23.12.21

Recensione: "Re Granchio"

 

Un altro grandissimo film italiano, ancora in qualche sala.
Re Granchio è un'opera che sembra impossibile sia stata scritta nel 2021, specie da due giovani registi.
Un'opera fuori dal tempo, ancorata a racconti orali e tradizioni.
La storia di un uomo ubriaco con solo due spinte nella vita, ribellarsi al potere e poter amare.
Tra la Tuscia e La Terra del Fuoco un racconto al tempo stesso tremendamente realistico e leggendario, povero ma ricco di mille cose.
La storia di un granchio che vuole solo tornare al suo lago.
O quella di un uomo che, come il granchio, vuole fare la stessa cosa.
Tornare a casa.
Tornare da lei.

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Questa è la storia di un uomo che ha trovato un tesoro in mare.
Questa è la storia di un uomo che ha trovato un tesoro in un lago.
Questa è la storia di un amore, di qualcosa che confonde e fa collassare il passato e il presente, il mare e il lago, la Tuscia e l'Argentina, lei e lui.
Questa è la storia di Luciano, la storia di uomo maledetto che se ne va a zonzo per i borghi e la campagna della Tuscia.
Non ha amici Luciano, non ha sogni, non ha passato e si sta rovinando il futuro.
Beve Luciano, beve continuamente e la gente, gente che alla fine beve comunque quanto o più di lui, ha paura ad incontrarlo.
Luciano è un animo nobile però, uno di quelli che anche se incontra l'amore prima solo di sfiorarle il viso vuole che passi tempo, uno di quelli che no, il Principe non può proibirci di passare di là, questa porta va sfondata.
Crede in ideali in cui nessuno crede più e forse beve perchè si ritrova proprio in un mondo in cui quegli ideali non torneranno mai.
Però c'è lei, c'è lei per stendersi in un campo di grano e chiudere gli occhi, c'è lei per sussurrarsi cose all'orecchio in un film, dio santo, che rende il sussurrarsi cose all'orecchio una cosa bellissima, talmente bella, ma così bella che sembra quasi bella come è veramente bellissimo sussurrarsi cose all'orecchio in questa nostra vita dove sussurrare è ormai davvero quasi impossibile, chè è troppo il frastuono che abbiamo attorno o troppe poche le anime belle che possono capirlo.


Questa è la storia d'amore di lui e lei, e puzza di miracolo vedere come una storia d'amore che quasi manco esiste, che non è consumata, che non è manco quasi vissuta, che non è manco quasi dichiarata, ecco, puzza di miracolo trovarsi a quel cavolo di finale che hai gli occhi lucidi per quanto è bello e ti sembra che, al contrario, questa è una storia d'amore assoluto, una storia d'amore che distrugge e trascende il tempo e lo spazio.
Ma un miracolo già di suo è questo film fuori dal tempo, che ti sembra impossibile l'abbiano fatto nel 2021, che ti sembra soprattutto impossibile l'abbiano scritto nel 2021, due giovani ragazzi poi, due ragazzi che hanno voluto credere ai luoghi e alle storie, al racconto, alla povertà dei mezzi e di quello che viene mostrato.
Un film dove i volti la fanno da padrone, volti vecchi, rugosi, paonazzi dal vino, ruvidi.
I volti della campagna, i volti degli uomini che lavorano la terra e bevono, bevono e lavorano la terra.
E in mezzo a questi volti vecchi e rugosi spicca quello di Luciano, scapigliato, sporco, barbuto, eppure di una bellezza nascosta che altrove, in quei luoghi, non vedi. 
I suoi occhi verdi sono forse l'unica sua parte rimasta completamente viva, l'unica sua parte non travolta dalla coltre del mondo che lo circonda.
I due registi scrivono dialoghi non scritti, si affidano alla verità (tutta la cornice dell'osteria, quasi decameroniana, è perfetta in questo) anche se a volte qualcuno gli sfugge via, imprigionato in una teatralità troppo accentuata.
Eppure niente stona poi tanto veramente, persi come siamo in questo racconto che ha la ruvidezza e i luoghi delle cose vere ma anche la magia e la leggerezza del racconto e delle leggende.
La colonna sonora è composta da soli canti paesani, diegetici e non, meravigliosa per quanto semplice.
Quando l'oste canta la Tosca vengono brividi, brividi veri

"E non ho amato tanto mai la vita!"
canta in quella cornice di gente invece morta in un luogo morto (ma, cinematograficamente, meravigliosamente morto).
(e che bellezza quel tavolo spoglio e quelle mura scrostate là dietro)



C'è sicuramente anche un sottotesto politico in Re Granchio, la ribellione di Luciano è la ribellione di qualsiasi oppresso a qualsiasi regime. Ma tutto sembra così universale in un film che, timidamente, cerca di infliggersi le stimmate dei Miti greci.
Poi arriverà la seconda parte, nella Terra del Fuoco, veramente in culo al mondo rispetto all'Italia.


E avremo una leggenda nella leggenda (perchè la prima parte è sì racconto popolare ma tremendamente realistica).
Una storia di pirati, di una grandissima nave incagliata, di un'acqua che uccide, di un tesoro nascosto chissà dove.
E di un uomo, Luciano, che adesso si finge prete dopo aver trovato quello vero, il prete, morente.
Prete che in cambio di una sepoltura gli confida di un tesoro e di dove trovarlo.
E qui arriva quel granchio richiamato dal titolo.
E immaginarmi due giovani registi e sceneggiatori che scrivono di un granchio che (non) camminando indica la strada verso un tesoro, ecco, mi scalda il cuore.
Sembra una cosa dolce ma senza senso.
Poi, però, capiremo che un senso, e forte, ce l'ha.
Quel granchio non indica la strada del tesoro, quel granchio, semplicemente, vuole tornare a casa, al suo lago.
E allora è normale si direzioni verso quella casa.
Ma anche per Luciano trovare quel lago, trovare quel tesoro, quello significa, tornare a casa.
Cosa farai se troverai il tesoro?
Chiede lui a lui.
Comprerò una fattoria e dei cavalli. E te?
Tornerò a casa.
Risponde lui a lui.
E lo spettatore pensa, e fa bene a pensarlo, che questo significhi quello che significhi, ovvero avere i soldi per tornare indietro, in Italia, nella Tuscia.
Ma quel finale da pelle d'oca, forse, racconterà altro.
E prima di arrivarci a quel finale come non ricordare la magnifica fotografia, l'uso incredibile dei luoghi, quello dei volti.
Specie la seconda parte ha dei campi lunghissimi da infarto.
Non è un film senza difetti, qualche volta molli un pò la presa, va un filo lungo, segna il passo.
Anche lo splendido, westernistico, scontro a pistolettate nel finale va lungo, troppo lungo.
E' un film che va con lo stesso passo dei suoi protagonisti, con lo stesso passo di chi zappa la terra o vaga ubriaco pei vicoli.
Mi resterà, lo so, mi resterà più di quanto pensavo mi stesse restando mentre lo vedevo.
Ma una cosa è certa, i due minuti finali sono una delle vette di, minimo, un anno di cinema.
Pensavo di scrivere tutta la recensione su quei due minuti finali.
E invece mi ritrovo qui, spaesato, a dirmi che più ne scrivo, più provo a capirli, più li rovino.


E allora come Iosonouncane nel finale di quel capolavoro di Il Corpo del Reato, mi limito a descrivere le cose.
C'è un uomo che ha trovato un lago in montagna.
Il lago del granchio.
Quest'uomo trova nel lago un amuleto.
Lo stesso amuleto che già trovò un tempo.
Quell'amuleto fu consegnato ad una ragazza, la ragazza che amò.
La ragazza che uccise.
Quell'amuleto, nel mondo reale, non poteva quindi esser là.
Ma è là.
E lei torna.
E lei si avvicina all'orecchio di lui.
E lei sussurra cose a lui.
E gli parla di una leggenda.
Gli parla di mari ed oceani.
Gli parla di un tesoro.
Chi troverà quel tesoro sarà dichiarato Re, Re Granchio.
Quella stessa ragazza che un giorno un Principe gli portò via.
Ma lui adesso è Re.
E chissà, forse è tutta una sua suggestione, forse è un suo modo di uscire vincitore da un dolore troppo forte.
Ma a me non interessa analizzare sto finale capolavoro.
Ho idee ma per una volta le voglio tenere un pò con me.
Una cosa è sicura.
Disse che trovando l'amuleto sarebbe tornato a casa.
E trovando l'amuleto lei ricompare.
In fondo l'amore è questo, la sensazione di tornare a casa, a cosa eravamo.
Oppure il contrario, tornare a casa è amore.

4 commenti:

  1. Davvero molto bello, un finale che è pura magia.

    Solo... A sti attori fate fare un corso di dizione, non ho capito un dialogo che sia uno 😅😅

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    Risposte
    1. finale immenso giacomo, da brividi
      sai che non mi ricordo de sta cosa? cioè se anche io faticavo a capire ;)

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao