Una deliziosa commedia ebraica, diretta da una giovane regista.
La storia di Danielle, universitaria ancora in balia del "che farò nella vita", e della sua partecipazione ad uno shiva, un funerale ebraico.
Danielle adesso ha uno sugar daddy (un uomo più grande che gli fa regalini in cambio di sesso) e nel passato ha avuto una ragazza (femmina).
Se li ritrova entrambi al funerale.
Ne nasce una commedia dai dialoghi sferzanti e dalle situazioni imbarazzanti.
Ma il miracolo di Shiva Baby è che a tratti l'atmosfera si fa talmente opprimente e psicologicamente difficile da far oscillare questo film tra il divertente e l'angosciante.
Ci ritroverete addirittura sfumature di "madre!" e lo amerà sicuramente chi, come me, ha amato quel gioiello di Krisha.
Da vedere, subito
Dopo un'infinità di tempo siamo riusciti finalmente a fare una "Rocco's House", ovvero vedere un film a casa de Rocco.
In realtà questi mesi ci siamo visti sempre, anche a casa sua, ma birillo o baralla (umbrismo per "in un modo o nell'altro") alla fine niente film.
Che poi di solito i film a casa de Rocco saltavano sempre per problemi esterni (mancanza cavo hd, internet sconnesso, madonne varie) tanto che crediamo fermamente che quel luogo sia una specie de Fossa delle Marianne della tecnologia.
Ma ora Rocco ha fatto Mubi (bellissimo!) e quindi a meno che la rete non c'abbandona abbiamo risolto.
Ho scelto io il film perchè consigliatomi più volte.
Facevano bene.
A consigliarlo dico.
Shiva Baby è un film delizioso, uno di quelli che ti senti di consigliare veramente a tutti.
A chi vuole un film leggero, a chi ne vuole uno intelligente, a chi uno spensierato, a chi uno autoriale con dentro parecchie tematiche.
Scrittura formidabile nei dialoghi, protagonisti amabili, un'atmosfera incredibilmente a metà tra il divertimento e la tensione, una cornice - quella del mondo ebraico - che regala sempre chicche umoristiche.
Insomma, un piccolo film di una giovane regista donna di cui molto probabilmente vi innamorerete (del film dico, non di lei, anche se pure lei è una bellissima ragazza).
Danielle è una studentessa arrivata a quel bivio nel quale è difficile capire quale sarà il proprio futuro.
Per tirar su qualche soldo accetta di avere uno "sugar daddy", ovvero un uomo più grande di lei che gli dà soldi e regalini in cambio di sesso (bellissimo - e quasi inquietante nei primi secondi con lei che gli dice "daddy" - l'incipit).
Pochi minuti dopo un loro incontro sessuale Danielle va con i suoi genitori ad uno shiva (funerale ebraico) .
Destino vuole che arrivi là (con moglie e figlioletto) lo stesso sugar daddy e pure la vecchia ragazza di Danielle, Maya (la nostra protagonista è bisessuale).
L'aria si fa pesantissima.
Film quindi in unità di tempo e - praticamente - anche di luogo, una di quelle tipologie di soggetto che adoro davvero.
Shiva Baby ha dalla sua una protagonista eccezionale, Rachel Sennott, un vero viso da cinema. Sensuale quanto basta senza essere bellissima, intelligente, divertente, ironica, stronza, vendicativa.
Un personaggio perfetto.
Le commedie di ambientazione ebraica sono sempre un passo avanti e, se ci fate caso, di solito a girarle - prendendo per primi in giro gli ebrei - sono registi anch'essi ebrei.
Questo perchè questi film raccontano usanze, convenzioni, modi di fare e peculiarità talmente particolari che solo uno che conosce benissimo quel mondo può raccontare.
Quasi sempre c'è tantissima (auto)ironia, quasi sempre ci ritroviamo questi personaggi "imprigionati" in tradizioni secolari che, però, nel mondo moderno, sembrano così superate ed anacronistiche.
Danielle è una ragazza libera, emancipata (magari non economicamente ma di sicuro negli ideali e nei modi di fare) e vederla partecipare a quello shiva è comico già di suo.
