24.10.18

Recensione: "Jim & Andy" - BuioDoc - 40 - Su Netflix

Risultati immagini per jim e andy poster

Nel 1999 esce lo stupendo Man on the Moon, con Carrey che interpreta il geniale comico Andy Kaufman.
E lo fa in maniera talmente mimetica da far paura.
Venti anni dopo esce questo documentario sul dietro le quinte del film che è anche una intervista-seduta terapeutica allo stesso Carrey.
Se amate Carrey, o se amate Kaufman, o se amate Man on the Moon dovete vedere Jim & Andy.
Ma potete o dovete farlo anche solo se amate il mestiere dell'attore, per capire questo strano mondo di false identità, di maschere dietro le quali nasconderci o scatenarci.
Per capire che, a volte, si interpreta qualcun altro anche solo per fuggire da sè stessi


Quando il secolo scorso emise i suoi ultimi respiti, nel 1999, uscì Man on the moon.
Il film raccontava la vita di un comico incredibile, Andy Kaufman.
Per interpretarlo venne scelto un comico altrettanto incredibile, forse meno geniale e più smorfieggiante, ma grande lo stesso, Jim Carrey.
Carrey solo l'anno prima aveva stupito il mondo in un ruolo drammatico in uno dei più grandi film che abbia mai visto, The Truman Show.
Man on the moon sarà la conferma del suo immenso talento, la conferma che dietro la sua incredibile mimica facciale e la sua esuberanza c'era molto altro.
Poi arriveranno The Majestic e un altro capolavoro, Eternal Sunshine.
Quando vidi Man on the moon mi innamorai perdutamente di Andy Kaufman, di questo comico alieno, uno capace di fare e pensare cose incredibili, quasi tutti contro ogni logica comica.
Kaufman che lesse tutto di seguito in tv Il Grande Gatsby, Kaufman che sfidò, con sprezzanti - e finte - invettive misogine le donne a sfidarsi con lui a wrestling, Kaufman che creò un suo alter ego, l'immenso Tony Clifton, e per molto tempo nessuno si accorse che fosse lui, Kaufman che che finse la morte di una donna a teatro e si mise a ballare sopra di lei per farla tornare in vita e tanto tanto altro ancora.
Mi innamorai così tanto di questo comico - non comico, fuori da ogni regola, che andai a vedermi i suoi video sul tubo.
E mi si fermò il cuore. 


Tutto quello che avevo visto nel film interpretato da Carrey era là, identico.
Se togliessimo la "grana" cinematografica e televisiva rischieremmo quasi di confonderli.
Pensai che raramente, forse MAI, avevo visto una tale mimesi tra attore e personaggio - tra l'altro in questo caso reale-  interpretato.
Solo due mesi fa ho scoperto che durante la lavorazione di Man on the moon si fece un documentario del "dietro le quinte".
Vedo questo documentario e tutto quello che pensai 20 anni fa si è rivelato ancora più potente.
Carrey in quel periodo non interpretava Kaufman, Carrey ERA Kaufman.
E se amate Carrey o se amate Kaufman o se amate Man on the moon o semplicemente se amate quello che l'arte attoriale può raggiungere dovete vedere Jim & Andy.
Questo non è semplicemente il documentario sul dietro le quinte di Man on the moon, o quello sul "rapporto" tra Carrey e Kaufman (che era già morto ovviamente) ma anche una seduta di psicanalisi di Carrey, un ripercorrere tutta la sua vita, le sue aspirazioni, le sue innumerevoli gioie, i suoi incredibili traguardi raggiunti, i suoi dolori.
Ma anche un guardarsi dentro.
E questo guardarsi dentro ha un paradosso, nel senso che per farlo bisogna analizzare le maschere di Carrey, ovvero Kaufman e Clifton.



