17.1.23

Recensione: "Close" - Cinema 2023 - 2 -

 

Leo e Remi sono due migliori amici.
Migliori amici è dir poco, sono come fratelli.
O, forse, anche qualcosa di più.
Eppure il mondo guarda un pochino con sospetto due tredicenni così vicini, così "close", due tredicenni che non hanno paura di abbracciarsi, guardarsi dormire o appoggiare l'uno la testa nel braccio dell'altro.
Leo si impaurirà di questo e, anche se di pochi cm, si staccherà da Remi.
Ma quei pochi cm, in un animo puro e, forse, innamorato, sono come migliaia di km.
Un film bellissimo, con dentro tutte persone sane, belle, virtuose.
Eppure un film che fa male e che porta a profonde riflessioni.
So che la mia interpretazione può non essere accolta da tutti, ma così è come ho vissuto io il film

PRESENTI SPOILER MOLTO GRANDI


"Close" vuol dire, tra le altre cose, "vicino".
Credo non ci potrebbe essere titolo più bello da scegliere per un film che basa tutto quello che vediamo sulla distanza dei corpi.
Leo e Remi sono due amici tredicenni che non hanno paura di abbracciarsi, che non hanno paura - a scuola - di ascoltare la lezione uno con la testa sul braccio dell'altro, che si stendono sui prati uno sopra l'altro, che dormono insieme.
Close, vicinissimi, una cosa sola praticamente.
E il film cambierà quando questa (non) distanza diverrà distanza, non una grande distanza, è vero, ma quando sei abituato al tuo corpo sopra quello di un altro anche due metri ti sembrano infiniti, e lui lontanissimo.
A conferma della bellezza e della pertinenza del titolo anche dopo, quando Leo e Remi saranno distanti e quando addirittura uno dei due non ci sarà più, anche dopo, dicevo, le scene più belle saranno quelle di abbracci, penso a quella straordinaria col fratello o a quella finale con la madre di lui, terribile e meravigliosa insieme.
Questo è un film in cui i corpi che si toccano sono tutto, sono la cosa più bella, sono la cosa più delicata, sono la cosa più "ambigua", sono il motivo per cui vivere e quello per cui morire.
Dico già da adesso che io ho una mia lettura "forte" del film (forte nel senso di molto convinta da parte mia, ma probabilmente non convincente) che potrebbe essere molto diversa da quella di altri (ad esempio la mia compagna di visione in un aspetto la pensava all'opposto).
Ma ci arriveremo.


Leo e Remi, lo dicevamo, sono "super amici", roba che la loro intera vita è in totale simbiosi.
Giocano sempre insieme, stanno sempre insieme, dormono quasi sempre insieme.
Un'amicizia stupenda, da brividi.
Nel notevole incipit li vediamo giocare "alla guerra", nascosti, nel buio, per poi partire in una straordinaria corsa di luce nei campi in cui lavora la famiglia di Leo.
La scena successiva, dopo appena 6-7 minuti di film, sembra banale ma ci sarà uno di quei piccoli dettagli che poi mi porterà ad una interpretazione che, da lì in poi, mai mi abbandonerà.
I due bambini sono a letto.
Leo guarda Remi dormire.
Ho sempre pensato che "guardare dormire" sia uno dei (pochi? tanti?) segni tangibili dell'amore.
Dopo pochi minuti, come una carezza, mi è arrivata la certezza che tra quei due bambini ci fosse qualcosa di più di una splendida amicizia.
Qualcosa di ancora non definibile (non lo capiamo a 40 anni l'amore, vuoi capirlo a 13?) ma qualcosa che fa pulsare il cuore, che ci fa vedere l'altro con occhi con cui guardi solo lui.
Arriviamo alla scena che fa svoltare il film e le vite dei due bambini.
Alcune compagne, a mio modo di vedere con molta dolcezza e con una curiosità "obbligatoria" a quell'età (bisogna essere ipocriti per dire che se a 13 anni vedessimo due nostri compagni accarezzarsi e stare sempre abbracciati NON penseremmo che tra loro c'è qualcosa), dicevo, due compagne chiedono ai due se siano fidanzati.
I due lì per lì ci rimangono storditi (ma secondo me nella loro reazione e negli occhi di Remi si vede davvero tanto...) e gli rispondono di no, che sono solo migliori amici, come del resto lo sono loro due (le ragazze che gliel'hanno chiesto).
Le due ragazze accettano di buon grado, tutti si fanno una risata e la cosa finisce lì.
Io l'ho trovata una scena bellissima, delicata, per niente "violenta" o sbagliata.
Ma, delicata o no, quella domanda manda in crisi Leo.
E qui nasce il doppio bivio di interpretazioni.
Lo manda in crisi perchè, sì, loro sono davvero soltanto migliori amici ma adesso verranno visti in maniera diversa?
O lo manda in crisi perchè lui sente veramente qualcosa di grande verso Remi (contraccambiato), qualcosa di superiore all'amicizia e, dopo questa domanda, si rende conto quanto la cosa potrebbe rovinarlo?

Ecco, per me la seconda.
Per me Close racconta di due bambini che stanno scoprendo sentimenti bellissimi, puri, superiori all'amicizia, e che per colpa di un piccolissimo intervento esterno (la domanda innocente delle compagne) non riescono più a vivere quel rapporto.
O meglio, Leo non riesce più a viverlo.
E' risaputo che spessissimo chi si scopre omosessuale molto presto non "accetta" di esserlo.
Non lo accetta soprattutto per colpa di un mondo "sbagliato" che per primo ti fa sentire diverso.
Leo sente qualcosa per Remi ma è un qualcosa che deve reprimere, che deve camuffare, che deve allontanare da sè per la paura di non essere più accettato, per la paura di quello che lo può aspettare se vivrà quel rapporto al massimo.
E allora comincia a fare hockey, e allora comincia a lavorare nei campi di famiglia (prima mai), e allora, soprattutto, comincia ad allontanarsi da Remi.
Poco, pochissimo, mezzo metro, un metro al massimo, ma la differenza - come dicevamo - tra due corpi che si toccano e due corpi che non si toccano più è la differenza più grande che possa esistere, un metro o 1000 km cambia poco.
E' la differenza, nel caso di Remy, tra vivere e morire.
Ecco, anche questa scelta devastante che farà Remy io la leggo solo in un contesto che va oltre l'amicizia.
Non ci si uccide per amicizia, specie a 13 anni.
Ci si uccide per amore.
Sempre, in casi come questo, ci si uccide o si uccide per amore, in tutte le sue declinazioni possibili, dalle più belle alle più tossiche.


Intendiamoci, l'altra lettura (ringrazio Marta per avermela detta) è impossibile da non considerare.
E, se ci pensate, tutte le azioni che farà Leo (l'hockey, i campi, il distacco da Remi) sono azioni "perfette" in ognuna delle due interpretazioni.
Dobbiamo mostrarsi uomini, virili, dobbiamo farci vedere con altri occhi.
Dobbiamo, dobbiamo, dobbiamo.
Per colpa di un mondo che sta sì migliorando ma che ancora in questo campo fa fatica a vedere come normalissimi alcuni rapporti.
Secondo me, però, oltre a come si toccavano, oltre a come si guardavano, oltre alla decisione di morire per l'altro, oltre a tante altre cose, c'è una frase emblematica, secca, "perfetta", che ci fa capire tutto.
Quando la madre di Remi chiede a Leo perchè suo figlio ha fatto quello che ha fatto lui risponde:

"Perchè l'ho rifiutato"

E' l'unica frase che si dicono sull'argomento, messa in sceneggiatura perchè, da sola, ti fa leggere tutto il film.
Non si rifiuta un'amicizia, un'amicizia al massimo si rompe, ci si allontana.
Si rifiuta qualcosa di più, qualcosa che qualcuno vuole e l'altro non può dare.
Anche nel caso, come qui, in cui lo voleva invece dare.
Ma non lo può dare perchè a 13 anni bisogna avere il coraggio di 10 uomini adulti per sfidare un mondo che non ti accetterà.

In Close ho trovato almeno altri tre aspetti eccezionali.
Il primo è che questo è un film unico, perchè ha al suo interno tutte persone "sane", belle, virtuose.
Le due coppie di genitori sono magnifiche, l'insegnante lo stesso, l'ambiente della scuola bellissimo (innumerevoli le scene di giochi e risa, senza mai niente di sbagliato, senza mai cattiverie, senza mai pesantezze), il fratello di Leo commovente (il loro rapporto dura il tempo di 3 pennellate, ma sono 3 pennellate che raccontano e valgono l'Universo intero), non ricordo un solo personaggio negativo, ambiguo, non virtuoso.
Eppure è un film che fa male, eppure pur avendo dentro esseri umani eccezionali comunque il dolore e la tragedia arrivano, e in maniera molto forte.
Per Remi quei piccolissimi ma gargantueschi cambiamenti di Leo sono un macigno che non riesce e togliersi dal cuore.
La sceneggiatura è magnifica nel raccontarci queste piccole ma decisive differenze.
Il lettino messo a fianco del letto, lui che si scosta di mezzo metro nel prato, la scena dell'incipit (quella della guerra nella grotta) leggermente modificata.
Leo c'è, c'è ancora, non si stacca mai completamente da Remi.
Ma non riesce ad essere quello di prima, adesso ha paura di ogni gesto fraintendibile, adesso ha paura degli altri e di sè, di quello che prova.
E, per tornare ai tre aspetti magnifici del film, adesso cambiano anche gli sguardi.
Prima era un continuo guardarsi, anche mentre l'altro dorme, adesso è invece un fingere di guardare altrove per poi, di sott'occhio, provare a cercarsi.
Ma il gioco di sguardi del film non è solo quello dei due bambini, c'è spessissimo (anche grazie agli occhi di Leo, impressionanti, vera "presenza" costante del film).
Ad esempio in quella che per me è una delle scene più belle - la cena delle due famiglie - ho trovato davvero emozionantissimo quel continuo e quasi impercettibile guardare il marito da parte di lei, la madre di Remi. Quel marito che ad un certo punto crolla e lei, mantenendo la conversazione con gli altri, cerca sempre con lo sguardo, uno sguardo d'amore, di empatia e allo stesso tempo di protezione, facendo finta di fare altro.
Ecco, la scrittura degli sguardi in Close è magistrale.
Ma è magistrale anche l'ultimo aspetto di cui voglio parlare, quello più particolare e quello che, forse, ha tenuto freddo qualche spettatore.
Il comportamento di Leo.


Una volta perso il suo migliore amico Leo entra in una specie di bolla in cui sembra non provare emozioni. Continua la sua vita, si mostra apparentemente sempre sereno, a volte pare che quello che è successo non gli abbia spostato nulla.
Eppure, e il film lo racconta da Dio, siamo davanti ad un ragazzo che sta accumulando il dolore, il vuoto e la disperazione dentro di sè, forse anche grazie a quel processo, già iniziato prima della scomparsa di Remi, in cui doveva mostrarsi "diverso da sè".
Leo non piange mai, a volte pare anche poco empatico, ma è solo un 13enne che sta vivendo dei momenti devastanti, prima il distacco dal migliore amico (e che bello prendere per metafora di quel distacco la stupenda scena delle bici che prendono strade diverse), poi la morte dello stesso.
La sua reazione di sopravvivenza è perfettamente comprensibile.
Eppure prima o poi si arriva al collasso e il collasso è prima quel pianto che finalmente esce fuori (con la "scusa" del braccio rotto, anche qui grande scrittura, un dolore reale e fisico di cui non interessa nulla che ti permette di far uscire il dolore più grande, quello dell'anima), poi con l'incontro, che tutti aspettavamo, con la madre di Remi.
Che ci porta a 10 minuti "perfetti", intensi, drammatici, duri ma anche umanamente i più belli.
E quell'abbraccio nel bosco, mamma mia...
(abbraccio che richiama anche quello con la madre, nudo, anche questo preceduto dalla rabbia. Ma che sia un film di abbracci e di corpi che devono stringersi per sopravvivere l'abbiamo detto no?)
Come mi capita spesso ho parlato di un film dimenticandomi completamente di quasi tutti gli aspetti che un film lo compongono, la regia, gli attori, la trama, la fotografia.
Ma ci sono opere in cui il significato e quello che trasmettono mi travolgono, facendomi perdere di vista tutto il resto.
E con Close è stato così.
Voglio però ricordare, almeno visivamente, la scena notturna del trattore nel campo di fiori, forse una delle cose più belle del film.
E quel campo di fiori (l'amicizia/amore dei due ragazzini) che adesso invece è distrutta, solo terra che serve a prendere il concime.
Ecco, quella terra con quei pochi petali rimasti mi è sembrata l'immagine più bella e simbolica del film.
Insieme a quella corsa finale, identica a quella dell'incipit, ma stavolta solitaria.
E Leo poi che si ferma e si guarda intorno sembra quasi cercare noi con lo sguardo.
Ma quello che cerca è invece qualcosa che non c'è più, è qualcuno che non c'è più.
E non per colpa sua, semmai per una involontaria causa sua.
Se qualcuno ha colpa è il mondo dove viviamo, non Leo.
Ormai non potrà più correre insieme.
O, se potrà farlo, sarà solo alla fine della recensione di un blog.




