4.11.16

Recensione: Dex Green Eyed



FATTI DA VOI (7)

Non poteva che venirne fuori un film così.
Sono ormai amico di Frank da parecchio tempo, anni.
Lo considero, l'ho detto più volte, uno dei massimi esperti di cinema sommerso in Italia.
Quando ho saputo che aveva finalmente realizzato il suo primo lungometraggio (anche se ai confini del medio, 45 minuti) ero sicuro di quello che mi sarei trovato davanti.
Frank ha negli occhi centinaia di ore di un certo tipo di cinema.
Cinema contemplativo è forse il modo migliore di definirlo.
Un cinema quasi privo di accadimenti in cui quello che più conta è l'occhio, lo sguardo, il silenzio, la contemplazione, appunto.
E Dex Green Eyed questo è.
Un fotografia pazzesca -migliore di produzioni cinematografiche blasonate- un occhio superiore, un'estetica ai limiti della perfezione.
Il tutto per raccontare "soltanto" un piccolo viaggio di un uomo nel bosco.
Lui, i suoi jeans, la sua chitarra.
Ma cosa rappresenta questo viaggio?
Cos'è questo bosco?
Come mai sembra che il protagonista torni su luoghi già vissuti in precedenza?


Difficile dirlo, questo è un cinema di estrema difficoltà, probabilmente sin troppo personale.
Un cinema che per noi che abbiamo bisogno di qualche parola, di qualche snodo narrativo, di qualche interazione tra personaggi, facciamo fatica e capire.
Eppure questo è cinema dello sguardo, che può appagare anche solo per questo.
Dex Green Eyed è un connubio con la Natura. Frank racconta il bosco con inquadrature suggestive, lo fa parlare con i suoi rumori, lo fa attraversare dal suo personaggio.
L'uomo arriva ad un edificio particolare, poi ad un intreccio di rami, poi a dei pali conficcati a terra.
Sente una voce che gli parla, maschile.
Forse sè stesso, non si sa.
C'è la sensazione che quello che sta vivendo l'uomo non sia propriamente reale.
Prima della fine Frank ci regala una sequenza psichedelica che anticipa il risveglio del protagonista.
Che sia stato tutto un sogno?
Forse il trip di un musicista (nei primissimi secondi del film lo vediamo entrare in un locale che poi diventa bosco)?
Oppure il sogno della ricerca di qualcosa?
Perchè forse proprio questo racconta il film, di una mancanza, di una perdita. Forse proprio quel volto che, nella sequenza più bella -quasi un miracolo visivo- vediamo affiorare nell'acqua.
E che quei jeans accarezzati sembrano richiamare
Forse la stessa mancanza che quella mano, alla fine, cerca nel letto senza trovarla.

5 commenti:

  1. Risposte
    1. Vai sul blog di Frank
      O sulla pagina fb del blog
      O sulla pagina fb di Frank

      lo chiedi direttamente a lui ;)

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  2. Tra i 30 ed i 59 minuti è di fatto un mediometraggio

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    1. Assolutamente.
      Tecnicamente non ci sono dubbi, tutte le durate sono catalogate e definite in modo univoco.
      Ma, concettualmente, quando passi o videoclip a roba di 45 minuti per me sei andato nel lungo, le dinamiche son quelle

      ma le definizioni esistono e infatti mi sono sentito in dovere di fare quella piccola precisazione

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  3. Per yalmar, e chiunque sia interessato a vedere il film, potete contattarmi all'indirizzo email andando nella sezione "visualizza il mio profilo" sul mio blog: http://visionesospesa.blogspot.it/
    Oppure contattarmi sulla pagina Facebook: https://www.facebook.com/visionesospesa

    A Caden, un rinnovato ringraziamento, di cuore ;)

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