29.8.19

Recensione: "Il Signor Diavolo"


L'ultimo film di Avati, Il Signor Diavolo, è un...signor film, un ritorno ad un nostro cinema di genere che fu e, soprattutto, un "ritorno a sè stesso" per Pupi.
Film al tempo stesso di gran classe e apparente approssimazione (ripeto, apparente), un grande racconto di credenze popolari, di gente timorata di Dio e del suo Nemico.
Volti straordinari in un'opera che ti prende ma il cui finale (che purtroppo avevo previsto troppo presto) arriva in modo troppo affrettato.
Che bello però vedere quest'horror così "grezzo" e affascinante, molto d'atmosfera, che gioca con lo spettatore.
Incredibile come somigli tantissimo a un film che in realtà non gli somiglia per niente, un cult degli anni 90.
Con The Nest una grande doppietta italiana nell'horror.
Anche se la sensazione che poteva essere ancora più grande non mi si leva dalla testa

ATTENZIONE, SPOILER SIN DALLE PRIMISSIME RIGHE

"La beffa più grande che il Diavolo abbia mai fatto è convincere il mondo che lui non esiste"

Questa frase è nell'indimenticabile finale de I Soliti Sospetti.
Ecco, direi che la coincidenza è abbastanza inquietante.
A metà film, infatti, avevo intuito il "colpo di scena" (testimone il mio amico Federico) e gli avevo anche detto - a Federico dico - che - sempre nel caso il finale mi avesse dato ragione - potevamo considerare Il Signor Diavolo come una "copia completamente diversa" di quel gran film degli anni 90.
Stessa identica struttura, ovvero un film che si basa sulla confessione davanti alle autorità di quello che, vedremo nel finale, è invece il "diavolo" (metaforico o no).
Se ci pensate il film, pur non avendo mezza scena in comune, è identico, ovvero il racconto-punto di vista di qualcuno che in realtà sta mentendo (del resto il Diavolo ne sa sempre una più di noi ed è menzognero, per questo era intuibile il tutto).
In questo senso potremmo abbinare Spacey che comincia a camminare senza zoppia alle fauci che intravediamo nella bocca di Carlo nell'ultima inquadratura.
Ma la coincidenza è appunto incredibile perchè proprio il film che più mi ha ricordato la struttura di quello di Avati cita proprio il Diavolo nella sua ultima battuta.
Ora, in questa assurda vicenda che è stata la visione in sala del film le coincidenze non finiscono qua.
A circa metà film iniziano a comparire nello schermo delle strane strisce rosse, velocissime.
Vi giuro che pensavo fosse un trucco grafico di Avati, qualcosa che ricordasse appunto la presenza incombente del Diavolo nella pellicola.
Quando però la cosa è andata avanti per 10 minuti abbiamo capito che col cazzo era Avati, ma un problema della copia.
Siamo andati a protestare, hanno bloccato tutto e fatto ripartire il film.
Tempo 3 minuti non solo il problema si è ripresentato ma è andata anche peggio.
Una mia amica, Valentina, ha immortalato la cosa, sperando che mi si carichi il video.


Seconda interruzione e poi il film, dopo 20 minuti, parte per la terza volta.
Un'ora e 25 di film durate 2 ore e 15.
Ovvio che ci fosse lo zampino del Diavolo.
Non finisce qua.
Il film finisce col protagonista richiuso per sempre nell'oscurità. Beh, anche noi restiamo nel buio più completo, le luci non si accendono, usciamo con le luci dei cellulari
Ora, un film sul Diavolo che ricorda I soliti sospetti e la frase sul diavolo, che viene bloccato per due volte per inquietanti problemi rosso fuoco e che ci lascia nell'oscurità alla fine.
Io sono una persona razionale ma a volte davanti queste cose vacillo.


Il Signor Diavolo è un...signor film.
Forse potenzialmente anche più bello poteva essere.
E' un'opera dall'anima profondamente retrò, al tempo stesso un ritorno ad un nostro cinema che fu ma anche, più intimamente, una specie di auto-citazione e affermazione di Avati, di quello che era.
Un horror di provincia, di credenze, di maledizioni, di gente povera dai pensieri semplici quanto radicati, un genere affrontato da Pupi più e più volte.
Trovo quasi commovente che un regista così "anziano" negli anni non sia quasi mai uscito da questo suo provincialismo, da questo suo attaccamento alle radici e al racconto di tradizioni e piccole storie.

Forse possiamo vederlo anche come un "difetto" di Avati ma io di solito amo chi, pur nella'insistenza nel fare un certo tipo di cinema, mostra così tanto amore e passione per lo stesso, per quel tipo di cinema intendo.
Questa è un'opera anno 2019 che ha tutte le caratteristiche degli anni 70, cosa che lo rende bellissimo ma che ad uno spettatore di oggi un pochino può restare indigesto.
E' abbastanza particolare come questo film in alcuni passaggi sfiori l'amatorialità (attenzione, è tutto fuorchè amatoriale, parlo di effetto sullo spettatore) ma al tempo stesso è proprio questo effetto a renderlo un horror di classe.
Il primo flash back del padre di Furio, con quel ralenti e quelle voci fuori-sincro con le immagini, ne è un esempio perfetto, malfatto sembrerebbe, e invece di gran stile per me.
E' anche vero che, però, in almeno un paio di sequenze e in 3-4 personaggi (per fortuna minori) quella sensazione di "troppo povero" e di non gran qualità affiora (non faccio nomi per non offendere nessuno).
Credo però che i due difetti principali di questo film -peraltro bellissimo- siano altrove.
Il primo è una specie di "peccato originale", ovvero di una scelta che si ripercuote per tutto il film
L'opera è il racconto per immagini della deposizione del giovanissimo Carlo, una deposizione naturale, spontanea, davanti agli ispettori.


Purtroppo però per tutto il film sentiremo la voice off de sto ragazzino che di spontaneo non ha nulla, anzi, sembra che legga un racconto o, appunto, una deposizione precedentemente scritta.
Quando l'immagine passa dal racconto per immagini a lui che parla davanti l'ispettore la sensazione si fa ancora più forte, tutto quello che sentiamo, semplicemente, non può essere raccontato in quella maniera.
Il secondo problema affligge il 90% degli horror che ho visto nell'ultimo anno.
Ovvero che ad un primo tempo formidabile segue un secondo sensibilmente inferiore che non mantiene le promesse del primo.
E, soprattutto, abbiamo un finale che arriva in 3 minuti contati, affrettatissimo, cosa abbastanza incredibile se pensiamo che il film è tratto da un romanzo dello stesso Avati (e difficile che sceneggiature derivate siano affrettate nei finali).
Poi vabbeh, per me il finale è stato prevedibilissimo ma questo è stato un problema mio derivato dall'aver avuto una piccola intuizione.
Però, cavolo, che bel film.
Come scrissi già per The Nest anche qui bisogna ringraziare la Madonna per lo straordinario casting compiuto, per questo premiare i visi sopra ogni cosa.
I due protagonisti (bravissimi) hanno una particolarità in comune, ovvero il viso emaciato, bianchissimo, eternamente sofferente, con due occhiaie evidentissime. Erano talmente "uguali" che ad un certo punto ho pensato anche ad una possibile svolta per cui Furio era Carlo stesso.
Benissimo anche Haber, bene Cavina, benissimo la Caselli in uno dei ruoli, e il finale ce lo mostra, più ostici, ambigui e difficili da decifrare.
Ma, inutile dirlo, quello che più rimane impresso è lo straordinario volto di Lorenzo Salvatori, credo indimenticabile. Il suo "sguardo indietro" in Chiesa, simile a quello immenso di Mikkelsen ne Il Sospetto, è roba da farci template.
Insieme al Lombardi di The Nest abbiamo due villain che non hanno nulla da invidiare ad altri ben più famosi.
Il prologo è impressionante, non ne ricordo uno più "fulmineo" e violento (tra l'altro mannaggia che non posso rivederlo, mi piacerebbe molto cercare di notare il viso del menestrello, alla luce del finale non dovrebbe essere Emilio...), e a me ha ricordato molto quello di Profondo Rosso per atmosfera.
Poi comincia il film, un'opera ambientata negli anni 50 che è assolutamente figlia di quel periodo (ma siamo sicuri che adesso in piccole comunità non sia lo stesso?).
Un popolo timorato di Dio ma anche del suo più acerrimo nemico, il Diavolo, un popolo che crede a tradizioni e storie popolari (affascinantissime) e che "legge" le cose intorno a sè sempre con il filtro della religione.
E' in questo humus che avvengono le vicende.