Risultati immagini per jim & andy

Ne nasce un documentario che potete prendere in mille modi diversi. 
Potete usarlo per conoscere Andy Kaufman (e se, mio dio, ancora non lo conoscevate sarete fortunati di farlo), potete prenderlo come curiosità sui dietro le quinte di un film che magari avete amato, oppure potete prenderlo come modo per conoscere meglio Carrey.
Oppure, fuori da ogni nome, fuori da ogni contingenza, potete prenderlo come un documentario per capire tante tante cose del mestieraccio dell'attore, di come sia importante uscire da sè stessi per entrare dentro qualcun altro, di come tale mestiere possa essere un modo per "nascondersi", oppure per evadere, oppure, come dirà Carrey, "per prendersi una vacanza da sè stesso".
Perchè Carrey non ama Carrey. 
O meglio, lo ama o lo ha amato tantissimo (così tanto che più volte nel doc si auto-celebrerà, senza paura, senza filtri, vivaddio cazzo).
Ma Carrey ad un certo punto ha avuto paura di quello che è diventato, ha avuto paura di capire che si può avere tutto ed essere infelici.
Carrey che metterà un assegno da 10 milioni di dollari nel taschino della salma del padre per esempio.

Questo anno nei panni di Kaufman sarà pazzesco.
Carrey scomparirà, diventerà Andy.
E non parlo del film, parlo della stessa vita fuori dal set.
E sarà così forte questa identità, e sarà così forte questa identificazione che, come una malattia, ne saranno colpiti tutti, dai parenti di Carrey agli ex amici di Kaufman, dai membri della troupe (il regista Forman rischierà di impazzire) a, incredibile, i parenti di Kaufman che rischieranno quasi di veder resuscitato il loro amato Andy (e qui penso anche all'Alps di Lanthimos).
Come se non bastasse c'è anche Clifton, ovvero l'alter ego scurrile, violento e incontenibile che si creò Kaufman.
Carrey avrà quindi a sua disposizione non una ma due maschere.
In quei mesi sarà solo Andy o Tony, Jim non esiste o, al massimo, è qualcuno di cui parlare in terza persona.
Se questa incredibile mutazione di Carrey creerà molti problemi (incredibile la vicenda col wrestler) allo stesso tempo emozionerà non poco le tante persone che la vissero.
Ne nasce così un film che alla fine è un film sul concetto di identità e su quello di maschera.
Magari potremmo anche pensar male, magari potremmo anche pensare che quella di Carrey è solo una messinscena studiata a tavolino, che lui non sia stato "impossessato" da Andy Kaufman (o da Tony Clifton) ma che, semplicemente, abbia fatto qualcosa proprio alla...Kaufman, ovvero un fuori programma fuori da ogni schema, fuori da ogni logica, una perfomance "in vita" invece che nel palcoscenico.
Ma anche se pensassimo questo, anche se pensassimo alla "malafede" di Carrey, ci troveremmo comunque davanti a qualcosa di grande e di interessantissimo, ovvero il "dramma" di un attore che a costo di non vivere nei propri panni decide di approfittare di ritrovarsi in quelli altrui per sfogare tutte le sue pulsioni, tutti i suoi dolori, tutta la sua genialità.
Ma io credo a Carrey, credo a questo suo incredibile tuffo dentro Kaufman.
Del resto lo stesso grande attore canadese ci dirà che questa cosa gli succederà più volte in carriera.
Durante Truman Show lui era veramente "nella bolla", lui era Truman.
Durante Eternal Sunshine lui aveva veramente il cuore a pezzi. Tanto che quando Gondry lo vide, così distrutto, così annientato, gli chiese se per favore poteva non riprendersi, visto che le riprese sarebbero cominciate di lì a mesi.
Ma anche se non amate Carrey, Kaufman o Man on the moon come me cercate di prendere da Jim & Andy tutti gli insegnamenti possibili.

