12.8.19

Recensione: "Perfect Sense"


Uno dei film potenzialmente più belli di questi nostri ultimi anni.
L'umanità inizia a non sentire più gli odori.
Non c'è nessun virus, nessuna motivazione fisica o ambientale, l'unico motivo è dentro di noi.
Perfect Sense è il racconto metaforico e apocalittico di un'umanità destinata ad autodistruggersi.
C'era il materiale per un capolavoro immortale degli anni 2000, peccato che il film non abbia molte volte il senso della misura e la sensibilità che un soggetto così ambizioso pretendeva.
In ogni caso uno di quei film che una volta finiti si può star lì a parlarne per ore tante le cose che mette dentro e quanto belle sono.
Un vero peccato

Se dovessi mai fare una lista delle più grandi occasioni sprecate al cinema probabilmente Perfect Sense sarebbe, almeno negli ultimi 10 anni, sul podio.
Siamo davanti ad un soggetto bello, bellissimo, talmente profondo da poterci scrivere saggi.
Purtroppo il film - che rimane bello - non riesce ad avere la misura, la sensibilità e l'asciuttezza che un soggetto del genere meritava, sfociando più volte in un'esagerazione, in una spettacolarizzazione e in alcune scene quasi ridicole.
Una volta avremmo detto "un'americanata".
Ecco, Perfect Sense un'americanata non lo è, eppure la sensazione che molte volte, troppe volte, sbrachi e faccia perdere il meraviglioso concetto di fondo che aveva è forte.

Ad un certo punto nel mondo la gente comincia a non sentire più odori.
Non si capisce perchè, non si trovano virus nè correlazione tra gli ammalati.
Poi si scopre che la perdita dell'olfatto è legata all'aver vissuto un forte dolore, ad essere stati molto male.
Ecco, un soggetto fortemente saramaghiano (non a caso Cecità è, credo, il punto di riferimento più forte del film) che però, rispetto all'immenso scrittore portoghese, presenta sin da subito una grande differenza.
Perchè in Perfect Sense ci vengono sempre dette le cause delle cose tanto che uno dei difetti del film è proprio l'essere tremendamente didascalico.
C'è una voice off che ci spiega sempre quello che sta accadendo. E, attenzione, quegli inserti sono anche molto belli a volte ma secondo me usati con una frequenza e un ritmo molto sbagliati. 
E poi hanno il difetto di dirci prima le cose, quando sarebbe stato molto più bello fosse spettato a noi il cercare di individuarle, farci fare un minimo di fatica.
In Cecità - così come in tutti i romanzi di Saramago - non sappiamo mai perchè accadono le cose, perchè tutti diventano ciechi, perchè tutti votano scheda bianca, perchè il Portogallo si stacca dalla Spagna, perchè qualcuno trova un suo alter ego nel cinema, perchè la Morte smette di uccidere e così via.
Questo rende quei romanzi straordinari.


Non dico che in Perfect Sense si doveva fare la stessa cosa ma avrei preferito che le risposte - anche facili - le ritrovassimo nelle immagini, non nelle parole.
Eppure uno dei grandi meriti di questo film è che seppur molto spiegato, seppur troppo fracassone, seppure a volte completamente esagerato, la sua metafora, anzi, le sue metafore, le mantiene vivissime, quasi per niente rovinate da come ce le mostra.
E il suo messaggio di fondo, anche grazie allo splendido finale, ci arriva fortissimo.
Perfect Sense racconta il progressivo abbruttirsi dell'umanità, il suo disumanizzarsi a causa della graduale ed inesorabile perdita di ognuno dei nostri sensi.
Già solo questo fattore "fisico" offre molti spunti di riflessione, come ad esempio cosa siamo noi uomini senza olfatto, cosa senza udito, cosa senza voce.
Per capirsi questo era un film che poteva funzionare ed essere interessante anche senza il suo valore metaforico.