La storia alla base del film è di una semplicità pazzesca, come di solito sono le storie provinciali.
Un omicidio. 
Un bambino accusato dello stesso che dice di averlo fatto su ordine della "chiesa" perchè l'altro ragazzo (che poi sta cosa non l'ho capita, come fanno ad esser definiti coetanei i due?) era proprio il Diavolo.
Lo Stato Italiano che manda un presunto (o vero) inetto a fare un'indagine (non vi ha ricordato Scherbina di Chernobyl come scelta?) per cercare di salvare la faccia perchè se davvero la Chiesa avesse colpe allora il Veneto non voterebbe DC alle prossime elezioni (anche perchè la madre del'ucciso è la "Signora" (notare la contrapposizione col Signor diavolo) più in vista di quei luoghi.
In realtà a queste carte in tavola che paiono quasi complicate e con un grande intreccio segue poi, come detto, uno sviluppo lineare e molto poco contorto, perchè il film più che alle vicende dà risalto all'atmosfera, al racconto di un'epoca e di un luogo, a questo giocare con lo spettatore tra quale sia la realtà e quale il "mito", quali i fatti e quali le suggestioni collettive (tutta la parte del verro è bellissima, la dentatura e i peli di Emilio, il pensare che sia figlio di un rapporto zoofilo, l'ostia, l'uccisione del maiale, davvero incredibile come delle antiche credenze possano avere questa forza).
In questo aspetto il film è straordinario come del resto sempre imbattibili sono gli effetti speciali di Stivaletti (c'è poco da fare, invidiatecelo e basta).
Non mancano le scene meno riuscite (quella del quaderno e in generale la maggior parte col povero Paolino, una specie di Telespalla Bob non riuscitissimo) e quelle solo riempitive (la storia d' "amore" con l'infermiera, alla fine della fiera inutile) ma il film scorre che è una meraviglia e ci dà quel gusto di retrò e di "grezzo" che ci manca tanto nel nostro cinema di genere (in questo è opposto al patinato ed elegantissimo The Nest).
Ad un certo punto affiora il dubbio non tanto che Carlo sia realmente il Diavolo (cioè, io l'avevo capito ma potevo benissimo non prenderci) ma di trovarci davanti ad un "semplice" film di schizofrenia (le voci che il bimbo sente) che di trascendentale non aveva nulla.
Probabilmente quella sarebbe stata una strada molto interessante perchè avrebbe messo ancora più in ridicolo le credenze dei locali, credenze che invece, alla luce del finale, erano molto fondate.
E arriviamoci a questo velocissimo finale, molto affrettato anche se, alla fine, direi abbastanza coerente e ben costruito
L'atmosfera qui ricorda abbastanza quella del celeberrimo avatiano La casa dalle finestre che ridono, anche se non si raggiunge quel marciume e senso di fastidio.
Dico la verità, anche grazie alla bravura dell'attore protagonista noi avevamo voluto molto bene all'impacciato (che bella la sua telefonata all'infermiera) Furio, un antieroe che alla fine quello resterà, un antieroe.
Le cose accadono una dietro l'altra e ci ritroviamo in 5 minuti dal vederlo dormire in canonica alla fine del film.
Forse Avati ha voluto usare la stessa tecnica del prologo, ovvero un istantaneo racconto che colpisca lo spettatore e lo sorprenda.
Eppure m'è dispiaciuto finisca così, che manco me l'aspettavo.
Forse, però, se m'è dispiaciuto vuol dire qualcosa, vuol dire che io su questo film volevo ancora starci dentro
E scusate se è poco

54 commenti:

  1. Ho ancora in mente un paio di inquadrature bellissime di Carlo visto da lontano, fuori dalla casa, prima di uccidere il malcapitato "Diavolo".

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  2. in merito alle coincidenze che sono capitate durante la tua visione, a me sono capitati 2 episodi:
    1. guardando il cast all'inizio del film ho ritrovato tutti gli attori feticci di avati e ho detto: "manca solo Delle Piane". Tornato a casa hanno annunciato la sua morte;
    2. uscendo dal cinema metto in moto la macchina e il contachilometri segnava 182666!!!

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    1. no no, direi che le tue due valgono assolutamente le mie due

      e la somma, 4, è inquietante

      e non sto scherzando, 4 cose così tutte riguardo un unico film...

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  3. Quindi il sagrestano è colui che ha alimentato il male, incolpando emilio visto le sue diversita, plagiando carlo e facendogli uscire la sua parte piu maligna, quella che vede furio alla fine del film, la stessa che vedeva anche in suo padre!
    ...ma la morte del padre di carlo come si puo interpretare?

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    1. no, credo addirittura che il ragazzo (Carlo?) fosse realmente il Diavolo e il sagrestano un suo braccio destro diciamo

      ed è lui che uccide il padre

      tutti i racconti che vediamo sono bugie, del resto si sa che il Diavolo mente sempre

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    2. Ci sta, è la prima cosa che ho pensato dopo l ultimo frame, e sicuramente dove ci vuole portare!
      Pero ho avuto un dubbio "chi era il diavolo prima di carlo?"...e quindi questo finale era un "ni".

      Ci si puo sbizzarrire per quanto riguarda teorie e varie speculazioni, quindi, il diavolo nn esiste, il sacrestano malvagio ha alimentato il male incolpando emilio vise le sue diversita, plagiando e aizzando sia la folla che carlo, facendo uscire la sua parte piu maligna!
      Peró l uccisione del padre cosi nn torna...

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    3. no, ma la tua lettura non solo è legittima ma nemmeno da escludere eh

      io penso che Carlo sia proprio Il Diavolo, ecco, non c'è un prima o un dopo, è proprio una delle sue tante rappresentazioni e nascondimenti

      quello che dici è molto interessante ma per me quei denti alla fine sono in marchio

      nei racconti abbiamo sempre sentito parlare di quei denti poi il nostro protagonista li vede alla fine, sono REALI, non frutto di un racconto

      per questo penso che Carlo sia letteralmente Il Diavolo, io in una sceneggiatura leggo così quei denti

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  4. Secondo me quella dentatura nn si vede cosi nettamente, è il regista che vuole portare il pubblico, come il protagonista,come quella gente di paese a credere nella menzogna!
    ...guarda che questa è una bellisima lettura :)
    Lo rivedro prima possibile!
    Grazie del confronto giusè!!!! ;)

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    1. no, ma infatti è molto interessante, una specie di autoconvincimento collettivo e radicato che ti porta a vedere cose che non esistono o a credere a cose che non esistono

      sono letture quasi opposte eppure molto simili

      grazie a te!

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  5. Ma quindi chi ha ucciso la piccola Valeria? Mi sento confuso😒😁

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    1. è morta naturalmente, come dice la madre ;)

      infatti il corpo trovato nella cantina è intatto, non sbranato

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    2. Eh infatti... Quindi lo sbranamento iniziale è un fake 😁

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    3. esatto :)

      o almeno così io ho capito

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    4. Per essere precisi le cose si svolgono in questo modo:

      SPOILER

      Nel finale il sacrestano (Cavina) fa leggere a Furio (il Funzionario del Ministero) il Registro Parrocchiale del 1943 (ossia di 9 anni prima) da dove si evince che al sacerdote del tempo gli era stata consegnata una cassetta di frutta con i resti, squartati, di una neonata di circa 3 mesi e il corpo era accompagnato da una lettera scritta, inequivocabilmente, dalla madre, la "Signora" Clara Vestri.
      Il sacrestano invita Furio a procedere nella lettura della lettera dove viene confermato che la "bestia" che ha squartato la piccola Valeria (così verrà battezzata dopo la morte) è stato il fratello Emilio (quello con le zanne).
      Ovviamente Furio domanda al sacrestano come mai lui e il sacerdote avessero taciuto la verità per tutto questo tempo.

      A questo punto per Furio le cose sono chiare, "Resta solo la bambina" dice al sacrestano, se si può portare il corpo davanti al giudice egli potrà dimostrare, senza alcun dubbio, che è proprio Emilio il colpevole e che le dicerie sono vere.
      Il finale lo conosciamo già: il sacrestano capisce che Furio non vuole fermarsi ma vuole arrivare alla verità a tutti i costi e quindi, trovandosi con le spalle al muro (se Furio scopre che la bambina non ha avuto alcuna mutilazione cade tutto il castello di menzogne, in primis quelle del sacerdote, del sacrestano e della madre) escogita, lì per lì, una trappola mortale: seppellire Furio con la verità che nessuno mai saprà (e che anche il Ministero tacerà perché, da giorni, aveva richiamato "l'inetto" Furio a Roma per manifesta incompetenza). Tengo a sottolineare che Carlo (il ragazzino che uccide Emilio con la fionda) non mostra le zanne ma fa vedere la sua dentatura sporgente (dislocazione dell'arcata dentale superiore) esattamente come è facilmente riscontrabile in tutta la scena in cui Paolino rompe il fanale della bicicletta di Emilio.
      Carlo è stato plasmato a dovere e non ci vuole un genio a capire che, alla dipartita di Cavina, sarà lui ad essere il nuovo sacrestano.

      RAEL70

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    5. anvedi chi si rivede...

      sì, esattamente, hai spiegato benissimo ed in maniera molto esaustiva quello che avevo detto, non c'è stato nessun omicidio nel passato, nessuno sbranamento, emilio non è mai stato un mostro ma così veniva dipinto dal sagrestano

      quando si parla di zanne lo si fa in senso lato, anche nel film - se non sbaglio - vengono definite così più volte

      quello che ci differenzia è che io credo che veramente quel bimbo sia il diavolo (e il sagrestano il suo braccio destro), te quasi il contrario

      ma queste sono percezioni personali, per il resto la dinamica è questa, anche per me senza dubbi

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    6. No Giuseppe, no :)

      Quello che voglio dimostrare è che Carlo è vittima dell'educazione dovuta ad una visione deviata e deviante della religione (qualunque essa sia) e delle superstizioni popolari.

      Non c'è alcun diavolo e alcun vicario: il sacrestano interpretato da Cavina è il Carlo di sessant'anni prima, anch'esso plasmato dal precedente sacerdote.

      Il film tratta di come le superstizioni e le dicerie possono portare una persona (anzi un credente) a commettere azioni che violano, in modo esplicito, gli insegnamenti divini (non uccidere, non dire falsa testimonianza, etc.).

      RAEL70

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    7. ah, ok, sì sì, in questo siamo molto lontani

      la tua interpretazione è molto convincente, la mia magari più "affascinante" (a me quella dentatura racconta questa suggestione, e anche il fatto di come sia noto che il Diavolo menta)

      su come il film racconti suggestioni collettive comunque sì, è evidente e lo è anche nella mia lettura

      anche se non portassimo questa cosa su Carlo basta tutta la vicenda di Emilio a raccontare di come le dicerie diventino superstizioni e disumanità

      il finale, però, a prescindere da diavolo o non diavolo, è come abbiamo detto ;)

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    8. Penso di essere stupido.. Se la bambina (Valeria) non è stata uccisa dal fratello, per quale motivo il suo corpo è stato seppellito in quella "cripta". cioe' per quale motivo il cadavere di una morte "naturale" è stato nascosto?

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    9. perchè se la gente vedesse che è stata una morte normale non crederebbe al diavolo e alla psicosi collettiva messa in atto dal sacrestano e (per me) dal vero diavolo (il bimbo)

      quel corpo non mutilato farebbe crollare anni di dicerie

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  6. sai che non ho mica capito?
    ma la "Signora" Clara Vestri perchè avrebbe scritto la lettera in cui racconta che "il mostro" ha ucciso la bimba?
    che vantaggio ne trarrebbe?
    e lo sputo in faccia a Carlo? tutta finzione?

    mi mancano dei pezzi e la lettura del blog qui sopra non me li ha chiariti

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    1. ora non posso ricordarmi, se ci fosse in rete vedo e ti dico

      ma a me sembrava tutto tremendamente lineare, la bimba è morta senza nessun mostro, il diavolo e il parroco hanno fatto sembrare il contrario, hanno teso una trappola con degli elementi falsi al nostro protagonista e questo c'è cascato

      ma non posso ricordare le minime cose

      tra l'altro è tratto da un romanzo dello stesso Avati quindi è letteralmente impossibile che abbia dei buchi o errori, sarebbe ridicolo che uno scrive un libro in cui cose così eclatanti non tornano e poi ci fa pure il film ;)

      comunque se lo potessi rivedere vedo meglio che hai scritto e ti dico

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    2. Noooooooo ho perso tutto quanto ho scritto!!!!!!
      Il Diavolo ci ha messo lo zampino (anche qui)

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    3. La notte aveva portato consiglio
      Avevo ormai appurato che non c’è nulla di paranormale
      la Chiesa (con l’avvallo della politica) tiene sotto controllo con la suggestione, la comunità ignorante, povera, facilmente influenzabile
      Così il “diverso” (ma poi quanto lo era?) diventa il capro espiatorio e l’innocente (Carlo, il bambino) il mezzo per raccontare le azioni più vergognose, che così diventano “favola”.
      la “Signora”, benchè un tempo influente e rispettata, per le disgrazie avute con i figli diventa l’anello debole e messa in minoranza.
      In tutto questo, quello che vediamo è un racconto, una finzione non più dimostrabile. Pura fantasia, colorita, ma invenzione. Come è sicuramente falsa la trascrizione riportata nel Registro Parocchiale, quella dove la “Signora” denuncia la sorte di sua figlia per “bocca” dell’altro figlio
      E quindi, bisogna mantenere il segreto. Serve alla Politica, serve alla Chiesa … serve alla Giustizia.

      Ecco in tutto questo, quello che non mi è chiaro è Carlo. Solo mezzo o piuttosto “burattinaio”? tutto farebbe pensare alla soluzione più ovvia e razionale, ma come si giustifica quindi la morte del papà di Carlo? La sua morte come potrebbe essere funzionale alla Chiesa/Politica, al controllo della comunità? Che colpa aveva quell’uomo? L’uccisione del maiale per mano sua, ha dato fastidio al solo Carlo. Ugualmente la morte dell’amico di Carlo? In fondo il diavolo è invidioso e geloso, no? E allora ecco il ruolo della ragazza, ora disponibile….

      Ok alla fine il film mi ha affascinato ….

      VOTO ***+

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    4. perfetto Stefano, è assolutamente come hai riassunto

      io te l'ho detto a grandi linee ma vedo che poi hai capito perfettamente

      Carlo invece sì, è veramente personaggio ambiguo su cui si può discutere

      io sono sicuro, per me è Il Diavolo, lo dico per due elementi, uno i denti finali (e per tutto il film LUI ha raccontato che il Diavolo ha denti in quella maniera) e uno appunto perchè tutto il film è il suo racconto e si sa che il Diavolo è mentitore, è proprio lui che sta manovrando tutto (penso anche ai Soliti Sospetti)

      beh, una volta che il Diavolo si è impossessato di quel corpo tutto torna

      noi tra l'altro vediamo la scena come la racconta il Diavolo mentitore, invece semplicemente lui ha ucciso il padre

      la ragazza non me la ricordo ;)

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    5. la ragazza carina, quella che "gli esce le tette"
      L'amico dice che lei si è fatta vedere da lui nuda e dopo la morte dell'amico è Carlo stesso che va da lei e, in cambio di un coniglio, si fa vedere svelata.

      la morte dell'amico (altissimo) altrimenti non si capirebbe se non come una invidia, gelosia da parte del carlo/diavolo

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    6. Ah sì sì, ora ricordo sia la ragazza che l'amico, quella specie di Telespalla Bob (se ricordo bene il peggiore a recitazione)

      e sì, mi sembra anche io la lessi così

      in ogni caso muoiono tutte le persone più vicine al diavolo, altrimenti non era il diavolo, ahah

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    7. Ho visto il film ieri sera e l'ho trovato molto bello. Effettivamente la sceneggiatura lascia volutamente aperte due interpretazioni. Quello che trovo originalissimo è che, se si dà credito a quella più soprannaturale, in pratica il diavolo sarebbe in campo contro la Democrazia Cristiana, il ché richiama anche allusioni al "nemico" di cui parlano a Roma, che tranquillamente si identifica col Partito Comunista (e le dicerie sui comunisti che mangiano i bambini sono state un leitmotiv di molti decenni, ci avete pensato?)
      Ad ogni modo, la storia della bambina seppellita in canonica invece che in cimitero non credo sia un bug, come suggerito in un commento sopra, nel quale ci si chiede perché, se non è stata sbranata, si trovi lì. Credo che questo si spieghi col fatto che, non essendo stata battezzata, non potesse ricevere una normale sepoltura.
      Comunque, qualunque sia l'interpretazione che si vuole dare sull'esistenza o meno di qualcosa di soprannaturale, il film è proprio bello, ben fatto, ben scritto, ben recitato...d'altra parte, il fatto che riesca a lasciare aperte più strade interpretative, è la dimostrazione che la storia funziona.

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    8. commento perfetto, abbastanza riassuntivo di quello di cui abbiamo parlato qua e con una chicca in più :)

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  7. Io un buco nella trama, ahimè, lo trovo, ma sarei felice di avere una spiegazione, che mi sfugge, in merito: dato che abbiamo capito che il povero Emilio non aveva nessuna negatività soprannaturale, appare parecchio goffa la sua comparsa sul luogo della morte del padre di Carlo, dove anche lui troverà la morte. Perché era lì? Il suo incedere minaccioso e tutto il contesto possono essere frutto della fantasia deviata di Carlo, ma il fatto che l’omicidio di Emilio sia avvenuto in quel posto, davanti casa di Carlo, è incontrovertibile. Come mai era lì?

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    1. domanda molto pertinente e intelligente

      io non ricordo amico, magari stefano qua sopra se legge ha visione più fresca

      dici che è incontrovertibile? o lo dice Carlo nel suo racconto?

      in ogni caso può essere tutto, da che era lì per caso a che l'hanno fatto andare lì, che sia solo racconto di Carlo o che effettivamente sto Emilio bazzicava quei posti

      però non voglio arrampicarmi sugli specchi ;)

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    2. È incontrovertibile perché il cadavere di Emilio è stato trovato lì; molto improbabile sia stato ucciso altrove e poi trascinato lì (sarebbe stato evidente anche senza autopsia). Quindi Emilio era là e non si capisce bene perché; era ora di cena, circa: cosa ci faceva un ragazzino fuori casa di sera, con tempo che minacciava temporale, senza un invito o un rapporto di amicizia tale che avrebbe giustificato una visita spontanea, soprattutto alla luce del fatto che poi si sarebbe rivelato del tutto innocente? L’unica spiegazione sarebbe che Gino ce l’ha spinto per farlo uccidere, forse d’accordo con Carlo, ma non c’è la minima prova di questo, il minimo appiglio nel film; comunque significherebbe che Gino avrebbe avuto la
      certezza matematica dell’omicidio da parte di Carlo e questo vorrebbe dire attribuire a Gino capacità di circonvenzione molto al di sopra di un sagrestano superstizioso. Secondo me non è stato rivisto bene questo punto in fase di scrittura e riprese.

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    3. direi che hai spiegato perfettamente, non posso aggiungere nulla

      se rivedessi il film magari capisco qualcosa (ma da come l'hai descritto c'è poco da capire), quindi la soluzione è...leggersi il libro di Avati, ahah

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    4. benchè visto settimana scorsa, non ricordo se c'è stata "un'organizzazione" dell'accaduto in quel luogo. Ma se è tutto frutto di un racconto di Carlo, poco importa del come e perchè Emilio era in quel luogo. Carlo lo avrà raggirato, invitandolo o promettendogli qualcosa

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    5. stiamo parlando del diavolo (sempre secondo la mia lettura) e quindi il racconto mendace o gli inganni sono il suo mestiere in effetti ;)