Risultati immagini per jim & andy

Cercate di sentire Carrey quando dirà che se già nella vita siamo destinati a fallire è bellissimo farlo facendo quello che ti piace.
Ritroverete tante cose incredibili già conosciute con Man on the moon, il wrestling, i bonghi, Taxi e tanto altro.
Fino a quella morte prematura, a quel cancro che, nel film, porterà all'immensa scena dei guaritori filippini.
Eppure per quanto tutto quello che viene detto sia interessante, per quanto sia straniante quello di cui fu capace Carrey, per quanto sia bello vedere il dietro le quinte di un film così bello c'è poco da fare, niente di tutto questo ha la stessa forza dei filmati originali di Kaufman.
Il genio, la malinconia, il coraggio di fare qualsiasi cosa gli venisse in mente, contro ogni regola e senza alcuno schema, la pacatezza, la pazzia, le trovate, i capelli, lo sguardo.

"Ad Andy non importava niente quando faceva le cose" dice Carrey

e viveva così, come voleva vivere, senza paura di esser giudicato.

E non è questo forse il sogno di tutti? poter vivere per quello che siamo, anche a costo talvolta di apparire ridicoli, andando contro ogni convenzione, contro ogni cosa che secondo il mondo occorre fare.
E magari spiazzeremo gli altri, magari sembreremo dei pazzi. 
Ma quando verremo capiti, quando -come accadde con Kaufman- l'altro, col tempo, si sintonizzerà sul nostro canale umano, forse riusciremo a strappargli una risata.
O a emozionarlo.

Grazie moltissimo Andy
Thank you very much Jim

14 commenti:

  1. l'ho visto giorni fa, e l'ho trovato bellissimo, Jim Carrey è un grande, non è un attore, si tramuta davvero nel personaggio...straordinario ^_^

    RispondiElimina
  2. Penso di non aver mai commentato un film così velocemente.
    Ieri hai pubblicato il post e ieri sera ho visto il film.
    C’ho Netflix da un mese e mi son fiondato fin’ora ( tranne Love di Noe’-anche se per certi versi fa ridere-) due film sui comici e la loro arte che però a me fa poco ridere.
    Due film forse simili per alcuni aspetti e distanti per altri ma che di sicuro hanno in comune la morte prematura dei loro protagonisti.
    Uno è A futile and stupid gesture sulla vita di Doug Kenney e ora questo Jim & Andy su Andy kaufman .
    Credo che entrambi siano stati propedeutici ( come mi ha scritto Belushi sul primo dei due) ad avvicinarmi a un tipo di comicità che per tanti anni ho snobbato.
    Non sono mai stato un tipo da commedie e film comici in generale.
    Poi credo che il filone sia molto campanilistico.
    La comicità credo sia molto territoriale , puoi ridere di fronte alle gag di Kaufman ma ti scompisci dalle risate mille volte di più con un siparietto di Zalone o perché no Fiorello!
    Non so se mi son spiegato?
    Riguardo al documentario Andy & Jim credo che Carrey sia un paraculo;)
    Si è autocelebrato e ha fatto bene.
    L’espediente del finto making of mi fa un po’ sorridere.
    Chi ti dice che non sia tutto recitato apposta?
    Ha dimostrato di far bene il suo lavoro interiorizzando il personaggio.
    Farsi credere posseduto dallo spirito di Kaufman a me sembra un po’ una cagata.
    È più ridicoli i parenti del vero Andy che l’han creduto na specie di reincarnazione vivente.
    L’unica che ha capito tutto secondo me è la ex di Kurt kobein ...che ha assecondato il gioco di tutti.
    Ripeto Carrey ha fatto bene il suo lavoro facendoci credere che basta fare il coglione per un po’ , dimenticarti chi sei per un po’ ...perché è questo che vuole la gente.
    Ridere di te e con te.
    Ma alla fine bisogna gettare la maschera come fa lui nella scena finale di The Mask e viver la realtà con gioie e dolori tutti purtroppo compresi nel pacchetto!
    Poi se i comici dicono che in fondo son tristi ci sarà un perché.
    Credo abbiano capito che non si può ridere su tutto o quanto sia finta la loro ilarità ( nel senso buono)
    Jim Carrey ha recitato anche nella parte seria , sembrava Gesù Cristo con quel barbone.
    Poi è evidente che il film su Laufman sia un pretesto per parlare di lui ...ma anche questo mi sembra finto.
    Penso che le biografie le celebrazioni soprattutto di gente in vita che lavora nel mondo artefatto dello spettacolo siano poco credibili ...mi viene in mente un simpatico aneddoto che forse non c’entra niente una dichiarazione che ha fatto Tina Turner anni fa a chi le chiedeva come mai non sia mai voluta andare a vedere il
    film sulla sua vita ( non ricordo il nome)
    recitato da Angela Basset credo che la sua risposta fosse che porta sfiga vedere film su di te finché sei ancora vivo.
    Ecco Jim dovrebbe aspettare tempi migliori .
    Ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. non conosco il primo film e manco il primo comico...

      eh, il problema è che se fa più ridere Zalone di Kaufman c'è qualcosa che non va :)

      quello che tu chiami campanilismo io invece lo vedo in un'ottica molto preoccupante, ma non voglio parlarne

      io non credo che sia un paraculo. Ma ho scritto anche nella recensione che, anche se lo fosse e tutto sia stata una sceneggiata, secondo me il documentario è importantissimo e molto interessante per far vedere come una comico, un attore, anzi, una persona ha bisogno di rintanarsi dentro queste maschere (posseduto da loro o no) per scappare da sè stesso

      la sostanza non cambia alla fine molto, Carrey in buonafede o no ha usato Kaufman (e Clifton) per nascondersi, diventare altro, sfogarsi

      e certo che poi la maschera va tolta e la vita va affrontata, lo dice lo stesso Carrey, più volte ;)

      beh, ma stai confondendo biopic (ovvero film biografici in qui qualcuno interpreta personaggi reali) con questo che è un documentario in cui Carrey parla di Carrey

      l'esempio della Turner c'entra come i cavoli a merenda, mica questo è un film biografico su Carrey in qui qualcuno lo interpreta, questa è un'intervista con tanto di filmati d'archivio ;)

      comunque, e mi riallaccio a sotto, credo che vedere questo documentario senza prima aver visto Man on the moon (al di là che poi piaccia o no) lo dovrebbe rendere noiosissimo o, comunque, tremendamente depotenziato, una cosa al 20%

      ma a sto punto visto la comicità che forse ti piace di più io starei molto lontano da quel film :)

      mi informo sull'altro

      Elimina
    2. ho scritto due volte "in qui" invece che "in cui", incredibile

      Elimina
  3. Ah Giuseppe il mio commento è solo su Jim Carrey.
    Non giudico Andy Kaufman, non lo conosco come attore.
    Conosco gli sketch come li ha interpretati Carrey e non è che mi abbiam fatto morire dalle risate.
    Ma ripeto è qualcosa di campanilistico indubbiamente.
    Se capiterà vedrò man on the moon ...intanto mi ascolto i Rem.
    Ciao

    RispondiElimina
  4. No no se mi dici di stare lontano è un motivo in più per guardarlo ;)

    Non so l’idea mia è che questo documentario sia una celebrazione a Carrey più che a Kaufman.
    Un pretesto per tenere i riflettori puntati su di lui , per farci vedere e capire quanto è bravo.
    Aveva la consapevolezza di essere ripreso finché era “l’incarnazione” e questo gli usciva spontaneo?
    Io ho i miei dubbi sulla veridicità di questo documentario...come ho i miei dubbi sulla sincerità di Carrey nell’intervista.
    Ma va bene così azzardo un paragone con un film che probabilmente ti farà pensare ai cavoli a merenda.
    No non te lo dico.
    Ahahah...ma se sei capace di leggere quello che ho scritto e poi cancellato per non aprire inutili disamine lo saprai lo stesso!
    Una volta hai scritto che riesci a leggere i commenti cancellati..?