Le ruotano attorno genitori amabili ma ingombranti, parenti che la tartassano, amici e finti amici che le chiedono cose tanto per.
Mentre lei ha occhi (questo è un film tremendamente basato sugli sguardi) solo per Max (lo sugar daddy) e Maya (l'ex ragazza).
Ne nasce un film dall'atmosfera unica, claustrofobica, in cui questa ragazza "sotterrata" sotto mille persone cerca disperatamente di gestire (anche solo emotivamente) quelle due situazioni sentimentali.
E qui avviene il miracolo di Shiva Baby, ovvero di saper trasformare a tratti un film "comico" in uno quasi angosciante, apnoico.
Tutti stanno addosso a Danielle, tutti le parlano, tutti la riempiono delle stesse domande.
La ragazza non riesce mai a respirare.
Se qualcuno di voi ha visto quel capolavoro di "4 mesi, 3 settimane e 2 giorni" (rece) in alcuni momento proverà la sensazione dell'incredibile scena della cena nel film rumeno.
Ma sono anche altre le suggestioni che ho avuto, come ad esempio "madre!"(rece) di Aronofsky con questa ragazza che passa da una stanza all'altra e si sente come invasa o lo splendido "Krisha" (rece), film sottovalutato e pochissimo conosciuto.
E già che ci sono cito un altro grande film sul tema, "Rachel sta per sposarsi" (rece), uno dei film minori di Demme ma probabilmente uno dei suoi più belli.
Insomma, tutti film su feste/appuntamenti in cui abbiamo una protagonista donna in estrema difficoltà (e che bello che siano 4 tipologie di "feste" diverse, un funerale, l'apertura di una nuova casa, un Giorno del Ringraziamento, un compleanno).
Ad un certo punto la tensione era così palpabile che ho pensato anche ad una svolta fortemente drammatica (alla Melancholia(rece) o Festen(rece), per capirsi) ma no, non succederà niente di così eclatante ed è giusto così, avrebbe rovinato "l'anima" del film.
Film che ha dentro una miriade di piccoli cliffhanger, minuscoli dialoghi che, anche aiutati dalla colonna sonora, sembrano portare ad una esplosione.
Come se non bastasse, senza urlarcele contro ma ben evidenti, da Shiva Baby vengono fuori tanti, tantissimi temi.
Quello della libertà sessuale (se mi consentite direi libertà sia in senso orizzontale - maschi, femmine, omosessualità - che verticale - differenza d'età -), quello, molto latente ma io ce l'ho visto, dei disturbi alimentari (Shiva Baby è un film in cui c'è sempre il cibo, sempre, e quasi una decina di volte a Danielle viene imputato il fatto di essere "troppo magra", ossessionante), quello delle tradizioni "ineradicabili" (neologismo), quello dell'ipocrisia (la gente che non sa nemmeno chi sia morto ma fa condoglianze, o tutta la finzione in cui si ritrova Max), quello delle aspettative degli adulti verso i giovani (Danielle si ritrova quindi sepolta sotto tanti stress diversi, il lavoro, il cibo, i sentimenti).
Ma nemmeno troppo sottotraccia c'è anche la tematica di quanto le donne, grazie alla loro bellezza, abbiano "potere" su certi uomini.
Sono discorsi che ho affrontato più volte (specie nel bel film Il Sabba, qui la rece) e nei quali credo molto.
E' innegabile che una bella ragazza (o anche una ragazza solo disinvolta) possa tenere in pugno o far impazzire la maggior parte degli uomini, specie se più grandi.
Danielle lo sa, e in questo è molto sicura di sè.
Anche se nella scena del mancato sesso orale al bagno capisce che, forse, questo potere non è assoluto e a volte ci sono situazioni in cui l'uomo riesce a non ragionare col cazzo.
Ma del resto - a mio parere - se di sentimenti Shiva Baby racconta, sono semmai quelli tra le due ragazze, forse veramente innamorate.
E che bello quindi quel loro darsi la mano nel finale.
E che bello quindi quel loro darsi la mano nel finale.
In quella macchina dove tutti i personaggi sono ammassati l'uno sull'altro, vero simbolo dell'intero film.
I genitori, l'amante, la moglie dell'amante, tutte le persone che più opprimono Danielle sono là dentro, in quella macchina.
E' un pò la metafora della vita.
Ci sono momenti in cui ovunque ti giri ti sembra ti manchi l'aria.
Ma basta anche solo una mano, la mano della persona più importante per te, e tutto cambia.
Puoi finalmente aprire la bocca.
Puoi finalmente aprire la bocca.
E respirare
Un film davvero adorabile. Un diamanti grezzi ma molto meno fastidioso, anche se a mio parere l'angoscia che provoca è molto più grande!
RispondiEliminabuffo e molto interessante come confronto!
Eliminaritmo serrato, dialoghi incalzanti, ci sta!
Visto che incredibilmente a Roberto non gli prende il commento qua (succede solo su sto post) riporto io quello che ha scritto
RispondiElimina"Nel sondaggio dei miglior film distribuiti in Italia nel 2021 avevo inserito Shiva Baby sul podio. A distanza di mesi, confermo quanto di buono pensavo a caldo dopo la prima visione. Un film che col tempo cresce. Diventa più dolce (ma di quella dolcezza mai stucchevole), e anche più amaro (ma di quella amarezza mai sterile). Insomma, Shiva Baby sul lungo periodo fa fiorire tutte le emozioni che semina nella sua ottantina di minuti. E' un dramma familiare, un film esistenziale, una commedia, con una narrazione che alterna momenti di ansia e angoscia con momenti di ilarità, a volte anche grotteschi, Shiva Baby si carica di tutto questo, senza mai scadere nel banale. E tu lo hai detto benissimo. Oltre a quelli da te citati (avevo pensato soprattutto a Krisha), la visione di Shiva Baby mi ha rimandato a due film: La Sposa Promessa e To Dust. In particolare quest'ultimo: quando ho visto quelle mani stringersi, in quello splendido finale, non ho potuto non pensare a quell'abbraccio. Due momenti catartici, liberatori, arrivati dopo una serie di "sfide" esistenziali, come meritato premio per aver resistito agli assalti della vita. Non so, almeno per me. E poi, lo confesso, io adoro la cultura ebraica, per vari motivi, in particolare ho sempre amato/ammirato la loro capacità di fare ironia e autoironia (e sul perché la cultura ebraica abbia sviluppato questa peculiarità ho una mia teoria, ma ora non voglio annoiare nessuno). Danielle. E' così facile innamorarsi di questo personaggio così ben scritto - e trovo l'attrice di una bellezza graffiante: un candore preraffaellita tagliato con il fascino selvaggio ed erotico delle donne di Egon Schiele, insomma quella "bellezza imperfetta" che personalmente trovo irresistibile. Quindi, Danielle. Il suo è un viaggio al termine della notte, perché l'assedio urlante dei suoi giorni - carichi di famiglia, etichette, convenzioni, formalità, cibo, futuro a ogni costo e altri mostri - l'ha stremata, sfibrata, e lei ha solo bisogno della pace dell'aurora. Di fermarsi e guardarsi allo specchio. Per riconoscersi. Per essere riconosciuta. Ha bisogno di un attimo di quiete nella tempesta dell'esistere, e quella mano è un'ancora di salvezza. E ancora tantissimo altro. Che bellissimo film! Un abbraccio, vecchio mio :)"
Credo che sia uno di quei film che consiglierò sempre per, come dici, questo suo saper mixare perfettamente tante cose. Piacerà a chi piacciono le cose brillanti ma non solo distensive o rassicuranti e anche a chi piacciono i film drammatici ma che sanno anche strapparti una risata. Per non parlare poi di tutte le tematiche e le curiosità "culturali" che ha dentro.
EliminaQuando scrivi che convieni con Krisha ma ti ha ricordato anche To Dust sono trasalito perchè ero convinto di aver scritto più di una riga su questo parallelo anche io!
E invece niente, dimenticato (nel taccuino menzionato più volte).
Meno male che hai ovviato te
Però il mio parallelo non era riferito al finale, molto più bello il tuo.
Ahah, la tua descrizione fisica della protagonista è perfetta ;)
è vero, un film che in un'ora di vita racconta un'intera tempesta esistenziale
con una quiete finale bellissima
al solito bellissimo commento