29 commenti:

  1. Close è uno dei film più difficili da raccontare, impossibile capire se uno non lo guarda.
    e se lo guardi non puoi non restare coinvolto, in questa piccola grande storia

    https://markx7.blogspot.com/2023/01/close-lukas-dhont.html

    guardavo ieri un corto di Lukas Dhont, del 2012
    https://www.youtube.com/watch?v=pRKlZfCAAtI&ab_channel=COREYDNYC

    e come capita subito dopo è partito un altro corto, svedese, da youtube, mi sono accorto che i due protagonisti avevano qualche somiglianza con Leo e Remi, l'ho guardato, non male

    https://www.youtube.com/watch?v=Rvd95PWVPsY

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    1. Dal tuo miniracconto forse percepisco una velata accusa alle compagne. Del resto molti l'hanno vista così. Io no, a me sembra una domanda innocente che qualsiasi 13enne al mondo pensa e fa. E due minuti dopo la cosa finisce lì. Non per Leo, ovviamente. Ma io ho trovato l'ambiente della scuola molto bello, ovviamente con tutti i difetti che avere 13 anni può portare, ma per niente negativo

      spero di vedere i corti!

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    2. quelle compagne dicono a voce alta quello che sentono, e forse pensano, che l'amicizia fra ragazzini è strana, a differenza dell'amicizia fra ragazzine.
      anche a me quella sembra una bella scuola, con bravi insegnanti

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    3. Assolutamente.
      Ma ho visto qualcuno che le demonizza, ho letto anche di "bullismo"

      non scherziamo, quella domanda l'avrebbero fatta tutti, anzi, è stata posta con dolcezza e comprensione

      certo il danno causato da quella domanda è inimmaginabile ma non si può ragionare a posteriori

      Ognuno di noi dice cose che magari possono ferire e "cambiare" chi ha davanti

      l'importante è l'empatia e la dolcezza, o meglio, evitare la cattiveria

      poi che alcune cose che diciamo possano far male è inevitabile

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  2. A quando lista migliori black comedy? Grazie

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    1. Al 2041, quando, facendo una proiezione, ne avrò viste almeno 10

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  3. Non dimentichiamoci che questo film è una rivelazione perché parla della (nuova? Uguale a quella sempre esistita?) adolescenza.
    Se non fossero stati preadolescenti a mezzo passo dall’adolescenza il film non sarebbe stato il capolavoro che è.
    E la differenza tra la pre-adolescenza e l’adolescenza la fa proprio quella domanda lì, quella che le sue gentili e sensibili compagne di classe gli fanno durante il pranzo.
    L’infanzia sarebbe sopravvissuta a quella domanda, con le cicatrici -certo-.
    L’adolescenza no, non ci sopravvive.

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    1. Come ho sempre scritto l'adolescenza è l'età crisalide tra ciò che eravamo e ciò che diventeremo (stiamo diventando)

      quindi sì, una domanda del genere colpisce proprio quel processo, quello che stiamo diventando

      non siamo più bambini, stiamo costruendo il nostro mondo adulto

      e una frase del genere, anche detta con tutta la leggerezza e la dolcezza possibile, colpisce quel processo e può mandarlo completamente in cortocircuito

      grazie per il bellissimo commento anonima Marta :)

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  4. Una cosa che non capisco è la scena della madre di Remy che dice al figlio di non chiudere la porta a chiave, quasi come se avesse paura di qualcosa e poi la stessa ripresa della porta che sembra essere stata forzata (dopo il suicidio di Remy) vista da Leo fuori da casa di Remy.. qualcuno ha fatto caso a questa sequenza ?

