fase di impressionante forza e tragedia. Ma in questo film che in molti hanno visto futile e "fantastico" tante cose non vengono viste.
Qui non c'è nulla di fantastico, qui ci sono soltanto due artisti che in maniera unica e originale ci hanno mostrato e raccontato cose devastanti.
E reali.
E non è un caso che conosco molte persone che mi dicono che questo è il film che più le ha massacrate, che non ce la fanno a rivederlo nemmeno.
Potremmo dire che Eternal Sunshine magari è debole nei personaggi secondari, nelle sottostorie.
Ma niente, perfetto anche lì.
Quella di Patrick, un mezzuomo che prova a conquistare Clementine usando i ricordi, le frasi e la vita di Joel.
Quegli uomini senza spina dorsale, geishe che cancellano il loro tremendo sè stessi per mostrarsi al meglio di quello che vuole l'altra.
O la storia di Stan, Mary e del Dot. Howard, una storia latente che solo nel finale scopriremo.
E come tutto si incastra alla perfezione con la vicenda principale, che armonia, che scrittura.

"Puoi averlo. Anzi, lo hai già avuto"

dice la moglie del dottore a Mary.
Meraviglia.

E Mary allora sente una rabbia, un orgoglio ferito, sente quanto sia terribile che i ricordi di una persona possano essere così forzatamente estirpati.
E manda quelle lettere, quelle cassette, che porteranno alla scena più devastante e indimenticabile di questo film, la scena dove lui sente che cosa pensava lei di lui e lei sente cosa pensava lui di lei.
Cattiverie, cose che si pensano davvero ma che in quei momenti di rabbia si dicono senza sfumature, a voler distruggere l'altro, a dire a sè stessi che sì, l'altro fa schifo, non ci merita, ha dei difetti orribili.
E che mazzata sentirseli dire in questo modo, per cassetta, che mazzata.

Perchè la genialità di queste due scene sta proprio nel fatto che questi sono due semisconosciuti che solo in quel momento scoprono di essere stati importanti l'uno per l'altra.

E Carrey 
(a proposito, ma che attore è? e lei, la Winslet? impressionanti) 

e Carrey che timidamente le dice 

"Mi piacciono i tuoi capelli"

mentre nella cassetta la sta violentemente accusando di questa sua mania di cambiare colore.
Sono 5 minuti che ammazzerebbero un toro.
Quante volte in momenti di rabbia abbiamo detto cattiverie all'altro?
Ma qui quelle cassette sono state fatte a bocce ferme, davanti ad un medico, senza il fuoco della rabbia.
Quelle cassette assomigliano tanto a quella terribile cosa che è l'odio, un sentimento lungo a differenza della rabbia.

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E allora Clementine se ne va, tutto è strano, le fa male la testa, tutto è strano.

E lui che la ferma

"Ti prego aspetta"
"Che c'è"
"Non lo so"
"Che c'è Joel?"
"Non lo so ma...aspetta"

e io che se un giorno mi puntassero una pistola alla testa e mi chiedessero cos'è l'amore nella sua essenza più vera, nel suo avere più significati, nelle cose belle e in quelle brutte, ecco, per me l'amore è quel

"Non lo so"

che dice Joel a Clementine sulla soglia, è quel suo dirle di fermarsi anche se non sa il motivo, è quel suo non riuscire a capire niente ma capire che c'è qualcosa da capire

"Beati gli smemorati perchè avranno la meglio anche sui propri errori"

diceva qualcuno

"L'eterna letizia di una mente immacolata"

diceva qualcun altro

come se i ricordi, quasi sempre, siano una maledizione, come se la felicità possa arrivare solo attraverso la dimenticanza o alla purezza, quasi nudità, della mente

e invece no, e invece noi siamo anche i nostri ricordi e solo attraverso quelli, solo affrontandoli, solo accarezzandoli o combattendoli, possiamo diventare uomini

L'ultimo ricordo se ne sta svanendo, la casa al mare del primo incontro si sta frantumando.
Tutto è andato in maniera inversa alla cronologia, l'ultimo ricordo da cancellare è il primo avuto insieme

"Vorrei essere rimasto"

dice il Joel di adesso alla Clementine di allora

e se ne va, accettando di perderla per sempre

"Almeno torna indietro e inventati un addio"

gli dice lei

e lui torna, e lei si avvina a lui, e in questa Apocalisse finale dei ricordi gli sussurra 

"Ci vediamo a Montauk"

e solo Kaufman poteva creare un addio che è al tempo stesso l'unica possibilità di ricominciare

E Montauk sarà.

"Non riesco a vedere niente di brutto in te"

"Ma lo vedrai! Certo, col tempo lo vedrai! Io invece mi annoierò con te e mi sentirò in trappola perchè è così che succede"

"O.k"

"O.k ?"

"O.k"







10

17 commenti:

  1. Grazie per avermelo ricordato dopo tanto tempo, l'avevo cancellato perché ogni volta che ci ripensavo ripensavo ad altro e stavo male, ma cancellare è sbagliato lo stesso, oltre che impossibile, ed è banale magari dirlo ma se non stai male non sei nemmeno vivo.

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    1. non è banale per niente...

      ogni ricordo, specialmente brutto, è uno dei regali più importanti che la vita ci può dare per crescere, migliorare, sentirsi vivi nel dolore

      le cose brutte accadono, non possiamo farci niente, sta a noi prenderci dentro tutti gli insegnamenti che possono darci

      dimenticare completamente è inumano

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  2. Meglio tardi che mai Giuseppe.

    Grande e profondo film (ma Synecdoche è ancor più stratificato e maestoso) con un surreale che ti entra dentro, con il miglior Carrey visto fino a quel tempo (che poco dopo bisserà una interpretazione ancor più imponente in "Number 23") e un titolo dato dai distributori italiani da suicidio commerciale certo.

    E' la rincorsa di Kaufman che meraviglierà il mondo con il successivo "Synecdoche, New York" ma è una rincora di quelle decisive.

    Facile e scontato considerarlo un esempio di metacinema ma "Eternal Sunshine", in realtà, è qualcosa di differente: i concetti tradizionali di Memoria e Tempo (all'interno del cervello umano) vengono fusi, plasmati e ricostruiti secondo una logica apparentemente irrazionale (pertanto definibile come surreale) ma concretamente lineare.

    Qualunque cosa possiamo fare nella Vita non avremo mai la possibilità temporale di tornare indietro e correggere gli errori; l'unica nostra macchina del Tempo è dentro di noi, è enormemente complessa (100 miliardi di neuroni interlacciati da una infinità di sinapsi) e i ricordi sono l'unica percezione audiovisiva del nostro essere certi di esistere.

    Il film può essere considerato una dimostrazione di questo teorema: cancellare è rinascere, ricordare è espiare.

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    1. vabbeh, sticazzi delle polemiche sulle classifiche, sto commento è perfetto, punto

      hai detto tutto e nel minor spazio possibile (strano per uno come te, ahah)

      non solo, hai tirato fuori aspetti molto interessanti

      riguardo la tua bellissima ultima riga confermo quello che scrivi ma, per quanto mi riguarda, niente deve essere cancellato e le rinascite semmai devono avvenire sapendo da dove arrivi e tutto quello che ti è accaduto

      e sì, ricordare può essere anche espiare

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  3. Dovrei rivederlo anch'io, e tuttavia la sua intensità è ancora vivida ;)

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  4. Lo vidi per caso a 18 anni, dopo la prima, vera, straziante delusione d'amore della mia vita. Da allora è uno dei miei dieci film preferiti di sempre.
    Pure adesso, che nell'amore non ci credo più.
    Eppure, a un uomo che sa descriverne tutta l'essenza con un semplice "ok", tanto di cappello.


    PS: scritto da Kaufman, ti consiglio anche il sottovalutato "Confessioni di una mente pericolosa". Anche lì, frase finale da infarto.

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  5. <3 <3 <3

    jacque, confessioni è uno dei miei 10 film del cuore della vita credo

    ti dico solo questo ;)

    non dei 10 più belli (magari 50 sì) ma dei 10 del cuore

    e me pare ci eravamo anche confrontati quando ne parlai, ma vado proprio a memoria

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  6. Grande e struggente film sul mistero e la bellezza dell'incontro e dell'amore. Indimenticabile!

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    1. e oltre alle tematiche immense è il genio di come Kaufman l'ha scritte e Gondry le ha mostrate a renderlo capolavoro

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  7. Ciao Giuseppe! Scoperto ieri il tuo blog, sono stato a leggerlo fino alle 3 di mattina... e grazie di questa rece di Eternal Sunshine! L'ho visto solo pochi giorni fa, l'avevo sempre snobbato per lo stupido titolo italiano :-( E invece! ... mi è entrato dentro e non se ne va più...

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    1. ma grazie :)

      eheh, quel titolo è omicida...

      l'unico modo per dimenticarsi di eternal sunshine è...farsi cancellare i ricordi ;)

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  8. Visto per la prima volta oggi, forse non c'entra ma nel completo disfacimento dei ricordi di joel ci ho visto hal 9000 che viene spento in 2001 odissea nello spazio.

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

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3 ciao