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    6. Salve... forse vi sfugge un piccolo particolare, quando Emilio(che ha ucciso davvero a morsi la sorellina) dopo l' "incidente" dell'ostia in chiesa, dice sghignazzando in modo malefico a Carlo, recatosi a casa sua per chiedergli di lasciare in pace l'amico in fin di vita per colpa sua, si sente rispondere " No... " anche perchè "Il bello deve ancora arrivare". Quando Carlo uccide Emilio , quest'ultimo prima di morire chiede a Carlo una coperta. Quel gesto di compassione suggellerà per il Signor Diavolo,cioè Emilio,nato da un rapporto zooerastico della Signora( citazione del film "Il presagio"),il passaggio e il possesso dell'anima di Carlo dall'ormai defunto ed inutile Emilio (citazione del film "Il tocco del Male").Il papà di Carlo muore perché uccidendo il maiale ha eliminato la porta d'acesso tra i due mondi ,mentre il sacrestano, il prete, la ragazza che si mostra nuda, lo stesso convento di suore sono semplicemente servi del diavolo.

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    7. complimenti per l'interpretazione ;)

      ma è "ufficiale" e sicura o tua?

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    8. Interpretazione "soprannaturale" diversa dalla mia realistica, ma perfetta. E dopo aver letto il seguito..credo che possa essere anche tutto vero.

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  8. Ma se carlo era rinchiuso in carcere come poteva poi trovarsi in canonica? Che ne pensate?

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    1. oddio, non me ricordo ma me sembra impossibile

      cioè, quando racconta le cose al commissario è un tempo diverso delle scene finali no?

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    2. infatti. Tempi diversi. Carlo racconta in un tempo antecedente

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    3. Nel film viene detto che a Carlo è stata concessa la libertà condizionata in attesa del processo, perché in carcere stava impazzendo

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    4. eravamo già sicuri della risposta ma grazie per l'ottima e circostanziata specificazione ;)

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  9. Di seguito vi riporto la spiegazione del finale data sulla pagina facebook del film. La spiegazione è stata data proprio perché sul web si sono diffuse interpretazioni sbagliate.

    https://www.facebook.com/search/top/?q=Il%20Signor%20Diavolo%20chi%20ha%20ucciso%20brutalmente%20Giulio&epa=SEARCH_BOX

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    1. Il finale del film è sostanzialmente diverso da quello del romanzo, ma una cosa assolutamente coincide. La piccola Valeria, il cadaverino ritrovato da Furio nell'ossario della chiesa di Lio Piccolo, è stato realmente sbranato a morsi da Emilio. Questa cosa deve essere ben puntualizzata perché molti, soprattutto sul web, stanno interpretando male questo essenziale passaggio del film. Rileggendo erroneamente il significato della pellicola e dicendo che la piccola Valeria, in realtà, era integra e che tutto è stato architettato per far passare il povero Emilio per il diavolo. In realtà Emilio incarna davvero il Male ma è a sua volta manovrato, pur nella sua natura già maligna, dall'infido sagrestano Gino. E' lui il "cattivo maestro". E lui che sta cercando una nuova anima da traviare. E quell'anima è proprio quella di Carlo. Un bambino fragile, solitario, fatalmente colpito negli affetti dalla perdita di quell'unico amico (Paolino) che per lui era un fratello. E' Gino, il sagrestano, a rivelare a Carlo che Emilio "...sa come si svegliano i morti". E' sempre Gino che vuole Emilio in chiesa come chierichetto accanto a Don Zanini. Tutto ciò avviene perché la Vestri Musy esercitava il suo potere anche sulla chiesa locale. E' la stessa chiesa che le aveva permesso, a Lio Piccolo, di occultare tempo addietro il cadaverino di Valeria dopo l'atroce delitto commesso da Emilio. La Vestri Musy ottenne, attraverso tutto ciò, che Emilio non fosse rinchiuso in carcere o internato a vita in un manicomio criminale. E' quindi normale che l'ira della Signora, alla morte di Emilio per mano di Carlo, si scateni proprio contro la chiesa. Contro un'istituzione che le era stata "fedele" ma che, soprattutto nella figura della conversa Dolores, aveva talmente fomentato la paura nei riguardi di Emilio da essere indirettamente causa della sua morte. Ma in realtà quello del fragile Carlo, attraverso il rapporto con Emilio e con Gino, è un vero e proprio percorso nella dannazione. La profanazione dell'ostia (data al maiale), la volontà di voler risvegliare i morti, il tentativo che egli stesso fa perché suo padre non uccida il verro alla monta suina. L'iniziazione al Male, per Carlo, si compie con l'uccisione di Emilio. E subito Gino si attiva perché al cadavere vengano estratti segretamente i denti. Ma il sacrestano sa benissimo che il ruolo di Signor Diavolo adesso è passato al nuovo e prediletto allievo, che è appunto Carlo. L'unica persona che resta da eliminare è Momenté. Questo punto è essenziale perché ci fa capire come Carlo, attraverso gli interrogatori e poi nell'incontro avuto in parlatorio con Momentè, sia sempre riuscito a manovrare gli inquirenti. E' Carlo a spingere Furio nella ricerca ossessiva del sagrestano. E quindi a spingerlo verso la fine certa. Momentè paga con la vita la sua ultima eppur legittima ambizione: voler risolvere il caso e tornare a Roma da vincitore. Gino sa che solo il cadaverino martoriato della piccola Valeria è la prova della pericolosa follia di Emilio e di cosa è stata capace di architettare sua madre pur di salvarlo. Se la verità venisse a galla screditerebbe la Vestri Musy e riabiliterebbe le forze politiche vicine alla Chiesa. Quando Momentè ritrova il cadaverino, nell'ossario, non può non accorgersi che è stato martoriato. Fa per risalire, ma Gino lo chiude per sempre lì sotto. Lì dove nessuno, per anni ed anni, ha neanche sospettato la presenza del corpo della bambina (lo stesso Gino incuteva timore ai ragazzini raccontando loro del diavolo che voleva risalire, dal torrente sotto la chiesa, attraverso l'ossario).

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    2. (continua) Ora Gino e il piccolo Carlo guardano Momentè mentre la lapide si chiude impietosa sopra di lui. Gino ha trovato il suo Signor Diavolo. Che a differenza di Emilio non ha deformità ed è fragile, ha l'apparenza di un bambino dal quale è impossibile attendersi cattiveria. Un male che sa travestirsi e meglio penetrare nell'animo della gente (...ha perfino convinto il giudice a concedergli la semi-libertà) Si può provare, forse, anche un minimo di compassione per Emilio? Per come è stato anche lui usato in questa storia? E quale sarà la vendetta di Clara Vestri Musy contro chi le ha sottratto l'unico figlio? (probabilmente Gino è una delle persone che più si è prodigata per la Signora quando c'era da occultare il cadavere di Valeria). Ci sarà qualcuno, a Roma, che cercherà Momentè volendo far luce su quanto accadutogli? E chi era il padre di Emilio? Quali arcani misteri nascondeva? Il Maestro Avati sta già pensando a un seguito...

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    3. madonna che casino...

      mi sono un pò perso ma alla fine ho capito la cosa più importante, ovvero che Emilio ha davvero sbranato la bimba, quindi qua avevamo sbagliato un pò tutti

      molto confuso il film, fare un cadaverino più esplicito non ci voleva niente ad esempio

      comunque anche in questa spiegazione parlano di Emilio come "Signor Diavolo", insomma, alla fine sto diavolo è sempre na persona diversa ;)

      poi magari la rileggo meglio, ti ringrazio molto

      ma, insomma, secondo me si poteva scrivere meglio il film...

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    4. infatti, se questa è la reale trama, la sceneggiatura è lacunosa, equivoca e oserei dire pure debole.

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    5. comunque ovviamente prima volevo scrivere

      "anche in questa spiegazione parlano di CARLO come "Signor Diavolo"

      non emilio

      boh alla fine chi diavolo sia sto diavolo non lo sanno manco loro

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    6. il libro sarà sicuramente più esauriente; però ci sarebbero stati ancora molti più dubbi con la spiegazione "il diavolo non esiste è il sagrestano Gino ha essere ossessionato da da credenze popolari e religiose" infatti:

      - perché la madre avrebbe fatto nascondere senza sepoltura la bimba morta di morte naturale?

      - chi ha ucciso il padre di Carlo?

      - per quale motivo Emilio andrebbe a casa di Carlo?

      - perché Momentè sente una bimba piangere quando passa la notte nella chiesa?

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    7. ahah, io passo, già sono quello che l'ha visto più tempo fa (8 mesi), in più ormai sono talmente incasinato in testa che nemmeno provo a tirare le fila di nuovo...

      se un giorno lo rivedrò (difficile) mi divertirò a rilegge tutto quello che abbiamo scritto ;)

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  10. Il padre di Carlo muore (nel libro è chiaro) sparandosi addosso col fucile dopo essere inciampato nella foga di farsi giustizia da sé.
    Nel film vediamo comunque ciò che racconta Carlo. La morte del padre sembra essere quindi per mano del diavolo.
    Emilio è stato ucciso da qualcun'altro (nel libro il perito alla balistica dice che è impossibile che sia stato km bambino). Non ho ben chiaro se Emilio abbia o meno ammazzato la sorellina, ma questo non cambia il senso del film.
    Non ci sono creature soprannaturali ma solo malvagità umane..
    Ovviamente Emilio aveva problemi mentali..ma non perché fosse maledetto..era malato.

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    1. altra interpretazione, incredibile, ahah

      cioè, ogni volta che ne scrivete una mi sembra senza dubbio quella giusta (a parte alcune sinceramente che non avevano senso)

      ho visto che anche te ad esempio sopra ne hai approvata una diversa dalla tua, è un casino

      grazie riky :)

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