    Il discorso della Turner se vuoi ci può stare ...credo che il film parlasse del suo periodo con Ike , non so se la cantante avesse mai seguito le riprese del film ..ma non credo.
    Però si teneva fuori non le fregava.
    Carrey invece mi sembra interessato ...che l’abbia tirato fuori dal cassetto (il regista) dopo vent’anni e trasformato in un docu-film con spezzoni di repertorio di vecchi film di Mr Smorfia ...mi fa pensare a qualcosa di costruito a tavolino.
    E l'auto celebrazione che non mi convince..tutto qua.

    Perché hai paura del campanilismo?
    Non vuole essere un ragionamento razzista il mio anzi.
    Mi piacciono Porky’s e American pie ma rido a crepapelle con i primi Fantozzi.
    Credo che la comicità sia molto ancorata agli usi e costumi di ogni paese.
    Per fortuna che Zelig non è il Saturday night show.
    Poi non bisogna mica sempre ridere per forza.



    RispondiElimina
    Risposte
    1. una volta sì, ora per non so cosa, forse la privacy, a noi "blogger" non arrivano più in notifica i vostri commenti in mail

      ma certo, questo non è un film su Kaufman, ma su Carrey. E sì, è anche un'autocelebrazione. Ma esplicita, non ipocrita, poi può piacere o meno

      ma la Turner ha rifiutato di vedere un film sulla propria vita interpretato da un altro mica ha rifiutato un'intervista in cui avrebber inserito momenti in cui lei, VERA, cantava

      sono due cose opposte

      anche Carrey sono sicuro rifiuterebbe un film sulla propria vita, anzi, manco darebbe i diritti penso

      no, che molta comicità sia ancorata al paese di origine assolutamente sì

      anzi, spesso anche alla regione

      dico che l'argomento comicità buona o non è troppo ampio e non ho proprio le forze di parlarne

      quindi credo che, come dici, meglio accettare che ad ognuno di noi fanno ridere cose diverse ed è giusto così ;)

      Elimina
  5. Di Man on the Moon purtroppo ho solo vaghi ricordi, visto ai tempi dell'uscita, mi aveva incantato (anche se pure un po' infastidito, visto lo humour distante dal mio di Kaufman), ma questo documentario ha saputo commuovermi fino alle lacrime, e regalato un sorriso di eterna gratitudine a Venezia, dove è stato presentato. Sì, Jim è da amare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. beh, in compenso te adori un altro Kaufman, su quello non ci sono discussioni :)

      vero, ricordo che fu a Venezia ma, come mio solito, non lessi nè seppi niente

      Elimina
  6. Ehi! Scrivo qui perchè è l'ultimo post, anche se in realtà son fuori tema. Volevo propormi per una collaborazione, fare il mio primo ingresso nella rubrica del blog "scritti da voi".
    Sai com'è, viene la voglia!! Torno ora dal cinema, son andato a vedere Halloween!!! Ahem, allora, il mio post sarebbe questo, ahem: Che. Puttanata. Del. Catso.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. praticamente mi stai proibendo di andarlo a vedere e recensire perchè vuoi farlo te...

      scherzo, anzi, mi toglieresti un impiccio, credo che non sarei andato. E così mi daresti l'alibi per non andare

      va bene

      Elimina
    2. ;) Ma no facevo solo il pirla. "Cheputtanatadelcatso" È tutto quello che ho da dire su quel che ho visto.

      Elimina
    3. ah, ecco, ora anche rileggendo il commento sopra capisco ;)

      diciamo che è lo stesso commento che, a pelle, mi immagino del film

      anche se conoscendomi avrei trovato tutto il buono possibile

      nascosto lì in fondo

      Elimina

due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao