11.9.21

Recensione: "First Reformed" - Rocco's House - 1 - Su Netflix

 

La storia di un giovane prete malato che scrive le sue (ultime?) memorie.
Ma l'avere a che fare con una terribile vicenda di suicidio lo porterà a mettere in crisi tutte le sue convinzioni, o quantomeno a "spostare" la sua battaglia spirituale in terreni molto più concreti.
Dopo The Card Counter vedo un altro film di Schrader (e inizio una nuova rubrica su film visti a casa de Rocco) e ancora una volta trovo un'opera gonfia di dialoghi (a tratti bellissimi, altri meno), visivamente piena di momenti grandiosi, con riflessioni interessantissime, "impegnata" socialmente e con un protagonista, in qualche modo, in cerca di una risposta o di una salvezza.
Con un finale tronco meraviglioso

E' davvero tanto tanto interessante vedere in soli 3 giorni 2 film dello stesso regista, specie se è un regista di cui, fino a quel momento, non avevi praticamente visto nulla.
Ed è così che dopo il bel Il Collezionista di Carte mi vedo (anzi, ci vediamo, stesso compagno della sala) l'ancor più bello First Reformed, sempre di Schrader.
E' tanto interessante la cosa perchè vedendo due film dello stesso regista a così breve distanza diventa esercizio intellettuale (oddio, intellettuale riferito a me è troppo) veramente stimolante ricercare punti in comune, assonanze e dissonanze, tra le due opere.
Esercizio in realtà anche "pericoloso" perchè in una filmografia molto vasta di un dato regista avere "l'arroganza" di volerne capire la cifra stilistica con soli due film è sbagliato, visto che capita spessissimo che nell'arco di una carriera si cambi registro o stile.


Però, ecco, nel mio piccolissimissimo posso azzardare qualcosina sul cinema di Schrader.
I due film, infatti, si somigliano moltissimo pur essendo, apparentemente, tanto diversi.

La cosa che balza più all'occhio (anzi, all'orecchio) è l'uso spropositato che fa Schrader dei dialoghi.
Se già in The Card Counter non c'era quasi soluzione di continuità tra un dialogo e l'altro in First Reformed, se possibile, siamo davvero al parossismo, tanto da ritrovarci davanti a quello che, con una provocazione, potrei definire, mutatis mutandis, un audiofilm (dico provocazione perchè no, il film in realtà è visivamente tanta roba).
Ancora una volta Schrader dimostra di prediligere i dialoghi di coppia (non si riesce nemmeno a contarli quanti sono tra i due film sommati) anche perchè, come nel film precedente, ci ritroviamo davanti ad un'opera dal cast ridottissimo, non più di 3 personaggi principali.
E ancora una volta i dialoghi sono alternati da...monologhi (con voice over) del protagonista.
Voice over e dialoghi, in una continua alternanza che non si spezza mai.
Del resto - altra somiglianza - anche First Reformed è un film che pare quasi un'auto-analisi del protagonista, un uomo che in qualche modo sta cercando un senso ultimo alla propria esistenza o una possibile espiazione.
Ovviamente in First Reformed (ah, nemmeno ho detto di che parla, praticamente di un giovane prete malato che scrive un diario di memorie e, nel mentre, ha a che fare con una vicenda che gli cambierà del tutto il modo di pensare), dicevo, ovviamente in First Reformed tutta questa analisi ha connotazioni più spirituali, più "grandi" (sempre che lo spiritualismo o il divino siano, de facto, più grandi della "semplice" analisi di sè) ma sicuramente sia il giocatore del primo film che il prete del secondo sono in cerca di un senso, di una risposta o, oserei dire, di una direzione da prendere.
Il terzo punto in comune (dopo la massiccia parte dialogica e lo struggimento del protagonista) è la denuncia politica e sociale.
Se in The Card Counter c'era quella sulle torture perpetrate dall'esercito americano ad Abu Ghraib, qui abbiamo quella verso la distruzione sistematica che l'uomo sta facendo del pianeta Terra (insomma, tipo in madre! di Aronofsky anche se con metodi completamente diversi), verso l'inquinamento, verso lo sfruttamento delle risorse, verso le multinazionali che stanno distruggendo il nostro ambiente.
E' davvero interessantissimo vedere la figura di questo prete che passa da discorsi sui massimi sistemi come la Vita e la Morte, la Speranza e lo Sconforto, la Colpa e il Perdono all'informarsi invece di cose molto più pratiche, come quelle descritte appena sopra.
Ma la cosa ancora più interessante è che questo cambiamento di Padre Torrel è in realtà meno radicale di quello che sembra perchè la sua nuova lotta per l'ambiente e per la salvaguardia del Pianeta è proprio una lotta densa di spiritualità, un cercare in tutti i modi di difendere la Creazione del suo Dio (non a caso il brutto sottotitolo italiano è "La Creazione a rischio").
Non c'è quindi una perdita della Fede o un focus più umano nel cambiamento del prete, quanto l'aver finalmente trovato un modo concreto per lottare per quello che Dio ci ha donato.


E, in questo senso, il terribile suicidio dell'attivista (scena magistrale, come quasi sempre son magistrali quelle di neve e sangue nel cinema) - suicidio tra l'altro che lo stesso uomo ha voluto che Padre Torrel vedesse per primo - diventa proprio un suicidio "dimostrativo" per il prete.
Come a dirgli "Guarda, per quelle idee che ti ho spiegato a casa mia io mi sono addirittura ammazzato, immagina quanto posson esser grandi"
E sì, il sacerdote proprio "grazie" a questo suicidio inizia a incuriosirsi di quelle battaglie, battaglie che devono essere davvero importantissime se un uomo con una bella moglie e un figlio in arrivo ha deciso di farla finita.
Non dimentichiamo poi che quest'uomo, Padre Torrel, sta probabilmente morendo e si sa che quando si ha una data di scadenza o ci si abbandona definitivamente al Nulla aspettando la fine oppure si trova un'ultima battaglia che possa dare un ultimo senso alla nostra esistenza.
Torrel ha paura di morire (in teoria concetto fuori dal suo credo ma sempre un uomo resta) e forse questo nuovo obiettivo è anche un modo per restare mentalmente in vita.
Non so se sia stato voluto dal regista ma nasce anche una specie di parallelismo tra l'uomo morente e il pianeta morente, quasi una sineddoche che dà al prete ancora più forza nel lottare.
E' importante quindi mettere insieme tutti questi elementi per capire il film e il protagonista, se non li mettiamo nel piatto tutti il "cambiamento" del prete pare quantomeno frettoloso se non, addirittura, poco verosimile.
E, quarta somiglianza con The Card Counter, anche in questo caso il nostro protagonista darà un nome e un volto simbolico alla sua battaglia. Se nel film con Isaac era il Generale Gordo adesso è l'industriale Balq.
Lui è il Nemico, lui è simbolo delle barbarie.
Lui va eliminato.
Prima di provare ad analizzare lo splendido finale qualche nota qua e là.
Il film ha una regia ancora una volta sì classica, ma talmente geometrica e pulita da essere visivamente splendida.
Basta la primissima inquadratura (ancora una volta una lentissima carrellata avanti, come le segnalai per The Card Counter) per capire il livello. Tra l'altro abbiamo un aspect ratio molto particolare, 1.37 : 1 che ricorda A Ghost Story e non lo dico tanto per, ma perchè anche nelle scene d'interno (specie nella prima mezz'ora) io ho rivisto tanto delle luci, delle geometrie e del senso dell'inquadratura del film di Lowery.
Ora, però, se è vero che ci sono scene magnifiche (dico anche solo per fotografia e inquadratura, a prescindere da cosa succede) come ad esempio il funerale nel porto inquinato, come quella dello scoprimento del suicidio o quella della preparazione di Padre Torrel al gesto estremo nel finale, è anche vero che c'è una scena che da sola rischia quasi di affossare il film.
Mi riferisco a quella in cui lui e la Seyfried si abbracciano e "planano" sulla Terra, prima mostrandone le bellezze naturali, poi lo scempio compiuto dall'Uomo.
E' una scena, per me, sbagliata in tutti gli aspetti.
Lo è visivamente (sembra quella de Il Grande Lebowski ma lì la vena surreale del film la rese immortale) con questo effetto inverosimile che crea. Ma lo è soprattutto narrativamente perchè didascalica, lapalissiana, superflua.
E' come se Schrader si fosse detto "Non so se il messaggio del film è arrivato al pubblico, meglio mostrargli tutto".
Il problema è che le tematiche del film, la denuncia che porta avanti, era stata già espressa in maniera ridondante con i dialoghi (ne bastavano minimo 3 in meno per farcela arrivare), e ritrovarci poi questa scena esplicativa fa cader le braccia.
Davvero un peccato.