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    1. Ero convinto de sta cosa de averne discusso qua ma vedo di no (quindi l'ho fatto su fb)

      esattamente, questi due passaggi danno la sensazione, quasi certezza, che si sia ucciso in bagno

      e per quello la madre aveva sempre paura che ci si chiudesse dentro...

      bravo/a ad averlo notato, quando c'ho discusso non trovavo nessuno che me lo confermasse ;)

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  5. Si, ho cercato questa conferma anche su altre fonti ma nessuno che confermasse questa mia impressione dopo aver visto queste due scene!
    Remi è un ragazzo così puro e così sensibile, mi ha spezzato il cuore

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    1. Tranquillo, è come dici(amo)

      se si potevano mettere screenshot qua ti mettevo quelli quando parlavo di questa cosa (che ero convinto anche di aver scritto in rece, e invece a sto punto se commenti così non credo di averlo fatto)

      Remy nonè stato capito da tanti secondo me. Ma spesso gli adolescenti nei film non vengono capito, vedi per esempio The Whale

      E' proprio un'età talmente delicata che si fa l'errore di considerarli già adulti e non se ne capiscono le fragilità

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  6. A mio avviso questa chiave di lettura da tutt’altro senso al film. Sicuramente parla di un rapporto di estrema simbiosi, di legame vero, puro, senza bugie (al punto che Leo dice a Remy “mi stai mentendo?”), insomma un vero legame che non ha avuto il tempo di svilupparsi (data la tenera età e le insicurezze che accompagnano i due ragazzi).
    Però ho l’impressione che il film, dopo la morte di Remy, non confermi questa tesi ponendo l’attenzione sul comportamento di Leo (chiuso in se stesso, forse per paura di dire che pensa di essere il responsabile dell’accaduto) e successivamente della madre, convinta che il figlio sia morto a causa di quello successo fra i due ragazzi e che però davanti la confessione di Leo (che si sente colpevole) dice al ragazzo addirittura di scendere dalla macchina.
    Sicuramente quello successo fra i due ragazzi ha contribuito a portare Remy a compiere questo gesto, però se realmente la madre sospettava che potesse accadere anche prima (quando andava tutto apparentemente bene fra i due ragazzi) perché non dice a Leo che non è colpa sua?

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    1. Molto interessante!

      Però quello che vedi come difetto potrebbe essere proprio la soluzione dell'enigma. Ovvero che il disagio profondissimo di Remy derivasse proprio da questo rapporto irrisolto, ambiguo e assoluto con Leo.
      Quindi, in questa lettura, a maggior ragione Remy si sente in colpa o la madre pensi che c'entri lui, perchè entrambi hanno sempre saputo o "percepito" che i problemi di Remy derivassero da questo rapporto così incredibile e,forse (come penso io) superiore all'amicizia

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  7. Premesso che mi aggiungo a questa sezione di commenti con un annetto di ritardo rispetto all’uscita ma sono veramente contento di aver visto questo film che, a quanto pare non sono l’unico da quello che ho letto un po’ in giro, mi ha veramente toccato e dopo quasi una settimana dalla visione continuo (come se avessi scordato dentro di me del fatto che sia un film) a pensarci ed immedesimarmi in Leo che, per quanto cresciuto e maturato, dovrà per forza convivere con questa perdita causata dalla sua volontà di cambiare la percezione degli altri verso lui stesso per il resto della sua vita. In particolare l’ultima sequenza, partita con l’abbraccio, il polso guarito che in qualche modo simboleggia la capacità di aver saputo accettare ed elaborare il lutto per andare avanti, la casa ormai vuota, la corsa finale nel campo fiorito e l’ultimo sguardo verso la telecamera come per cercare qualcuno che ormai non c’è più ma che non sarà mai dimenticato. Grazie mille davvero perché questa penso che sia la miglior analisi e recensione che abbia letto e sarei felicissimo se volessi ancora discutere di questo meraviglioso e toccante film.

