7.7.21

Su Luis Enrique, sul dolore e sull'esser uomini



In questo periodo della mia vita in cui si sta piano piano, in maniera lenta, costante ma positivamente inesorabile, tornando ad essere un uomo con la U maiuscola ecco che una semplice intervista può diventare emblematica.
Ieri notte vedo a fine partita l'intervista a Luis Enrique.
La Spagna nel gioco ci ha dominati, ha giocato una partita meravigliosa, ha messo in mostra il talento accecante di Pedri, quello di Dani Olmo, un'organizzazione di squadra incredibile e, rispetto a vecchie Spagne, anche una verticalità molto superiore.
Veramente, sono rimasto conquistato da questa squadra.
Non abbiamo rubato la partita ma, a gioco, ci sono stati superiori, e di due spanne.
A fine partita intervistiamo (nel senso noi italiani) Luis Enrique, e io ero già lì pronto a vedere un uomo arrabbiato, scosso, o almeno deluso e con poca voglia di parlare.
Ha perso ai rigori da 20 minuti, e perdere ai rigori ti uccide, specie quando hai dominato nel gioco.
E sento quest'uomo che dice di essere contento, che non ha rimpianti, che ha visto una grande Italia e una grande Spagna, che ha assistito ad una partita di calcio di livello altissimo, che è orgoglioso di sè e dei suoi ragazzi e che augura tutto il meglio all'Italia, ovvero di vincere l'Europeo.
Tutto detto con una serenità e una "verità" nel suo volto che, davvero, quasi mi commuovevo.
Poi si torna nello studio e il presentatore ci ricorda quello che è successo a Luis Enrique due anni fa.
Ovvero perdere per un male terribile e incurabile quella cosa splendida che tiene in braccio nella foto qua sopra.
Probabilmente il dolore più grande che un essere umano possa vivere.
Appena mi hanno ricordato questa cosa (che avevo colpevolmente dimenticato tanto da insultare 3-4 volte - ovviamente per scherzo - Luis Enrique durante la partita) il mio piccolo cervello ha fatto 1 + 1 e ha associato l'intervista disarmante di 2 minuti prima a questa cosa che è successa all'allenatore spagnolo.
Per farla breve Luis Enrique 3 anni fa avrebbe rilasciato la stessa identica intervista?
No.
Certo se una persona è sportiva è sportiva e sicuramente si sarebbe comportato da signore anche 3 anni fa.
Ma, e ne sono certo, la serenità che ho visto in questa ultima intervista, quel sentirgli dire tutte quelle frasi di sconcertante sportività sono figlie di quello che quest'uomo è diventato in questi ultimi due anni.
Perchè si cambia, sempre, e quando ci va bene si migliora.
Ora, senza girarci intorno, il tema da affrontare è il dolore.
Ci sono dei dolori talmente grandi che io li ho sempre associati ad un pozzo.
Questo per 3 motivi.
Il primo è l'oscurità che più scendi il pozzo più ti avvolge.
Il secondo è lo spazio strettissimo di quel luogo, un luogo così stretto che ti impedisce di muoverti, di vedere la luce, di avere spazi più grandi per respirare.
Il terzo è l'inesorabilità del percorso che un pozzo ha, ovvero quello di renderti impossibile girarti e risalire ma dover quasi per forza arrivare fino al fondo.
Eppure in questa metafora di quei dolori così grandi e perfetti per cui ti manca l'aria e ti sembra che finchè non arrivi in fondo non hai modo di risalire (come nel caso di Luis Enrique ma anche in casi meno definitivi, meno gravi ma ugualmente totalizzanti come sono capitati ad ognuno di noi), eppure dicevo avviene sempre - o quasi sempre - una cosa strana.
Ovvero che arrivati in fondo, là dove il pozzo è più scuro, succede un miracolo.
E quel miracolo è che c'è dell'acqua, acqua che si presume stagnante ma che in questi casi, per una sorta di magia che ha a che fare con l'essere umano (no, non calatevi in un pozzo reale per vedere se è vero, in quelli reali non succede) non solo è limpidissima ma risplende.
Quando arriviamo in fondo al pozzo del dolore troviamo una luce e dell'acqua e in quell'acqua vediamo riflessi noi stessi.
Ci vediamo quindi riflessi, vediamo le ferite del dolore passato, ripensiamo al percorso, alla discesa, che ci ha portato lì e inevitabilmente (a meno che certi dolori non ci uccidano del tutto) guardandoci in quell'acqua avviene una cosa stupenda, ovvero lo scoprire di volere bene a quel viso là, il volere bene a quell'essere umano che ha così sofferto.
In quell'oscurità, quando non è più possibile andare più giù, "noi vediamo noi" e decidiamo che adesso che abbiamo i piedi per terra meritiamo di risalire.
Una volta risaliti quasi sempre usciamo persone migliori.
Luis Enrique ha raggiunto il fondo più fondo che un uomo possa raggiungere, è arrivato quasi al centro della Terra, e se è riuscito ad uscirne (anche se una parte di sè resterà sempre laggiù) allora sentire una intervista come quella che abbiamo sentito è veramente niente.
Attenzione, nessuno sta facendo un elogio del dolore, chè non c'è niente di più bello nella vita che la gioia, la felicità, l'amore e la realizzazione.
E nessuno sta nemmeno facendo un discorso sull'utilità del dolore inteso come conditio sine qua non, perchè con una profonda analisi di noi stessi si possono raggiungere certe vette di consapevolezza anche senza passare per forza dal dolore.
Quello che si vuol dire è che se un dolore c'è stato, se ormai è un dato di fatto, l'occasione per renderlo utile è troppo grande.
Non cogliere quell'occasione sarebbe un aggiungere un errore ad un dolore, sarebbe non sfruttare un'opportunità che nessuno si augura ma che  - se ormai c'è stata - in qualche modo deve migliorarci, deve farci riflettere.
Luis Enrique ha avuto un qualcosa di talmente irrimediabile e "perfetto" che per poterne cogliere insegnamenti o crescita personale bisogna avere un'anima eletta (e anche tante persone vicino).
Quasi tutti noi invece affrontiamo dolori sì fortissimi ma che non hanno niente di irrimediabile, anzi, a volte sono dolori che possono somigliare a trampolini.
L'intervista di ieri di quel grandissimo uomo che è diventato (o magari è sempre stato) Luis Enrique non è una lezione di sport, quella è solo la superficie.
L'intervista di ieri è una lucida, meravigliosa ed emblematica esaltazione dei valori.
Era più sereno lui che diceva quelle frasi apparentemente senza senso (almeno nel mondo del calcio) di noi che, da vincenti, eravamo lì ad ascoltarlo, noi che forse quel grado di consapevolezza che lui ha non possiamo averlo.
Che, forse, non potremmo nemmeno averlo mai.
Ma che dobbiamo lottare per raggiungerlo, sempre.

alla piccola Xana Martinez

22 commenti:

  1. Uomo con la U maiuscola, è proprio ciò che ho pensato anch'io quando l'ho ascoltato... Tanta consapevolezza condita con tanta umiltà. Chapeau Luis

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  2. Grandissima persona: solo ammirazione e rispetto.
    Sulla verticalità della Spagna non sono completamente d'accordo: quando hai il 70% del possesso e crei lo stesso numero di occasioni degli avversari... è un possesso un po' sterile. Però in prospettiva può fare sfracelli.

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    1. non sono d'accordo Lucien

      sono sempre da Tiki Taka ma negli ultimi 20 metri vanno dritti verso la porta, tutti

      Pedri gioca tantissimo verticale, Dani Olmo va sempre verticale, Oyarzabal lo stesso, Ferrar Torres lo stesso, non parliamo di Morata (proprio la corsa in verticale e triangolo è stato il loro goal)

      son tutti giocatori che puntano l'uomo e la porta, una volta non era così, una volta arrivavano dentro la porta solo con la palla

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    2. Sarà così, ma con noi in porta ci sono arrivati una volta e mezzo e ormai uscivano con la Svizzera a cui ne abbiamo rifilate tre.

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    3. oddio, io di potenziali occasioni della spagna ne ho viste tante :)

      e sono la squadra che ha segnato di più di tutto l'europeo (vado a spanne ma intorno ai 15)

      in ogni caso poco cambia, siamo andati avanti noi e va bene così :)

      un abbraccio Lucien

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  3. Sai volevo scrivere qualcosa di divertente riguardo alla partita , volevo scrivere qualcosa di più serio sulla tua riflessione sul dolore citando Alabama & Monroe e Angel-A …volevo .
    Tutto questo attorno alle sette e mezza di sera , preparo il commento lo salvo e cinque minuti dopo arriva una telefonata, son al lavoro .
    Sta per arrivare un emergenza grave una ragazza
    di dodici anni , emorragia cerebrale massiva improvvisa trasferita da un ospedale all’altro per tentare qualcosa .
    Arriva , tc …massimo dieci minuti di esame ..( quello che devo fare io) pochi minuti prima il caos .
    Fuori della stanza i genitori della ragazzina.
    La madre accovacciata sulla sedia il padre in piedi , sconvolti .
    Tutto troppo in fretta sta accadendo.
    Ho pensato al dolore , al tuo post mentre uscivo e lasciavo il posto al mio collega notturno .
    Ho pensato al ct della Spagna a quello che deve avere provato.
    So che non c’entra niente con quello che volevo scrivere ma adesso non ha senso..scrivere quello che volevo..scrivere .
    Ma non era giusto manco non scrivere niente.
    Glielo devo a quella ragazza …sperando che non segua la stessa sorte della figlia di Luis Enrique.
    Non si riesce essere indifferenti al dolore.


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    1. per favore se sai qualcosa fammi sapere, anche in privato

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    2. È presto per sciogliere la prognosi ..ma sono cautamente ottimisti.
      Ha subito un intervento in urgenza andato a buon fine .
      È ancora in rianimazione se va bene da quello che ho capito nei prossimi giorni dovrebbero provare a risvegliarla .
      Speriamo bene.
      Ciao

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    3. povera piccola, son passati già 11 giorni...

      andrà tutto bene e senza nemmeno che lo sappia diventerà la nostra mascotte Max

      forza

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    4. Ma la mascotte mia e tua o del gruppo?
      Sennò ti scrivo un post ….
      Tanti auguri intanto , ciò non so se sia una coincidenza fb me l’aveva segnalato stamattina presto e stamani ho salutato la “piccola” per la prima volta l’ho vista sveglia .
      Le ho chiesto come sta e mi ha fatto capire con la testa che sta bene dai..
      mi ha mostrato una bambolina che le avevano fatto con delle garze .
      Sembrava una bambola di quelle woodoo.
      Mi seguiva con lo sguardo finché facevo i toraci agli altri pazienti era incuriosita.
      Son uscito dalla rianimazione che la stavano aiutando a mangiare e ha riso di gusto ad una battuta che le ha fatto l’infermiera sulla bambola “stregata” ahaha!!
      Mi ha salutato muovendo la bambola.

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    5. me viene da piange

      non ce poteva esse regalo de compleanno più bello ;)

      le prepareremo una lista di film per quando starà bene e a casa! ricordiamocelo

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    6. Martedì la mandano a casa o almeno lei ci spera così mi ha detto stamattina.
      Un medico con cui avevo parlato il giorno prima mi ha detto che sta recuperando alla grande e son contenti .
      Non ha riportato danni neurologici ,il fisioterapista l’ha fatta alzare , quando mi han detto che chatta e gioca con il cellulare, ho capito che sta veramente bene🤣!
      Anche se la trasferissero invece che a casa in qualche riabilitazione credo ci stara veramente poco.
      Incrocio le dita perché vada veramente a casa.
      Mi ha raccontato che gioca a pallavolo a livello agonistico, le ho detto che tornerà a giocarci ancora ..la rivedrò per qualche controllo in futuro credo e magari avrò il coraggio di raccontargli di te di questo blog, chissà?
      Ti scrivo na mail intanto.
      Ciao

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    7. sto a piange :)

      non solo digli del blog ma digli se preferisce che le faccio una lista di 10 film che deve vedere o se vuole che veda il suo preferito e glielo recensisco

      che bello

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    8. Sarebbe bello che intervenisse lei con un commento…semmai leggera’ sti discorsi..ahaha!

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    9. non sarebbe bello, sarebbe bellissimo :)

      comunque diglie quelle due opzioni eh, ce tengo ;)

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  4. Ci sono situazioni legate al dolore dove piomba solo un religioso silenzio.

    Riuscire a comunicare quel dolore, ad elaborarlo, rompendo il silenzio, passandoci dentro come essenza, è cosa per pochi.

    Una carezza all'anima.

    Luis Enrique è tra questi... Tu sei tra questi. Grazie e buonanotte

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    1. ti ringrazio ma non posso nemmeno stare seduto allo stesso tavolo dove sta Luis Enrique, non ho ancora minimamente quel grado di consapevolezza e maturità

      anzi, manco nella stessa stanza posso stare

      e non so nemmeno se questo mio esternare e sublimare le cose sia buono e giusto

      però forse ha ragione una ragazza che mi ha scritto ieri su facebook, riconoscersi nelle parole altrui è sempre importante, quindi anche se possa far bene solo ad un'altra persona a qualcosa è servito

      a volte mi piace pensare che l'intera umanità, un pò come nei film di Kaufman, possa essere sintetizzata come un'unica persona, un'unica anima

      forse era questo il significato principale della "sineddoche" nel titolo del suo capolavoro, una parte per il tutto, l'uomo per l'Uomo

      comunque basta cose tristi, per quanto mi riguarda amo sempre di più la vita e credo che ancora debba arrivare quasi tutto il meglio

      grazie, davvero

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  5. Alla fine tu scrivi "basta con cose tristi", ma io non ho percepito affatto tristezza è questo il punto caro Giuseppe!

    Anche perché mi hai anche aggiunto un nuovo tassello sulla ragazza che ti ha scritto ieri su Facebook, come se si incanalasse in utilità il bene di più persone.

    Accidenti ma cosa è che davvero vi spaventa, il bene o il male, l'Amore che si serve del vostro linguaggio, che comunica attraverso i vostri organi per farci arrivare un messaggio simile?

    Per favore hai scritto qualcosa di bello, di importante... e non sto qui a darti nessun premio per averlo fatto eh:) , ma è importante e bello che tu lo abbia fatto altro che tristezza!


    È tutto, tutto in queste parole scritte da te...non si cancellano più queste righe sai, si possono solo rileggere, risentire, prendine atto davvero... Non è questo un "incitare odio" (che va spesso di moda) .. Ecco a quest'ultimo bisogna avere la forza di dire basta!

    ***Attenzione, nessuno sta facendo un elogio del dolore, chè non c'è niente di più bello nella vita che la gioia, la felicità, l'amore e la realizzazione.
    E nessuno sta nemmeno facendo un discorso sull'utilità del dolore inteso come conditio sine qua non, perchè con una profonda analisi di noi stessi si possono raggiungere certe vette di consapevolezza anche senza passare per forza dal dolore.
    Quello che si vuol dire è che se un dolore c'è stato, se ormai è un dato di fatto, l'occasione per renderlo utile è troppo grande.

    Poi per quanto riguarda Luis Rodriguez penso di averlo sentito dire che non ti sei seduto solo al tavolo della consapevolezza con lui, ma ti sei seduto con lui in "campo" dove si disputano le partite vere "sul palco di tutti"


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    1. no no, ma infatti sto post è molto sereno e, in qualche modo, "positivo"

      in realtà posso cancellarle cancellando il post!

      scherzi a parte, grazie :)

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  6. Post bellissimo.
    Vero, senza quella tragedia Louis Enrique magari sarebbe stato lo sportivo di sempre, ma non l'Uomo di adesso. Paradossalmente è più sereno di prima, e se ci pensi bene possiamo paragonarlo a ciò che è successo a Vinterberg: stessa tragedia, stessa "serenità".
    Perché?
    Perché quando arrivi al fondo, quello vero (lo conosco bene, credimi...), quello dove c'è un colore ancora più nero del nero, quello dove spesso consideri vivere o morire 2 verbi simili se non uguali tra di loro, se fai un piccolo sforzo ti accorgi che in fondo la vita è semplice, fatta di poche cose: un motivo per viere, un ideale per morire; l'avere la curiosità di cosa succederà il giorno dopo e vivere cercando di lasciare a chi resta un buon ricordo di noi. E allora vedi le cose per quello che sono, che tante seghe mentali (pardon!) ce le facciamo da soli, e vivi il calcio come il gioco sportivo che dovrebbe essere, spogliandolo di quelle sovrastrutture che noi "moderni" gli appiccichiamo. E quello che vale per il calcio vale anche per la vita di tutti i giorni: in fondo, basterebbe rispettare e coltivare pochi valori fondamentali come lealtà, onestà, rispetto per vivere bene come dovrebbe fare un uomo. Chi oggi lo fa è invece considerato un Uomo, con la "U" maiuscola, un eccezione.
    Peccato.
    Complimenti ancora xD!

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    1. ti ringrazio ma è solo una riflessione alla fine su qualcosa che in piccolo rispetto a Luis ho vissuto

      che abbiamo vissuto in tanti, direi quasi tutti, chi in pozzi più profondi chi meno

      il tuo commento è perfetto, "preciso", puntuale e se vede che è scritto da chi sa

      complimenti a te!

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due cose

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3 ciao