Ma arriviamo al finale.
E' bellissimo, tutto.
Prima la preparazione di Torrel al gesto estremo, un gesto dimostrativo (come il suicidio del suo involontario "mentore") per smuovere le coscienze e, forse, anche per anticipare una "fine personale" sentita sempre più vicina.
Poi lui che vede lei e, allora, si blocca, come se solo il pensiero che anche lei possa rimanere uccisa lo dilani.
Oppure il blocco è dovuto al pensiero che lei (la moglie dell'uomo che l'ha ispirato) veda che un ideale così grande abbia portato ad una deriva così inumana e distruttiva, quasi come se Padre Torrel in quel momento si vergognasse  (anche  perchè lei gli confidò di come, pur appoggiando le battaglie del marito, non approvava i suoi metodi estremi).
E allora cambia il metodo, sempre dimostrativo sì, ma molto più "cristiano" e simbolico (il cilicio).
Ma ancora una volta Padre Torrel si fermerà.
E ancora una volta vedendo lei, questa volta nella sua stessa stanza.
E allora le si avvicinerà, e allora l'abbraccerà, e allora la bacerà.
E non è un bacio voluttuoso, non è un bacio che sa di sesso, ma il bacio di due anime sole.
E' il bacio di due che si riconoscono, entrambi forse vedovi dello stesso marito.
E' il bacio di chi, in un solo secondo, appena prima di aver deciso di morire, decide invece che c'è ancora della vita davanti, decide che c'è ancora un corpo da stringere, decide che si può ancora portare avanti una battaglia, ma insieme.
E con la vita, non con la morte

6 commenti:

  1. i film di Paul Schrader hanno un'aura di classico

    https://markx7.blogspot.com/2020/08/first-reformed-paul-schrader.html

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    1. vero, film morale (tra l'altro mai amorale, che sempre morale sarebbe)

      incredibile, me ne accorgo leggendoti, che sono riuscito in 100 righe a NON scrivere mai il nome di Hawke (straordinario tra l'altro)

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  2. Film decisamente complicato. Ambientalismo estremo, fervente fede (fino al sacrificio) non solo religiosa (anzi), amore/dolore, malattia/perdita e ....una società che non funziona. I temi erano forse troppi e mescolati assieme hanno perso un po' di chiarezza. Non sono riuscito ad "entrare" e il finale non mi ha soddisfatto. Una valutazione, forse, più compiuta la maturerò dopo qualche discussione e dopo che queste riflessioni decanteranno

    così ne scrissi prima della notte degli oscar di 2 stagioni fa. Da quel dì non vi è stato confronto. Film passato sotto traccia che ho pian piano messo nel cassetto.
    Ora leggo la tua rece e tornano a galla i ricordi.

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    1. anche se stavolta siamo abbastanza lontani capisco benissimo tutti i tuoi appunti, per niente banali

      è vero che di mischiano tante cose, c'è da capire se è il punto forte (questa unione tra sacro e profano) o quello debole del film :)

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  3. Un gran bel film, certo non indimenticabile, ma davvero buono. Funziona, malgrado qualche giro a vuoto, come la scena che hai richiamato, fin troppo didascalica. Io credo che il reverendo si sia lasciato conquistare dalla visione del giovane ragazzo, anche nella sua deriva estrem(ist)a, proprio perché presagiva la morte. Aveva bisogno di qualcosa che lo facesse sentire vivo da morire. E credeva di averla trovata nel credo ambientalista, invece era di quel bacio che aveva bisogno. Di un bacio di pura vita. Che probabilmente gli mancava dalla morte del figlio, dalla separazione dalla moglie. Si era imposto una non vita, un'impostura esistenziale, escludendo tutti (la donna che vorrebbe avvicinarlo viene respinta così duramente). Ma la notizia del probabile cancro, che aveva cercato di ignorare in ogni modo, lo costringe a guardarsi negli occhi, nel cuore. E a chiedersi: che cosa succederebbe se provassi a vivere prima di morire?
    (Sul discorso ambiente-umanità, sorvolo).
    :)

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    1. "E credeva di averla trovata nel credo ambientalista, invece era di quel bacio che aveva bisogno. Di un bacio di pura vita."

      questo è First Reformed, grande Roberto

      "E a chiedersi: che cosa succederebbe se provassi a vivere prima di morire?"

      e qui l'hai riassunto anche meglio

      che bello andare a dormire leggendo ste parole ;)

      questo poteva esse un film ancora più grande, forse doveva restà più intimo, più legato a ste due frasi tue, con meno ampio respiro, con meno morali, con meno tematiche

      doveva esse più nudo, come lui alla fine

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