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    1. arrivo appena posso, ma arrivo sempre :)

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    2. Eccomi ;)

      Esatto, la cosa particolare di questo bellissimo film è raccontare certe vicende in un modo anomalo o comunque pochissimo battuto.
      Come se il mondo esterno avesse ucciso Remi, ma non perchè ferito direttamente ma "attraverso" il ragazzo che (per me) amava.
      E' molto strana e particolare questa cosa, di solito in questi casi chi si toglie la vita è perchè direttamente toccato dallo stigma degli altri.
      No, qui c'è uno che si uccide per amore perduto dell'altro invece impaurito dello stigma

      Sì, il finale è bellissimo,
      E, per quel che conta, mi rendo conto di averlo messo troppo in basso nelle classifiche di fine anno. Purtroppo però era passato un intero anno dalla visione, avevo più freschi altri bellissimi film

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    3. grazie mille davvero per la risposta, diciamo che anche io sono arrivato con un annetto di ritardo e nel mentre sicuramente saranno usciti molti altri bellissimi film. Comunque, tornando a questo, concordo in pieno sul fatto che tra loro ci fosse sicuramente qualcosa di più di sola amicizia, magari un sentimento che nemmeno loro riuscivano ancora a capire loro vista la giovane età, ed anche quando i due si sono allontanati del tutto, prima del tragico evento, si vede chiaramente Leo che con lo sguardo continua a cercarlo sia fuori che in classe (tra l'altro penso sia l'ultima volta che lo ha visto dato che la mattina seguente sono partiti per la gita). Anche successivamente nella parte finale di fine scuola avviene quella toccante transizione tra la musica allegra di festa e il soprappensiero di Leo che comincia a pensare a Remi, al suo amico del cuore che non è li con lui a festeggiare (anche quella scena mi ha devastato devo essere onesto). È un finale veramente toccante che ti lascia con tanti punti di domanda, in particolare uno e mi piacerebbe molto sapere il tuo punto di vista, dopo la meravigliosa scena dell'abbraccio tra Sophie e Leo si può vedere la casa ormai vuota, presumo che la famiglia di Remi abbia deciso di voltare pagina completamente perché il ricordo e il dolore legato a quell'abitazione sarebbe stato troppo difficile da sopportare, però non sono riuscito ad interpretare e comprendere se questo rappresenti un trasloco e rottura definitiva col passato (e quindi rompere del tutto i contatti con Leo e la sua famiglia che dal film possiamo capire andassero veramente molto d'accordo) oppure un voltare pagina solamente per quanto riguarda la casa, provando a ripartire (dato che quella rimarrà per sempre legata ai meravigliosi trascorsi tra Remi e Leo ) mantenendo comunque i contatti con la famiglia e con il bambino a cui il loro figlio teneva veramente tanto.
      Grazie mille ancora per questa meravigliosa discussione😉

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    4. No, spetta, come dico sempre è da ringraziare chi ancora commenta nel(i) blog, non io che rispondo :)

      Vorrei essere abbastanza tranchant e (troppo) netto ma non vado lontano dal vero se dico che (purtroppo) ci si uccide sempre per amore, mai per amicizia

      A chi secondo me non ha capito fino in fondo questo film vorrei dire questo, un amico che leggermente cambia modi o che addirittura perdi è rarissimo,quasi unico, che porti ad un suicidio

      Invece per amore succede migliaia di volte al giorno

      Le scene che citi sono quelle di chi sa vedere e di chi sa capire. E noto che anche te hai citato quella parola, il sovrappensiero, che credo sia la migliore nel nostro vocabolario per racchiudere tante cose (non so se hai visto Aftersun, nel caso te lo consiglio)

      e l'amore quasi sempre, o almeno per come lo concepisco io, ha la sua manifestazione più forte negli occhi, in come ti guardi, in come ti cerchi, in come non li trovi più, in come vanno altrove mentre tu, apparentemente, stai facendo cose che con quell'amore niente c'entrano

      Non credo che se fuga c'è stata è dovuta al fuggire da Remy e dalla sua famiglia

      Semplicemente si fugge da un luogo che trasuda troppo dolore e dentro al quale è difficile ripartire

      Anzi, credo che in futuro quella madre avrà "bisogno" di un contatto con Remy, ma questo è un concetto troppo grande e difficile da spiegare :)

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    5. ahahah figurati, apprezzo tanto di poter parlare di questo film anche a distanza di un anno dall'uscita perché non è affatto scontato. Cito anche un'altra bellissima scena, quella del pianto liberatorio dal dottore nel quale la scusa del dolore fisico fa uscire finalmente quello interiore permettendogli di piangere il suo amico e realizzare il tutto, dato che fino ad allora praticamente non aveva ancora versato una lacrima, anche secondo me la parola sovrappensiero (ho visto aftersun, diciamo non semplice anche quello dal punto di vista emotivo eh!) è la più adatta perché si nota chiaramente che in quei momenti (esaltati poi dalla musica bellissima di sottofondo) Leo sia presente fisicamente ma dentro di sé stia ripensando continuamente a lui e lo cerchi con lo sguardo, praticamente ad un passo dal pianto se non ricordo male (anche quando ammirava Remi al concerto aveva gli occhi lucidi che trattenevano le lacrime), così come sembra cercare Remi nella scena finale nel campo fiorito nuovamente (che faccia capire come il tempo voli) , che insieme alla corsa che un tempo era solito fare con lui rappresenta dal mio punto di vista una sorta di tributo e il definitivo passaggio per l'elaborazione del lutto (che certo non durerà poco vista anche l'età). Concordo in pieno che dentro quella casa sarebbe stato praticamente impossibile ricominciare, però, anche se il buon Lukas Dhont ci lascia con il dubbio, presumo che i contatti tra le due famiglie continuino ad esserci anche se non frequentemente come prima, dato che per la mamma di Remi rivedere Leo sarebbe "quasi" come riabbracciare suo figlio per il legame che c'era tra i due e con lei stessa (visto che era praticamente un membro della famiglia).
      Fantastica discussione :)

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    6. Ecco, la mia ultima riga del commento di prima l'hai spiegata te, mi hai tolto il lavoro ;)

      il lutto lo si può affrontare attraverso la ripetizione o il vissuto (come la corsa o come la gente che si attacca ad oggetti o luoghi di chi ha perduto) o attraverso la fuga e l'allontanamento da tutto quello che il lutto ricorda

      e non è affatto detto che il secondo caso significhi che sia un lutto più leggero, anzi :)

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    7. Esatto, allontanamento dal luogo fisico (la casa nella quale hanno vissuto con Remi) ma non da quello affettivo nei confronti di Leo e della sua famiglia che quindi, presumo anche secondo te da quello che posso aver capito, rimarranno in contatto anche se fisicamente più lontani dopo il trasloco.

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    8. Fantastica discussione! per caso sapresti consigliarmi altri titoli simili a Close? Penso che rimarrà a lungo uno dei film che più mi ha toccato emotivamente, sento che mi ha lasciato qualcosa da quando l'ho visto, difficilmente mi sono sentito così dopo un film, non saprei spiegare, un po' una sensazione di vuoto ed avevo bisogno veramente di discuterne con qualcuno!

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    9. ti capisco :)

      al volo mi vengono in mente due film "nostri" (del Guardaroba de Il Buio in Sala) ovvero The Selfish Giant e Bridgend

      se non li trovi semmai fai un fischio

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    10. Grazie mille gli darò un'occhiata a questi titoli! Sono fresco dalla visione di Stand by me e che dire... CAPOLAVORO! La sensazione che ti lascia anche questo film indescrivibile e mi è bastato leggere la tua recensione per capire che non ha bisogno di presentazioni, mamma mia che roba!

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    11. uno dei miei film della vita :)

      contento che funzioni così tanto anche 30 anni dopo

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  8. avendo letto molte altre tue recensioni e vari commenti non avevo dubbi 😉, sto finalmente trovando un po' di pace avendo visto qualche video analisi ed interviste dei due attori, quasi come se avessi bisogno di sapere che nella vita reale siano felici e stiano bene!

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