21.4.22

Recensione: "The Sadness" - Su Prime (o meglio, su Midnight Factory, al 19 aprile 2022)

 

Dopo non so quanto tempo (forse da quella perla che fu il "nostro" Why don't you just die?) mi ritrovo davanti uno splatter/gore da lisciarsi i baffi per quanto "divertente" e ben fatto.
In realtà The Sadness (che alla fine è un virus movie che cavalca l'onda del Covid) vorrebbe probabilmentee ssere anche un film serio, con tematiche interessanti e spunti non banali.
Ci prova, ma la sceneggiatura è debole debole.
E allora prendiamolo per quello che è, puro cinema d'intrattenimento, per appassionati di gente matta, di sangue e violenze varie (ricordo che il genere splatter è il più innocuo che esiste, un film drammatico con mezza violenza fisica o psicologica fa più impressione e "danni").
Di sicuro in una cosa The Sadness è particolare, resterà nei miei ricordi come il film dove chi viene infettato ha una voglia de trombà talmente grande da fallo con tutti e in qualsiasi modo e orifizio.
Sarà per quello che gli infetti c'hanno tutti il sorriso stampato in bocca


Per prima cosa devo ammettere che solo il giorno dopo averlo visto (a Pasqua) ho scoperto che "The Sadness" ha avuto distribuzione da noi, sul canale Midnight Factory legato a Prime.
Ringrazio comunque i miei due amici che l'avevano sottotitolato, anche loro in grandissima buonafede (chi avrebbe mai detto che un film così usciva legalmente?).
E quindi, per "rifarci", adesso cerchiamo in piccolo di fare quello che comunque si prova sempre a fare, ovvero pubblicizzare film da vedere legalmente (per questo motivo distruggerò il file che ho, ahah).

The Sadness è, per me, un fragoroso ritorno ad un genere ormai morto e sepolto (almeno nella cinematografia in superficie, non certo quella underground), ovvero lo splatter.
Lo splatter, il gore, ovvero quel sottogenere horror dove scorrono fiumi di sangue, dove si tagliano arti, dove escono budella, dove scoppiano teste.
Detto così sembra un genere per depravati ma, in realtà, quasi sempre lo splatter puro è da considerarsi invece un genere di intrattenimento, il più delle volte addirittura divertente, quasi per definizione "non serio".
Insomma, un tipo di cinema-spettacolo, ovviamente con tantissime eccezioni possibili.
E questo è The Sadness, un grande ritorno a questo tipo di spettacolo, disgustoso, esagerato, a tratti anche disturbante, ma in genere comunque puro intrattenimento.

In realtà, sempre se vogliamo perder tempo a parlar di generi, The Sadness è un virus movie fatto e finito, uno di quei film che cavalca il Covid in cui c'è qualcosa che infetta gli uomini (infatti è secondo filologicamente sbagliato parlare di zombie, questi non sono morti viventi ma veri e propri infetti) e, a seconda dei film, li fa comportare in modi diversi.
Niente di originale eh, ma niente niente proprio, anche se il virus di The Sadness ha un effetto collaterale molto particolare, poco battuto nel cinema, ovvero che chi resta infetto (in quale modo non si capisce granchè, a volte sembra per contagio da altri infetti, altre per motivazioni oscure, forse esistenziali), dicevo chi resta infetto ha una voglia di scopare far sesso assurda.
C'è poco da fare, gli infetti di The Sadness infilerebbero il proprio coso ovunque (e quando dico ovunque intendo ovunque, uno lo mette anche dentro l'occhio di una, citazione di A Serbian Film?), con qualsiasi persona (anche se il villain per buona parte del film insegue solo la bellissima protagonista, come a dire "ok il virus, ma i miei gusti restano altissimi") e in qualsiasi modo.
Se non fosse per il fatto che tutte le tematiche di The Sadness sono davvero mal raccontate potremmo addirittura dire che questo aspetto del film è davvero molto interessante perchè racconta di come questo virus faccia venir fuori quella parte sessualmente animale che ognuno di noi ha dentro (parte animale, tra l'altro, che se usata in modo sano è solo bellissima, anzi, il modo migliore di far sesso).