Mi ha fatto ripensare anche a quel pasticciaccio bello che è stato High Rise, film in cui il regredire ad una nostra forma più animalesca derivava, invece,  dal "semplice" black out di un condominio, condominio che, come il treno di Snowpiercer, rappresentava il microcosmo di tutta la nostra società.
Alla fine sia con Saramago sia con Ballard (da cui è tratto High Rise) sia con Perfect Sense sempre di black out - almeno in senso lato - potremmo parlare visto che lo "spegnimento" di una nostra facoltà  - o senso - è, alla fine, proprio un black out  in tutti e 3 i libri-film alla fine si arriva alla cecità, bianca o nera che sia).

In Perfect Sense il nostro zoom è focalizzato in una coppia, quella tra l'"epidemiologa/donna insoddisfatta" Susan (una sempre bellissima e convincente Eva Green, qui in una parte che nei primi 10 minuti, anche nel paesaggio del prologo, ricorda quella del non del tutto riuscito Womb) e lo chef Michael (Ewan McGregor).
Stranamente lei è epidemiologa (e in un film di epidemie...), lui chef (e in un film dove per primi si perdono olfatto e gusto...).
Questa mia piccola annotazione - che parrebbe una critica - mi fa invece parlare di un "errore" che commettiamo in tanti, ovvero quando diciamo per film, serie tv o altro cose del tipo: "ma guarda che strano, accadono tutte a loro" oppure "ma che strano (come in Perfect Sense), sono proprio un'epidemiologa e uno chef i protagonisti...".
In realtà spesso facciamo l'errore di pensare che sia strano che ai protagonisti dei nostri film o serie tv accadano troppe cose. Ma il ragionamento da fare sarebbe l'opposto, ovvero che i film raccontano proprio di quelle persone a cui accadono cose strane.
Insomma, non è che si scelgono personaggi a cui poi accadono cose, ma si scelgono apposta quei personaggi a cui accade di tutto, è il ragionamento inverso.
O.k, fine della supercazzola.


I due forse si innamorano, forse no.
Il problema è che il personaggio di lui, e il lavoro che fa, sono troppo strumentali, con quel ristorante sempre lì in mezzo, troppo in mezzo, tanto che alla lunga diventano quasi surreali e ridicole le scene al suo interno, come quel finale telefonato e abbastanza assurdo del grasso e farina (e il fatto che non chiudano mai non ha alcun senso, nel mondo normale i ristoranti chiudono continuamente senza che il mondo abbia perso olfatto e gusto).
Ma che il film pecchi di misura lo si vede sin dall'inizio, quando ci vengono mostrate le scene di dolore che poi portano alla perdita dell'olfatto.
Una decina di persone urlanti e in lacrime ovunque, riverse a terra, straziate in mezzo agli altri, di tutto.
Il dolore, invece, quasi sempre è implosione, non scene madri in mezzo alle piazze o sui luoghi di lavoro. Davvero una rappresentazione grossolana di un sentimento così delicato.
Più avanti avremo altre cause-effetto, come quella del terrore che porta alla fame incontrollata che porta alla perdita del gusto, o quella della rabbia e violenza che portano alla perdita dell'udito.
Nel primo  caso davvero potenti quei 5 minuti in cui la gente si divora di tutto, esempio in cui l'esagerazione del film centra veramente il punto.
Ed è anche molto interessante il concetto che più siamo violenti, più scateniamo la nostra rabbia verso gli altri, più perdiamo l'udito, la capacità di ascoltarci.
E' strano però che a questi due vizi capitali (gola e ira) che portano a nefaste conseguenze, si sia affiancato invece qualcosa di così nobile e non negativo come il dolore, sentimento di cui spesso non abbiamo colpa e di cui, semmai, siamo vittime.
Ho trovato in questo senso strana e forse incoerente la sceneggiatura del film.
Purtroppo il film va avanti, si fa sempre più interessante ma anche sempre più pieno di scene di grana grossa o inconcepibili.
Ne prendiamo 3.
La prima è la scenata d'ira del medico di Bangkok, gratuita, esagerata, insensata.
La seconda è la telefonata di lui a lei. Lui è sordo (e già questo dovrebbe rendergli quasi impossibile parlare) ma diventa quasi grottesco che le dica mille cose al telefono senza che, anche nel caso lei rispondesse, lui possa sentirla.
Insomma, lui sta 5 minuti a chiederle scusa e dirle quanto la ama (me sembra, non ricordo) e magari lei dopo mezzo secondo l'aveva perdonato ma lui non può sentire.
Scena che dire sbagliata è poco.
E, per ultima, c'è la scena della rabbia di lui, inconcepibile.
E' il loro momento migliore, si amano, lei gli dice una cosa tenera e lui impazzisce.
Capisco lo stress ma se c'era un momento sbagliato per farlo reagire così era quello.
Anche stavolta si pecca di esagerazione e strumentalizzazione (la scena serve a rendere lui sordo).
Tra l'altro lo spettatore più volte è confuso.
Nel film viene detto una decina di volte che questo non è un virus, che non si contrae per qualcosa di "fisico", eppure girano sempre con le mascherine.
Oppure ci dicono le cause delle cose (come la rabbia) e vedi lui che dopo quello scatto d'ira si stupisce di aver perso l'udito.
La spiegazione a tutto questo, e non è immediato capirlo, è che la voice off che sentiamo è DOPO l'apocalisse, quindi alcune cose che dice quella voce chi viveva le vicende in quel momento non le conosceva.
Ma anche qui c'è confusione e incoerenza.



O.k, un disastro quindi il film?
No, per niente.
Perchè il film ha tantissime cose belle dentro e dei concetti che volano alto, altissimo.
Il discorso per cui perdere olfatto e gusto ci priva anche di memoria e ricordi (molto alla Proust), la ricerca di risposte che si dà l'umanità a quello che le sta accadendo (politico? religioso? etico? militare? ambientale? gli Ufo?), le recensioni senza gusto del ristorante, l'atmosfera post apocalittica che piano piano si crea (come del resto in Cecità e High Rise), il discorso dell'erba trovata dentro gli stomaci dei Mammuth (ad indicare come alcune volte la Fine arrivi in maniera improvvisa) ma anche cose "positive" come la capacità di adattamento che ha l'uomo ad ogni situazione, come riesca a reagire, come la graduale perdita di ogni nostra senso possa portare a uno sviluppo di quelli rimasti e a un continuo riuscire ad accontentarsi e godere di cose sempre più piccole.
Fantastico.
Ma è negli ultimi 5 minuti che Perfect Sense diventa grandissimo, probabilmente quel film che avrebbe potuto essere.
Gli uomini perdono anche la vista.
Sono rimasti solo dei corpi che non possono più vedersi, parlarsi, odorarsi.
Ma appena prima che il loro mondo diventi tutto nero tutti hanno un picco di felicità altissimo.
Gioia, calore, condivisione, comprensione, umanità, perdono.
Amore.
Appena prima del buio tutti vivono la luce più intensa possibile, appena prima di essere Niente l'umanità diventa Tutto.
E' questo amore universale il Perfect Sense del titolo, un Perfect Sense che non è l'unione di tutti gli altri sensi ma l'unica cosa che sopravvive loro.
Qualcuno lo avrebbe chiamato forse in modo diverso.
 Lo avrebbe chiamato il meraviglioso canto del cigno

7 (potenziale 9)

22 commenti:

  1. Sono d'accordo, soprattutto sul potenziale sprecato, ma alla fine va bene, anzi benissimo, anche così, perché questo film mi ha davvero emozionato e mi ha fatto riflettere ;)

    RispondiElimina
  2. Grande film a mio avviso con un'idea ottima e molto intenso

    RispondiElimina
  3. Penso che la gente girasse con la mascherina per sottolineare la incoerenza dell'essere umano e sopratutto anche un po' la sfiducia verso quel che il governo o comunque il servizio sanitario dice. Come possiamo ben vedere anche dal comportamento durante questa reale epidemia qui presente di varie persone, moltissimi fanno di testa loro, non credendo o ubbidendo.
    Per le scene, credo che il ricercatore di Bangkok con la sua scenata abbia sottolineato quanto sia improvvisa e senza controllo la rabbia. Nella vita reale, davvero abbiamo scatti d'ira poco in linea con quel che davvero sta succedendo. Stesso discorso per la scena dello scatto d'ira di Michael, dove si riporta anche come la rabbia diventi un nemico sopratutto per se stessi, dicendo cose che portano alla perdita di qualcuno di importante. Nonostante ce lo si aspetti o comunque si è preparati psicologicamente, la reazione di sorpresa di Michael è molto più ragionevole di quanto sembri. è comunque sempre un trauma, perdere uno dei sensi più importanti del nostro corpo. Essere preparati a qualcosa non significa non soffrire.
    Condivido tuttavia la sensazione che sia un peccato che le scene di dolore siano fatte in questo modo, è davvero un sentimento molto delicato e al tempo stesso profondo e mi sarei aspettata un qualcosa di più struggente.
    Per la chiamata, penso che appunto non sapendo se lei l'avesse perdonato o no, il suo obiettivo a prescindere era quello di dire la sua, sperando solo che lei lo stia ascoltando e ritorni da lui, una reazione fisica che lui puo' ancora accogliere.
    Un film comunque particolare, mi segno gli altri due che hai citato, sono curiosa!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. beh, io non penso che il regista abbia pensato la motivazione che hai detto te ma, visto quello che sta accadendo, direi che è perfetta e incontestabile

      sei molto intelligente, ogni motivazione che porti a difesa delle scene è molto plausibile. Non c'è una che posso contestarti a priori

      ma non posso dimenticare quello che ho pensato vedendo il film, ovvero che tutte quelle scene fossero tremendamente sopra le righe, esagerate, raccontate davvero male

      anche la scena della telefonata, pur avendo senso la tua difesa, è quasi indifendibile, lei poteva anche aver chiudo volendo ;)

      film più che particolare, film straordinario per soggetto (libro o no)

      eh, manco me ricordo che film intendi ma bene!

      Elimina
  4. ciao, visto il film oggi e sono d'accordo con te, questo soggetto necessitava di un po piu di cura nell'essere maneggiato invece sono andati giù un po di vanga. Bastava molto meno. In ogni caso ci sono diversi aspetti positivi e un bel finale.
    Hai visto Blindness-cecità? Saramago è uno scrittore che apprezzo e ho letto un paio di volte Cecita, propio per questo non mi sono ancora azzardato a vedere il film anche se sono curioso. Vale la pena secondo tè? ciao. Stefano Rimini

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Stefano ti rispondo al volo (alla ragazza qua sopra domani)

      tu forse non lo sai ma Saramago è il mio scrittore preferito di sempre tanto che il mio cane si chiama Josè

      E Cecità tra i 5 libri più bello che ho mai letto

      il film hanno fatto il possibile, non male

      l'ho recensito comunque

      Elimina
    2. Osta il cane Josè mi fa ridere. Se ne prendi un altro lo potresti chiamare Trovato come quello del libro la Caverna. Sto scherzando, mi guardo il film allora poi cercherò la tua recensione. buona giornata. Stefano Rimini

      Elimina
    3. su Trovato ti metto un grande cuore ;)

      fammi sapere, ciao!

      Elimina
  5. Visto or ora. Dato il momento storico mi sembrava giusto. Bella recensione e concordo su quasi tutto. Qualcosa stona, qualcosa stride. Ho apprezzato moltissimo la fotografia del film peró e nonostante tutto ti lascia dentro qualcosa di forte. Gran film a mio parere. A.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A. è un pò pochino come nome :)

      per il resto direi che c'è poco da dire, grazie

      Elimina
  6. Visto ora e ho letto qualche recensione. Apprezzo la tua, ma non condivido tutte le critiche. Ad esempio, le emozioni "esagerate" possono non piacere, è soggettivo. Di fatto, tuttavia, gli esseri umani spesso esagerano, non solo soffrono dentro. Ma è davvero esagerazione manifestare apertamente i propri vissuti? Nel film è stata fatta una scelta e io la rispetto, anche perché si raccontano eventi epidemici, improvvisi e intensi. Confesso che non ricordo di aver sentito che non sia un virus la causa di tutto, quello che è certo è che non si sa cosa provochi gli attacchi emotivi e la perdita dei sensi. Non solo ci sono le mascherine, ma anche il distanziamento e l'isolamento delle persone che manifestano i sintomi. La verità è che nessuno sa niente. A me è piaciuto, mi ha trasmesso tante emozioni e questa è una delle poche recensioni che, comunque, rende giustizia a un film senza fossilizzarsi su categorie ed etichette come se fosse necessario incasellare per poter capire o apprezzare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. commento molto bello, grazie

      ti ringrazio molto

      in realtà ho rivisto il film due mesi fa e concordo con il me stesso della prima visione. Stesse emozioni, stessi pregi e stessi difetti

      hai ragione su quello che dici ma a me è sembrato che il film sempre esagerasse con i sentimenti, dandone una visione parziale e troppo esagerata. Continuo a pensare che ci sarebbe voluta più grazia. Io poi vivo solo di sentimenti, spesso muoio dentro, non dico che doveva esser fatta questa scelta ma ci sono almeno un paio di scene veramente sopra le righe per me

      sì sì, film perfetto da vedere adesso

      e, ripeto, per me è un capolavoro mancato

      ma solo il fatto che l'ho rivisto ti fa capire :)

      Elimina
  7. Non lo avevo visto ora l'ho fatto cercato le recensioni e trovato la tua.
    Perfetta. Uau

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quando ho letto il nick pensavo fosse pubblicità, poi letto il commento no

      grazie!

      che peccato sto film, poteva esse mostruoso

      Elimina
  8. Visto stasera, per puro caso, non ne avevo mai sentito parlare. Vedere persone con le mascherine fa un certo effetto, ora, devo dire. Tornando al film concordo che qualcosa stona: anche io non amo il "didascalico" nei film e quindi la voce fuori campo. Mi sarebbe piaciuta una colonna sonora più coinvolgente, magari proprio nelle scene della sordità. E, ma proprio a caldo e non so perchè, mi è venuto in mente "Miriam si sveglia a mezzanotte" (probabilmente per le scene degli animali in gabbia,la rabbia, il sangue). Il senso perfetto resta dunque il tatto? Con cui "sentirsi", percepirsi, avvertire il corpo e le lacrime dell'altro? Grazie per la recensione, vedrò High Rise, mi manca.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo, anche se son 20 anni che me lo dico, mi manca Mirian a mezzanotte ;)

      Oddio, ora non ricordo benissimo, ma alla fine restava il tatto?
      Ah, vero, forse sì.
      Però, più che il tatto se ricordo bene a me questo "senso perfetto" mi sembrava l'assenza di tutti gli altri sensi, come se ci fosse un senso superiore, innato, che in mancanza di tutti gli altri è l'unica cosa che ci resta.
      E la più grande.

      guarda, High Rise è un casino, credo non sia nemmeno bello ma è comunque molto interessante (e il libro stupendo)

      grazie a te!

      Elimina
    2. Ah, non fa nulla: ora sono troppo curiosa, lo vedrò sicuramente. E' bello che scaturiscano cosi tante interpretazioni e mai banali. Grazie! :)

      Elimina
    3. Di Wheatley con calma recupera piuttosto Kill List, A Field in England e Sightseers :)

      alla prossima, grazie a te

      Elimina
  9. L'ho ritrovato nel catalogo di Prime e non ho perso l'occasione di rivederlo, di apprezzarlo di nuovo, forse più dell'altra volta e non sono così convinto che sia un'occasione persa. Il film c'è e ha tutto nel suo svolgersi anche quelle scene che sembrano fuori luogo o esagerate hanno un senso, senso che in seguito vai a perdere. Io il finale l'ho "sentito" travolgente ma tragico, anche se bellissimo ed Eva Green insieme a Ewan McGregor bravissimi anche se per questo tipo di film, secondo me, attori meno conosciuti erano da preferire. Il "Perfect Sense" del titolo è stato tema di discussione di una cena abbastanza alcolica con due amiche : un amore perfetto per essere tale deve perdere tutti i sensi che ti portano vicino alla vita che ami e che sovente invece ti allontana. Banale ? ciao Giuseppe.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'ho sempre voluto rivedere perchè credo sia uno dei più bei film irrisolti degli anni 2000
      Assolutamente, finale indimenticabile e al tempo stesso bellissimo e tragico
      Sì, anche io amo su certi film facce meno conosciute

      la serata poi è finita bene?? ahah

      avete fatto bene a parlare di quella cosa, una discussione sull'amore assoluto, sulla perdita di sensi che diventa un senso ancora più alto, sul dare tutto per poi magari restare soli

      ma che bello però

      Elimina

due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao