9.4.12

Recensione: "L' Ultima Missione"

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Dopo la straordinaria sorpresa di Non dirlo a nessuno mi ritrovo ancora una volta a vedere quasi per caso, un grandissimo noir francese, molto più poliziottesco del film di Cantet ma altrettanto cupo, fosco, disperato. La presenza di Daniel Auteil, attore che amo profondamente, era già parziale garanzia circa il livello del film anche se in realtà a spingermi senza riserve alla visione è stato vedere chi fosse il regista, quel Marchal di cui avevo sentito mirabilie per il precedente 36 (che recupererò di certo a questo punto).
Se avessi ancora avuto dei dubbi su ciò che mi aspettava sarebbero comunque bastati i primi 10 minuti di visione per dissiparli. Quel dialogo in bianco e nero, quell'Auteil che barcollante si alza dal suo posto e dirotta il pullman, quel flash back (fil rouge dell'intero film) che lo assilla, c'è puzza di grande cinema in ogni fotogramma.
Ci troviamo davanti a un film certamente non perfetto,una pellicola senz'altro debitrice in molte sequenze di un certo cinema di genere, una sceneggiatura sì ottima ma che a livello puramente narrativo sembra avere almeno un difetto (che vedremo poi).
Però che film ragazzi...



In una Marsiglia sporca e peccaminosa si mischiano almeno tre vicende. Quella privata di Louis Schneider, poliziotto investigativo la cui vita è stata letteralmente devastata da un terribile incidente stradale, quella di Justine terrorizzata dalla possibile uscita di galera del killer che sterminò in maniera quasi inumana la sua famiglia, e quella generale, colonna portante del film, sulle indagini di nuovi atroci delitti di un serial killer che violenta e uccide senza la minima pietà le sue vittime.
Forse è da individuare proprio qua l'unica possibile debolezza di Mr 73 (titolo originale, dal modello della pistola in dotazione quegli anni nella Polizia Francese), ossia nella non perfetta coesione o legame di questi tre (o almeno due) diversi filoni narrativi. Non abbiamo cioè un'escamotage alla Silenzio degli innocenti in cui lo straordinario rapporto Starling-Lecter era sempre unito più o meno sottilmente alle vicende di Buffalo Bill. Qua più volte ci chiediamo quale sia in realtà la vicenda principale e se mai queste diverse situazioni andranno a collimare ad un certo punto.
Trait d'union rimane comunque il personaggio di Louis, un Auteil come sempre strepitoso, poliziotto senza niente cui più chiedere alla vita, un uomo che si sta solamente facendo trascinare verso il baratro. Il suo sguardo nel vuoto, quegli occhiali rossi, la puzza di birra e sporco che quasi esce dallo schermo, un vero e proprio relitto umano che cerca per l'ultima volta di fare il suo lavoro. Non è facile però cercare di fare il proprio lavoro in mezzo ad una polizia criminale così corrotta e sordida (grandi gli attori, specialmente la Marchal, moglie del regista)  e non è un caso che lo spietato e splendido finale non sia solo il punto estremo di un tremendo mal di vivere personale ma riguardi anche un paio di regolamenti di conti in tal senso.

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Il ritmo è teso, specie perchè il film trasuda cattiveria dapertutto, nei terribili omicidi del serial killer (il primo corpo ritrovato è straordinario in questo senso); nella vicenda di Justine -la bellissima Olivia Bonamy, la ragazza del capolavoro di genere Them- e del massacro che segnò la sua infanzia nel personaggio interpretato da Philippe Nahon, l'indimenticabile protagonista di Seul contre tous; nei flash back -in un bianco e nero maestoso- di Louis; nell'assoluta mancanza di speranza e di gioia nell'esistenza dello stesso protagonista.
Non mancano (rarissimi) momenti di stanca ma anche qua ci troviamo davanti all'ennesimo polar francese di livello eccellente. Strepitosa la sequenza al buio naturale di Justine che stende i panni.
Il finale, come accennato sopra, è caratterizzato da una luce nerissima, tanto bello e coinvolgente quanto terribile e devastante.
Un montaggio alternato di rara efficacia con un solo, grande, significato.
In mezzo a tutta la disperazione, la disillusione, la morte, lo schifo e la cattiveria che pervadono il film dall'inizio alla fine può comunque nascere qualcosa di bello.
Pochi secondi, pochi fotogrammi di gioia e speranza in un film che non ne conosce minimamente il significato.

( voto 8 )

12 commenti:

  1. bravo Dae, questo mi viene utile. Non ne conosco molti di noir francesi degli ultimi anni. uno dei pochi che mi ha colpito è 36 Quai des Orfèvres (che non sono mai riuscito a pronunciare :D) Ho amato quelli degli anni sessanta-settanta, ad esempio i lavori di Dassin, Melville, Louis Malle, Clouzot. Spero che "L'ultima missione" mi aiuti ad avvicinarmi ai nuovi, perchè non sono mai riusciti ad entusiasmarmi, eccetto casi rari. ciao Dae e grazie!

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    1. Cavolo Wayne, hai una cultura spaventosa in questo genere!
      Se ti è piaciuto 36 credo che possa piacerti anche questo sebbene quasi tutti concordano che Quai des Orfevres sia superiore.

      Mi dici secondo te un titolo da vedere assolutamente tra tutti i registi che hai citato?

      Ciao!

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    2. mi sopravvaluti, non ne ho visti così tanti. Lo spione, Rififi, Ascensore per il patibolo, L’assassino abita al 21, sono imperdibili. ciao :)

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    3. No no, sei un grande Wayne.
      Grazie dei titoli, ti confermo la mia totale ignoranza sul polar d'annata.
      Vediamo che si può fare...

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  2. Ottima recensione per uno dei miei film prediletti in assoluto! 36 Quai des Orfévres è da recuperare assolutamente e anche il primo di Marchal ,Gangsters non è male anche se inferiore agli altri due.Se ti interessa Marchal ha messo anche lo zampino nella serie tv Braquo(poco televisiva e molto cinematografica) e si è speso anche davanti alla macchina da presa: Diamond 13 di Behat che è uscito in Italia quindi credo che sia reperibile con facilità, una piccola parte in Pour Elle di Fred Cavaye film di cui The three next days di Haggis è il loffio remake(Marchal ha la parte che nel remake è di Liam Neeson) e poi in uno dei migliori polar degli ultimi anni che è Truands di Frederick Schoendoerffer del 2007 ( l'ho visto e opinato) che però non credo sia stato mai importato in Italia. Si nota troppo che adoro Marchal ?

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    1. Wow Bradipo, un marchaliano mica da ridere!
      Addirittura tra i tuoi preferiti!
      Beh, allora sono contento per il complimento (spero genuino :) ).

      Gangster c'era 2 giorni fa su Rai 4 credo ma non ho fatto in tempo a vederlo.Ho ripiegato sul film che lo seguiva, Little Odessa, davvero niente male.

      Straordinari e molto comptenti i tuoi consigli.
      Diamond 13 ce l'ho in videoteca, dici che merita?
      Le serie mi riprometto sempre di vederle ma poi non lo faccio mai.
      Truands vedo cosa riesco a fare.

      Grazie!

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    2. Sono un marchaliano di ferro. Oggi addirittura mi sono visto il suo ultimo film Les Lyonnais(titolo internazionale Gang story, credo) con i sottotitoli in inglese.Non so neanche se da noi lo importeranno mentre pare sia già pianificato un remake americano nel 2014.E ha rafforzato l'amore che provo per questo regista. Little Odessa è l'esordio brillante di uno dei migliori registi americani di questi ultimi anni, ovvero James Gray.Se ti è piaciuto Little Odessa allora recupera senza paura The Yards e soprattutto I padroni della notte(il titolo originale bellissimo è We own the night) due noir abbastanza vecchio stampo e cambiando genere recupera tranquillamente il suo ultimo film Two lovers, un bellissimo melodramma sulle geometrie variabili dei sentimenti.Diamond 13 non è imprescindibile ma Depardieu vale il prezzo del biglietto e anche Marchal lo vale.Peccato perchè c'è Asia Argento! Il complimento è assolutamente genuino, mi sono emozionato parecchio con L'ultima missione come mi era successo con 36, Quai des Orfevres. Di Truands non so se esistono i sottotitoli in italiano.Della prima serie di Braquo Marchal ha diretto anche qualche episodio.E con questo termino il pippone perchè sicuramente ti sei addormentato.Mi sono lasciato prendere dall'entusiasmo!

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    3. credo che lo importeremo-

      Ipadroni della notte verrà un giorno, mi è capitato sotto le mani parecchie volte.

      ottimi la tua riga su Two Lovers. Come avrai letto altrove l'ho visto. Se ne vuoi parlare ci vedaimo là.

      Diamond 13 reperibile anche questo, ma va in fondo alla lista :)

      36 diventa imprescindibile, ho capito (ma te l'ho detto, è almeno 2 anni che me ne parlano).

      commenti come i tuoi mi rendono orgoglioso di avere un blog.

      Ciao!

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  3. per me L'ultima missione fu una visione veramente sofferta, e non nel senso empatico ma in quello di noia mortale. trovai anche abbastanza banale e ormai stra-abusata la figura di auteil. ma c'è da dire che, reduce dallo strepitoso 36, quando uscì L'ultima missione avevo le aspettative alle stelle che potrebbero aver inficiato il mio giudizio.
    mi son ripromesso comunque un ri-visione nel futuro... comunque massimo rispetto per Marchal

    nel frattempo mi segno Truands, consigliato da Bradipo... i polar francesi sono sempre ben accetti ;)

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    1. Frank, la tua cultura nel genere è talmente vasta e datata che mi fido ciecamente se mi dici che questo film alla fine non vale così tanto.
      Io, che ne ho visti pochissimi, sono rimasto affascinato.

      Sempre un piacere vederti...

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    2. mi dai attributi che non mi sento di avallare, comunque ti ringrazio ma non ti fidare troppo. invidio sempre chi apprezza dei film che io (per svariati motivi) non ho potuto e/o saputo apprezzare, specialmente quando ci avevo sperato tanto.

      il piacere è tutto mio ;)

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    3. Grazie Frank.

      Ma ne avevi parlato per caso?

      linka!

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