27.3.21

Recensione: "Personal Shopper"

 

Dopo Sils Maria (sempre con la Stewart, in un ruolo quasi identico) questo è il secondo film di Assayas che vedo.
Ancora una volta trovo un cinema molto sofisticato, colto, complesso (anche nell'interpretazione).
Forse non il "mio" cinema, perchè questo raffinato dramma psicologico, con leggerissime venature di thriller e ghost story, non riesce ad avere quel perturbante che io di solito amo, quello sporco, quel malato. Come se il film avesse un'anima davvero bellissima (e con tematiche che adoro come lo spirituale e il metaforico) ma le raccontasse in una maniera sui generis, tutta in superficie.
In ogni caso un film da vedere, da interpretare, da analizzare.
Forse la storia di una difficilissima elaborazione del lutto, la storia della ricerca di fantasmi reali che in realtà sono solo interiori.

Questo qua, dopo Sils Maria, è solo il mio secondo Assayas.
Intanto è curioso che in entrambi i film la protagonista sia Kristen Stewart (che a me piace sempre più come attrice) ma è ancora più curioso che interpreti praticamente lo stesso personaggio, ovvero l'assistente personale di una star (più segretaria tuttofare in Sils Maria, personal shopper in... Personal Shopper).
Certo dopo soli due film non posso tirar fuori un teorema definitivo ma quello che posso dire è come entrambi mi siano piaciuti molto senza però riuscire del tutto a conquistarmi e, soprattutto, coinvolgermi come speravo.


Probabilmente ciò deriva dal tipo di cinema di Assayas, un cinema sofisticato, colto, complesso, psicologico ma non nell'accezione che amo io, ovvero quella di profonda inquietudine, "sporcizia", malattia.
Personal Shopper, film difficile, quasi inafferrabile, affascinante, ha tutte le caratteristiche (e lo script) che piacciono a me, eppure per tutta la sua durata mi è restato davanti ad un metro di distanza, senza che io riuscissi a farlo mio del tutto.
Un pò perchè umanamente è freddo (come il mondo che racconta del resto) un pò perchè, come dicevo, la sua preponderante parte psicologica arriva a noi in un modo insolito, "superficiale", nel senso che non turba quasi per nulla ma sembra raccontarci una vicenda quasi "normale" che nasconde significati nascosti.
Sì, è vero, c'è la casa stregata, ci sono i rumori, c'è addirittura la presenza fantasmatica (evitabilissima e pacchiana per me), c'è quella sottile inquietudine dovuta allo scambio di sms tra la Stewart e chissachì, c'è un omicidio efferato, insomma, a livello di significanti gli elementi del thriller ci son tutti, eppure l'atmosfera resta fondamentalmente serena per lo spettatore, senza che nè l'inquietudine nè lo scavo psicologico arrivi in profondità.
Attenzione, girare un thriller psicologico barra ghost movie così atipico potrebbe essere anche un pregio eh, ma io ho sentito poche vibrazioni.
Per fortuna in un aspetto il film invece mi ha molto interessato, ed è il cercare di capirlo.
Magari dopo dico due cose al riguardo.

La regia è molto buona ed elegante, la Stewart, che passa dall'esser nascosta in abiti sformati all'esser nuda è davvero grande e l'uso delle location ottimo.
Fermandoci un attimo a questo passaggio che ho scritto riguardo la Stewart è indubbio che quel suo essere "nascosta" dentro orribili abiti sognando continuamente quelli che noleggia alla star che assiste, è un primo tassello della costruzione psicologica del film, ovvero quella di qualcuno che desidererebbe essere qualcun altro. In tal senso credo anche i nudi siano simbolici, in un aspetto che ricorda vagamente le tematiche de Il Cigno Nero.
Iniziano ad esseri inseriti elementi fortemente spirituali e/o spiritistici, come la vicenda della pittrice svedese (molto interessante ma poi lasciata lì), come il manifestarsi definitivo di alcune forze dentro il villone deserto, come lo scambio di sms (troppo lungo, 40 minuti di film).
E' come se il film si riempisse di tantissimi elementi interessanti (sia di per sè sia nell'eventuali ricerca di un significato finale) ma tutta l'unione di essi non porti alla loro somma.
Ed è così che i singoli amanti dei vari aspetti (chi ama la spiritualità, chi lo spiritismo, chi il thriller, chi il dramma psicologico, chi il soft horror) rischiano di avere catturata la loro attenzione e sperare in qualcosa di grande che, invece, nei rispettivi aspetti, li potrà deludere.
Inoltre il film non sa essere essenziale, ma spesso pecca di ridondanza, specie nei dialoghi e negli scambi di sms (troppo didascalici, troppo manifesti).
Che il personaggio della Stewart sia attratta dal proibito, che voglia in qualche modo far venir fuori una sua parte più "nera", che la ecciti (si masturba pure) quel poter vivere un' "altra sè", è tutto davanti ai nostri occhi, senza che avessimo dovuto sorbirci 35 sms inutili che raccontano le cose.
Per fortuna però il film resta molto godibile, vogliamo vedere dove arriva, vogliamo capire chi manda gli sms, vogliamo sapere come si concluderà la ricerca del fratello.
Spesso restiamo spiazzati (la scena in cui lei va nell'hotel, poi vediamo andar via il "fantasma" e poi l'amante della diva è davvero confusa, devo riguardarla) e anche il finale ci toglierà pochissimi dubbi.
Questo però, paradossalmente, è la cosa che più ho amato, l'ho trovato davvero bellissimo pur, probabilmente, non avendolo capito.
E andiamo così alla mia interpretazione.
Per tutto il film ho immaginato che Maureen fosse in qualche modo schizofrenica. L'ho pensato soprattutto per tutte le scene con gli sms, immaginandomi una specie di dialogo inesistente tra lei e sè stessa, tra la parte che "non deve sbagliare" e quella che la esorta a scoprire la sua parte più nascosta.
Il fatto che poi la prenotazione all'albergo fosse a nome suo mi aveva ancora più convinto di questa idea.


E, arrivando al finale con questa convinzione, non potevo non leggerlo in tal senso.
Credo che quindi Personal Shopper racconti di una difficilissima elaborazione del lutto e del tentativo di cercare "fuori di sè" (la presenza del fratello) una via di uscita che, invece, è possibile solo dentro di sè.
Non c'è mai stato lo spirito del fratello, non c'è mai stato un misterioso messaggiatore, non c'è mai stato niente, se non delle "presenze" che Maureen ha creato per reificare, o tentare di farlo, un grandissimo disagio interno. 
Non è un caso che le venga detto, credo frase più emblematica del film, "liberati di lui", perchè solo quello può salvarla, ovvero l'accettare che per trovare la pace lei non deve cercare l'interazione con altri, ma trovarla dentro di sè.
Ed è in questo senso che leggo anche l'ultimo minuto, quel credere dapprima di trovarsi davanti lo spirito del fratello, poi immaginarsi che sia un altro spirito per poi, infine, chiedere "Sono io?" e ricevere un "sì" di risposta.
Come se da sempre tutto quello che abbiamo visto fosse stato un continuo dialogo con sè stessa camuffato da presenze misteriose.
Elaborazione del lutto, paura (di morire come il fratello), malattia, incapacità di andare avanti, sono tante le cose che si mischiano dentro secondo me.
Potremmo addirittura, in una lettura molto ardita, pensare che è invece Maureen ad essere morta (vedendo gli sms come una specie di contatto di qualcuno, magari del fratello in vita, ripensando alla scena in cui vediamo l'ascensore e le porte dell'hotel aprirsi senza vedere esseri umani o quel finale "Sono io?" a significare che è il contrario, la morta è lei) ma resta una suggestiva idea, molto affascinante, che non riesco però a metter sopra all'interpretazione più psicologica.
Quello che è sicuro è che ci troviamo davanti ad un film di fantasmi.
Un film dove la protagonista ricerca quelli reali, quelli che danno segni.
Non capendo però che, forse, gli unici fantasmi, come spesso accade nella vita, sono quelli che ci creiamo da soli.
E che se solo lo vogliamo, se solo lo capiamo, ecco che, puff, possiamo mandarli via in un attimo

47 commenti:

  1. Letto la tua recensione e sono abbastanza d'accordo su tutto. L'unica cosa forse che io ho interpretato anche i messaggi che fossero del fratello (così come l'uscita dall'albergo)

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    1. ci devo riflettere

      ma nella mia lettura, anche fosse così, quel fratello in qualche modo l'ha "creato" lei

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  2. ciao Caden
    L'ho visto l'anno scorso, quindi non sono freschissima.
    Spoiller
    Ma pensa io avevo capito che gli sms erano dall'ex della vittima, che approfittando del poco equilibrio della protagonista, la muove per far ricadere su lei l'omicidio.
    Ma forse devo rivederlo.

    Un po' il suo vivere le sue ossesioni, come dici tu i suoi fantasmicreati, mi ha ricordato Thelma,
    France Basile

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    1. sì sì, ma infatti la lettura più immediata e plausibile è che quegli sms li mandava quello eh

      molto probabilmente è come dici

      ma mettendo tutti i pezzi insieme e forse cercando un modo per "elevare" il film io ho scritto quell'interpretazione tutta solo psicologica

      Thelma lo vedo più come manifesto di un'età, di un'educazione, universale, mentre Personal Shopper mi sembra più un comportamento contingente di Maureen (anche se il crearsi fantasmi propri riguarda tutti noi)

      non li avrei mai paragonati ma fai benissimo a farlo

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    2. Anche Thelma si portava dentro un lutto fraterno, che non elaborato puo' avere effetto dirompente.
      France

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    3. Non l'ho mai vissuto in Thelma quel lutto fraterno ma, come dicevo sopra, è bello che ognuno trovi riferimenti personali, io praticamente faccio sempre solo questo :)

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    4. Questo tuo spazio ci piace cosi ;)

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  3. Originale e intrigante. Un film che sembra una cosa, ma si evolve e si trasforma in altra. Lo fa con sfumature, senza scatti, con armonia. Ci si ritrova a partecipare, a curiosare, ci si mette letteralmente nei panni di ...(anche se proibito), ci si fa sedurre. L'ambiguità di ciò che avviene, da cosa si vede, rende il tutto molto poco chiaro. Il finale è equivoco, ma il come ci sia arriva merita. Alcune sequenze rimangono e la K. Stewart adatta al ruolo.

    VOTO ***+ (tendente al ****)

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  4. il messaggiatore stalker è l'ex fidanzato di Kyra, nonchè assassino della stessa
    il "fantasma" che entra e esce dall'hotel è una sorta di allegoria che ci libera dalla soluzione metafisica, per portarci sull'aspetto più terreno.
    Kirsten si incontra in hotel con l'assassino e poi lo denuncia alla polizia, che arriva e lo arresta.

    piuttosto il finale mi è più criptico e l'apparizione del fratello dietro la finestra, mentre lei è in giardino, un emozione me l'ha data.

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    1. Mi piace pensare che non sia così, anche se so che è la soluzione che il film vuole darci

      sinceramente fosse "solo" così il film diventa ancora più debole (sempre nel caso lo sia)

      40 minuti che giocano sulla parte nascosta di sè, così potenzialmente profondi, che si rivelino uno scambio di sms con un personaggio laterale in quella maniera indebolisce lo script

      anche quella apparizione può essere tante cose, io ovviamente riporto tutto alla volontà che ha lei che il fratello ci sia ancora

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  5. ciao

    A me il film, visto nel 2020, è piaciuto...ma per altri motivi rispetto ai Vostri.
    Ok la storia, la metafisica, il thriller etc, ma secondo me ammirabile è la volontà di un attore di diventare credibile e di levarsi di dosso tutti i preconcetti che un precedente ruolo sembra avergli tatuato addosso.

    La Stewart che si spoglia per me è come se tentasse di togliersi di dosso la Saga di Twilight, che seppur di successo galattico la ha categorizzata agli occhi di quasi tutti come Bella "quella del vampiro". Un po come ha fatto Daniel Radcliffe in Hooligan o Jungle. Dura essere Harry Potter o Bella tutta la vita.

    La Stewart, per me, da attricetta mono-espressione sta risalendo la china della credibilità e questo grazie anche a film come questo. Forse il miglior complimento da fare a Film e Regista no?

    Mandi Mandi

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    1. Guarda, io mai visto i Twilight, in compenso ho visto la Stewart in altri 4 film, tutti d'autore, e in tutti è splendida

      quindi, almeno da parte mia, quella necessità che devo "spogliarla" dal ruolo di Bella non ce l'ho

      la tua analogia col film e la sua carriera è davvero stimolante Giovanni, tuttavia non credo c'entri col film, a meno che la Stewart non abbia partecipato alla sceneggiatura o, al contrario, chi la sceneggiatura l'ha scritta non abbia pensato alla Stewart come attrice per creare quella metafora

      per me resta una bella suggestione tua

      mandi :)

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  6. Ciao Caden, anch'io sono poco fresco di visione, ma ricordo bene come ha già detto qualcuno chi fosse lo stalker. Ricordo che mi piacque molto questa soluzione terrena, mi aveva tenuto in tensione tutto il tempo, a fare teorie come nella tua recensione. E a mio parere non depotenzia affatto il film, la componente terrena e quella metafisica sono due tronconi che corrono paralleli, ma che il film ci mostra volutamente in modo sospetto per farci supporre un collegamento, e tenerci così all'oscuro. Così sul finale tutto si svolge coerentemente: la dimensione terrena trova una sua risoluzione, quella metafisica rimane ambigua, perché per definizione andando "oltre" la "fisica" è soggetta all'interpretazione, non si può risolvere.
    Non tra i miei film preferiti, ma l'ho vissuto in modo decisamente "sereno".

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    1. Ma certo Enrico, come dici te fila tutto.
      Ma, se posso dirlo, a me me sembra de na pochezza fosse così...

      Che quel personaggio così debole chatti con lei 40 minuti su cose profondissime come l'identità, il proibito, la vera natura di sè stessi e che ci siano quelle scene di lei così simboliche, ecco, me sembra assurdo

      cioè, a che pro? capisco magari che la voleva incastrare ma che tipo di scambio sms c'è stato? perchè?

      no, guarda, per salvare il film lo ricorderò come l'ho pensato io

      sbaglio sicuro ma almeno ho motivi per farmelo piacere :)

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    2. e quel tuo "sereno" dice tanto, secondo me sto film che parla di fratelli morti, di spiritualità, di identità, di malattia, di elaborazione del lutto e tante altre bellissime cose per l'appunto doveva portarci ad un'atmosfera molto più densa, non conciliante, perturbante e fastidiosa

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    3. Haha, ognuno giustamente si fa l'immagine che preferisce :) ho usato la parola "sereno" apposta, l'avevi usata anche tu in recensione. Onestamente ho trovato molto intelligente che la parte metafisica fosse calma, poco torbida, almeno fino a quel mezzo shock finale (che le fa dire "Sono io?"). Chiunque altro l'avrebbe resa la più viscerale e ribollente del film, invece Assayas si è giustamente calato nel mood di chi non sta elaborando, ma và avanti nella sua vita come nulla fosse.
      E in questa vita che và avanti ad inerzia si è sapientemente inserito un personaggio meschino e a cui frega solo di dare sfogo alla propria oscurità. È molto realistico che una persona fragile come la Stewart si lasci attirare, scambiando quelle conversazioni al cellulare per chissà cosa, magari persino per messaggi dall'aldilà.

      Poi certo, se ci vuoi vedere molto di più puoi teorizzare quello che vuoi, il film lascia i suoi spazi. Ma credo che appunto, a ricamarci sopra si finisca delusi, a dire "tutto qui?" Sarà per questo che il film è stato distrutto da tutti i critici ufficiali a partire da quelli di Cannes, frustrati dal non poter ricamarci sopra nelle recensioni.
      Personalmente mi funziona molto meglio così, "liscio".

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    4. In realtà ci sarebbe un'altra soluzione, la vecchia sana stroncatura hahaha. È che secondo me tu sei troppo buono e volevi fartelo piacere a tutti i costi ;)

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    5. La cosa paradossale è che siamo praticamente super d'accordo ma quello che è piaciuto a te è esattamente quello che non è piaciuto a me ;)

      Comunque ripeto, quel mezzo personaggio con cui lei ha 3 minuti di dialogo lo trovo davvero poco convincente a diventare il suo messaggiatore misterioso, in qualche modo anche la voce della sua coscienza

      boh, non ho letto recensioni in giro ma questo è uno di quei film dove, davvero, capirei qualsiasi tipo di giudizio, da quello esaltato a quello fortemente deluso

      comunque ti sei spiegato bene ;)

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    6. No no, il film mi è piaciuto, anzi, al contrario, la recensione è molto peggio di quello che in realtà è il mio giudizio

      insomma, è successo il contrario, per una volta che avevo 2/3 difetti grossi di cui parlare ho calcato la mano su quelli, altro che troppo buono, so stato troppo stronzo

      ma mi capita raramente di vedere film che mi piacciono ma che sulla bilancia hanno pari pregi e difetti, si solito la prima è sempre più pesante

      e allora pe na volta un pochino male ho potuto parlà ;)

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    7. Anche tu ti sei spiegato bene ;) anzi hai fatto bene a calcare sui difetti se quelli ti "tormentavano" più di quanto non ti colpissero i pregi. Sennò che noia, stiamo sempre a cantare inni di gioia a quanto è bello il cinema. Così rendiamo meno "speciali" quei film che davvero ci suonano giusti da cima a fondo, non so se mi spiego ;)

      Prima o poi allora troverai un nuovo Sofà o uno Scope of separation da stroncare, così la bilancia tornerà in equilibrio hahaha.

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    8. Ahah :)

      guarda, The scope of separation eravamo in tanti (entrambi i film li ho visti al festival di Torino) e, a memoria, eravamo tutti scandalizzati (anche perchè la Marini lo presentò come un gran film)

      invece Sofà eravamo solo in due e meno male c'era lei a confermare che faceva schifo altrimenti, te lo giuro, quel film era così assurdo ed esasperato autorialmente che magari poteva venimme il dubbio che fosse un grandissimo film che però, appunto per quelle esasperazione autoriali, io avevo detestato

      insomma, sul primo ce metto più la mano sul foco ma abbastanza anche sul secondo...

      in ogni caso me so dimenticato il voto per Personal Shopper, se proprio dovessi darlo direi un 7

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    9. Curiose queste due esperienze così diverse, le recensioni sono praticamente gemelle haha, le cito sempre insieme.

      Beh dai, un voto più che onesto.

      Off topic, non posso commentare su faccialibro ma ho visto il post sugli sguardi in camera, molto bello. Ci sono registi che quella regola (sguardo in camera = finale) la rompono praticamente sempre, tipo Shyamalan, De Palma, Ozu. Questione di stile, ma non è la mia tazza di the ;)

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    10. ma tanto vista la partecipazione che c'è stata e tutte le cose segnalate prima o poi ce faccio un post qui

      davvero Shyamalan? pensa che ho visto tutti i suoi film e ora, a memoria, non me ne ricordo manco uno

      anzi, forse sì, Split, la Taylor-Joy

      tendenzialmente, come ho scritto, sti finali mi hanno quasi sempre emozionato tanto , alcuni sono veramente perfetti

      beviamo thè diversi spesso ma è bellissimo parlare di marche di thè diverse :)

      (no, ma infatti a me hanno fatto schifo alla stessa maniera quei due film eh, ma il secondo ho più paura sia stato un mio grande fastidio personale (o almeno di noi due) mentre il primo, boh, era il nulla assoluto)

      sai che ora scrivendoti ricordo altri due film che me diedero un fastidio assurdo, Parc (non The Park eh, quello orribile ma divertente) e Dante 01

      ecco, di film abomini ne ho visti tanti ma pochi mi hanno proprio infastidito, di solito sono solo orribili, anzi, ce ridi

      via, vo a letto ;)

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    11. Ritorno dopo la recensione di Dante 01, pensa che forse non l'avevo mai letta mannaggia. Talmente pretenzioso da non meritare nemmeno "gli Abomini di serie Z" evidentemente...
      A proposito, mi sono riletto di 6 giorni sulla terra, non so esattamente cosa mi faccia così ridere, forse è quell'ilarità involontaria che crea chi si crede più intelligente di tutti gli altri. Sai un po' come quando leggi i discorsi dei terrapiattisti e quasi ti spiace per loro porelli, non fosse per l'ostentata arroganza...
      Parc già letto invece, forse l'unica volta dove ti ho letto veramente, veramente irritato :,)

      Eh, ma se ti ricordi solo la Taylor-Joy non vale, troppo facile haha. Chi se li scorda quegli occhioni? ;)
      Così sul palmo di una mano mi viene in mente The Village, se non sbaglio quasi tutto il dialogo del portico tra Phoenix e la Dallas Howard avviene con loro che guardano in camera. Forse c'è qualcosa anche in Signs. Poi vabbè c'è The Visit che bara un po', essendo un mockumentary guardano in camera un sacco di volte. :)
      Concordo, è bello parlare di tutte queste diverse marche. Compreso il suddetto Shyamalan che non mi è mai piaciuto troppo ad essere sincero (abbastanza da possedere metà dei suoi film, dai).

      Ah a proposito, ho pronto il nuovo pezzo per la Rubrica. Ti va bene se lo mando domani? Hai un'ora di preferenza?

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    12. Oh madonna, 6 giorni sulla terra che film...

      dopo vado a rileggermi, non me ricordo quasi niente (di quello che ho scritto e manco del film) se non l'argomento e quanto fosse brutto

      alla fine sono molto onesto, negli Abomini metto proprio i filmacci orribili di serie Z (come dice titolo), non i film normali che mi fanno schifo ;)

      eh, me ricordo come unico finale con sguardo in camera solo quello non tanto per la Taylor-Joy ma perchè è il più recente, l'ho pure rivisto e mi hai fatto ripensare al finale (anche se ho ancora dubbi che sia sguardo in camera, sono quasi sicuro ma devo rivedere)

      The Visit ovviamente non conta, per il motivo che dici

      e più guarda in camera magari con un dialogo il mio "studio" era riferito a quegli sguardi in camera finali "muti", proprio a chiudere il film con quell'ultimo frame in cui il protagonista per la prima volta da quella cosa

      oddio, me stai davvero chiedendo a che ora preferisco ricevere una mail?

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    13. Sì sì, il tuo post sugli sguardi finali era molto specifico, io parlavo in generale. Infatti mi sa che stiamo parlando di due scene diverse di Split, io manco mi ricordo quella finale, stavo parlando di quella in cui McAvoy entra nella macchina e narcotizza le ragazze, ed è lì che la Taylor-Joy guarda in camera.

      Hahaha no, ti sto chiedendo se (nel caso la pubblicassi subito) preferisci un orario. Immagino che tu non abbia voglia di metterti dietro ad un pezzo esterno del blog alle 8 di sera o col boccone del pranzo ancora in bocca :)

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    14. ah, anche lì forse, vero

      il finale mi sembra lei sia sulla macchina della polizia, le dicono di andare dallo zio (abusante) e lei rimane in macchina, guarda in camera e vi fa capire che, forse, non scenderà

      ma vado a memoria

      e quando mai te l'ho pubblicate all'istante? ahah

      anzi, a volte ti ho fatto penare un mese

      manda quando vuoi, la metto presto comunque

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  7. Ti dirò, fu un film che mi lasciò piuttosto dubbioso - credo che il poltergeist per me fu troppo 😅
    Ne ho un ricordo piuttosto confuso, ma l'atmosfera la conservo ancora nella memoria.
    E lei nuda, anche, sì u.u

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    1. terribile la scena del fantasma Giacomo...

      E secondo me il motivo per cui lo ricordi ancora lo hai scritto in fondo

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    2. Sì, fantasma terribile e lei bellissima 🤣 però l'ho trovato incompleto :/

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  8. Di Assayas ho visto solo Irma Vep e Demonlover e mi sono piaciuti entrambi anche se sono strani forte. Da quello che hai scritto deduco che non li hai visti, ma specialmente il primo è un film metacinematografico che potrebbe piacerti. Il post l'ho saltato un po'per non essere spoilerato dato che probabilmente guarderò anche questo che non conoscevo.

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    1. Da quel poco che ti conosco (anzi amico, grazie di venire sempre a commentare senza che io invece sia mai praticamente venuto da te, ti fa onore, ero rimasto ai vecchi tempi in cui sembrava quasi che i "blogger" dovevano o non commentarsi o farlo solo reciprocamente), dicevo da quel poco che ti ho conosciuto mi davi l'idea di uno da cinema "emerso", non che scandagliava i piccoli film nascosti

      pensa che io sti due mai sentiti, mi hai incuriosito ;)

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    2. Beh non commento proprio tutto, anche perché non so proprio tutto, ma certe cose un po'alternative mi piacciono anche se, in effetti, mi dedico più che altro alle cose più mainstream. Se farai un giro dalle mie parti te ne renderai conto di come gestisco i miei gusti, se di gusto si può parlare, perché poi alla fine parlo di quello che mi è piaciuto, ma anche di ciò che non mi è piaciuto, e se devo massacrare un film o un disco non sto tanto a girarci intorno. Ti consiglio specialmente Irma Vep, conosciuto grazie ad Enrico Ghezzi in orari vampireschi su Rai 3 e finto su una Vhs che avevo programmato con molto margine per registrare una serie tv degli anni 70, cioè UFO, e che è una delle mie preferite in assoluto. Demonlover è carino, ma secondo me meno riuscito del primo. Sarò lieto di leggere una tua recensione nel caso li vedessi.

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    3. Ah, allora l'impressione era giusta :)

      però poi mi confermi che sei uno che vedeva anche Ghezzi di notte, quindi direi super poliedrico ;)

      devo assolutamente venire a trovarti, te lo prometto

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    4. La programmazione notturna della Rai mi ha sempre riservato gradite sorprese infatti. Grazie al videoregistratore però... purtroppo gli orari e il lavoro erano abbastanza vincolanti. Se passi sei il benvenuto.

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    5. te dico solo che c'ho una mamma (che capisce niente de cinema eh, lo dico con affetto, è solo accumulatrice seriale) che aveva registrato oltre 10000 film su vhs e aveva uno stanzino in cui non c'era più nessuna delle 4 mura ma solo, appunto, videocassette di film (anzi, in 3 file, come fossero 12 pareti)

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    6. Chissà che tesoro di film ci sarà li in mezzo☺

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    7. guarda, ho paura solo a farmi mandare la lista

      ma sì, è un tesoro di sicuro

      tra l'altro credo ne abbia almeno un migliaio anche originali, comprati insomma

      tutto il resto registrazioni

      ci sono anche tutte le partite di Italia 90, ahah :)

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  9. Ops. Sarò prolissa.

    "O sono SOLO io?".

    Questa è la domanda esatta che lei si pone nel finale, ed è da qui che parto per dire una cosa: a me non sembra un film di fantasmi, ma un film sulla solitudine. La Stewart interpreta una ragazza dannatamente sola e dannatamente bisognosa di non sentircisi. Si è trasferita a Parigi dopo la morte del suo gemello, il fidanzato è in un altro continente, non incrocia mai la sua capa, gli stilisti che incontra la ingannano invogliandola a provare gli abiti e poi spifferandolo a Kyra, la ex del fratello morto da 90 giorni sta già con un altro e le dice che dovrebbe andarsene e raggiungere il suo ragazzo (che avrebbe dovuto farlo molto tempo prima, a dirla tutta). Non appena qualcuno le offre un appiglio sbrodola racconti privati come se ne avesse un enorme bisogno. In giro per treni, aerei, nel traffico sotto la pioggia su uno scooter con al polso borsoni costosissimi.

    Così mi sentirei io: sola. Forse è una lettura troppo personale, ma è quello che ho sentito. Che sento anche ora che ci rifletto.

    Lei ha bisogno che ci sia, questo fantasma. Lei ha bisogno che ci sia, questo anonimo che le scrive SMS che occupino 40 minuti di film. Ne ha talmente bisogno che se li crea.

    "O sono solo io?", io lo leggo come una stramba presa di coscienza della sua solitudine. Una stramba e definitiva presa di coscienza di essere sola al mondo.

    Non a caso è in un altro continente. Arriva e - sorpresa! - il suo ragazzo non è lì ad accoglierla, nemmeno dopo 5 ore di viaggio verso l'entroterra. È allora che capisce, e se lo chiede: "...sono solo io?". E poi si risponde.

    "Sì."

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    1. Oddio, prolissa, e allora io? ahah

      intanto ciao Marti!

      "Non credo sia un film sui fantasmi ma sulla solitudine"

      oltre alla bellezza della frase e alla pertinenza (ricordo abbastanza il film ma non tanto da...ricordare quanto mi sia sembrato un film sui fantasmi e quanto sulla solitudine) alla fine la solitudine cos'è se non una condizione di fantasmi?

      Sia perchè, quando siamo completamente soli, alla fine viviamo solo con i nostri fantasmi, i fantasmi di chi non c'è più, quelli di chi non c'è mai stato, quelli più "interni" dei nostri demoni

      sia perchè, visto dall'altra parte, un fantasma è un'entità che richiama tantissimo la solitudine

      quindi sì, qualsiasi cosa dirai dopo (sto scrivendo queste righe dopo aver letto solo 4 tue) hai ragione

      ecco, ora nelle tue righe successive ho rivisot tutto il film e, assolutamente, racconti (e con te il film) una solitudine immensa, la famosa solitudine nella moltitudine, forse ancora peggiore di quella tout court

      ora non ricordo che lettura diedi io a questo messaggiatore ma mi sembra che te lo vedi come una specie di "schizofrenia emotiva" (boh, termine coniato al momento), ovvero di creazione di un altro sè per colmare della mancanze

      davvero bellissima lettura (mi riferisco agli ultimi due capoversi)

      viene quasi voglia di rivederlo ;)

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  10. Condivido in pieno il pensiero di @lamarti. Anche io ci ho letto tanta solitudine e una netta connessione tra il concetto di solitudine e fantasmi.
    I tanti min di chat non mi hanno disturbato affatto, mi spaventavano forse, ma perché mi hanno fatto capire qualcosa su di me: 1. Il forte nesso con la tecnologia derivante soprattutto dal periodo del covid è ormai stato totalmente inglobato dal mio modo di vivere e in quello dell’attrice. Tutto nel film è virtuale, anche col fidanzato ha una relazione a distanza, su Skype 2.il periodo di isolamento forzato dettato dal virus è un nesso con l’isolamento dettato dal lutto. Entrambi hanno modi sbagliati di connettersi con l’altro: social, sedute spiritiche. Tuttavia, nonostante la necessità di condivisione e la
    Solitudine, mi sono bloccata quando ho visto che raccontava tutti i cavoli propri al futuro assassino (e ho pensato: ma che cazzo fai oh? No, no non dirlo, non sono fatti da dire a un estraneo) appena incontrato e a parte il gran bisogno di parlare con qualcuno di sconosciuto (quando pensiamo di non rivedere più una persona è più “semplice” aprirsi, la sola interpretazione che ho dato -andando avanti nel film - è che servisse a giustificare proprio la chat (Era il solo ad avere basi su di lei e a volerla usare. Quanto meno alla domanda Lewis sei tu non risponde. Almeno un minimo di “garbo” perché sennò la protagonista sarebbe impazzita davvero, o morta di spavento (tra l’altro lei bravissima a trasmettere tensione e ansia durate la chat, il mio grande problema nei film è che mi immedesimo troppo infatti non guardò mai horror o simili e se avessi saputo che andava in quella direzione col piffero che avrei guardato il film, ragion per cui non riesco a dormire e scrivo alle 6 del mattino). Una cosa tra le tante che mi sono chiesta (e che non ho intenzione di andare a controllare perché sono una cagasotto) è stata: ma le buste coi gioielli, non aveva detto di averle lasciate dalla capa? Come ci sono arrivate a casa sua poi? Oppure ha mentito alla polizia e le ha prese su lei?
    Ad ogni modo, non capisco il senso dell’apparizione del fratello alle spalle della tipa se poi alla fine ripropone la stessa scena e dovrebbe essere lei il fantasma. Ahhhhh odio odio odio quando non è chiaro. la mancanza di soluzione del film mi ha lasciato un senso di disagio, quello sì altro che i 40’ di chat).

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    1. mannaggia, ma specie quando scrivete bei commenti, lunghi e pensati, perchè non mettete un nome? :)

      Ho letto il tuo commento tutto d'un fiato (anche per il tuo modo di scrivere, di pancia e come se parlassi)

      purtroppo ricordo le sensazioni che mi ha lasciato sto film (quasi tutte belle,nel senso di apprezzamento) e anche qualche magagna, ma per il resto per risponderti bene ho un ricordo troppo offuscato

      I tuoi riferimenti alla solitudine o a questo nuovo mondo in cui anche quando si è insieme si è distanti e "virtuali" sono ottimi, ma è sempre il solito discorso, questa è l'epoca più globale e aperta al mondo e agli altri di sempre ma al tempo stesso quella che ci porta più all'isolamento fisico.
      Io a 15 anni potevo parlare e interagire solo con i miei 3 amici al bar. Adesso con centinaia di persone, da Torino all'India.
      Eppure quei 3 amici li vedevo, toccavo, ci uscivo (oddio, lo faccio anche ora eh, ma hai capito il concetto) mentre queste centinaia no, o difficilmente.
      Siamo esseri sociali con mille stimoli,mille persone intorno eppure bloccate spesso davanti a un pc.
      E' un paradosso incredibile e triste

      Guarda, della cosa delle buste non ricordo NIENTE,ahah

      E ricordo poco anche la cosa delle due apparizioni che dici, quindi o ho scritto qualcosa al riguardo in recensione o non posso dire nulla...

      Però, a differenza tua amo i film non chiari, specialmente i finali :)

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    2. Hai ragione, ho scritto di pancia. Come ti ho detto era molto presto, mi ero messa alla ricerca di risposte sul finale e tra gli altri ho trovato anche questo sito. La risp è mal formulata me ne rendo conto, ma non ho riletto perché facevo fatica con il cel (tornando al discorso!!!) In compenso però ho letto tutti i commenti fatti prima di me e alcuni mi hanno fatto pensare. Ad es. nel film io c'ho visto tanto dell'attrice, come stile personale intendo fuori dalle telecamere. Non dico come hanno suggerito alcuni che il regista lo abbia fatto su misura per lei, ma che abbia scelto la Stewart perché in linea si, ci sta. Lei e i suo stile grunge, lei e il suo dividendo tra in/fuori scena, lei un pò rock/bisex/confusa ma anche per questo sempre sexy, ci stava benissimo. Anche a me, come nel tuo caso, lei come attrice piace, non la trovo poco espressiva come hanno detto per anni, semplicemente è diversa e porta sempre moltissimo di sé nei personaggi che interpreta. Beh, in ogni caso spero di dormire questa notte :D

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    3. P.S: mi piace l'idea di avere uno spazio dove potermi confrontare con gli altri sulle interpretazioni dei film. Bello, grazie ^.^

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    4. ecco vedi, questo è uno dei lati positivi del social. Però il film a me ha fatto riflettere tantissimo (in senso negativo), perché ho realizzato di essere diventata il fantasma di me stessa, esattamente come la protagonista. Suona forte come concetto, lo so, però è vero, è reale, è attuale. Un abbraccio e grazie ancora :)

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    5. No, ma che fosse scritto di pancia era un complimento eh :)

      Molto interessante il tuo discorso sulla Stewart, su come questo film le si cucisse addosso per quello che lei è anche come persona (io fuori dai film conosco poco le vicende degli attori, quindi grazie)

      Io la trovo una grandissima attrice, poi st'anno (all'epoca quindi non l'avevo ancora visto) c'è stato Spencer...
      E che dire, senza parole

      Apprezzo questo tuo piccolo sfogo e sincerità. Ma sai una cosa, per reagire prima serve sempre un'altra cosa, ovvero essere consapevoli.
      E tu sei consapevole della piccola difficoltà in cui ti ritrovi, sei lucida e ne vedi i problemi

      quindi hai una base perfetta per uscirne :)

      un abbraccio

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