Non è l'unica tematica in ogni caso.
C'è sicuramente quella dello Stato che nasconde il virus per non allarmare, quella della propaganda, gli esperimenti su neonati e anche altre piccole cose messe qua e là di cui difficilmente si capisce il senso (ad esempio quella faccenda di come sia difficile vendere casa a Taipei resta ferma lì, senza sviluppi).
E in questa brutta scrittura non fanno certo miglior figura i dialoghi, a volte noiosi, spesso inutili, quasi mai capaci di dare profondità all'opera.
Non parliamo poi della parte finale alla quale, davvero, si fa fatica a trovar senso.
Lei che in mezzo a tutti gli infetti viene salvata da un dottore ma, incredibile, sin da subito lo evita, non gli risponde, ha paura di lui.
Un dottore in una stanza asettica che la salva e lei che reagisce in quel modo.
Ok, poi magari quel dottore si dimostrerà un pochino fuori di testa (ma tutt'altro che pericoloso, anzi, la protegge sempre) ma è davvero inconcepibile vedere il comportamento della ragazza.
Ok, abbiamo parlato dei difetti evidentissimi del film, tutti tutti in fase di scrittura (ah, anche la storia d'amore non convince, non ci fa star male e non ci emoziona, siamo ad esempio lontanissimi dal mood di un film come Train to Busan) ma, sinceramente, sono importanti?
La risposta è sì se The Sadness voleva essere un film super serio e mezzo impegnato.
La risposta  è no, quasi per niente, se The Sadness lo prendi come cinema d'intrattenimento, super gore, divertentissimo e adrenalinico.
E io l'ho preso così.
E preso così, nel suo piccolissimo, è una perla.
La prima "donna mostro", quella in vestaglia, è inquietantissima, uno dei visi dell'horror più belli visti recentemente.
Il suicida che si butta dal palazzo, l'uomo che perde la pelle per le ustioni dell'olio bollente, i diti mozzati e mangiati (e lì iniziamo a capire quanto gli infetti abbiano voglia de trombà), il braccio spaccato sul gradino, l'incredibile e maestoso massacro in metropolitana, un gran guignol strepitoso come non ne vedevo da tempo, il naso staccato, le budella ovunque, la scena del Generale che si fa scoppiare la testa (omaggio a Peter Jackson?), il coito sull'occhio, l'orgia a 4 piena di sangue, e tante altre piccole cose.




Per chi ama lo splatter, per chi si diverte co ste cose (alla fine molto più innocue di un inquietante film drammatico) è uno spettacolo.
Anche se la scena clou resta quella dell'omo torturato sul campo da basket, ridotto in fin di vita, salvato all'ultimo secondo dal protagonista e che, appena salvato, dice "Perchè mi hai liberato?? stavo per sborrare!!".
Scena epica, battuta epica, certo comica ma anche perfetta nel raccontare quanto la voglia di sesso perverso invada gli infetti, disposti anche a morire pur di godere.
Ah, non l'ho detto, ma gli infetti di The Sadness ridono sempre.
Probabilmente perchè quando uno ha così voglia di trombare (e riesce anche a farlo con facilità come riesce a loro) va in una dimensione di tale adrenalina e felicità che c'ha il sorriso stampato in volto.
Già, a proposito, ma il titolo ci racconta invece di una "tristezza".
Che significa?
Non si sa, tre possibili interpretazioni.
O è opposto alla situazione di felicità post infezione, così da farlo diventare titolo antifrastico (curiosità, l'opposto di Happiness di Solondz dove invece di felicità non ce n'era mai).
O è riferito al fatto che a volte sembra che l'infezione venga provocata dall'esser tristi, dal piangere, dalle lacrime (ma per due casi in cui sembra questo ce ne sono altri 20 in cui non pare così).
Oppure, e lo evinciamo dal discorso del dottore, la "Sadness" del titolo si riferisce alla consapevolezza per gli infetti di essere dei mostri ma non riuscire comunque a trattenere i loro istinti.
Boh, non so, certo un bel titolo che "puzza" di film impegnato.
Ma The Sadness non lo è, vedetelo solo se avete voglia di divertirvi o provare un tenero disgusto

7 (ma 8 per il sottogenere)

6 commenti:

  1. Visto (con intuibile compagnia... 🤪) e lo abbiamo ritenuto entrambi una porcata.

    Ma la tua recensione ce piace ☺

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    Risposte
    1. Amo il cinema ma a compartimenti stagni ?

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    2. Era per sopra ma è comparso qui.

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    3. continuo a non capire. Sei Giacomo?

      o un anonimo che commenta a parte? e, nel caso, che significa?

      che fatica oh, ahah

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

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3 ciao